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Autore: crazy lion    23/10/2023    0 recensioni
Mangiare, lavarsi e vestirsi: apparentemente sono azioni quotidiane, a cui
non si dà un particolare peso e che si vivono, giorno dopo giorno, quasi con
apatia. La situazione cambia, però, quando si è genitore e si svolgono
queste azioni con il proprio bambino, senza lasciare niente al caso e
vivendo ogni attimo della routine giornaliera con amore, dolcezza,
delicatezza e allegria. È nelle vesti di madre che l'ordinario diventa
straordinario e in questa poesia ho immaginato di essere la mamma del
piccolo Percy e ho raccontato il calore dell'amore materno, così potente da
scaldare anche le fredde e nevose giornate invernali.
Disclaimer: i personaggi di Sally e Percy non mi appartengono, ma sono proprietà di Rick Riordan.
Genere: Fluff, Poesia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Percy Jackson, Sally Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MAMMA, VOGLIO GIOCARE!
 
Percy, amore mio, ti sei appena svegliato.
“Buon pomeriggio, tesorino!
Hai dormito bene?”
“Sì mamma, io ero tanto stanco.”
“Eri? Ben svegliato, allora! Andiamo.”
 
Sei ancora assonnato e mi fai tenerezza.
Sulla testa ti bacio
E tu ricambi con un dolce abbraccio.
 
Ti prendo in braccio con dolcezza,
ma vuoi camminare, e lo capisco.
Hai già tre anni, e mi sembra
incredibile come scorra in fretta il tempo.
 
Nessun mostro ci ha attaccati, per il momento,
ma dentro di me ho un brutto presentimento.
Sento che qualcuno di loro potrebbe farlo presto.
E devo trovare una soluzione a questo.
 
"Mamma, mangiamo? Ho fame."
Voglio concentrarmi solo su questo momento,
non sul resto, almeno per adesso.
Siamo al sicuro, va tutto bene.
 
"Sì Percy, ora
facciamo una bella merenda.
Vanno bene un bicchiere di latte caldo
e un panino con la Nutella?"
 
"Sì, che buono."
È la nostra merenda preferita,
ma non tutti i giorni te la do,
anche se golosa come sono
la mangerei sempre anch'io.
 
Preparo con calma i panini con il pane
più morbido e dal sapore dolce che ho.
Poi al tavolo ci sediamo, vicini
e con gusto mangiamo, sporcandoci
la bocca come bambini.
 
Be', tu lo sei, io no, però.
Non lo sono mai stata poi tanto.
Sono cresciuta troppo in fretta.
Ho dovuto, non avevo scelta.
 
Ma tu mi hai fatto riscoprire
la gioia di sorridere e di ridere
davvero, come se fossi tornata piccola come te.
 
Magari tutti i giorni fossero così!
Così come questo, così come adesso.
Io devo lavorare e tu vai all'asilo,
hai degli amici e ti diverti tantissimo.
E so che là stai benissimo.
 
Ma mentre ti immagino giocare e disegnare,
lavoro e e ho sempre paura che qualcosa di orribile ti possa capitare.
Che un mostro ti attacchi,
ti sbrani, o ti rapisca
e poi ti uccida di una morte lenta e dolorosa.
Non potrei sopportare di perderti,
in nessun modo. Non so cosa farei se…
 
Provo un senso di ansia costante,
di agitazione senza sosta,
tanto che la mia psicologa,
da cui continuo ad andare
da quando sono rimasta incinta,
mi ha fatta vedere dal medico di base
che mi ha prescritto una cura naturale.
 
È a base di Tiglio, Melissa e Passiflora,
due bustine durante il giorno
e una pastiglia prima di dormire.
Le prendo da un anno e sembrano
funzionare, per fortuna, sempre meglio.
 
Farei a meno di queste cose,
o delle medicine in generale,
ma quando uno non ce la fa
deve lasciarsi aiutare.
 
Le assumo perché
sono preoccupata per te, per la tua incolumità, bambino mio.
Ma alle maestre non posso dire la verità.
Loro non mi crederebbero,
la riterrebbero una pazzia.
 
La maggior parte dei mortali
non riesce a vedere
attraverso la foschia.
Ma io sì, perché, lo scoprirai,
ci sono dei mortali speciali.
 
A me è capitato
fin da quando ho conosciuto, quell’estate,
tuo padre, Poseidone, il Dio del mare,
e dal momento in cui
sono rimasta incinta, ho capito
che avrei dovuto proteggerti dal male.
 
Mi sono di nuovo persa,
mi dispiace, amore.
Ho divagato e non ti ho ascoltato.
Ti chiedo di ripetere e tu sei paziente.
 
Mi parli un po' di quello che vorresti fare
questo fine settimana, ovvero
passeggiare a lungo con la mamma.
"Va bene, lo faremo."
Tu batti le mani, felicissimo.
 
Giochiamo con i soldatini,
poi andiamo in bagno.
La vasca insieme riempiamo
e tu ne sei contento, perché dici
che così ti senti un bambino grande.
 
Io sorrido e ti rispondo che lo sei.
A nessun bimbo piace sentirsi dire:
"No, in realtà sei ancora piccolo."
Se lo facessi, già lo so,
ti metteresti a piangere,
e non è per niente quello che voglio.
 
Desidero che, per entrambi, sia
un momento di pura tranquillità e allegria.
Accendo la stufetta elettrica
per riscaldare l'ambiente,
visto che fuori soffia
un vento forte e inclemente.
 
Lo faccio anche per impedire
che tu prenda freddo, perché
dopo un bagno o una doccia bisogna
sempre coprirsi per bene.
 
Ti spoglio, poi mi svesto,
insieme spegnavo il rubinetto,
aggiungiamo il sapone e un giocattolo
e tu fai un gran sorriso.
 
Poi lanci un gridolino e cominci a esclamare:
"Mamma, mamma, voglio entrare! Con te, giochiamo."
Io ricambio il gesto.
Come potrei rifiutarmi
di soddisfare questa richiesta
così semplice e dall'infinita dolcezza
quando mi guardi con quegli occhi da cucciolo?
 
Hai bisogno di calore,
amore e tenerezza, anche
in questo momento di quotidianità.
E io sono qui per dartelo.
 
E lo faccio anche per me, mentre il mio cuore
si riempie di qualcosa
che ho provato tante volte
da quando sei nato: la felicità.
 
Finalmente ci immergiamo nell'acuqa,
e ci accomodiamo l'uno di fronte all'altra.
Ti prendo le mani fra le mie
e poi ci tocchiamo i palmi.
 
Ci piace tanto toccarci a vicenda,
è una cosa che abbiamo sempre fatto
e, soprattutto, questo contatto
tra le nostre mani unite,
grandi le mie, piccine le tue,
sprigiona un'energia quasi magica,
che sa di amore e affetto.
 
Il mio cuore batte forte per l'emozione
e so che il tuo fa lo stesso.
Non parliamo per un po' di tempo.
Rimaniamo in questo modo, immobili,
il resto del mondo fuori, dimenticato.
 
"Mamma, voglio giocare!" esclami.
Alla realtà mi cerchi di riportare.
E ci riesci, eccome se ce la fai!
Mi ero persa nel poterti guardare,
ma anche, a occhi chiusi,
entrambi ci siamo stretti,
chiusi tra le pareti del nostro
piccolo mondo, anche se
non è sempre perfetto.
 
"Sì," ti rispondo, "adesso ci divertiamo."
Bolle con la schiuma bianca creiamo,
Giochiamo con l'acqua che ci riscalda,
mentre fuori nevica.
 
Mi chiedi se dopo
andremo a divertirci là fuori
e io ti rispondo di sì.
 
Tu ridi felice e schizzi acqua tutto intorno.
Ti dico che è un bel gioco, ma che mi stai allagando il bagno.
La tua risata si fa ancora più forte
e riempie tutta la casa.
 
Come tu hai fatto quando sei arrivato,
neonato, mi hai riempito l'anima
e il cuore di un amore senza misura.
 
L'acqua ci avvolge, siamo uniti,
abbracciati in un turbine di dolcezza.
Giochiamo con una paperetta di gomma,
la riempiamo e poi spruzzi
da dentro di lei, a vicenda ci lanciamo.
 
Tu gattoni nella vasca
E io ti inseguo, perché è grande.
Ci rincorriamo, ci prendiamo;
subito dopo ricominciamo,
perché l’ora di rifarlo non vediamo.
 
Poi tu agiti le manine, Percy,
e sbatti le gambette,
mentre io stringo pian piano,
tra le mani, le tue cosciotte perfette.
 
Ci abbracciamo nell'acqua calda e affettuosa,
poi ti dico che è il momento di sistemarci.
Tu sbuffi, ma l'acqua si raffrederà
se aspetteremo ancora, tesoro.
E alla fine capisci che ho ragione
e mi lasci fare senza protestare.
 
Mi dedico a lavarti con cura e premura,
Per farti divertire sempre di più
ti solletico il pancino e i fianchi, e le ascelle con tenerezza pura.
Le tue risate si sciolgono nell'aria.
 
Una volta finito, ti avvolgo in morbidi asciugamani,
Ti asciugo i capelli con il phon.
A te non piace questo rumore forte, lo so,
ma ci vorrà solo un minuto, piccolo.
 
Ti vesto con calma,
ti faccio indossare un pigiama
morbido e caldo di pile
 
E mentre tu ti diverti con le costruzioni
in camera tua, con la porta aperta,
così riesco a sentirti,
mi prendo il tempo per sistemarmi.
 
Insieme, sul divano, siamo rilassati e sereni,
un legame forte, un'armonia delicata.
Un momento magico di gioia infinita,
tra me e te, madre e figlio, felici e uniti più che mai.
   
 
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