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Autore: Placebogirl_Black Stones    22/10/2023    0 recensioni
Mentre passeggia per le strade di Tokyo in solitudine, Jodie s'imbatte in qualcuno dall'aria familiare. Chi sarà?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jodie Starling, Shukichi Haneda, Subaru Okiya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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UN FAMILIARE SCONOSCIUTO
 
 
Camminava sul marciapiede avvolta nel suo caldo cappotto, la gola riparata da una sciarpa di seta, mentre l’aria fresca di ottobre le colpiva delicatamente il volto. Teneva le mani in tasca e lo sguardo basso, assorta nei suoi pensieri. Intorno a lei la gente passava e il caos di Tokyo brulicava senza sosta. Mentre il mondo andava avanti lei era tornata indietro con la mente a vent’anni prima. Quel giorno erano vent’anni esatti dalla scomparsa di suo padre, vent’anni da quando la sua vita era cambiata per sempre.
Avrebbe voluto tornare in America per visitare la tomba dei suoi genitori, ma erano a un punto cruciale della loro indagine sull’Organizzazione e non poteva permettersi di attraversare l’Oceano in quel momento.
Aveva quindi deciso di prendere un po’ d’aria, concedendosi una passeggiata in solitudine per gestire quella tristezza che ogni anno in quel preciso giorno tornava a farle visita come un ospite indesiderato.
Assorta com’era nel suo personale tormento, non si accorse dell’uomo che stava arrivando dalla parte opposta e che a sua volta si era distratto guardando il cellulare.
La colluttazione dei loro corpi fece tornare immediatamente entrambi alla realtà.
 
- Mi scusi, non l’avevo vista. Sta bene?- si preoccupò quel ragazzo dall’aria un po’ trasandata.
- Sì, mi scusi lei, ero sovrappensiero e non ho visto dove andavo-
 
Osservò per un attimo il volto del suo interlocutore: indossava un paio di occhiali con leti grosse e rotonde, aveva un accenno di barba sul mento e i capelli arruffati. Dall’aria non sembrava uno molto sveglio, tuttavia si era dimostrato gentile nei suoi confronti.
Si chiese che aspetto potesse avere lei ai suoi occhi, con quell’espressione triste e tracce di lacrime sulle ciglia. La riposta non tardò ad arrivare.
 
- È sicura di stare bene, signorina?- le chiese nuovamente.
- Sì, è solo una brutta giornata- si sforzò di sorridere.
 
Non voleva certo mettersi a raccontare i fatti suoi a un perfetto sconosciuto, meglio cercare di troncare quella conversazione il prima possibile.
 
- Mi dispiace, spero che domani vada meglio- le augurò.
- La ringrazio, lei è davvero gentile-
- E lei parla davvero bene il giapponese per essere una straniera-
- Grazie, mi piace molto il vostro paese-
- Adesso devo scappare, ma le auguro che entro la fine della giornata le accada qualcosa di bello- sorrise - E se così non fosse, non si scoraggi. Anche dopo una notte buia il sole sorge sempre-
 
Rimase a fissarlo sorpresa, non si aspettava certo che se ne uscisse con un pensiero così profondo e filosofico. Osservandolo meglio le sembrò di notare qualcosa di familiare, ma non riuscì a capire cosa. Quel tizio le dava la sensazione di doversi ricordare di qualcuno, eppure non le veniva in mente nessuno.
 
- Per caso ci siamo già visti da qualche parte?- gli chiese istintivamente.
- Non credo, altrimenti me lo ricorderei. Io mi ricordo sempre tutto- rispose orgoglioso.
- Ha un’aria familiare, ma forse la mente mi sta giocando brutti scherzi-
- Beh, se mai ci rincontreremo di nuovo e dovesse venirle in mente, mi farà sapere a chi assomiglio. Buona giornata!-
 
La salutò con un gesto della mano e riprese la sua camminata, probabilmente diretto ad un appuntamento a cui non poteva tardare. Quell’incontro le aveva lasciato una strana sensazione che non riusciva a spiegare, ma al tempo stesso si sentiva un po’ meno triste di prima.
Fece un lungo respiro e continuò la sua passeggiata solitaria senza meta.
Non si accorse che, per tutto il tempo in cui lei e quello sconosciuto era rimasti a parlare, un uomo con gli occhiali e i capelli biondo fragola li aveva osservati nascosto dietro un angolo con un sorrisetto beffardo sul volto e due occhi verdi che avrebbe potuto riconoscere fra mille. Se lo avesse visto avrebbe di certo compreso immediatamente a chi somigliasse il suo interlocutore.
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTORE
Non so da dove sia uscita questa cosa, mi è venuta l’idea lampo e l’ho scritta di getto. Ho immaginato Jodie e Shuukichi che si incontrano per caso e Subaru/Shuichi che assiste alla scena.
Spero che possa piacervi comunque nella sua semplicità quasi stupida.
Grazie a tutti quelli che leggeranno!
   
 
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