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Autore: asia20    24/10/2023    0 recensioni
Terza stagione della celebre serie Lord of the Rings: Darkness Return
Il ritorno di un nemico di Arda, il ritorno di un cristallo perso da tempo. Famiglie verranno distrutte, l'ordine sarà ristabilito
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fëanor, Figli di Fëanor, Maglor, Melkor, Nuovo personaggio, Sauron
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Episodio 5: La morte di un Maia

 

Sala Colazione, Palazzo reale di Minas Tirith

 

Myrelyn

*La ragazzina elfa, con il visetto triste ancora bagnato di lacrime, si sporge dalla finestra a salutare con la mano Adar e Alcare che si avviano lontano*

"Tutta colpa di quel malefico sassetto lucente"

*Pensa la piccola con un moto di stizza. Li chiama ancora*

Adar! Adar! Alcare!

*e poi, mettendo il Cuore e l'anima e tutto il potere nella voce gli canta *

Ti voglio bene non lo dimenticare,

Vai se devi ma vedi di tornare.

Ti sia sempre chiaro amico mio

Questo tra noi non è un addio!

*Il tono della voce è musicale, melodico ma ipnotico, un canto dolce ma solenne come una promessa. Ma gli occhioni azzurri brillano di una luce nuova, di quel potere che il suo canto ha già provato, mentre le parole che vogliono essere testimonianza di affetto e incoraggiamento si scolpiscono nella mente e nel cuore di Adar. Spinta ad andare e richiamo a tornare.*

"Che Eru vi protegga!"

*Canta ancora, la voce rotta dal pianto, due uccellini entrano a cui la ragazzina elfa affida un fiore ciascuno preso da un vaso lì accanto e li invia agli amici in partenza. Una rosa rossa per Alcare e un giglio giallo chiaro per Adar che i piccoli messaggeri alati consegnano ai due Elfi.

Non appena si voltano riprendendo il cammino la piccola elfa si accascia sul divanetto in singhiozzi.

Pianto che viene interrotto da un leggero schiarirsi di gola*

    

Adar

*Mentre procedono a cavallo al di là dei confini di Minas Tirith, Adar ode il canto di Myrelyn riecheggiare come una pioggia di note nella sua testa, avvolgendolo in un abbraccio invisibile.

Chiude gli occhi, lasciando che le sue parole gli infondano la forza tanto necessaria per affrontare il viaggio imminente. Non una traversata del corpo... ma della mente, poiché i pensieri dell'Uruk non potrebbero essere più in subbuglio a causa di tutti gli avvenimenti vissuti negli ultimi giorni.

Adar... viene ancora chiamato con quel nome, nonostante non sia quello con cui suo padre Feanor lo indirizzava quando era ancora un giovane menestrello. Forse dovrebbe tornare a farsi chiamare Maglor?*

"No" *pensa con una punta di rassegnazione* "Maglor è morto nelle prigioni di Melkor... o forse quando prese la sua prima vita, contravvenendo alle leggi di Eru? Ormai non ha più importanza. Ho perso il diritto di portare un nome del genere... ora resta solo Adar, padre degli Uruk, e così verrò chiamato fino a quando la mia anima non tornerà nelle sale di Mandos."

*Offre così una preghiera silenziosa alla piccola elfa, sperando che saprà affrontare le terribili prove dei prossimi giorni. Poi, si rivolge a sua sorella, rendendosi conto che non ha avuto modo di conversare propriamente con lei da quando ha recuperato i suoi ricordi.*

Sono felice di rivederti, Alcare *comincia, cercando di rompere il ghiaccio* è passato molto tempo dall'ultima volta in cui ci siamo visti... e noto con piacere che il tuo amore per i libri non è certo calato nel corso dei secoli.

 

Alcare

Anche io sono felice di rivederti Maglor, no affatto. I libri sono sempre stati per me dei compagni fedeli come ben sai anche se di certo non possono sostituire i miei fratelli in carne ed ossa *dice accennando ad un leggero sorriso* dopo...beh dopo la sconfitta di Morgoth io ho vagato senza meta per molto tempo. Settimane. Forse addirittura mesi. Se non fosse stato per Galadriel ...*dice fissando l'orizzonte *

 

Inmwe

*Cammina lentamente risalendo il corridoio accanto al Vala, mentre cerca il coraggio e la forza di chiedere ciò che le sta tormentando cuore e anima dalla sera prima*

Sommo, volevo chiedervi, se posso...perche' non ho nessun altro a cui chiedere al momento.

Cosa mi sta succedendo?

*Si ferma un attimo e lo guarda mostrandogli la mano con l'anello del matrimonio*

È...e'per colpa di questo? O di altro? Cosa mi ha fatto Mairon? Perché le vostre parole ieri e ...alcuni pensieri ecco...io voglio solo sapere cosa mi sta accadendo.

Perché a volte mi sembra di stare come scomparendo...ditemi la verità vi prego Divino..io...io sto morendo?

*Sussurra con voce quasi impercettibile*

Entrano poi nella sala da colazione con passi stanchi, tutto ciò che è successo dalla battaglia di ieri al "colloquio" col prigioniero da cui sono appena tornati, sembra di botto piombarle addosso come una cappa di sfinimento

Tevildo che li ha seguiti sale su una sedia accoccolandosi

La tavola è già perfettamente imbandita con cibi di ogni provenienza e sorta e bastanti per sfamare una decina di persone pure.

Le pietanze negli scaldavivande esalano un profumo delizioso solleticandole lo stomaco ed aspettano solo di essere servite

Le lacrime di Myrelyn però le fanno scordare stanchezza e pensieri, si precipita dalla ragazzina sedendole accanto ed abbracciandola forte*

Cara...no, non piangere, non sei sola ci sono io con te...ci siamo noi

*Mormora cullandola, poi si gira verso Edgar che oltre ad un leggero schiarimento di voce non ha come al solito proferito verbo e discreto come sempre si limita a scansare la sedia del posto a capotavola per far accomodare il Vala. Soddisfatta Inmwe lancia al maggiordomo un cenno di assenso con la testa*

Edgar fai servire la colazione intanto

Myrelyn, mi ascolti?

*Le dice prendendole il viso ed alzandoglielo, mentre cerca in tasca un fazzoletto per asciugare le lacrime che rigano il visetto*

Adar ed Alcare torneranno ..loro sono parte di qualcosa molto più grande ed antico di noi, stanno solo seguendo il loro destino

E se vuoi ti diremo tutta la loro storia così capirai che non avrebbero mai potuto fare altrimenti

Ma torneranno non dubitare, te lo prometto. E..

*Le sorride accarezzandole i capelli per farla rilassare*

Tornerà anche Mairon. Da Mairon. Non appena la sua aura sarà totalmente guarita, per ora la forma animale era l'unico modo per risparmiargli sofferenze atroci e facilitarne la guarigione.

*Poi torna ad abbracciarla sentendo con sollievo che il respiro si sta calmando*

Non siamo noi a poter scegliere cosa accadrà nella vita. Però possiamo scegliere cosa fare nel tempo che ci è concesso di vivere.

E Adar ed Alcare hanno scelto di seguire il loro destino

E adesso vieni a fare colazione con noi, va bene?

*Conclude alzandosi e prendendole le mani per portarla a tavola*

Vorrei che potessi conoscere il Divino che ci ha concesso l'onore di restare qualche tempo da noi e parlare con lui.

Con calma e tranquillità stavolta e...

*La guarda seriamente cercando conferma negli occhi*

Rispetto e modi corretti. Non facciamo vedere che alla Corte di Gondor non sappiamo come comportarci di fronte ai Valar, vero? Questo, storia o non storia, da te me lo aspetto, va bene?

    

Melkor *Dopo il fetore buio ed umido di quella cella, entrare nelle stanze della Regina era come una sorsata d'acqua fresca dopo un lungo viaggio. I vincoli della materia erano qualcosa di inevitabile, dei quali cominciava lentamente a rendersi conto, i concetti di "fame" e "stanchezza" ne facevano parte, benché nel suo caso diventassero una necessità psicosomatica più che reale, ma avevano comunque dei vantaggi quando la tua ospite governava sul regno più florido di quella regione.

Il rituale del cibo non gli era del tutto nuovo, ma quando l'aveva Imparato la prima volta risiedeva ancora a Valinor guardato a vista dagli emissari di suo fratello, i suoi ricordi erano veramente vaghi e visto il comportamento che aveva tenuto finora, poteva essere certo che Tevildo non gli sarebbe stato di supporto.

La sala era larga e quadrata, illuminata con cura da quello stesso tipo di bulbi luminescenti che aveva avuto modo di osservare anche nei sotterranei della torre di Mordor, eppure le prime luci dell'alba si infiltravano già attraverso le ampie finestre, infondendo ulteriore limpidezza nei colori e nelle forme della sala.

Gli odori fragranti dei cibi solidi e delle bevande era invitante ed in lui il desiderio di nutrirsi si fece ancora più impellente.

Il finestrone davanti a loro era spalancato, la brezza mattutina penetrava dentro l'ambiente e la giovane elfa dai capelli color platino era affacciata verso l'esterno, evidentemente si era ripresa anche se sembrava ancora un po' turbata, al punto che la sua ospite sentì la necessità di confortarla.

Con passo lento andò a sedersi nel posto che gli era stato assegnato osservando con soddisfazione l'abbondanza di cibo allestita sul tavolo.

La sedia era comoda, la tavola elegante, il cibo abbondante, lo spazio accogliente, la servitù ben disposta, la sua ospite oltremodo preparata... ma Egli si rese conto improvvisamente di non avere la più pallida idea di come comportarsi: il rituale del cibo richiedeva una procedura precisa, un prima e un dopo, degli accostamenti di sapori definiti, ma doveva ammettere con se stesso che non sapeva minimamente da che parte iniziare.

Si guardò intorno mascherando l'imbarazzo come chi osserva ammirato la ricchezza della sala, prese in mano la tazza, poi la ripose, prese in mano il cucchiaio o era forse la forchetta? Maledizione! Ripose educatamente anche quella, diede un'occhiata a Tevildo, acciambellato su una poltrona non troppo lontano da lui, che proprio allora alzò la testa- forse intuendo quel che stava succedendo e sicuramente pronto a godersi lo spettacolo, disgraziato.

Infine si decise ed allora si rivolse alla Regina, che intanto si era accomodata alla sua destra, la giovane elfa- Myrelyn?-, si era messa a sedere in una poltrona poco più in là.*

Mia Signora... ehm, per quanto riguarda la domanda che mi avete fatto poco fa risponderò adeguatamente, anche se gli elementi il mio possesso in questo momento sono molto pochi, ma prima vi chiederei gentilmente di rispondere voi alla mia domanda... *ed accennò alle varie leccornie sistemate sul tavolo* Da dove posso iniziare? Ehm, l'ultima volta che ho partecipato al rituale del cibo mi trovavo ancora fra gli elfi di Valinor...

*Decise di guardare da qualsiasi altra direzione che non fosse nel luogo in cui sedeva Mairon.*

 

Inmwe

*Edgar si era avvicinato e aveva preso la cuccuma pronto a servire il tè ma lo fermò, alzandosi. Non avrebbe rischiato di vedere il Divino in imbarazzo di fronte alla servitù, si fidava del maggiordomo ma poco dei camerieri*

Edgar per stamattina va bene così, potete ritirarvi tu e i camerieri, penserò io personalmente alla colazione del nostro ospite

Grazie

*Attese che gli allibiti domestici uscissero ordinatamente dalla sala e che la porta fosse chiusa, prima di rivolgersi al Vala sorridendo con tenerezza*

Vogliate scusarmi ..ho fatto le cose troppo in grande e non mi sono resa conto che per Voi, dopo tre Ere nel Vuoto, è sicuramente tutto nuovo e tutto strano

*Dice prendendo la cuccuma e versando una tazza del liquido profumato e di un dorato intenso. Vi aggiunge una zolletta di zucchero e dopo averlo mescolato con un cucchiaino, la porge al Vala*

Questo è thè nero, una pianta che da un aroma ed un gusto particolare alla bevanda, tenete. Chiudete gli occhi e annusate il suo profumo prima di berlo e lasciatevi scaldare le mani dal calore della tazza, è delizioso

*Poi, muovendosi lentamente in modo che Egli possa vedere bene quali siano i gesti ed utensili, prende dal vassoio una fetta di pane tostato e con un coltellino taglia una piccola porzione di burro dal piattino, spalmandovelo su*

Questo burro è speciale...viene dalla Terre del Mark, un Regno nostro amico ed antico alleato.

Io lo adoro, certe mattine mangerei solo pane e questo burro, giuro

*Spezza un pezzetto della fetta e lo avvicina alla bocca del Divino per farglielo assaggiare*

Sentite la morbidezza, la fragranza...

*Continua a parlare mentre imburra un' altra fetta passandola a Myrelyn, poi taglia alcune fette di arrosto posizionandole nei loro piatti e aggiungendo con le apposite pinze uova strapazzate, funghi e verdure in un bel contorno*

So che per Voi il cibo non è una necessità di vita e non oso immaginare come potesse essere inteso il cibarsi a Valinor, ma da noi...

*Continua mentre inizia sempre lentamente a mangiare tagliando pezzi di cibo col coltello e portandoli alla bocca con la forchetta, ogni tanto nettandosi le labbra col tovagliolo e controllando senza parere che il Vala riesca a districarsi tra le pietanze*

Da noi, tra noi umani il cibo è...tanto.

È necessità di sopravvivere sì ma non solo. È piacere di gustare e mangiare fine a se stesso, di scoprire nuovi abbinamenti, è conforto nei momenti cupi e soddisfazione dopo begli avvenimenti

È momento di incontro e condivisione ed intimità

Questo arrosto viene dai nostri allevamenti, le uova anche e verdure e funghi dai nostri boschi

Assaggiate sul pane imburrato anche un po' di questa marmellata di lamponi

*Dice porgendogli un vasetto dal bel colore rosso violaceo*

E non vi preoccupate di nulla, lasciatevi guidare dal Vostro naso e dal Vostro appetito e mangiate quello che più vi ispira e come più vi viene spontaneo, siamo tra noi solo ed in completa tranquillità

Pensavo...

*Continua mentre sistema in un piattino alcuni bocconi per Tevildo*

Che, se può esservi utile, ad Osgiliath abbiamo un'antichissima e molto ben fornita biblioteca, costantemente aggiornata da me personalmente con nuovi volumi e recentemente anche risistemata e riordinata.

Là potrete trovare moltissimo materiale su cui aggiornarvi da ...ecco dal momento della Vostra assenza fino ad oggi.

C'è tutto ciò che riguarda Arda lì, comprese le storie dei Grandi Avvenimenti delle Ere fino alla distruzione dell'Unico Anello e anche un'intera Enciclopedia su Usi, Costumi e Tradizioni delle genti di Arda

C'è anche una sala dedicata interamente alla letteratura e documentazione sulla Repubblica Galattica e dell'Impero, la volle mia madre ..e alcuni modellini e prototipi di droni e macchine, completi di istruzioni e spiegazioni: considerate tutto a Vostra disposizione, Sommo

Ma prima

*Alza un dito come ad ammonirlo scherzosamente sorridendogli*

Prima voglio che mangiate e poi vi riposiate

Nelle vostre stanze ho fatto preparare un bagno caldo che vi attende a qualsiasi ora, ho dato disposizioni che fuori dalla porta ci sia sempre un servitore a Vostra esclusiva disposizione per qualsiasi evenienza e mi sono permessa, sperando di farvi cosa gradita, di farvi preparare alcuni vestiti nel caso voleste mettervi a vostro agio o cambiarvi.

E poi, se vi va

*Continua assicurandosi nel frattempo che il Vala riesca ormai a mangiare con confidenza*

Mi piacerebbe molto farvi provare l'ebbrezza di cavalcare...io e Mairon amavamo galoppare al tramonto, lungo la vallata

*Dice sorridendo con occhi lucidi al gatto e facendogli dei lievi grattini sulla testa e sotto il collo*

Vero amore? Mi manchi tanto...ma sai che ti aspetto, vero?

    

Sauron 

*sento le parole preoccupate di Inmwë....sta iniziando a capire...e forse, è meglio così. Meglio che sappia cosa le sta accadendo ed a cosa andrà incontro...così sarà pronta a servirmi quando sarà il momento* "sei quasi patetico, Melkor .." *rido sotto i baffi quando lo vedo in difficoltà con la colazione...ormai, per me era diventato mangiare in compagnia. Prendere il the, la cioccolata calda...portarmi dietro provviste per il viaggio. Guardo sconsolato verso la mia pipa...spero che lui non decida di provarla. È una pipa che risale alla Seconda Era, quella non si tocca...è un reperto storico di grande pregio. Sento la tristezza della piccola Mirelyn, le salto in braccio...e mi accoccolo sulle sue ginocchia* "ti proteggerò da Melkor, te lo prometto. Non verrai corrotta dalla sua malvagità. Conta su di me" *lancio un miagolio felice quando sento profumo di cibo...e le parole di Inmwë. Si....un giorno tornerò...e saremo di nuovo insieme. Nessuno potrà dividerci*

 

    

Myrelyn

*La giovanissima elfa al delicato schiarirsi di gola del maggiordomo alza gli occhi e rimane sconvolta nel vedere Inmwe precedere nella sala Melkor; i singhiozzi che la scuotono non accennano a calmarsi fino a che la Regina non la abbraccia e la conforta. La piccola le si avvinghia al collo convulsamente, ascoltando quanto Inmwe le dice con voce dolce ma con il tono deciso della regina.

Rivolge uno sguardo intimidito e ancora imperlato di lacrime al Vala che si è seduto a capotavola osservando la scena con occhi stranamente pensosi mentre segue Inmwe al tavolo della colazione solo perché è tenuta saldamente per mano, incerta su come affrontare colui che tanta sofferenza ha causato. Appena si siede il gatto rosso che è adesso la forma di Mairon le salta in braccio e le promette mentalmente di proteggerla, Myrelyn lo stringe piano per fargli capire che ha inteso. *

Tornerai presto hai sentito?

*sussurra piano carezzandolo e posando un bacio sulla testolina pelosa* “ti aiuterò a guarire in fretta. Posso lo sai? E potrei mandare i falchi di nuovo dalla signora Pandora e chiederle una medicina.” *gli si rivolge con la mente continuando a carezzarlo e osservando Inmwe servire la colazione per tutti e descrivere ogni cosa al bellissimo e spaventoso Vala che sembra guardarsi attorno spaesato.*

“davvero Signor Terrore non sa che fare?” *chiede telepaticamente a Mairon nascondendo una risatina impertinente nel pelo morbido e folto del gatto, tradita solo dal lieve tremare delle spalle. Osserva il Vala di sottecchi, mentre mangia ciò che Inmwe le ha preparato e imbocca il gatto di pezzetti di cibo presi dal proprio piatto. Qualche sorriso sinceramente divertito le sfugge ogni volta che il Vala gusta e sembra apprezzare un nuovo sapore tra quelli che Inmwe gli propone con garbo.

Poi per finire in bellezza la ragazzina si serve una tazza di cioccolata calda, aggiungendovi una buona dose di panna montata e spolverando di piccole caramelline colorate*

Ahh! Il cibo degli dei! *dice dopo averne assaporato una cucchiaiata colma e inconsapevole di avere le labbra sporche di cioccolato*

Dovreste proprio assaggiarla Signor T…

*tronca la parola e prosegue precipitosamente* Divino!

*conclude piano guardando ora allarmata e imbarazzata Inmwe e Melkor con aria di scuse. Abbassa il visetto impaurita, nascondendosi con gli occhi chiusi come farebbe una bimba nel pelo del gatto e stringendolo abbastanza forte da strappargli un miagolio di protesta*

"Mairon! Se si è arrabbiato mi ucciderà vero? Ho paura"

*Non sa nemmeno se ha solo pensato o pronunciato le ultime parole mentre immobile e tremante attende le conseguenze di una impertinenza, sfuggita senza voler realmente mancare di rispetto, che potrebbe costarle la vita.*

    

Melkor 

*L'idea di imparare qualcosa di nuovo lo faceva sempre sentire come quella giovane intelligenza astrale che era stato all'inizio della propria esistenza, eppure c'era una bella differenza fra apprendere in un luogo non luogo, privo di tempo e di materia ed avere a disposizione Cinque Sensi ed un infinità di oggetti, che profumavano, avevano forme, colore e sapore.*

Vi ringrazio infinitamente Nobile Inmwe, ogni cosa sembra estremamente invitante e non ho intenzione di fare torto alla vostra ospitalità *aggiunse, abbassando leggermente la voce in un tono più confidenziale* e tantomeno alla vostra comprensione... Rendermi conto di quanto tempo è passato nel mio esilio è stato un brutto colpo, ma probabilmente sono tornato in tempo quando il mondo comincia di nuovo a rendersi interessante!

*Sorrise leggermente e segui i suggerimenti della Regina: bevve il tè, che parlava di terra coltivata, di duro lavoro, ma anche di pomeriggi d'inverno seduti su una poltrona, mangio il pane ed il burro, che parlavano di prati verdi, animali al pascolo, ma anche di spuntini rubati ad un pomeriggio di lavoro fra le carte, assaggiò le uova, i funghi, l'arrosto ed altre immagini fugaci transitarono nella sua mente: questo di poter leggere la storia degli oggetti era una capacità che solo ora scopriva di possedere, probabilmente generatosi nel vincolo che aveva costruito fra Se Stesso e la materia di Arda, nei secoli della Prima Era. Avrebbe Imparato a controllarlo col tempo, prima che diventasse inutile fonte di distrazione.*

Potrei dichiararmi sazio *disse gustando l'ultima sorsata di te* eppure ho curiosità di provare ancora qualcosa... *Fu così che, sotto lo sguardo incuriosito della Regina e divertito della giovane Myrelyn, il Vala cominciò a provare le proprie combinazioni di cibo: volle assaggiare di nuovo il tè ma ne preparò una tazza con il latte ed un'altra senza zucchero, volle mescolare le uova con le verdure ed i funghi con la pancetta, i biscotti, le marmellate senza il pane, gli vennero in mente anche altri abbinamenti ma, l'espressione a tratti sorpresa a tratti divertita di Myrelyn, che non aveva mai smesso di fissarlo dalla propria sedia accanto alla Regina, gli fecero capire che forse non erano una buona idea- sebbene la ragazzina cercasse di nascondere il proprio viso con la pelliccia di Tevildo i suoi occhioni espressivi erano un libro aperto.

La vede prepararsi una tazza di cioccolata, affogarla in una sostanza bianca e soffice chiamata panna e gustarsela rumorosamente.

Egli sorseggiava la seconda tazza di tè ed aveva cominciato l'assaggio dei funghi e pancetta, quando una certa frase smorzata della bambina attirò definitivamente la sua attenzione.*

Il cibo degli dei! Dovreste assaggiarla signor T... ehm, Divino!

*Alzo lo sguardo dal suo piatto e lo diresse direttamente su Myrelyn, lasciando scorrere un lunghissimo momento di silenzio in cui la ragazzina parve improvvisamente sedersi su un angolo scomodo. Sorrise con malizia, sporgendosi in avanti mentre poggiava un gomito sul tavolo e puntava verso di lei il cucchiaino del tè.*

Ragazzina, Myrelyn è questo il tuo nome, giusto? Se mi chiamerai ancora una volta "Signor Terrore" avrai anche tu le orecchie da gatto e la coda ed imparerai a miagolare insieme a Tevildo, sono stato chiaro?

    

Inmwe

*Osserva sollevata e compiaciuta il Vala prendere confidenza col cibo e con gli utensili, gustandosi le varie pietanze con aria soddisfatta

Sorride mentre si versa un'altra tazza di thè, è in procinto di berlo quando le parole del Sommo col cucchiaino puntato all'indirizzo di Myrelyn e il visetto della bambina che sembra sparire nel pelo del gatto le provocano una risatina smorzata che le fa quasi andare di traverso il sorso di thè

Tossisce riprendendo fiato mentre cerca disperatamente di soffocare nel tovagliolo la risata che le sale in gola e tornare seria*

Ehm...cough cough..scusate

*Si nasconde il viso dietro il tovagliolo mentre cerca di recuperare un po' di compostezza*

Ecco. .va meglio.

Numi... va bene, passato

*Si accorge che i due la fissano perplessi e ciò non fa altro che farle tornare la voglia di ridere, ma forse è solo la tensione e tutta la paura, la preoccupazione, il terrore della sera prima che adesso stemperano in ilarità*

Myrelyn comportati bene che di gatto me ne basta uno sai?

*Dice mentre sente un'altra risata isterica gorgogliarle in gola

Un rumore improvviso come di un forte ronzio però la fa tornare immediatamente vigile ed attenta, dalla finestra aperta entra un drone di fattura sconosciuta

La macchina sembra fatta di un corpo motore quadrato, si intravede come uno sportello sul davanti, alcune luci verdi e gialle lampeggiano

Plana rumorosamente sulla tavola atterrando sul vassoio dei formaggi, lo sportello si apre mentre il ronzio cessa definitivamente, spegnendosi

Nell'incavo del mezzo tre boccette dall'aspetto familiare ed un biglietto.

Afferra boccette e foglio leggendolo*

Myrelyn! Questo deve essere da parte della stessa persona che ci ha dato l'antidoto contro il veleno..dice di dare questa pozione a Mairon tre volte al giorno per una settimana per farlo stare meglio

*Continua a leggere il biglietto mentre l'espressione si fa perplessa

Un messaggio per Adar ..da un certo Glaruk e sembra urgente

Strappa il foglietto a metà tenendo il pezzo con le istruzioni della medicina per sé, poi va verso un mobile e scuote un campanello dorato

Immediatamente si apre la porta e compare Edgar come se fosse rimasto tutto il tempo lì dietro pronto*

Edgar, manda subito qualcuno a raggiungere Adar, si è incamminato da poco e con lo speeder dovrebbero raggiungerlo subito

Fagli consegnare questa

*Dice mentre infila il mezzo biglietto in una busta di carta chiudendola e sigillandola prima di darla al maggiordomo*

Ad Adar e solo a lui, chiaro? E il prima possibile, dovrebbero aver superato Osgiliath da poco

*Poi si gira verso Tevildo sorridendogli*

Amore ...la tua amica ti ha mandato la medicina! Fai il bravo adesso per prenderla, va bene?

    

Myrelyn

*Alzo gli occhi, tremando, solo quando Melkor pronuncia il mio nome, e mi trovo puntato contro un cucchiaino da thè. Le parole seguenti mi gelano mentre Inmwe soffoca una risata nel tovagliolo. Anche il corpo di Mairon vibra sulle mie ginocchia.

Ma il Signor Terrore ha fatto una domanda e devo rispondere.

"Oh cavolo, e adesso?"

Oh vi prego Divino, perdonatemi!

*Esordisco guardando Inmwe come a cercare approvazione*

Non volevo essere irrispettosa giuro! Vi chiedo scusa, non lo farò mai più lo prometto! Ma per favore non fatemi male!

*Lo guardo con gli occhioni azzurri imploranti e lucidi, il labbro inferiore trema visibilmente come se stessi per piangere, le mani giunte come una bimba. È evidente che temo che faccia a me lo stesso che ha fatto a Mairon e il terrore mi fa vacillare e impallidire.

Di solito nessuno resiste ma lui non è certo chiunque.

Cerco di fare trasparire quanto realmente sono dispiaciuta.*

Per favore Inmwe, Mairon, ditegli anche voi che non lo faccio apposta.

E che voi avete sempre lasciato correre.

*Prego Inmwe e Mairon di intercedere, forse li ascolterebbe, sembra che provi simpatia per Inmwe.*

Oh, non intendevo che dovreste fare altrettanto voi, Divino!!!

*Mi affretto ad aggiungere rendendomi conto che potrebbe sembrare una richiesta e non è certo il momento di avazarne!*

"Mannaggia alla mia linguaccia"

*Lo guardo di sotto in su con un piccolo broncio, vorrei nascondermi.*

"Potessi raggiungere Adar! Chissà cosa deve dirgli l"uruk Glaruk "

*Resto in attesa stringendo forte forte Mairon*

    

Sauron 

*se fossi in forma umana, ora starei ridendo a crepapelle...Ma, in fondo, lo capisco...sono millenni che non vede una tavola imbandita. Vorrei saltare sul tavolo quando sento il drone di Pandora, ma Mirelyn mi sta tenendo fermo....* " un medicinale? per me? Non capisco....l'antidoto che mi aveva dato era sufficiente, no?" *ripenso a ciò che mi ha fatto Melkor....* e Melkor mi ha curato dalle sue tortur3 quando mi ha tramutato in gatto...." *non sarà semplice darmi quelle medicine....non mi fido di Pandora....anche se, potrebbe aver aderito alla rivolta....e sarebbe un'ottima alleata nel rovesciare il dominio dei Valar su noi Maia...forse, dovrei fidarmi*

    

Melkor 

Con occhioni come i tuoi devo ammettere che saresti un gattino adorabile *disse il Vala sorridendo malizioso, mentre appoggiava il mento sopra il palmo di una mano e con l'altra dondolava il cucchiaino da tè* però ha ragione la tua Regina, con Tevildo basta ed avanza per tutti quanti...

Tieni! *fece un gesto circolare con il cucchiaino ed un muffin al cioccolato galleggiò a mezz'aria, andando ad atterrare delicatamente di fronte al piatto della giovane elfa* Questo è in cambio delle tue scuse, l'ottimo cibo di Gondor e l'ospitalità della Nobile Inmwe mi hanno messo di ottimo umore, quindi per questa volta non dovrai miagolare per me. Va bene così?

*Disse questo intercettando lo sguardo di Tevildo, che sembrava ergersi a scudo fra se e la trepidante ragazzina* puoi chiedere a lui se hai dei dubbi *proseguì indicando il gatto* lui lo sa bene, so ricompensare adeguatamente chi si comporta bene con me, quando l'ho conosciuto non era altri che il cameriere di Aule, il Vala Artefice, ed al mio fianco è diventato un leader di primo ordine *rise di fronte allo sguardo perplesso della giovane.*

Ti stupisci? Si capisce perfettamente che sei in grado di comunicare con lui, non una dote qualunque, ma di questo ci occuperemo più tardi...

*Fu in questo momento che un ronzio dalla finestra attirò la sua attenzione e così vide uno straordinario e stranissimo oggetto volante entrare nella stanza, tanto fu il suo stupore e la sua curiosità che smise di mangiare, alzandosi lentamente dalla sedia. Dal comportamento dei presenti dedusse che doveva essere una cosa relativamente normale, ma lui non aveva mai visto una cosa del genere: era piccolo, metallico, una via di mezzo fra una grossa libellula ed un piccolo forziere trasportabile.*

Che cos'è questo prodigio? *disse, avvicinandosi all'oggetto ed osservandolo da ogni angolazione, dopo che Inmwe ebbe estratto gli oggetti del suo interno* una specie di insetto meccanico... straordinario! *proseguì, sollevandolo con cura* Mia Signora *disse infine rivolto alla Regina* posso chiedervi chi è l'amica di cui avete accennato prima?

 

Inmwe

*Non riesce ad evitare di ridacchiare sommessamente nascondendosi invano dietro la mano. Per un attimo avverte una sensazione familiare e bellissima: una tavola apparecchiata, cibo condiviso, risate...si sofferma a guardare la sua dama che sembra volersi mimetizzare con la sedia e la sua espressione tra stupefatta, dubbiosa e spaventata e il viso serio ma con occhi ridenti del Vala, Tevildo che alza il dorso e il pelo come a voler proteggere Myrelyn facendo tenerezza, Edgar che impassibile come al solito assiste silenzioso...

Allunga una mano e accarezza il gatto teneramente*

È un drone, così si chiama. Macchine volanti in effetti Sono iniziate a comparire in Arda da quando sono iniziati gli scambi commerciali con la Repubblica Galattica e l'Impero.

Sono alcune di quelle macchine di cui Le ho parlato, delle quali troverà prototipi ad Osgiliath.

Riguardo all' amica di Mairon...Non so chi sia, so solo che è stata lei a mandarci l'antidoto quando Mairon fu colpito dalla freccia avvelenata e ci diede anche alcune fiale tipo queste, fiale rinforzanti...e una medicina per me, per proteggere la gravidanza dal virus

Si, al momento c'è un pericoloso virus in giro per Arda, è stato dichiarato lo stato di emergenza pandemica

*Spiega nel notare lo sguardo interrogativo del Sommo*

Si chiama Pandora o qualcosa simile, così almeno sembra dalla firma sul biglietto...mi pare sia questo il nome vero Myry? Tu l'hai vista in holocall mi pare...

E dovremo sdebitarci in qualche modo prima o poi, è già la seconda volta che ci aiuta senza chiedere nulla in cambio

*Prende poi il foglietto in mano e legge a voce alta*

Qui dice... Questa è Vigorilla rinforzata per Maiar, diminuisce il tempo di recupero dell'aura del 30%

Più o meno

*Guarda la faccia perplessa di Myrelyn alle sue ultime parole*

Dice proprio così .. più o meno

*Fa spallucce e versa alcune gocce della pozione in un piattino avvicinandolo speranzosa al gatto*

Amore vero che bevi bravo bravo? Su dai che dopo ce ne andiamo tutti a riposare un po'...giuro sono stremata

*Sospira sedendosi stancamente. Si rende conto solo in quel momento che è dalla sera prima che non dorme, è già passata una notte ..intensa ..e una mattina quasi.*

Chissà, forse Tevildo che la conosce sa cosa potremmo fare per sdebitarci...

 

    

Myrelyn

*Sgrano gli occhi sorpresa e sollevata quando Melkor ricambia le mie scuse con un dolcetto delizioso.*

Grazie mille, grazie grazie grazie signor Divino!

*gli rispondo con un sorriso a mille watt, poi afferro il muffin e lo divoro allegramente sotto lo sguardo divertito di tutti.

Mairon si rilassa sulle mie ginocchia e Inmwe ridacchia.

Ma quando mi dice che posso chiedere a Mairon mi sorprende, non pensavo che si fosse accorto che posso capire il gatto.*

Oh!! Te ne sei accorto? Ehm, cioè...Lei Signor Divino? Scusatemi.

Vorrei proprio sapere quante cose sai fare Lei.

*Ci prova ma è indubbio che all' etichetta regale la ragazzina non è affatto avvezza, tra le risatine di Inmwe e Mairon che vibra sulle sue ginocchia.*

"Oh me lo potevi anche dire che lo sapeva! Un altro po' e cadevo dalla sedia per la sorpresa!"

*Sussurro nella mente sgridando Mairon e stringendolo e carezzando la testolina pelosa.

Ma il drone per fortuna distrae Signor Terrore ed è buffissimo vedere come si alza per andarlo a ispezionare.

Mi scappa una risatina divertita, ma non sembra offendersi per questo.*

Ne ho uno anche io, un giocattolo un po' più piccolo, potrei insegnarti a farlo volare se vuoi signor Divino.

* È così rapito che la proposta mi sfugge, spero che non mi consideri nuovamente impertinente. Nel dubbio lo guardo con gli occhioni da cucciolo e un sorriso che è a metà tra la domanda e la preghiera.*

Oh sì Inmwe, la signora Pandora è colei che ci ha mandato l'antidoto per il veleno con cui stavano per uccidere Mairon quando abbiamo catturato l'uomo falchetto con il sassetto lucente.

*Confermo il nome in seguito alle spiegazioni e alle domande di Inmwe, poi chiarisco guardando Melkor*

È una bellissima signora dalla pelle nera e lucente come una perla, gentile anche se è una Maia come Mairon, e come me, bè io solo per metà.

*Sento Mairon miagolare, come se fosse preso alla sprovvista dalle mie parole*

"Non glielo dovevo dire? Adesso si arrabbia di nuovo?"

*Poi ripenso a quanto ho appena detto e mi tappo la bocca con la mano*

Oh scusa! Giuro che non volevo essere impertinente ancora! Parola d'onore croce sul cuore!

"Meglio scusarsi una volta in più. Ma davvero, non ci ho pensato. E poi lui adesso è stato gentile, quindi non era rivolto a lui. Lo avrà capito?"

*Lo guardo con timore, ma azzardando un lieve sorriso, gli occhioni azzurri sinceri fissi nei suoi così straordinari, dorati e profondi e antichi come il tempo.*

    

Sauron 

*certo che sei stremata....ho accelerato la gravidanza...Feanor nascerà fra solo due mesi da ora....La osservo per un attimo, ho sentito ciò che ha letto e sono cosciente del fatto che devo tornare nella mia forma umana, entro due mesi....o non vedrò mio figlio nascere....* Miaooo *lecco il piattino, finendo la medicina sopra....e subito mi sento rinvigorito...oh...caro Melkor, un giorno avrò la mia vendetta....* "certo che lo sa....è uno dei Valar più potenti. Potrebbe sentire i nostri pensieri con uno schiocco di dita. Sta attenta..." *non voglio vederla accecata dalla malvagità di Melkor....ed asservita al suo volere. Noi Maiar meritiamo la libertà....*

    

 

Melkor *Continuando ad esaminare quell'insetto meccanico con estrema attenzione, egli fa anche in modo di seguire il filo dei discorsi di entrambe le sue ospiti.*

Da quello che mi dite non ho più dubbi che colei di cui stiate parlando sia proprio la mia Pandora... Oh sì, la conosco da molto tempo *proseguì, in risposta agli sguardi interrogativi delle due* è stata una dei miei discepoli nella Prima Era insieme a Mairon e mi rende estremamente felice sapere che cammini ancora su questo mondo, è una donna di grande intelligenza e maestria.

*Ora soppesava il drone con cautela in una mano, mimando il movimento del volo che aveva compiuto per entrare nella stanza* Mi piacerebbe veramente poter smontare questo... 'drone', per capire come funziona, ma credo proprio che Pandora non ne sarebbe affatto felice *infine lo fece atterrare con delicatezza sul tavolo, di fianco al vassoio dei succhi di frutta, così da poter finalmente finire la propria tazza di tè* Fra 'droni', 'repubbliche galattiche' ed 'imperi' credo di avere proprio bisogno della vostra biblioteca, mia Regina *restando in piedi, sorseggiava dalla propria tazza rivolgendo un ampio sorriso alla Sovrana* Ma ammetto di avere anch'io bisogno di riposo e tu, ora che hai preso la medicina puoi già cominciare ad andare a nanna...

*Fece un cenno della mano indicando Tevildo e questi si afflosciò, addormentato fra le braccia di una Myrelyn perplessa; il Vala si diresse verso di lei, ma avendo comunque cura di non arrivarle troppo vicino* E così, mia giovane Myrelyn, tu per metà appartieni alla mia gente? Interessante, molto interessante *si affiancò al tavolo con noncuranza, giocherellando con un tovagliolo dopo aver appoggiato la tazza* vedi, non è dato a quelli della nostra stirpe di lasciare eredi: noi viviamo in eterno, al di là di questo mondo, del tempo e della materia, e non abbiamo dei figli tranne in casi estremamente rari *proseguì con tono pensoso* che io sappia solo un'altra c'è stata prima di te... l'ho incontrata, molto tempo fa, per questo sapevo di aver già visto qualcuno con la tua stessa aura.

Lunga storia *si avvicinò a lei quel tanto che bastava per allungare il braccio e consegnarle il tovagliolo, che era diventato un uccellino di carta* te la racconterò quando saremmo in viaggio per Osgiliath.

*Tornò sui suoi passi, sembrando volersi dirigere verso una poltrona o la propria sedia* Quale fra i tuoi genitori proviene dal popolo dei Maiar? Sei forse sua? *accennò a Tevildo* No? Meglio così, sarebbe troppo per la mia gelosia... ci mancherebbe solo che ne avesse un altro oltre all'erede che porta in grembo la Nostra Regina- ed il figlio che ha generato con me...

*Parlò come se l'ultima frase gli fosse sfuggita di bocca e, rendendosene conto, tussicchiò, mandò giù un biscotto, bevve un sorso di succo di arancia e si accomodò in una larga poltroncina adagiata sul muro, accanto ad un enorme vaso di fiori. Mentre si sedeva Myrelyn, che intanto contemplava l'uccellino di carta, cadde anche lei addormentata scivolando suavemente sullo schienale della sedia, con il gatto sulle ginocchia.*

Ehm, Mia Regina, Inmwe... ora che siamo da soli posso chiamarvi per nome? *gettò uno sguardo al maggiordomo, sentinella impassibile dall'altro capo della stanza, poi si accomodo sulla poltrona, trovandosi ora di fronte alla sedia della regina* La giovane starà bene *accennando a Myrelyn* ho solo preferito che non ascoltasse quello che sto per dirvi, riguardo alla domanda che mi avete fatto prima...

*Accavallò le gambe sulla sedia e giunse le mani* Ho pochi elementi a mia disposizione, credo che Mairon sull'argomento si dimostrerebbe poco collaborativo, ma sono abbastanza sicuro che questi vi abbia messo con un piede nel Mondo dell'Ombra *calò il silenzio, solo il vento dalla finestra aperta produceva un lieve fruscio sulle tende* Mi baso su ciò che vedo nella vostra aura Inmwe e sull'anello magico che portate al dito *la Sovrana era impallidita, comprensibile, ed egli aveva provato qualcosa di strano all'altezza del petto, si costrinse ad andare avanti misurando attentamente le parole* la vostra forza vitale si sta lentamente consumando, eppure voi non state morendo della morte dei Figli di Illúvatar, vi state trasformando in qualcos'altro, qualcos'altro tenuto in vita dal potere della Negromanzia, il vostro anello appunto, sicuramente opera di Mairon.

*Fece una pausa, l'aria nella stanza sembrava ora gravida di una profonda amarezza* Date le vostre origini immagino siate cresciuta avendo dimestichezza dell'Opera dei Valar e dei Maiar: Mairon è un Maia, uno fra i più potenti della sua gente ed il figlio che portate in grembo non è quindi un comune bambino, è questo che vi sta consumando la vita *prosegui* il vostro corpo mortale non è abbastanza forte per contenere una simile forza e temo che la nascita di vostro figlio potrebbe quindi costarvi la vita.

*La conosceva appena ma era stata gentile con lui ed ora Egli stava provando difficoltà a proseguire il discorso* Mairon lo sapeva, ovviamente lo sapeva e per questo vi ha regalato quell'anello *la sua voce era diventata grave* per tenervi in vita artificialmente fino alla fine della gravidanza e, una volta usata per lo scopo primario, servirsi di voi come Spettro. Dipendente da Lui, dalla sua forza vitale e dalla sua volontà. Mi risulta non sia la prima volta che usa sistemi di questo tipo, il Palantir mi ha mostrato qualcosa a riguardo, una volta si chiamavano Nazgul...

*Cambiò posizione, sporgendosi leggermente in avanti in direzione di Inmwe, così da guardarla meglio in viso* Il processo e la gravidanza sono già piuttosto avanti e temo di non essere più in grado di fare nulla per salvare la vostra umanità, qualunque mio gesto potrebbe costare la vita di vostro figlio... ma posso ancora rendervi libera dalla prigionia della Sua volontà, se lo desiderate *si alzò dalla poltrona e lentamente fece i pochi passi che lo separavano da lei, si chinò verso la regina e le prese le mani, che erano diventate fredde e tremanti* il fiore che vi ho regalato, il primo fiore dell'Albero Nero non appassirà, da questo momento tenetelo con voi fino alla fine e questi Vi aiuterà a ricordare chi siete...

 

Inmwe

*Ascolta silenziosa, via via che le parole diventano quasi immagini chiarissime e nitide di fronte ai suoi occhi è come se cadesse un velo che le stava nascondendo la realtà, rivelando un mondo oscuro e distorto..un tremito di sudore freddo la assale, con brividi che le si abbattono addosso come docce ghiacciate improvvise.

Gira lo sguardo incredula verso il gatto che dorme, poi torna a guardare il Vala e poi di nuovo il gatto, come combattuta tra credere e negare...si aggrappa convulsamente alla stretta di mani di Colui che le parla, come stesse precipitando mentre il diabolico disegno ormai è limpido e ben delineato nella sua mente*

Perché non me lo ha mai detto, perché? Perché non mi ha spiegata, preparata... perché non mi ha dato la possibilità di scegliere, di decidere per me e per la mia vita, perché?

*È furente, la voce ora è bassa ma minacciosa come quella di una belva che attacca, Edgar senza una parola fa un inchino ed esce, sicuramente posizionandosi appena fuori dalla porta.

Sente le lacrime scenderle ma sono lacrime intrise di rabbia, rancore e odio in questo momento, mentre guarda Tevildo addormentato come se si augurasse di vederlo morire seduta stante ...o come se volesse ucciderlo lei stessa. Si appoggia al petto del Vala, mentre i singhiozzi trattenuti le scuotono il corpo*

Perché mi hai fatto questo, perché...io ti amavo..io ti ho scelto anche dopo aver scoperto chi fossi..mi sono fidata di te, a dispetto di tutto e ora..ora...io ti odio, ti odio, non ti perdonerò mai .mai..

*Prorompe fissando rabbiosa Tevildo che placidamente dorme sulle gambe di Myrelyn*

Un nazgul ..io, un nazgul. Uno spettro, per l'eternità...maledetta e dannata, senza pace né riposo

*Sussurra mentre abbassa gli occhi guardandosi la pancia. Posa una mano sul ventre, l'altra ancora stretta tra quelle del Vala, alza poi il viso incrociandone lo sguardo*

Non cambierà nulla se anche accettassi la vostra offerta, vero Sommo? Sarei comunque condannata, cambierebbe solo il chi...avevate ragione, Divino..mi ha usata. Non c'è amore in lui né sentimento che non sia quello del suo ego e del potere

Ma non so che dirvi ora perché, così di getto, vi direi "Si, fatelo per me vi prego, meglio schiava della vostra volontà che della sua..."

*Arrossisce di colpo rendendosi conto della loro vicinanza in quel momento e delle parole che ha appena pronunciato ma è venuto tutto così naturale, spontaneo...si sente accolta, capita e, pur nella paura del futuro, si sente protetta adesso che le è vicino

Lui così gentile e comprensivo, mentre le parla scegliendo e soppesando con cura e tatto ogni singola parola ..che differenza, pensa amareggiata

Ha una possibilità di scegliere il suo destino, si sofferma a pensarvi *

Ma adesso sarebbe una risposta dettata solo da rabbia e rancore, me ne rendo conto ..Vi ringrazio però e la valuterò, davvero...e grazie di avermi spiegato una cosa così orribile con tanto tatto e delicatezza

E conserverò per sempre il vostro fiore con me, qualunque cosa mi accada...

*Gli sorride lievemente, poi sembra come realizzare qualcos'altro all'improvviso e si accascia sulla spalliera della sedia, stravolta*

Un figlio ..Voi e Mairon avete...un figlio

Neanche questo mi ha mai detto, neanche questo...del resto, se per lui sono solo un qualcosa da usare, perché mai avrebbe dovuto trattarmi da persona, giusto?

Siete stato fin troppo caritatevole a tramutarlo in gatto...io al posto vostro...non lo so.

*Dice con un sorriso amaro e sarcastico, poi appoggia la fronte sulle mani ancora strette tra loro, trovando conforto nel contatto*

Ho bisogno di dormire sì... e anche di un lungo, caldo bagno e poi riposo, dormire, senza sognare, solo dormire...dimenticare.

E poi cavalcare, si, una bella lunga cavalcata nel vento

Voglio solo dimenticare, per un bel po'...e non voglio vedermelo attorno neanche da gatto per il momento

Tenetemelo molto lontano o rischia di brutto, potete credermi sulla parola...

    

Melkor 

Mia Regina... *Mentre sostiene la sovrana piangente fra le proprie braccia non sa bene cosa fare, sarebbe semplice restare indifferenti, lo è sempre stato per lui per interi secoli, ma ora non ci riesce, in fondo quella donna è esattamente come Lui* Inmwe, ascoltatemi: io sono quanto di più lontano ci possa essere da un benefattore *scioglie la presa da una delle sue mani e la stringe a se* nel mio passato non sono stato meno crudele e spietato di Mairon, ma probabilmente sono stato quello meno ipocrita... però, sebbene possa fare ben poco per lenire il vostro dolore, posso dirvi di comprendere perfettamente come vi sentite.

*Senza quasi accorgersene, china il proprio capo su di lei, quasi a sfiorare i capelli della regina con le proprie guance* Mio padre, Illúvatar, creò i miei fratelli perché fossero in grado di eseguire il suo disegno, rendendoli felici di non essere altro che semplici pedine.

E creò anche Me, rendendomi capace di comprendere quanto tutto questo fosse ingiusto... per il semplice gusto di vedermi da solo contro tutti gli altri. Perché faceva parte del suo progetto che il Mondo si muovesse basandosi sul nostro antagonismo, senza chiederci se fosse quello che volevamo. Senza chiedermi se fossi felice di essere diverso da tutti gli altri.

Prendetevi il vostro tempo Inmwe *proseguì, la sua voce ormai ridotta quasi a un sussurro* avete ancora quella parte di vita che vi è rimasta, fatela vostra fino all'ultimo secondo ed io mi assicurerò che non vi smarrite nell'Ombra.

*Sfiorò il fiore che la donna portava ancora sui capelli ed accarezzandogli la fronte con un leggero bacio, sciolse il loro abbraccio tornando ad inquadrare il suo bel viso rigato dalle lacrime.*

Mairon non ha mai saputo di avere un figlio *disse, asciugandole una lacrima con il dorso della mano* l'ho allontanato da Me subito dopo la sua nascita perché non avevo altra scelta... *il volto del Vala si rattristò, mentre distoglieva lo sguardo e le sue parole sembravano quasi graffiare l'aria di amarezza* era l'unico modo per tenerlo lontano dal Mio destino e da quello di suo padre.

*Continuò a parlare, come se le sue parole uscissero fuori dalla sua bocca per inerzia* Non so dove sia, non so quale volto abbia, ma sono consapevole che questa mia ignoranza sia l'unica cosa che può proteggerlo. Ve l'ho detto prima *proseguì* gli eredi fra quelli come Me non nascono mai per caso e se mio figlio è venuto al mondo è perché Illúvatar aveva un progetto per lui, tenerlo lontano da me è l'unico modo che conosco per salvarlo dal Suo gioco... e da gli altri Valar.

*Fece una breve pausa, nella quale parve riprendere possesso di sé quanto bastava per tornare a guardare in volto la regina* Durante tutta la Prima Era ho fatto il possibile per nascondere a chiunque la natura del mio rapporto con Mairon, non potevo permettere che qualcuno usasse il nostro legame contro di Noi.

*Chinando lievemente il capo verso di lei le baciò soavemente il dorso della mano, per poi guardarla direttamente negli occhi* Mia Signora, Inmwe, io... vi prego di mantenere al sicuro il mio segreto...

*Un mugolio leggero alle loro spalle gli distrasse dalle proprie parole.*

Credo che la bambina si stia svegliando Mia Signora... forse è il caso di seguire il vostro consiglio ed andare tutti quanti a riposare.

 

    

Myrelyn

*Si sveglia senza nemmeno rendersi conto di essere stata addormentata e non si rende conto del turbamento di Inmwe essendo ancora incantata a fissare l'uccellino di carta donatole da Melkor*

Oh! Grazie! È bellissimo! Puoi farlo volare come hai fatto con il sassetto?

*Il suo lato più infantile esce in una richiesta spontanea, data dalla meraviglia. Poi di colpo si rende conto di quanto la sua domanda sottovaluti il potere del Primo dei Valar*

Ehm...scusa Signor Divino! Non volevo essere impertinente di nuovo!

*La scenetta riporta un lieve sorriso sul viso di Inmwe e Myrelyn osa rivolgere uno sguardo birichino e incantevole al Vala.

Intanto un altro pensiero esaltante le torna alla mente*

Inmwe! Ho sentito del tuo bimbo quando Signor... ehmmm... quando Mairon è diventato un gatto. Avrò un cugino? Sarà come me? Che bello un bimbo da coccolare! Sarò la più fantastica delle babysitter!

*Investe la Regina di parole e entusiasmo, con il gatto rosso stretto al petto corre ad abbracciarla senza accorgersi in un primo momento che Inmwe si è ritratta per non toccarlo e lo guarda con rabbia e dolore struggenti. Ma ingenuamente pensa che il dolore negli occhi della Regina sia dovuto al mutamento del Re.

Lo guarda perplessa e gli carezza la testolina pelosa deponendovi un bacio.*

Dormi dormi bel gattino

Dormi e sogna un topolino

*Gli canticchia nelle orecchie con una risatina, monella e affettuosa come sempre.

Poi si rivolge a Melkor con tono più serio*

Secondo Mairon e Adar il mio papà è un Maia di nome Ainderin...no, non era così il nome...ma io non l'ho mai conosciuto. Mi ha cresciuto zio Legolas perché anche la mia mamma è morta quando ero molto piccola.

*Il visetto della ragazzina elfa si contrae in una smorfia addolorata, malinconica.*

Però tu dovresti conoscerlo!

*Ritrova l'entusiasmo con la stessa velocità di una montagna russa, come tutti i bambini*

Mi dirai di lui signor Divino, per favore?

*Gli occhioni azzurri che gli punta in viso brillano di speranza e curiosità.

È evidente che sta preparando un milione di domande, la ritrosia data dal timore momentaneamente dimenticata anche per la gentilezza che lui mostra verso Inmwe e che le dà il coraggio, o l'incoscienza, di interrogarlo come se fossero pari.*

 

Inmwe

Avrai un...un cugino, sì, possiamo dire così.

E dovrai occuparti di lui se io ..ecco metti che magari qualche imprevisto o impegno...se io non potessi farlo

*Gira il volto per nascondere il dolore che prova in quel momento e mascherare la gravità della situazione.

Ci sarà tempo perché la piccola sappia tutto. Ma non è questo il momento.

Forse non avrà neanche il tempo di tenerlo in braccio suo figlio..il pensiero fa risalire rabbia e sdegno come una marea e la fa ritrarre precipitosamente dal contatto col gatto quando Myrelyn le si avvicina chiacchierando senza sosta. Imbarazzata si sposta verso la porta aprendola e chiamando Edgar*

Edgar, noi adesso andiamo a riposare.

Che nessuno ci svegli prima dell'orario stabilito, mi raccomando.

Fai preparare tutto per..uhm diciamo tra un sette ore a partire da adesso? Per le 16

*Si gira verso il Vala cercando una conferma nei suoi occhi che l'orario vada bene*

Dovrò parlare al mio popolo ed informarlo di ciò che è accaduto, prima di rischiare che si spargano voci errate o inesatte.

*Si schiarisce la voce*

Contatta Denethor intanto, lui sa già chi convocare e cosa fare

Farò il discorso alle 16, partiremo per Osgiliath subito dopo

Ma ci sveglierai alle 15

*Guarda il Vala stavolta con un sorriso che le nasce spontaneo*

Perché il Sommo ci farà il grandissimo onore di accettare un dono dal tesoro di Gondor...per ringraziarlo di tutto ciò che le dobbiamo

E che io le devo

*Sussurra*

E fai preparare per quando ci svegliamo i cavalli, avvisa ad Osgiliath che per oggi chiudano tutti gli ingressi al pubblico, voglio che nessuno ci disturbi finché saremo lì...ah e ovviamente che sia tutto pronto per il thè massimo alle cinque, oggi lo prenderemo in biblioteca.

*Cerca di ricomporre il viso alla solita espressione e si gira verso Myrelyn sforzandosi di sorriderle*

Le domande più tardi, va bene? Adesso siamo entrambi più che stanchi e abbiamo bisogno di riposare.

Pomeriggio ad Osgiliath ti darò un libro su cui studiare la storia di Arda dalle origini ai giorni odierni..e dove troverai la storia anche di tuo padre e ...ecco, di una tua antenata che ha avuto un ruolo molto importante nella storia della Prima Era.

*Soffoca a malapena uno sbadiglio portando la mano di fronte alla bocca*

Numi che stanchezza... Myrelyn, forse tu non hai sonno, suppongo poiché hai già dormito.

Nel qual caso ti chiedo la gentilezza di occuparti del ...di Tevildo e assolutamente tienilo lontano dalla mia stanza. Non voglio sentire nessun miagolio, ho bisogno di dormire tranquilla

*Dice sperando che non si noti alcunché di strano nella sua richiesta..in fondo è lecito voler silenzio quando si dorme ..si, sicuramente Myrelyn non sospetterà nulla. E del resto, come potrebbe? Pensa tristemente.*

E adesso, noi andiamo a dormire finalmente

*Sospira uscendo seguita dal Vala.

Nel corridoio c'è già il servitore personale del Sommo che attende per scortarlo alle sue stanze*


Melkor 

*Si congedò da Inmwe e Myrelyn con un gesto del capo, lasciandosi condurre da uno dei servitori della Regina verso il luogo di riposo che gli era stato assegnato. Il giovane uomo, un tipo magro coi capelli cortissimi di nome Horel, gli illustrò rapidamente tutti i confort della camera, ritirandosi poi con un profondo inchino. Rimasto solo si guardò intorno stupito: l'ambiente era ampio e diviso in più stanze, le finestre ornate di drappeggi lasciavano entrare la limpida luce del sole, le pareti erano decorate con arazzi di cigni neri; nel corso dei secoli aveva abbondantemente sottovalutato la maestria degli esseri umani e solo ora se ne rendeva conto. Se Egli, nella propria fortezza di Angband, avesse provveduto ad avere tutte quelle comodità la sua esistenza nella Prima Era sarebbe stata notevolmente migliore!

Il letto accogliente, le lampade dell'illuminazione gradevole, le "tende" alle finestre, i "servizi igienici" a portata di mano, in un ambiente privato adiacente all'area dedicata al riposo, poi abiti nuovi e puliti e tutto il necessario per un "rinfresco". Considerando che, per secoli, Egli aveva sonnecchiato senza avere altro luogo all'infuori del proprio trono, questo ambiente di riposo sembrava un dono di grazia.

Si adagiò sul letto, sensazione formidabile! Era come giacere sulle nuvole: la testa appoggiata sul "cuscino", il proprio corpo disteso e le mani giunte, lasciarsi andare fu semplice come emanare un pensiero…

 

[Dreamlands]

* Essere un Vala aveva dei vantaggi quando si entrava nelle Terre del Sogno, la propria natura gli permetteva di planare soavemente sui Settanta Scalini del Sonno Profondo, giungendo rapidamente a vederne la fine.

Emerse da una botola, fra le catacombe di una città in rovina in una terra crepuscolare ove il sole non tramontava mai del tutto, generando ombre diffuse ed allungate, la sua gloria e il suo nome erano ormai perduti e seppelliti dalla polvere del tempo, ma egli ricordava che una volta era stata Inganok. Si allontanò da quel luogo a passo spedito, prima che l'odore di umidità e muffa di quel posto abbandonato gli penetrassero le vesti e gli turbassero i pensieri, ma soprattutto, non aveva alcuna intenzione di incrociare ancora gli sgradevoli sciacalli che ogni tanto si aggiravano fra quelle rovine, aveva già avuto a che fare con loro e non era stato affatto un bel incontro.

Quella dimensione non gli apparteneva, né a lui né a nessuno della sua Gente: la sua gloria, la sua forza, il suo potere in quel luogo non valevano nulla. Bisognava rispettare le sue leggi per potervi soggiornare in pace e fare quanto necessario per non indispettire i suoi Guardiani, forze più antiche, misteriose e potenti di qualsiasi Vala. Lui l'aveva imparato nel corso del tempo, prigioniero del Vuoto non vi era nessun altro posto in cui potesse andare.

Immerso nei propri pensieri raggiunse ben presto le rive del mare: la sua superficie sconfinata era increspata sottilmente da una brezza leggera, sembrava stendersi all'infinito mentre il vento penetrava l'entroterra caricando l'aria di una fragranza marina ed inebriante. La luce purpurea del Sole evanescente fra le nuvole, rendevano il tutto simile ad un impalpabile miraggio.

Respiro a fondo, le sue vesti e i suoi capelli mossi dal vento, la sua stessa forma divenne impalpabile e mutò: ora aveva le ali, aveva assunto le sembianze di un Magro Notturno, creatura della notte delle Isole del Sud, si levò sul mare, le grandi ali membranose distese ad abbracciare il vento, in direzione delle nuvole lontane.

Volava con il mare sotto di sé e gli sembrava di essere diventato veramente libero, avrebbe potuto gridare di gioia, avrebbe potuto cantare, ma si accontentava di ammirare il cielo, i colori delle nuvole, le forme del oceano, mentre la distesa del Mare Cerenariano si dispiegava sotto le sue ali e la sua meta era sempre più vicina.

Aveva appena schivato una tormenta marina di passaggio quando un riflesso dorato colpì il suo occhio ed allora la vide: leggiadra, maestosa, risplendente, la città fra le nuvole di Serranian, la residenza estiva di Re Kuranes, scrigno impalpabile di bellezza e meraviglia.

Adagiata sulla distesa celeste, coronata dalle stelle, costruita in marmo rosato, ornata da eleganti edifici, alte torri e verdi terrazze, Serranian sembrava incarnare ciò che il pensiero più ampiamente associava al sogno. Dalle terrazze collocate ad un livello superiore dal porto era possibile ammirare il tramonto ed era lì che si diresse. Alcune navi erano appena partite, dirette a Selephais, ed egli le osservava ammirato mentre riprendeva forma umana, navigavano sulle nuvole quasi fatte di schiuma.

Si era avvicinato all'elaborato parapetto, avendo notato il profilo della Luna inquietante che si affacciava appena all'orizzonte, quando il fruscio di un'aura familiare, alle sue spalle, attrasse la sua attenzione.

Si voltò lentamente in direzione del nuovo arrivato.*

Non osavo sperare di incontrarti In questo luogo, Fratello...

 

    

Manwe [Dreamlands] : * Il trono di Taniquetil, questa sera, è più calmo del solito. Sbadiglio un poco...strano, noi Valar non abbiamo bisogno di sonno...che diavoleria è mai questa. I miei occhi, lentamente, si chiudono e mi ritrovo un luogo che non ho mai visto...qualcosa di molto strano e pericoloso. Non so come sono arrivato qui, forse...il Destino ha voluto che io mi trovassi in questo luogo, ora. Di fronte a me, una lunga scala di cui non si vede la fine. Salgo sul primo scalino, poi mi libro nell'aria per oltrepassare quel lento ostacolo. Arrivato alla fine, noto due sacerdoti anziani....mi fermo..."sono Manwe, Re di Arda e dell'intero Universo, per volere del maestoso Illuvatar. Chiedo il permesso di oltrepassare questo cancello." Dall'annuire dei due, capisco che mi è permesso andare oltre. Passo di fronte a splendide rovine di quella che, un tempo, era una città rigogliosa e fiorente. Purtroppo, sembra che un cataclisma o una guerra l'abbai interamente svuotata dei suoi abitanti. Avverto la presenza di una forma conosciuta....uno spirito che non sentivo da tempo" Fratello.....*purtroppo, lo scorgo solo da lontano....è già sfuggito alla mia vista....Lo rincontrerò, vibrandomi nell'aria verso la Città delle Nuvole, sopra di noi. La vista di Melkor qui, mi inquieta....*

 

    

Melkor [Dreamlands]:  *Osservò la forma corporea dell'altro avvicinarsi velocemente come nuvola vorticante, per poi adagiarsi sulla terrazza a pochi metri da lui.*

Manwe! È bello rivederti!

*Li andrò incontro gioiosamente, allargando le braccia- era così strano rivedere suo Fratello dopo tanto tempo, così simile a lui eppure così diverso, coi capelli biondo oro e gli occhi di zaffiro che non conoscevano l'oscurità. Manwe si guardava intorno, stupito, cercando a stento di mascherare il proprio disorientamento e meraviglia.*

Accidenti fratello mio! Hai la faccia di qualcuno che non sa dove si trova e neppure capisce come ci è arrivato... *gli si fece incontro, conducendolo verso il bordo della terrazza* primo pisolino della vita?

*Si sporse in avanti respirando a pieni polmoni, mentre l'altro rimaneva un passo indietro di lui* Rilassati! Goditi il tramonto, contempla le navi volanti! Queste sono le Terre del Sogno, le VERE Terre del Sogno non il giardino del nostro Fratello Minore... *disse, con un pizzico di malizia* In questo luogo si arriva solo dormendo e non appartiene a nessuno in particolare, ma è di tutti quanti allo stesso tempo.

*I due si guardarono in volto, la perplessità faceva ancora fatica a dileguarsi dallo sguardo di Manwe.*

Non fare quella faccia! Ne tu né io abbiamo potere qui *proseguì Melkor, voltando le spalle al tramonto* questo è il Regno di un altro sovrano e siamo entrambi ospiti di Re Kuranes, la sua storia è parecchio interessante sai?

Sono stato qui diverse volte, ho dormito parecchio negli ultimi millenni, mentre ero nel Vuoto non c'era altro che potessi fare... *fece una pausa, volgendo un ultimo sguardo al sole poi, affiancando il fratello, Melkor lo prese sotto braccio portandolo via con sé* vieni! Ti porto a fare un giro della città e mi racconterai tutto quanto!

 

Manwe [Dreamlands]:: vorrei poter dire di essere lieto di vederti qui....ma non è ciò che pensa il mio cuore *Mi chiedo come abbia fatto a tornare, chi lo abbia aiutato....se c'entra qualcosa Mairon....l'ira dei Valar sarà tremenda su di lui* Sapevamo che Mairon era tornato, con più potere di quando è stato sconfitto...ma non ci aspettavamo un tuo ritorno. Questo cambia tutto, Melkor. *Mi sono reso conto di non essere nelle terre di Lorien....* ma.,..parla prima tu, voglio sapere come sei tornato...

 

Inmwe

*La vasca con acqua calda e profumata è una benedizione, veloce si spoglia e si immerge totalmente, lasciando che tutto il corpo si rilassi.

Dopo di che infila una fresca e leggera camicia da notte e si butta a peso morto sul letto, sfinita, piombando immediatamente in un sonno profondo...apre gli occhi di colpo sentendo il vento attraverso di sé, un urlo spaventato quando si rende conto che sotto di lei c'è il vuoto. Chiude gli occhi aspettando lo schianto, ma incredibilmente non accade ..deve essere un sogno, non c'è altra spiegazione.

Ma rispetto al sogno precedente questo è così... così...vero. Non sembra neanche un sogno.

Sotto di lei il suo regno, lontano, bianco ed immobile..prati, distese e colline, le brillanti mura di Osgiliath che rilucono all'orizzonte.

Si guarda attorno, spaurita ed incredula ..sta volando

Sta... davvero... volando

Muove le mani e la direzione del suo volo cambia virando verso est, sussulta di meraviglia..una risata spontanea ed argentina le sale in gola, mentre avverte un senso di libertà e leggerezza mai provato in vita sua.. il vento le scompiglia i capelli e si insinua nella veste, facendola vibrare e frusciare come una musica... è tutto così bello da lassù, come sembra tutto piccolo e perfetto.. sembrano non avere senso confini, città o mura lì in alto, vede solo ..la terra nel suo insieme.

Si diverte a roteare, sperimentare velocità e movimenti...

Le sembra di vedere distintamente il vento e le correnti, come un grande insieme di onde colorate che si muovono armoniose in una danza a volte congiunta ed a volte ciascuna per conto suo.

Inizia a seguirne una che brilla come argento puro, è così facile condividerne la traiettoria e anche farsi trasportare...uno stormo di tre cigni neri incrocia il suo volo, ridendo passa tra gli splendidi uccelli quasi accarezzandoli...si gira con uno svolazzo, i tre cigni neri adesso sembrano attenderla, precederla e guidarla...il paesaggio sotto di lei cambia velocemente, la città fa spazio ad un'immensa, sterminata campagna...in lontananza qualcosa brilla, è un palazzo! Ma quella è... è Meduseld, la Casa d'Oro di Rohan.

Qualcosa di bianco appare di fronte al palazzo, avvicinandosi l'immagine diventa man mano più nitida. È una donna più o meno della sua età, lunghi e biondi capelli mossi dal vento e una veste bianca. In piedi sulla terrazza sembra come attendere e ..e fissare proprio lei.

Inmwe si avvicina planando, i tre cigni sospesi nella corrente sopra di lei, le braccia spalancate facendosi portare dalla corrente...allunga una mano verso la donna che si ritrae con gli occhi azzurri sbarrati in un espressione di terrore che le è molto familiare...un turbine di vento improvviso sembra avvolgerla e farla roteare per un tempo indefinito.

Quando il vortice si placa il paesaggio di fronte a lei è totalmente diverso: vede il mare, una baia immensa ed azzurra, verdi macchie di foreste la circondano da un lato, una sterminata tundra verdeggiante dall'altro..e sempre i tre cigni neri davanti, come ad indicarle la strada? Sotto di lei appare una città. Rosse le sue mura, rossi i palazzi con cupole dorate. Plana leggera dentro la città, attraversando vie e viuzze strette e ricolme di fiori, volando seguendo un filo di corrente argentata..arriva in un cortile, due fanciulle giocano tra di loro: rosse di capelli, verdi gli occhi

Qualcosa sembra condurla verso la più piccola che la guarda stupita*

Chi sei?

*Le chiede ma ecco, un attimo prima che possa raggiungerla e rispondere un ostacolo le si para di fronte

Una persona dai capelli color platino, lo sguardo duro...per un attimo i loro sguardi si incrociano...e poi tutto sfuma nella nebbia*

 

Myrelyn

*La ragazzina elfa con un braccio tiene stretto il gatto addormentato che le ronfa piano sulla spalla e con l'altra mano prende con delicatezza l'uccellino di carta donatole da Melkor.

Cerca goffamente di improvvisare un inchino finendo quasi per lasciar cadere Mairon.*

Ops!

*Lo risistema e guarda Inmwe e Melkor con un sorriso allegro, senza accorgersi del disagio della regina.*

Sogni d'oro Inmwe! Non ti preoccupare ci penso io a lui!

*Si volge al Vala e sorride dolcemente*

Sogni d'oro signor Divino!

*Manda un bacio alla Regina con la mano che tiene l'uccellino di carta e esce dalla stanza saltellando e canticchiando.

Nella sua stanza si stende sul letto sul fianco, abbracciando il gatto addormentato e carezzandolo con delicatezza.*

Sogni d'oro Mairon

*Bisbiglia e poi inizia a cantare una dolce ninna nanna che la rilassa e le cui note soavi si spargono leggere e delicate lungo il corridoio. Sull'ultima nota la vocetta si spegne e la ragazzina si addormenta.

Il sonno però non è affatto sereno.

Nel sogno vede Adar e Alcare, i due fratelli che entrano attraverso un nero cancello nonostante l'atmosfera cupa e oppressiva sembri un presagio di sventura. Una figura in ombra sembra attenderli, celata, avvolta dal silenzio.

E il cancello che si chiude alle loro spalle pare diventare la grata di una buia prigione.

Una donna eterea compare al di là, mandata apposta per accoglierli, per instillare un senso di sicurezza.

Parole suadenti e infide, bugie e false promesse sussurrate con voce soave e inumana, come a illuminare l'oscurità. Ma che ne nascondono invece una ancora più profonda e terribile. Catene invisibili che sembrano avvicinarsi senza rumore, inaspettate, per ghermire i loro cuori. Catene che diventano un anello d'oro, dato come un gesto di accoglienza e invece teso a imprigionare la loro volontà*

Adar! Alcare! State attenti! Tornate indietro!

*Parole mormorate mentre la ragazzina si agita nel letto*

Il sogno prosegue inquietante, tre figure in fuga che cercano una via d'uscita, tengono in braccio un fanciullo e un fagottino. Ma non sono soli: nell'ombra più fitta qualcuno attende, pronto a cogliere l'occasione per riprendere il Silmaril che brilla come una lanterna pur celato dentro un sacchetto, occhi splendenti nel nero infinito che tramano*

Adar! Alcare! State attenti! Non vedete? È una trappola! È un inganno!

*La piccola elfa si agita, mormora mentre lacrime di disperazione le sgorgano dagli occhi chiusi prigioniera del sonno.

Un movimento, una mano tesa, un movimento ancora e la ragazzina cade dal letto svegliandosi di soprassalto*

"Devo chiedere aiuto! Sono in pericolo. Sento che non era solo un semplice incubo"

*Si rimette in piedi pensando a come poter portare loro aiuto, vagliando le ipotesi a voce alta*

Pandora! No, non è potente abbastanza, ha detto. Melkor! Più di lui non c'è nessuno! Deve aiutarmi!

*Si slancia verso la porta*

 

    

Melkor [Dreamlands]:  Ah! Mairon... si. Ha sempre dimostrato la tenacia dell'erba cattiva, è una delle ragioni per cui l'ho sempre apprezzato.

*Rise allegramente, mentre conduceva suo fratello per una stretta viuzza laterale, decorata di drappeggi colorati e profumati terrazzi ornati di fiori* Per un po' non dovrete preoccuparvi per lui: allo stato attuale può solo miagolare e leccarsi il pelo *l'altro lo guardò senza capire, Melkor continuò a camminare facendo spallucce* l'ho trasformato in un gatto! Fa parte della sua punizione per aver dissertato l'Ultima Battaglia che mi è costata l'esilio.

*Proseguirono ancora per un po', scendendo una ripida scaletta si ritrovarono in un altro vicolo contorto, in cui alcune piccole botteghe e taverne chiassose si affacciavano sulla strada con insegne colorate e profumi esotici, Melkor sembrò sceglierne una e si diressero in quella direzione, facendo attenzione a dove mettevano i piedi.*

Come sono tornato, dici? Beh, sembra che qualcuno abbia lasciato la porta aperta... No, non ho idea di chi sia, vuoi da bere?

*Casse, vasi di fiori e cesti di vimini colmi di mercanzie erano collocati ai due lati della strada, il che rendeva il vicolo ancora più stretto, infine si fermarono sotto la locanda con l'insegna che portava tre stelle gialle su fondo azzurro* Avevo una vecchia cassaforte, nelle profondità della mia fortezza, ad Angband, era costruita in Mithril ed una delle due aperture conduceva nel Vuoto, un'uscita secondaria di sicurezza, diciamo, in caso di necessità.

*Melkor fece strada, il biondo sovrano dei Valar subito dietro, ma la compagnia dentro il locale era così variegata e variopinta che due passavano perfettamente inosservati.*

A quanto pare il mio leale luogotenente se ne è impadronito e l'ha tenuta per sé nelle segrete della sua Torre Oscura, qualcuno per qualche ragione ci è entrato ed ha lasciato la porta aperta. Io ho sentito il mormorio del Mondo, l'ho seguito ed eccomi qui!

*Si avviarono verso il bancone, uno dei locandieri, un uomo senza età con il turbante, la carnagione olivastra, i lineamenti bellissimi e due lucenti occhi acquamarina, fece loro cenno di attendere.*

Sarebbe bello se tu provassi la stessa gioia che provo io nel rivederti *disse il maggiore dei due con amarezza, poggiando i gomiti sul bancone* ma è evidente che mi vorresti morto come tutti gli altri... Beh, non puoi uccidermi, Lui non vuole, è evidente che gli servo *il cameriere, ancora indaffarato, indicò loro un tavolo vicino alla finestra ed i due fratelli, sgomitando un poco, si diressero lì, Melkor fece accomodare Mamwe e poi prese posto* Gliel'ho chiesto, sai? Quando sono precipitato nel mio momento di più cupa disperazione in quel Vuoto infinito, l'ho chiamato, l'ho chiamato a gran voce, urlando per non so quanto tempo... *il suo volto si distorce in una smorfia mentre diceva queste parole, poi prosegui* Gli ho chiesto di uccidermi, di distruggermi, di 'porre fine al problema alla radice'. Lui si è rifiutato.

*Calò un silenzio d'imbarazzo fra i due, Melkor si voltò a guardare le ultime luci del Sole oltre le nuvole, finché il cameriere non giunse per prendere gli ordini*

Cosa preferisci? Offro io: idromele? Sidro? Birra? Io vado di sidro, una pinta intera, grazie! *taglio corto* Mando giù anche l'amarezza...


Manwe [Dreamlands]: il sidro andrà bene....*ho ascoltato le sue parole....ma è tempo che lui ascolti le mie. Mi siedo e lo guardo dritto negli occhi, serissimo....* Emrys...uno dei miei più fedeli Maia, affidato a Tahenys, o Measse, come la conoscevi tu....è tornato a Taniquetil...*dai suoi occhi, posso scorgere qualcosa....lui è cosciente del destino di Emrys* so che c'entri tu nella sua mort3. Aveva quel corpo da secoli....deve aver sofferto molto. *accolgo il mio sidro con un veloce sorso, in attesa di sentire le sue parole* Oh, beh...forse, Padre sa che tu verrai sconfitto solo nella Battaglia Finale, Fratello....

    

Melkor [Dreamlands]

*Il maggiore fra i due Valar calò il pugno sul tavolo con rabbia, facendo sobbalzare i bicchieri* Non ti ho portato con me per farmi raccontare la lezioncina! *prese la propria pinta e ne svuoto metà in un solo sorso* Allora quello era davvero un tuo uomo, giusto? Sì, sono stato io *proseguì con un ghigno crudele* quell'infame ha avuto la sfrontatezza di farmi la predica, si è rifiutato di rispondermi e mi ha mentito! Non sopporto queste cose e gli ho dato quello che si meritava! *Svuoto il resto del bicchiere, lo appoggio davanti a sé rumorosamente e guardo l'altro negli occhi* La prossima volta avrà imparato il rispetto!

Dovresti sceglierli con più cura i tuoi soldati quando li mandi a spasso con un Silmaril!

*Fece per alzarsi, facendo leva con le braccia si sporse in avanti avvicinandosi al volto del suo interlocutore* Ti svelo un segreto fratellino: qualunque vostra preparazione o sotterfugio questa volta saranno inutili *disse con un sibilo* non ho più bisogno di eserciti, di guerre o di forza per impossessarmi di Arda, perché essa è già diventata mia!

E soprattutto, non ho alcuna intenzione di morire se non sono io stesso a deciderlo. Addio! *Indietreggio, scostando la sua sedia in malo modo, portando con sé il suo bicchiere, diretto verso il bancone* Trovatela da solo la via di uscita, Signore dell'Occidente!

*Consegnò la propria pinta vuota al taverniere, scambiando delle monete ed uscì dalla locanda portando con sé due bottiglie.*

 

    

Inmwe

Mairon... amore...

*Sospira nel dormiveglia, mentre una mano si allunga nel cercare il marito accanto a lei, al suo solito posto..sente il suo profumo così vicino...*

Amore dove sei?

* Sussurra ancora con gli occhi chiusi, tastando e cercandone il corpo...ha così bisogno di lui, del suo contatto adesso...apre gli occhi, stringe tra le braccia il suo cuscino, ancora intriso del suo odore..si alza di colpo, realizzando dov'è, cosa è successo.

Cosa è successo...cosa succederà...

Guarda il cuscino ancora stretto a sé con rabbia, un urlo di stizza e lo scaglia furente lontano.

L'oggetto atterra sul mobile, provocando cadute rovinose di profumi e creme varie, si tappa le orecchie per il rumore, poi guarda il disastro provocato mentre l'olezzo di fragranze mescolate tra fiori e aromi si diffonde in camera e fa spallucce*

Dirò che c'era...uhm ...un topo, si, sul mobile

Se proprio mi dovessero chiedere qualcosa, ma ne dubito..

*Inanellando a mezze labbra svariati epiteti, assolutamente inadatti ad una regina, all' indirizzo del marito, sia in forma umana che felina, si alza per prepararsi.. pantaloni morbidi ed aderenti adatti alla cavalcata, una blusa anche morbida ed elegante, con destrezza raccoglie i lunghi capelli in uno chignon da cui lascia cadere qualche ciocca ad incorniciarle graziosamente il viso, fermandoli poi con un nastro nero...nero? Cosa doveva fare ancora, c'entrava il nero..aufff il discorso al popolo, accipicchia...sbuffando si guarda allo specchio, poi apre l'armadio storcendo il naso di fronte ai pesanti abiti del lutto imperiale...quel tessuto così fastidioso, quei merletti antiquati e ruvidi sulla pelle..poi vede lì nascosta una soluzione ottima ed inaspettata: ma certo, il mantello!! È nero, finemente decorato, il pizzo c'è e molto indicato all'occasione, coprirà con discrezione i suoi abiti da cavalcata e non avrà bisogno di cambiarsi nuovamente dopo la farsa del discorso.

Con un sorriso come di bimba in procinto di fare scherzi lo indossa, appuntandolo con una spilla di perle..uuuh le perle, aufff... maledetto protocollo e maledetta etichetta.

Collana, orecchini, il diadema...

Alla fine è pronta, inappuntabile e compunta come si conviene ad una Regina in lutto che sta per parlare al suo Regno.

Si guarda di nuovo con un cenno di assenso...ma manca qualcosa? Cosa manca? Un dettaglio ma importante...ma certo, il fiore! Dove ha messo il Suo fiore?

Ansiosa inizia a cercare nella stanza, deve averlo tolto prima del bagno, dov'è? Ah eccolo... l'aveva posato in un bicchiere con acqua, meno male..il fiore è ancora fresco e profumato come fosse appena colto, sorridendo se lo appunta fra i capelli rimirandosi.

Adesso sì che è pronta

Posa le dita sulla maniglia e la abbassa, uscendo.

Fuori nel corridori già schierati Edgar nella sua veste di Cerimoniere ed uno stuolo di camerieri in abito da gala.

Innanzi a loro avanza una figura alta e imponente, capelli grigio argento ed un volto nobile e dolce incorniciato da una folta barba anch'essa grigia, la guarda con affetto e tenerezza inchinandosi*

Sua Maestà...

*Risponde con un sorriso e un piccolo cenno del capo al suo indirizzo*

Ben ritrovato, Denethor

*Saluta il vecchio caro amico del padre, nonché Sovrintendente e Capo dei Servizi Segreti del Regno di Gondor*

 

Myrelyn

*Il brusco risveglio della piccola elfa ha il potere di svegliare anche il gatto rosso che le dormiva accanto.

Mairon la guarda allarmato ma Myrelyn è troppo sconvolta per notarlo e mettersi a raccontare il sogno fatto.

Il visetto della ragazzina è pallido e distorto dal panico, non perde nemmeno tempo a infilarsi le scarpe e con indosso solo pantaloni e tunica si precipita di corsa alla camera che sa essere stata assegnata a Melkor.*

Vieni Mairon presto! Presto!

*Arrivata davanti alla porta scansa senza tante cerimonie il servitore e sfrontatamente, senza pensarci minimamente, entra senza nemmeno bussare violando tutte le regole dell'etichetta e dell'educazione.

Si fionda all'enorme letto e saltandoci sopra dimenticando completamente la prudenza scuote il Divino investendolo di parole e lacrime e singhiozzi*

Melkor! Melkor! Svegliati!!!

Devi aiutare Adar e Alcare! Sono in pericolo! Qualcuno vuole il sassetto lucente! Melkor!!

*Quando gli occhi del Vala si aprono e la fissano sembra finalmente rendersi conto delle proprie azioni e del servitore allibito che cercava di ammonirla a un comportamento corretto.

Restituisce lo sguardo con un broncio adorabile e gli occhioni azzurri imploranti e lucidi di lacrime*

Non mi importa se mi trasformi in un gatto, non mi importa se mi fai male, ma salvali! Solo tu puoi! Solo tu. Per favore, ti prego signor Terrore.

*Il tono, per quanto tremante e rotto dal pianto è evidentemente sincero, ed è chiaro che la ragazzina crede fermamente ad ogni parola. La fiducia che lui possa fare quanto gli chiede schioccando semplicemente le dita è evidentemente scritta sul faccino bagnato di lacrime.

Come è evidente che il nomignolo irriverente le è uscito senza che se ne rendesse conto.

Le manine giunte, in ginocchio sul letto, è la rappresentazione perfetta della supplica.*

Signor Divino?

"Mairon? Perché non dice nulla? Ho fatto un disastro?"

*Si rivolge con la mente al gatto rosso che l'ha seguita dimenticando che Melkor può sentire i suoi pensieri*

 

Manwë [Dreamlands]: *le sue parole mi fanno quasi andare di traverso il sidro...so di averlo ferito... normalmente, non servo rancore...ma in questo caso, di fronte alla sofferenza di un mio Maia...non ho potuto non rinfacciarglielo. Lascio il boccale e un po' di mancia...e corro dietro a Melkor* Melkor, aspetta....io...non...non volevo ferirti. Ero solo pieno di rabbia per la sofferenza provata da Emrys. * Appoggio una mano sulla sua spalla...* Ehi...sai che non posso capire come ti senti, non è nella mia natura. Ma siamo qui...soli. forse...dobbiamo trovare un punto d'incontro..

    

Melkor Alcaron [Dreamlands]

*Uscendo dalla taverna aveva deciso di seguire la direzione opposta rispetto a quella da cui era arrivato. Il passo veloce, le bottiglie in mano, mandava giù lunghe sorsate di sidro senza badare bene dove stesse andando: salì un'altra scaletta, raggiunse un altro vicolo, attraversò una verde terrazza poi cominciò a salire, altre scale, altri vicoli.

Le ombre della sera calavano sulla città fra le nuvole, mentre l'alcool diffondeva l'ebbrezza attraverso il suo corpo. Si ritrovò a percorrere un largo viale lastricato di colori soavi, fiancheggiato da ambo le parti da alberi da frutto che diffondevano nell'aria la fresca fragranza degli agrumi. Camminava più lento ora, gli sembrava di fluttuare immerso in una specie di allegrezza vaga e sfuggente, dondolava leggermente quando raggiunse la larga terrazza panoramica che guardava verso sud.

Avvertiva a tratti l'aura di suo fratello dietro di sé, aveva fatto del suo meglio per seminarlo ma a quanto sembrava era ancora nei paraggi, si era quasi convinto che lo cercasse... si certo, per fargli ancora la predica. No grazie, meglio la bottiglia!

Si era appena appoggiato al tronco di una palma in vaso, quando avverti la mano di Manwe sulla propria spalla e fu allora che le sue ginocchia cedettero: la bottiglia rotolo vuota lontano da lui ed egli si ritrovò seduto in modo scomposto, per terra, ai piedi di suo fratello.*

Ancora qui Signore dell'Occidente? *disse con voce rauca ed incerta* Manwe il Grande ed Eccelso, Padrone dei Venti, Sovrano dei Valar sei venuto a goderti la decadenza del tuo fratello reietto? *allargò le braccia volgendo la testa all'indietro* Il Nemico! l'Oscuro Male del Mondo! Il Corruttore e non ricordo più come diamine mi abbiano chiamato ancora...

*Calò il silenzio, in cui sembrava che il Vala in preda all'ebbrezza avesse ceduto al torpore* tre Ere del Sole in esilio e in solitudine e non mi merito neanche un bentornato?

*Il Sole ormai era scomparso del tutto e solo il riverbero del tramonto ancora sostava sulle propaggini del cielo ad occidente, le stelle splendevano strane ed in forme inconsuete mentre le lanterne della città si accendevano rapidamente intorno a loro* Non mi vuole morto e non mi vuole neanche libero... *parlava rivolto al cielo, biascicando con voce strascicata* ci ha messo meno di un giorno per cominciare a giocare con me... il Silmaril! Quel maledetto gioiello sputato fuori dalla Terra stessa! L'ho lasciato andare, sai? Lui mi ha messo alla prova ma io l'ho lasciato andare... Poi ci ha riprovato ancora, e ancora così gli ho detto: d'accordo paparino, se vuoi giocare giochiamo!

*Giro la testa leggermente di lato, tornando a guardare di striscio il suo interlocutore, amplificato così l'effetto generale di disperazione e miseria.*

Ma ti assicuro che questo sarà il Tuo ultimo gioco!

*Una risata folle fuoriuscì dalla sua gola, finendo stroncata in un gorgoglio strozzato.*

    

Manwe [Dreamlands]: il Silmaril? *non sapevamo che fosse stato ritrovato un SIlmaril....non ne sapevamo nulla a Valinor.* Emrys non ha detto nulla riguardo il Silmaril....Come è stato ritrovato? *lo osservo...riconosco i segni che hanno gli Elfi quando bevono una sostanza chiamata vino....diventano imprevedibili, quasi febbrili...e barcollano* Hai...bevuto, Melkor? *tre Ere del Sole, non mi sembrava fosse passato così tanto tempo dall'ultima volta* Nessuno sta giocando, fratello...tu mi sei davvero mancato. Mandandoti nel Vuoto, abbiamo capito che le tue azioni erano necessarie per mantenere l'Equilibrio del Pianeta e dell'intero Universo. Arda...ed Ea, hanno bisogno di te....e di noi. *vorrei guarirlo dall'ubriacatura, ma non posso...i nostri poteri non funzionano qui.*

 

    

Melkor [Dreamlands]

Ma non mi dire... *si voltò a fissare il fratello con un sorriso stanco* Io sono il maledetto ingranaggio che muove l'evoluzione del maledetto Universo e Voialtri avete impiegato SOLO quattro Ere a rendervene conto? *proseguì mentre apriva la seconda bottiglia bevendone un sorso* Non male considerando che siete una ventina a dirigere la baracca, il vostro bel giardino incantato vi ha ovattato la mente... eh? Io ci ho provato, sai fratellino? Ma proprio non ce la faccio in quel vostro Paradiso Artificiale che chiamate Valinor: è sempre tutto fermo, tutto uguale, potrei impazzire in quel posto!

Dai siediti! *si ricompose incrociando le gambe e facendo un po' di posto per il fratello davanti a sé* Se ti sporchi le vesti nelle Terre del Sogno non succede nulla... in cima alla Tua Montagna rimarrai immacolato.

Tieni, assaggia... *gli porse la bottiglia* Non vogliamo certo sprecare dell'ottimo sidro di Serranian. Se lo mandi giù a piccoli sorsi non finisci come me...

*Adagiando la schiena sul grosso vaso della pianta, si voltò ad osservare le stelle sopra l'oceano, che giocavano a nascondersi fra le nubi all'orizzonte, mentre gli ultimi raggi del riverbero scomparivano in lontananza.*

Potrei parlarti di tutta la bellezza che c'è nello scorrere delle stagioni, in un mare in tempesta, di un vulcano che canta, di temporale, dei fulmini, di una stella che nasce e una stella che muore... ma potrei tenerti qui per secoli *proseguì con un sospiro* temo ormai tu sia troppo abituato a grogiolarti nel eterna e monotona primavera... Siamo così diversi anche se siamo nati dallo stesso pensiero...

*Si riprese la bottiglia dalle mani del fratello e bevendo un altro sorso continuò.*

Le stelle... queste non appartengono a Tua moglie, sai? Anche se i Sognatori degli Universi le hanno create anche grazie a quelle... ma cos'è che volevo dire a proposito di stelle? Vero! Il Silmaril! *Si rianimò a queste parole, cambiò posizione e continuò a parlare dondolando la bottiglia nella mano* Mi avevi chiesto del Silmaril beh, strano che il tuo uomo non ne abbia fatto parola, dal momento che è stato lui stesso a portarlo in volo fino alla città assediata dalla tua emissaria, consegnandolo ai figli di Feanor. Fratello e sorella. Lui poi, Maglor, aveva deciso di cederlo a me in cambio della salvezza dei loro compagni, ma non è stato necessario... io ho altri piani e quelle gemme non mi servono più. Come sia saltato fuori non ne ho idea, mi hanno detto sia emerso dalla terra con l'eruzione di un vulcano. Ma io non c'entro, eh! In quel momento ero ancora nel Vuoto...

*Posò a terra la bottiglia, lasciando l'ultimo sorso a suo fratello*

Ancora sidro?

    

Manwe [Dreamlands]: ottimo, devo ammetterlo. In Arda non abbiamo sidro così gustoso. Dovremmo portarne un po' con noi...* lancio uno sguardo verso le stelle indicate da Melkor...sono così diverse da quelle che vedo ogni notte da Taniquetil....mi manca quella montagna, mi manca Varda..e le nostre ancelle* So che Valinor non fa per te...e non ti costringerò a trasferirti da noi...ti chiedo solo un favore. Devo ancora parlarne con gli altri, ma...ti piacerebbe essere di nuovo annoverato negli Aratar? *do un sorso...mentre i miei occhi si perdono nella bellezza del cielo stellato* So dei due Figli di Feanor....chiederò consiglio a nostro padre per quanto riguarda il Silmaril....deve essere stata opera sua...anche l'eruzione di Erebor. Sai, le nubi hanno fatto il giro di Arda due volte.

 

Melkor [Dreamlands]

Un antico Adagio di Zura recita più o meno così...

"Si dice che le Stelle

ringrazino la Notte

poiché su altro paramento

non splenderebbero più belle.

E il bardo ringrazia le Stelle,

la Notte e all'Universo

dicendo che è colpa di quelle

se esistono Musica,

Canto e Verso"

*La notte si stava appena affacciando sulle terrazze della città fra le nuvole ed una luna inquietante e diafana si levava lentamente all'orizzonte, una nave diretta a Selephais era appena salpata dal porto occidentale ed ora galleggiava leggera fra le nuvole, candido lo scafo, candide le vele, era come una gemma di Silime che solcava il cielo... Fu allora che venne colto da una repentina visione: Melkor vide se stesso in Forma di Potenza ed armato di fulmini, librarsi nel cielo sopra le verdi distese di Endor, puntando l'Antica nave che da Ere custodiva il Silmaril del firmamento.

Mamwe stava ancora gustando l'ultimo sorso dalla bottiglia e non si accorse di nulla.*

Ohi... diamine fratellino, mi sei diventato un burocrate per caso? Sono passati cinquemila anni del Sole, secolo più secondo meno, dall'ultima volta che ci siamo incontrati e tu pensi al Novero? Povero me! Lo sai che non me ne è mai importato un granché di queste cose ufficiose ma se a te fa piacere per me va bene, rimettimi pure nel Novero, tanto gli altri continueranno ad odiarmi lo stess... *Lasciò la frase in sospeso come se qualcos'altro di invisibile avesse attirato la sua attenzione* devo andare, mi stanno svegliando... addio fratellino!

*Fece giusto in tempo a sporgersi verso l'altro adagiandogli un leggero bacio sulla fronte che svanì in uno sbuffo di nebbia, ritrovandosi nel proprio letto nella Reggia di Gondor.

Fu un brusco risveglio, la testa gli doleva, levò le mani sul volto stropicciandosi gli occhi mentre una vocina acuta ed agitata gli disturbava le orecchie.

Si tiro su a fatica, facendo leva sui gomiti solo per ritrovarsi un visino sconvolto, incorniciato da capelli biondo platino, che gli urlava cose incomprensibili.*

Ouch! Mi... Myrelyn? Che accidenti...? Mi hai chiamato ancora Signor Terrore? Te l'avevo detto... *proseguì con uno sbadiglio* se l'avessi rifatto saresti stata punita *si mise seduto alla meno peggio, puntando un indice traballante verso la ragazzina* adesso mostrami quanto sei brava a miagolare, poi mi racconterai tutto da capo...

 

    

Myrelyn

*Melkor si sveglia con fatica, sbadigliando e strofinando gli occhi come un comune mortale, e cavolo di tutte le parole che ho detto proprio sul nomignolo ha fatto attenzione.

Quando mi punta contro il dito ribadendo che mi avrebbe punito sento un brivido di paura scorrermi gelido lungo la schiena.*

Mostrami quanto sei brava a miagolare

*Le sue parole mi confondono, temevo di dover affrontare un processo lancinante e di ritrovarmi anche io nel corpo di un gatto. Invece sono ancora in ginocchio davanti a lui.

Ma quando provo a parlare l'orribile verità mi colpisce con tutta la raccapricciante realtà. Di bocca mi escono solo miagolii, come se fossi un micetto sotto forma umana.*

Miaooo! Miaooo! Miaooo!

"Mairon! Aiuto! "

*Invoco con il pensiero sperando mi senta e capisca e possa fare qualcosa per aiutarmi.*

Miaooo! Miaooo!

*Cerco di supplicare Melkor ma non so se lui può capire i miei miagolii o se si sta semplicemente divertendo un sacco con una punizione che, devo ammettere, è comunque molto meno tremenda di quanto poteva certamente fare*

Miaooo! Miaooo miao miao, mia!

"Per favore signor Divino! Perdono! Ti chiedo scusa, ero sconvolta!"

Penso cercando di indirizzare a lui i pensieri e infondendo quanto mi dispiace e tutta l'urgenza che provo in ogni pensiero e miagolio*

Miaooo! Miaooo!

*Lo guardo con gli occhioni azzurri imploranti, più da cucciolo triste e pentito che posso, ancora in ginocchio a mani giunte. Lascio affiorare le lacrime.*

"Ti prego signor Divino! Ho sbagliato lo so e mi dispiace tanto! Ma solo tu puoi aiutarmi! Solo Tu! Per favore ti prego signor Divino!"

*Tendo piano una manina verso di lui continuando a miagolare disperata e a inviargli i miei pensieri con tutte le forze che ho*

Miaooo! Miaooo!

"Ti prego, sono anche amici di Inmwe! Se non vuoi farlo per me fallo per lei. Per favore!"

*Sento Mairon avvicinarsi ma non oso distogliere lo sguardo da quegli occhi ambrati così incantevoli e profondi e antichi e malinconici e saggi*

"Oh cavolo spero non abbia sentito anche questi pensieri!"

Miaooo miao miao miao miaooo!


Tevildo

*Seguo Myrelyn ancora assonnato, mi ha addormentato sicuramente Melkor per combinare chissà cosa approfittando del mio sonno...Adar e Alcare in pericolo?*

"Melkor riprenditi dannazione e stai attento a trattare bene la piccola"

*Mi lecco la zampina odiandomi mentre lo faccio, ma in effetti mi viene spontaneo...non vedo l'ora di riavere il mio corpo, detesto sentirmi così impotente

Ma Adar e Alcare in che pericolo possono essere? Stavano andando verso Mordor.. uhm

Ecco...ora anche Myrelyn miagola, accidenti!*

*Non c'è nulla che possa fare, salgo con un balzo sul letto e mi accomodo fissando la scena senza riuscire ad evitare di sentirmi divertito.*

"Ehy voi due quando avete finito, io devo prendere la medicina.

Muovetevi "

*Lancio ad entrambi il mio migliore sguardo di disprezzo e supponenza felino ma continuano a NON CALCOLARMI?

Ora vi faccio vedere io cosa significa ignorarmi..

Mi alzo sulle zampe posteriori ed inizio a farmi le unghie sulla testiera del letto, avendo cura di prendere inavvertitamente, ovviamente, i capelli di Melkor sotto le unghie, strappandoli e tirandoli.. però, è davvero piacevole farsi le unghie così..*

Mewww…


Centro medico di Barad Dur, Calathrim (l’antica Mordor)

Emrys: *Il corpo di Emrys giace in una delle capsule curative, danneggiato come mai prima d’ora.

Bruciature, squarci, lividi… sembra che sia scampato per un soffio alle fauci di un Balrog.

Ma in verità, colui che lo ha ridotto in questo stato è ben più pericoloso di qualsiasi bestia partorita dalla sua mente diabolica, un essere la cui fiamma inestinguibile lascerà il suo orrido marchio non solo su quel corpo fatto di carne e sangue… ma anche sullo spirito che vive al suo interno.

Le pareti della sua forma mortale si stanno sfaldando con ogni secondo che passa, sempre più deboli, incapaci di contenere ulteriormente la sua energia.

Presto non saranno più in grado di confinarla sul piano mortale… e allora, l’anima del Maia tornerà nelle sale edificate al di là di questo mondo, ove concetti come la morte sono solo passeggeri se paragonati all’eternità dell’esistenza.*

Mia signora *gracchia Emrys, incapace anche solo di aprire gli occhi* Siete qui? P-per favore… fatemi sentire la vostra voce…

 

    

Measse*mi avvicino alla capsula medica...non sono ancora entrata nelle sale mediche per guardare come lo ha ridotto Melkor. Mi sono rifiutata di vederlo finché Lotus non mi ha convinta a salutarlo, almeno. Appoggio una mano sulla capsula....e noto le iniziali di Inmwë sulla sua fronte. Sanguinano ancora, nonostante alcune ferite siano state curate....* Sono qui....Emrys, faremo di tutto per salvare il tuo corpo. Andrà tutto....bene. *non riesco quasi a parlare tra le lacrime* Melkor non la passerá liscia, questa volta.

 

Ashla

*Da quando Emrys è stato messo nella capsula medica, Ashla non ha abbandonato neanche per un secondo il suo capezzale. Non riesce quasi a guardarlo...Come è possibile ridurre un corpo umano in quello stato? Cerca di trattenere le lacrime. Quello non è rigore o accanimento verso un nemico, no, quello è puro sadismo...Come è possibile combattere contro un essere così? Nella sua disperazione, occhi a terra, sente dei passi...E' lei...si chiedeva perché Measse non fosse ancora venuta a far visita al suo Maia, che le era sempre stato fedele al punto di farsi torturare e praticamente uccidere solo per lei.*

- Mia Signora... - *Si alza in piedi lanciandole uno sguardo disperato e torcendosi le mani* - Cosa possiamo fare? Cosa possiamo fare per lui? Cosa dice Lotus? - *ma ha paura di sentire la risposta....*

 

Lotus

*In piedi accanto alla capsula controlla con aria grave e fronte aggrottata i dati del monitor, prendendo con le dita affusolate il report cartaceo fuoriuscito e leggendolo attentamente

Poi fa un sospiro scrollando la testa e si rivolge alla Valie e alla sua Maia che lo fissano ansiosamente*

Mi spiace mia Signora...ho fatto tutto il possibile ma ..il suo corpo è spezzato.

E il suo spirito...ecco, è in uno stato ormai che travalica le mie possibilità di guarigione, Signora

Non c'è nulla e nessuno in Arda che possa salvarlo.

Facciamolo andare in pace ..ecco, questo posso farlo

Andar via dolcemente, senza dolore ... dolore ulteriore

Perché in tutta la mia vita di medico Signora le giuro non ho mai, mai, visto un tale scempio su un corpo

Mai.


Emrys: *Emrys fa appello alle poche forze che gli sono rimaste per arricciare appena le labbra in un sorriso stanco quanto addolorato... eppure felice, perchè sebbene consapevole che questi siano i suoi ultimi istanti in questo corpo mortale, almeno li passerà non solo in compagnia della sua signora ma di persone che hanno provato salvarlo e che nutrono sincera preoccupazione nei suoi confronti.*

Non... non piangete per me, amici miei... *sussurra* mia signora... sono giunto a questa situazione di mia spontanea volontà, conscio dei rischi che avrei corso una volta scelto di accompagnarvi in questo mondo... quindi non piangete, perchè so di aver fatto tutto il possibile per aiutarvi... quindi il mio cuore è in pace.

*Un'ombra gli cade sul volto*

Ho cercato di resistere all'interrogatorio di Melkor... ma sfortunatamente sono solo riuscito a guadagnare tempo, poiché le vie... le vie dell'Oscuro Signore sono fin troppo infide per qualcuno come me. Ma nel mentre io... io sono anche riuscito a cogliere preziose informazioni.

Ora so che due Elfi viaggiano con un Silmaril verso queste terre... inconsapevoli della vostra presenza... inconsapevoli della trappola in cui potreste imprigionarli...

*Tossisce, sputando rivoli di sangue vermiglio*

 

    

Measse 

*quindi....Melkor ha lasciato andare Adar ....o meglio....deve essere fuggito...molto interessante* grazie della preziosa informazione, Emrys. ti sei rivelato più utile di quanto mi aspettassi...*mi rigiro l'Unico sul dito...in attesa di poter parlare con il mio luogotenente e fermare Adar e la sua compagna...per avere quel Silmaril* Ricorda...di dire ad Eonwe che Melkor è tornato....di preparare le Armate dell'Ovest, in caso si arrivi alla battaglia. *ho sentito voci di una possibile rivolta dei Maia....devo stare attenta a coglierne ogni minimo accenno in Ashla o Emrys...*

 

Ashla

*Si rende conto improvvisamente che questi sono davvero gli ultimi momenti di Emrys come essere umano, tra poco tornerà nella sua forma spirituale e non lo vedrà mai più come lo ha conosciuto. Trattiene le lacrime, ha un incoercibile moto di rabbia nei confronti delle condizioni in cui i Maiar sono a volte costretti a vivere. Servire, aiutare, collaborare ma essere comunque sempre dei subalterni, e morire se è necessario alla loro missione...e con una sorta di orrore, guardando il corpo martoriato di Emrys, si accorge che lui sta morendo felice di aver servito la sua Signora fino all'estremo sacrificio...*

-No...No...non è giusto... - *Questa volta non riesce a reprimere i singhiozzi, e si torce le mani guardando gli occhi del Maia che si stanno a poco a poco spegnendo.*

 

Lotus

*Lo sguardo fisso sul diagramma del monitor, una linea verde come la speranza che non c'è più per il Maia, linea sempre più lenta ed irregolare, pensa quanti ancora dovrà vederne morire...ogni vita salvata non lenisce mai il dolore della perdita, pur se sa che per loro la morte terrena è solo un passaggio per le aule di Mandos da cui, sempre se è nel loro destino, torneranno per completare il loro dovere in Arda.

Stancamente si passa la mano sugli occhi, mentre la linea torna per un attimo come viva e vitale in un ultimo disperato singhiozzo, per poi diventare un suono sibilante e piatto*

Signora...lo spirito di Emrys ha iniziato il suo ritorno alle aule che lo attendono...mi spiace

*Sussurra chiudendo con un tocco lieve della mano gli occhi ancora sbarrati nel dolore del Maia*

 

Emrys: *Nell’istante in cui l’ultimo respiro di vita abbandona il corpo mortale di Emrys, il Maia si sente “tirare” verso l’alto da una forza invisibile.

Ma non è il suo corpo di carne e sangue a sollevarsi… bensì il suo spirito, che sotto forma di una massa di pura luce, informe e impossibile da descrivere con semplici parole mortali, attraversa tempo e spazio con la stessa facilità con cui una goccia d’acqua passa dalla foce di un fiume fino al mare, mescolandosi con tutte le altre.

Lo spirito di Emrys continua a salire, sempre più in alto, abbandonando concetti come il fisico e il materiale, spostandosi nel mezzo di infiniti eoni e distanze, fino a fermarsi bruscamente.

La luce lascia temporaneamente posto all’oscurità… e poi, un nuovo bagliore, pallido ed etereo, squarcia quel mondo di tenebra come fece il primo di raggio di sole nella notte un tempo eterno, permettendogli di distinguere i suoi dintorni ancora una volta.

Non si trova più sul piano mortale, e di certo non è più nella Terra di Mezzo. No… lui è in un altro posto, dove il dolore provato fino a pochi istanti prima non ha più la benché minima importanza, dove rabbia e delusione lasciano rapidamente posto a sollievo e contentezza.

E in mezzo a tutto questo… avverte una presenza familiare.*

I miei sensi mi stanno forse ingannando… oppure sei proprio tu, fratello mio?

 

Eonwe

Sono io, fratello... bentornato

*La luce sembra splendere ancora più vivida in milioni di fiammelle abbaglianti, come se la luce stessa esultasse di gioia nel riavere Emrys nella sua gloria.

Emrys il conciliante , il meditativo, Emrys luce della ragione e fermezza di intenti, saldo baluastro di dovere e raziocinio.

Eonwe tende le mani verso di lui prendendo le sue*

Felice è il mio cuore nel rivederti e nello stesso tempo triste poiché avverto che molto dolore e molta oscurità hai attraversato Emrys ed essi pesano sul tuo spirito come un'ombra di gelo improvviso ed inaspettato sulla bellezza di petali appena schiusi..dimmi, che notizie da Arda? Cosa è successo che ha causato il tuo ritorno?

*Attende una risposta mentre dentro di sé già immagina cosa abbia causato la morte terrena del Maia ..un altro sacrificio compiuto in nome del cieco dovere, il solo ed unico scopo per cui i Maiar sono stati creati. Servire, essere meri strumenti sacrificabili nelle mani del Vala di turno ..*

    

Ashla

*I suoi occhi si fissano sul monitor, su quella striscia verde ormai lineare, immobile, ineluttabile, definitiva. La speranza è morta. Emrys è morto, tutto è finito compresa, e quello almeno un poco le da sollievo, anche la sua sofferenza...Chissà se mai lo rivedrà, se avrà nuovamente il permesso di tornare in un corpo umano, di continuare a servire la sua Valië per cui ha dato la sua vita incarnata senza la minima esitazione.

Stringe i pugni fino a conficcarsi le unghie nei palmi... Emrys...stupido Emrys...troppo hai amato Measse per accettare questa orribile fine...Ma non potevi fare altro, per tua stessa natura.

Ma, pur sapendo che le cose non avrebbero potuto andare diversamente, non può evitare di sentirsi ferita dalla sorte dei Maiar. Avrebbe avuto lei la forza di Emrys, se la sua Signora avesse deciso si scambiarne i ruoli? Non lo sa...è una domanda troppo pericolosa, meglio non pensarci. Si asciuga un'ultima lacrima a si volge a Measse alzando lo sguardo su di lei anche se ha ancora gli occhi rossi e lucidi di pianto.*

- Qui non abbiamo più nulla da fare, purtroppo...Signora, avete ordini? C'è qualcosa di urgente di cui occuparsi? -

    

Measse

*sorrido fra le lacrime....purtroppo non avremmo tempo di piangere la morte di Emrys...dobbiamo agire prima di Melkor....dobbiamo prevedere le sue prossime mosse* Conosco il dolore che provi...l'ho provato anch'io...quando Makar venne ferito gravemente nella Guerra delle Potenze. Un dolore insopportabile da parte mia. Ma...dobbiamo agire prima di Melkor, o lui avrà la meglio di nuovo....e non ci sarà ritorno dall'Oscurità. *mi avvicino a lei, asciugandole le lacrime* Due Elfi stanno per entrare a Mordor....e con loro hanno il silmaril che Emrys doveva consegnare a Maglor. Forse uno di loro...è proprio Maglor.

Intercettali....e portali qui. Intanto, cercherò di contattare Bogan....e, magari anche Manwe....visto che Emrys farà ritorno a Taniquetil

    

Ashla

*Le parole della Valië la riportano alla realtà e si lascia sfuggire un piccolo sorriso. Ora quasi si pente di aver avuto quei brutti pensieri...Ilùvatar li ha creati per assistere i Valar, il compito dei Maiar è quello, ed ora si rende conto che anche Measse ha sofferto terribilmente per quanto è accaduto a Emrys, anche se non l'ha dato completamente a vedere.

Bogan...chissà...se la sua controparte arrivasse forse le verrebbe restituito l'equilibrio che in questi giorni le difetta...Vedremo, pensa...ora occupiamoci degli ordini.*

- Signora...vado ad occuparmi di questa storia. Col vostro permesso... - *gira sui tacchi ed esce dalla sala capsule, cercando di mettere ordine nei suoi pensieri agitati.*

    

Measse 

*rimasta sola, apro la capsula che teneva Emrys in vita...e abbraccio il suo corpo ormai vuoto....non riesco a smettere di piangere.* Manwe, ti prego..ascoltami. Lascialo tornare...lascialo tornare da me. Il suo compito non è terminato. Ti prego....ho bisogno di lui

    

 

Emrys: *Emrys abbassa tristemente la testa, consapevole del tumulto che le sue prossime parole potrebbero provocare al fratello... ma anche a tutti coloro che per molto tempo avevano vissuto nella convinzione che il Grande Male non avrebbe più macchiato la bellezza della creazione di Eru con i suoi infidi e disgustosi propositi.*

Temo di essere portatore di notizie tutt'altro che liete *sospira, sentendosi ancora stanco e dolorante nonostante l'assenza di un corpo fisico* In qualche modo che ancora non riesco del tutto a spiegarmi, Melkor cammina ancora una volta per la Terra di Mezzo, libero dalle catene del vuoto. E come puoi immaginare dal mio ritorno... non ha certo perso la sua propensione nel torturare e uccidere chiunque possa rivelarsi una minaccia o anche solo un fastidio per i suoi piani... che sia o meno un parente. Ho provato con tutte le mie forze a nascondergli la presenza e gli obiettivi della mia Signora, senza troppo successo.

*China la testa*

Di questo mi scuso profondamente, pregando il perdono dei Valar.

 

Eonwe

Il Maligno...libero

*Sussurra quasi, non volendo macchiare la pace e la luce col nome del peggior nemico di ogni Valar o creatura in Arda*

Se non lo sentissi dalla tua voce non lo riterrei possibile... la rabbia e lo sdegno dei Valar scenda e si abbatta come scure su legno secco su chiunque sia stato a causarne il ritorno

*Tuona mentre cerca di confortare il fratello stringendogli le mani sulle spalle*

Emrys... fratello mio, ascoltami

*Dice guardandolo negli occhi*

Ora vorrei dirti "Riposa in gloria fratello e scorda i tormenti terreni" ma sai che non spetta a me una tale decisione e neanche a te, purtroppo...noi Maiar non possiamo decidere, possiamo solo ..ubbidire e compiere il dovere che ci è stato assegnato e tu questo lo sai già.

Se altri ti richiameranno a seguitare il tuo compito terreno ..so che ubbidirai senza un lamento

Forse un giorno cambieranno le cose e anche noi avremo libertà..forse anche noi Maiar saremo liberi di decidere per noi stessi e scegliere la nostra strada..

*Sussurra come tra sé e sé*

Ma per ora ti dico: va', riposati. Recupera energia e pace fratello mio a cui vorrei augurare solo riposo ..

*Si sofferma a fissarlo prima di lasciarlo andare*


Emrys: *Emrys abbassa il capo in un gesto di reverenziale accettazione.

Per quanto vorrebbe poter dimenticare gli orrori subiti nella Terra di Mezzo, sa bene che un simile destino potrebbe toccare a tantissime altre creature innocenti, per non parlare dei suoi amati parenti.

Non può, in buona coscienza, starsene a guardare mentre Melkor continua a deturpare l'opera dell'Uno con i suoi oscuri propositi di dominio e potere. Ecco perchè riposerà quel tanto che basta per riguadagnare le forze... e poi, ancora una volta, farà del suo meglio per assistere i Valar e coloro che combatteranno per la salvezza di Arda.

E in particolare, metterà il suo corpo e la sua anima al servizio della sua Signora, pronto a sacrificarsi se necessario.*

Grazie, fratello *sussurra, accennando per la prima volta dal suo ritorno un debole sorriso* Sono al servizio dei Valar, come sempre... quindi continuerò a servire al meglio delle mie capacità. Così ho detto... e così sarà fino alla fine dei tempi.

 

Eonwe

*Osserva pensieroso Emrys che si allontana, scuotendo la testa fra sé e sé*

"Dubito che Emrys possa essere dei nostri...troppo legato al suo dovere, al sacrificio...troppa adorazione per Measse, non sarà mai in grado di agire in autonomia.

O forse sì?

Vedremo..."

*Sa che dovrà andare a riferire ciò che Emrys gli ha detto su Melkor, non sarà facile..e le conseguenze potrebbero essere preoccupanti.

Parlerà a Varda... sarà poi lei a riferire a Manwe.

Il suo dovere gli impone di riferire direttamente a lui ma Eonwe già da tempo agisce sottilmente in autonomia... arriverà il giorno della liberazione dei Maiar, ne è certo*

Cancello Nero, Calathrim (l’antica Mordor)


Adar

*Nell’istante in cui gli occhi di Adar scorgono l’alta sagoma del nero cancello, una profonda sensazione di sollievo comincia ad accarezzargli il cuore.

Presto potrà finalmente riabbracciare sua moglie e suo figlio… e allora, potrà anche dimenticare – anche solo temporaneamente – gli orrori e le sofferenze che è stato costretto a rievocare negli ultimi giorni, dalla sua prigionia per mano di Morgoth fino ad arrivare alla brutale umiliazione subita per spada di Sauron.

Tuttavia, man mano che il cavallo si avvicina e l’alta ombra del cancello li sovrasta… Adar comincia a sentire anche qualcos’altro.

Un brivido lo percorre da capo a piedi, come un avvertimento silenzio… il presagio che sia successo qualcosa di terribile. La sensazione di trovarsi davanti ad un periglio… e non uno qualsiasi, ma abbastanza serio da suscitare timore e prudenza anche in un guerriero millenario come lui.*

L’aria di Mordor sembra… strana *borbotta, mentre si rivolge a sua sorella* Lo senti anche tu? È come se fosse permea di qualcosa… qualcosa di sbagliato.

 

Alcare

*guarda il cancello ed una strana sensazione pervade anche lei*

Hai ragione ma non riesco a comprendere cosa sia... o magari sono io

*conclude con un piccolo sorriso*

 

Adar

*Adar rabbrividisce alla conferma della sorella... eppure, sono le sue parole successive a confonderlo, spingendolo a scrutarla con attenzione.*

Tu? *domanda con un pizzico di perplessità* Abbiamo avuto le nostre divergenze come tutti i fratelli di questo mondo, ma non rammento di aver mai provato un simile disagio in tua compagnia. Non vedo come potresti essere la responsabile di questa sensazione... a meno che tu non mi stia nascondendo qualcosa di cui ancora non sono a conoscenza...

 

    *Il ronzio di uno speeder in lontananza si intensifica fino ad avvicinarsi ai due viandanti.

Il mezzo ferma proprio accanto ad Adar, il pilota che indossa sull'uniforme lo stemma dei soldati di Gondor, allunga all'elfo una busta sigillata*

Da parte della Regina Inmwe Messer Adar, è urgente

*Dopodiché riparte in velocità allontanandosi da Mordor*

 

Alcare

Mi dispiace che tu ti senta a disagio in mia compagnia, il fatto che proviamo entrambi la stessa sensazione non significa necessariamente che sia colpa di uno dei due. Magari semplicemente è una prova del nostro legame *dice alzando le spalle: la verità è che avrebbe voluto abbracciarlo ma sapeva che probabilmente non avrebbe apprezzato . L'arrivo del messo la stupisce*

Una lettera? Che sarà successo?

 

Adar

*Sorpreso, Adar afferra la lettera e lascia correre il suo sguardo su di essa, contemplando ogni parola con estrema attenzione. Arrivato alla fine, la sua espressione passa da corrucciata a sinceramente toccata, mentre si rivolge alla sorella*

Sembra che uno dei miei parenti abbia deciso di offrirci asilo fino a quando le acque non si saranno calmate. A Barad-Dur, più precisamente... un luogo che ha sempre fornito rifugio e protezione a quelli della mia specie.

*Si rivolge al nero cancello*

Dopo aver prelevato la mia famiglia, immagino che sarà un buon luogo come un altro per attendere la fine di questa tempesta. Naturalmente sei libera di venire... sebbene sia consapevole del cattivo sangue che scorra tra gli elfi e gli orchi. Ma ti posso promettere che, fintanto che sarai in mia compagnia, non ti faranno alcun male.

 

Ashla

*Si materializza dietro al Cancello Nero, una figura alta e luminosa di donna che indossa un'armatura argentata. Ad un suo gesto il Cancello si apre e lei sorride ai due elfi*

- Benvenuti a Mordor, siete attesi entrambi a Barad-dur...Vogliate seguirmi, prego... - *Si volta e si incammina, i due la seguono ed il Cancello si richiude silenziosamente dietro di loro...*

 

Alcare

*osserva l'espressione del fratello cambiare e ne è sollevata*

Non ho nessun problema a riguardo e so che sarò al sicuro con te, in fondo i tuoi parenti sono anche i miei e tutto il resto...beh lo supereremo in un modo o nell'altro *dice con un lieve sorriso *

 

Adar

*Gli occhi di Adar si spalancano come piatti al cospetto di quella visione improvvisa.

La sensazione di essere al cospetto della Luce di Valinor stessa… quei lineamenti al limite della perfezione… la canzone che comincia a riecheggiare nella sua testa sotto forma di una musica lenta e calmante… questi sono tutti indizi sulla vera natura di colei che si è appena manifestata di fronte ai due Elfi: una Maia.

“Di questi tempi sembrano spuntare fuori come i funghi” *pensa con non pocca rabbia e preoccupazione, poiché non vede alcuna ragione per cui un servo dei Valar dovrebbe recarsi a Mordor… se non per epurare i suoi figli dalla faccia della Terra di Mezzo, compresa la sua famiglia di sangue.

Che Eru abbia deciso di estirpare una volta per tutte l’impronta di Melkor dalla sua creazione altrimenti perfetta? Oppure c’è un’altra ineffabile ragione che ha spinto questa Maia a raggiungere le terre oscure?

Cautamente, comincia a incamminarsi verso il Nero Cancello, lanciando un’occhiata laterale ad Alcare*

Tutto questo non promette affatto bene, cara sorella…

 

    

Ashla

*La Maia percepisce la tensione dei due elfi che camminano dietro di lei. Sorride... Dopo aver fatto chiudere con un semplice e quasi annoiato gesto il Cancello, per escludere qualsiasi via di fuga qualora i due sospettassero qualcosa, con ragione o meno, si volta verso di loro cercando di apparire serena e rassicurante*

- Stai cercando la tua famiglia, lo sento... - *dice rivolgendosi all'elfo maschio, di cui capta il desiderio e la fretta di riunirsi ai suoi cari* - Non temere, ti condurremo al più presto da loro, che ti stanno attendendo con ansia. Ma prima dovete incontrare chi regna in questo luogo, la persona a cui dovete la vostra salvezza e la salvezza di chi vi sta a cuore. Quindi seguitemi... -

*Riprende la strada verso Barad-dur...Measse deve essere davvero ansiosa di vedere quei due...*

 

Alcare

*ricambia l'occhiata preoccupata del fratello: il cancello si è chiuso un po troppo velocemente per trattarsi di una semplice visita di cortesia ma per ora meglio evitare di mettere la Maia in agitazione*

Naturalmente. Come potremmo rifiutare di incontrare la persona a cui dobbiamo la vita.

*risponde in tono basso e pacato*

    

Measse 

*appena avverto la presenza di Ashla all'interno della fortezza, preparo subito l'accoglienza per gli ospiti. La mia Dama di compagnia, un'Orchessa di nome Gashnack, si affretta ad acconciare la mia chiona alla guisa di Naboo e ad aiutarmi a sistemare l'abito impreziosito da gemme lucenti che indosso. Muovo la mano con l'Anello per pulire e spolverare il trono...e chiamo a gran voce il Maggiordomo di corte, Pregu.* Fa preparare del tè ed una buona selezione di pasticceria. I nostri ospiti avranno fame. Fai allestire il mio ufficio, sarò lì fra poco *mentre lui e la squadra di servitori Elfi, si affrettano ad eseguire gli ordini, sorrido a Grashnack...e le indico che può sedersi accanto a me. A volte, gli Orchi sono ancora timidi...hanno paura che possa tortur2arli..come faceva Sauron* Benvenuti, Maglor e Alcare, figli di Feanor.

 

    

Adar: *Gli occhi di Adar si spalancano in riconoscimento a quella voce fin troppo familiare. Perché come potrebbe mai dimenticarla, quando ha accompagnato i suoi pensieri fin dalla prima volta in cui la udì nel cuore della notte?*

Tu *borbotta, cauto e contemplativo in egual misura* Tu sei... colei che ha invaso i miei sogni. Non ti ho mai visto di persona, ma non potrei mai scordare il suono della tua voce.

*Compie un passo protettivo di fronte ad Alcare, poiché chiunque possieda una simile capacità potrebbe trattarsi di un Maia... e ormai ha passato troppo tempo in compagnia di Sauron per potersi fidare ancora una volta dei servi dei Vala. *

Chi sei? Come conosci i nostri nomi? E perchè affermi di avere diritto su queste terre, quando Mordor non ha più avuto sovrani dalla caduta di Sauron? Ormai gli Uruk sono un popolo libero!

 

Alcare

*rimane stupita dal gesto protettivo di Adar ma guarda la donna negli occhi e fa un piccolo passo in avanti*

Pare che tu conosca bene sia noi che la nostra famiglia, Dici che ti dobbiamo la vita ma noi non sappiamo nulla di te , dicci dunque chi sei e perché ci hai convocato qui. *dice in tono risoluto*

 

    

Measse 

*mi alzo dal trono e guardo Alcare dritta negli occhi, evitando lo sguardo indagatore di Maglor....* Tahenys Isilme, Valie dell'Energia Vitale, Protettrice della Fiamma Imperitura. Ultima fra gli Aratar, Figlio di Feanor. Voi Noldor mi conoscete come Measse, ma ho abbandonato quel nome da molto tempo *il mio tono non è minaccioso, non farò del male a loro...* la tua famiglia è al sicuro. Tua moglie ed i tuoi figli stanno bene. E...tranquillo, gli uruk non sono schiavi. Quelli che vedi qui, hanno ricompense per il loro lavoro a Barad Dur. Ricompense in denaro. Molti di loro...restano a Mordor perchè è loro desiderio. *stanno anche aprendo scuole e molti servizi sono già attivi....gli Uruk stanno diventando un Popolo al pari degli Elfi* i bambini vanno a scuola, alcuni anche fuori da Arda. Non preoccupatevi, siete al sicuro qui.

 

    

Adar

*Adar assottiglia ulteriormente lo sguardo, in parte sorpreso da una simile generosità... e in parte ancora più sospettoso, poichè mai prima d'ora una Vala aveva scelto di camminare su queste terre e assistere la razza maledetta da Morgoth. Era mossa semplicemente da altruismo... oppure, dietro le sue azioni c'era una motivazione molto più sinistra?*

Perchè adesso? *domanda inquisitorio* Gli Uruk hanno sofferto fin dal giorno in cui la nostra pelle venne esposta per la prima volta alla luce del sole. Perchè mai una Vala dovrebbe preoccuparsi della nostra razza... a meno che non abbia a che fare con il SUO ritorno? *aggiunge, in riferimento all'Oscuro Signore in persona*

 

    

 

Alcare

*sostiene il suo sguardo senza timore, c'è qualcosa in quella conversazione che non le piace*

Bene, gli Uruk sono al sicuro quindi presumo anche la moglie di Adar e i suoi figli. Ma non ci hai ancora detto come mai ci hai convocato qui. Cosa devi comunicarci?

 

    

Measse 

Non ha a che fare con il ritorno di Melkor, mio caro Maglor...*anzi... vorrei rispedirlo nel Vuoto* temo la sua venuta qui, come tutti voi. Vi ho convocati per mettere al sicuro il silmaril nelle Sale dell'Eterno Candore. Per proteggerlo da Melkor e Mairon e da chiunque possa cercare di appropriarsene *il mio sguardo si concentra su Alcare, so che lo ha lei* voi Uruk potete, finalmente, avere la libertà e vivere nella grazia di Eru. Sto aprendo scuole, università ed asili per coloro che vorranno studiare ed arrivare al pari degli Elfi di Valinor...dei Grandi del Passato.

*Lo sguardo di Maglor è fin troppo serio* ovviamente, non voglio il silmaril per me. È vostro e vi spetta. Ma qui sarà protetto....questa torre è tenuta in piedi dal potere dell'Unico. Nemmeno Melkor può entrare....sebbene, sappiamo che ha usato la stanza in Mithril per arrivare in Arda.

 

    

Adar

*Adar abbassa lo sguardo, rimuginando seriamente sulle parole della donna.

Da una parte, sembra fin troppo bello per essere vero... e se c'è una cosa che ha imparato dopo essere diventato un Uruk, è che sono davvero pochi i casi in cui qualcuno sceglie di fare del bene senza un qualche tornaconto personale.

Tuttavia... la presenza di una Vala su queste terre potrebbe effettivamente fornire a Mordor quel tipo di protezione tanto necessaria contro individui come Morgoth... specialmente alla sua famiglia.

Si rivolge ad Alcare.*

Tu cosa ne pensi? *le chiede con un sussurro* Starà dicendo la verità? Oppure è l'ennesima entità che aspetta solo il momento propizio per schiavizzare la mia specie?

 

Alcare

Non ne sono sicura, anche a me sembra troppo bello per essere vero, troppo facile.

Scusa e perché mai noi dovremmo fidarci sulla parola?

*dice stringendo inconsapevolmente il silmaril*

 

    

Measse: Non oserei mai chiedervi qualcosa senza offrirvi altro in cambio, di eguale valore. *Ho già fatto preparare due appartamenti per loro, colmi di ogni confort. * La tua famiglia, Maglor...è già nei suoi appartamenti...degni di un principe dei Noldor di Valinor. E...anche tu, Alcare, avrai un tuo appartamento privato accanto a quello di tuo fratello. Non siete prigionieri qui. Potete andare quando vorrete. *Anche se non vorranno consegnare il silmaril, qui saranno comunque al sicuro da Melkor e Sauron * anche se non vorrete consegnare il silmaril, esso sarà comunque al sicuro.

So che per i feanoriani è difficile fidarsi di una Valië....ma sono sempre stata amica di vostro padre. L'unica a dargli appoggio dopo il Giuramento....

 

Adar

*Adar chiude gli occhi, rimuginando attentamente sulle loro opzioni.

Di certo non possono semplicemente sputare su tanta - apparente - generosità senza apparire nel torto... e qualunque siano le vere intenzioni di questa Vala - siano esse benigne o meno - la sua famiglia risiede in questo regno... e al momento, è l'unica cosa che gli importi davvero.*

Molto bene *sospira, mentre torna a fissare la donna dritta negli occhi* se ciò che affermi è vero, ti prego di condurmi da mia moglie e mio figlio. E niente scherzi *aggiunge, accentuando quest'ultima affermazione con la mano appoggiata sull'elsa della spada.

Sa bene che non potrebbe mai ferire qualcuno come lei, ma ciò non significa che si comporterà in maniera accomodante senza prima essersi assicurato dello stato della sua famiglia.*

 

Alcare

Non ricordo che nostro padre ti abbia mai nominato ma sicuramente la memoria mi inganna in quanto ero molto giovane ai tempi, il fatto che qui la sicurezza del silmaril sia garantita mi rassicura e per ora accetto volentieri anche io la tua ospitalità *dice con un lieve inchino ormai impaziente di conoscere sua cognata ed i suoi nipoti*

 

Measse 

*non credevo che l'ultima figlia di Feanor potesse cedere così velocemente....devo tenere Maglor sotto controllo....potrebbe scatenarsi qualcosa di grave fra i due.* Lo terrò al sicuro, non preoccupatevi...*sto per allungare la mano per prenderlo, quando sento le parole di Maglor* certo, venite. Vi condurrò da loro. Tua moglie sarà felice di rivederti. *Noto la sua mano sulla spada ed ho un brivido...* Ho detto loro cosa ti ha fatto Melkor....e qual è il tuo passato. Tuo figlio sta studiando con degli ottimi precettori Elfi

 

Adar: *Adar trattiene uno sguardo di sorpresa alle parole della Vala.

Suo figlio, un mezzo Uruk... che riceve insegnamenti da parte degli stessi elfi che per così tanti secoli hanno perseguitato e ucciso la sua famiglia? Sembra fin troppo bello per essere vero. Sembra assurdo! Eppure, questa volta non percepisce alcun inganno nelle sue affermazioni.

Quando finalmente giungono a destinazione, il suo cuore sussulta alla vista di sua moglie... colei che un tempo lo curò dalle sue ferite per mano di Sauron, quando era in fin di vita a causa del suo tradimento. Nonostante fosse un Uruk, lei lo aveva accudito per anni, permettendogli di scampare a un destino altrimenti fatale.

Con il tempo, quell'incontro si era trasformato in amicizia, poi in amore... e da quell'amore, erano nati i suoi figli di sangue. *

Mia amata *sussurra, mentre corre verso di lei e la stringe tra le braccia* Sono tornato da te... proprio come avevo promesso.

 

Acharil

Adar! Lo sapevo che saresti tornato da noi,lo sapevo!

*Lo abbraccia felice mentre sente gli occhi inumidirsi di lacrime, è stata talmente tanto senza neanche una sua notizia...ma il suo cuore le diceva che lui stava bene e che prima o poi lo avrebbe rivisto*

Vieni a vedere come sono cresciuti in questi mesi, sembra che abbiano fretta

*Sorride asciugandosi gli occhi mentre gli prende la mano per portarlo dentro dove Arondir gioca al soldato ed Elenhyl guarda estasiata il fratello mulinare la spada giocattolo*

Amori cari, guardate chi è tornato...

*Si gira verso il marito e solo in quel momento si rende conto di una presenza estranea dietro di lui

Lo fissa perplessa*

Chi è quell'elfa? Ha un viso che mi ricorda come qualcuno di conosciuto...

 

Alcare

*il fatto che si sia mostrata accondiscendente non significa affatto che sia disposta a cedere il silmaril: fa un passo indietro quando la valie si avvicina e per fortuna poco dopo si avviano verso l'appartamento dove suo fratello si getta tra le braccia della sua amata sposa e ad Alcare per la prima volta spunta un sorriso di gioia*    

 

Arondir: padre! *Mi getto su di lui con grande gioia, finalmente è tornato da noi. Non vedevo l'ora. Lascio che la giacca bianca finemente decorata si stropicci su di lui...non mi interessa l'etichetta ora* sei tornato! Sei tornato da noi! *In perfetto Quenya...lo sto imparando da qualche mese e mi ci devo allenare* qui la vita è cambiata...in meglio. Prima avevamo paura del futuro....ora, siamo liberi. Liberi, capito? Nessun Uruk dovrà più piegarsi in ginocchio....siamo liberi di andare dove vogliamo...*a parte i confini con Gondor* alcuni di noi vivono a Minas Morgul...ma chi è rimasto qui, ha un lavoro, scuole....una dignità che prima non avete mai avuto.

 

    

 

Adar: *Adar è certamente scioccato non solo dall’entusiasmo del figlio, ma anche dalle parole che fuoriescono dalla sua bocca.

A quanto pare, le affermazioni della Vala non erano affatto menzogne… ma questo non fa altro che renderlo ancora più cauto.

Davvero Measse sta cercando finalmente di riparare i torti subiti dal suo popolo? Senza alcun secondo fine? Oppure la sua intuizione iniziale era corretta? Che tutto questo sia solo un articolato stratagemma per assicurare la fedeltà degli Uruk in preparazione ad una nuova guerra? Saranno nuovamente pugnalati alle spalle?

Scuote la testa per liberarsi da simili domande, perché in fondo – almeno per il momento – non hanno alcuna importanza. Tutto ciò che conta è che sua moglie e suo figlio stiano bene e siano felici. Tuttavia…*

Le tue parole mi scaldano il cuore, Arondir *dice, mentre restituisce l’abbraccio del figlio* Ma dimmi… ci sono stati problemi dopo che i nostri nuovi... "ospiti" si sono insediati? Sparizioni, segni di un conflitto imminente... qualsiasi cosa che potresti considerare "sospettosa".

 

Acharil

*La gioia dell'aver finalmente rivisto il marito cede il passo ad una strana ed inquietante sensazione di..qualcosa di sbagliato nell'aria. Una sopita e latente tensione sembra correre sui volti di Adar e dell'elfa dietro di lei che ancora non ha saputo chi è..eppure glielo ha chiesto, perchè Adar non le ha risposto? Che legame corre tra i due?*

Problemi? No anzi..poi sai noi amiamo stare per conto nostro e da fuori non avuto notizie

Sparizioni in che senso?

*Risponde allo sposo mettendo le mani sulle spalle del figlio*

Stiamo davvero bene caro..non ci manca nulla. Beh..ci sei mancato tu

*Gli sorride dolcemente*

Ma adesso che sei qui non c'è nient'altro al mondo che possiamo desiderare..

*Avvicina poi discretamente il viso al suo mentre lo abbraccia per sussurrargli all'orecchio*

Adar..ma quell'elfa con te...chi è?


Adar

*Adar trattiene un sospiro di sollievo alle parole della moglie.

Se davvero non vi sono state sparizioni durante la sua assenza, allora è improbabile che degli uruk siano stati usati come materiale per esperimenti dalla Vala... proprio come aveva fatto Sauron quando millenni orsono aveva cercato di scovare i segreti del mondo invisibile attraverso il sacrificio della sua gente. Qualcosa che non avrebbe mai più permesso.

Si rivolge ad Alcare.*

Mia cara moglie, questa è Alcare... la mia sorella perduta da tempo *le rivela, il viso adornato da un sorriso sincero* Alcare, permettimi di presentarti la mia famiglia. Lei è Acharil, la mia compagna di vita, mentre questo giovanotto è Arrndir, il mio primogenito.

*Da una pacca sulla spalla del giovane elfo*

Per quanto riguarda la piccoletta nella culla, si chiama Elenhyl, la mia secondogenita. Spero che con il tempo imparerai a considerarli come parte della tua famiglia.

    

Alcare

*a quelle parole la giovane non può che rivelare un gran sorriso, il primo dopo tanto tempo: certo, suo fratello era vissuto lontano da lei e non avevano potuto avere il classico rapporto che si ha solitamente tra consanguinei ma l'idea che sia riuscito comunque ad essere felice la riempie di gioia e ancora di più esserne finalmente parte*

È un vero piacere per me conoscerti Acharil. *dice tendendole la mano*

E anche tu Arondir *dice in Quenya al bimbo*


Arondir: *lancio uno sguardo divertito ad Alcare, sono felice di avere la sorella di nostro padre con noi...poi lancio una veloce occhiata seria alla Valie dietro, che è rimasta in silenzio per tutto il tempo....Probabilmente sta pensando a come irretire nostro padre e la sorella.....* madre, la zia può restare con noi, vero? *spero....perchè almeno avrò una zia che può parlare in Quenya, mi servirà per i miei studi. Do la mano ad Alcare* vieni, devi vedere la mia camera...ho un pugnale elfico lì !!

 

Acharil

Ma certo che può restare, ci mancherebbe altro!

*Sorride e va incontro l'elfa abbracciandola cordialmente*

Sii la benvenuta Alcare e fai come se questa fosse casa tua!

Arondil ma insomma

*Ride fermando l'irruenza del figlio*

Sono appena arrivati, falli riposare e mangiare qualcosa prima poi sono tutti per te e per noi!

*Vede solo in quel momento la Valie rimasta dietro il gruppo, quasi nascosta e la saluta con un cenno cortese*

Signora è un onore vederla ..grazie ancora di aver fatto tornare Adar, gliene saremo grati per sempre!

Venite, andiamo a mangiare qualcosa e poi Alcare ti mostrerò la tua stanza

*Continua incamminandosi verso la sala da pranzo tenendo il marito per mano.

Qualcosa continua a non tornarle però...cosa può essere? Dovrebbe esserci solo gioia e avverte pericolo, tensione...le sembra quasi di vederli aleggiare su di loro

China il capo verso il marito sussurandogli*

Adar, ho una strana sensazione...come se ci fosse un pericolo aleggiante sopra di noi

Non so spiegartelo bene...forse sono solo stanca, non ci far caso

*Minimizza poi andando ad apparecchiare la tavola.

Ci sarà tempo per parlare con lui quando sono soli e farsi raccontare tutto quello che gli è successo.

Ma non è adesso il momento giusto*

 

    

Adar *Adar trattiene una smorfia alle parole della moglie, mentre il suo animo si riempie nuovamente di tensione e disagio.

In quanto Elfa guaritrice, la connessione di Acharil è seconda a pochissimi abitanti della Terra di Mezzo, quindi avrà sicuramente percepito il ritorno di Morgoth, pur non immaginando la reale entità dell'evento.

Sa che prima o poi avrebbero dovuto affrontare l'argomento... ma in cuor suo aveva sperato fino all'ultimo di poterlo rimandare al giorno dopo e permettere alla sua famiglia di concedersi un'ultima notte senza incubi o orride premonizioni.

Si rivolge a Measse.*

Gli Uruk sanno della venuta del loro creatore? O avete cercato di nascondere il suo ritorno?

 

    

Measse: Measse: *cerco di sorridere ad Acharil, ma so bene che percepisce qualcosa di strano...qualcosa che potrebbe minare la beatitudine di Calathrim....e la pace che sia sta creando fra i popoli che vivono qui. Questa non è Valinor, il male può entrare...e tornare a devastare le vite di uruk, elfi, uomini...e nani. Ed io non credo di poter vincere contro Melkor....è troppo potente per me e Arda risponde al suo volere, non al mio* Non sanno nulla, sto cercando di tenerlo nascosto, ma è difficile. Da fuori arrivano voci. Abbiamo accolto sfollati da Minas Tirith...chi sa del suo ritorno e capisce cosa significa, sta fuggendo e cercando un luogo dove nascondersi dall'Oscuro Signore. Adar, non so quanto reggeremo....quanto potrò tenervi al sicuro. *abbasso lo sguardo, osservando la mano ferita ....il dolore è ancora forte, nonostante le cure mandate da Pandora* Per questo vorrei tenere il Silmaril al sicuro....evitare che Melkor lo prenda e lo corrompa. *Mandos disse che Melkor avrebbe distrutto Sole e Luna....prima della grande battaglia finale....probabilmente, non si riferiva ai due corpi celesti* Vai, ora....hai diritto a passare tempo con la tua famiglia. Ci rivedremo in sala del trono, Maglor.

 

    

Adar

Non sono più Maglor *borbotta, mentre le da le spalle* Non lo sono più da molto tempo... e oramai ho perso il diritto di usare quel nome millenni fa. Maglor era un sognatore e un cantastorie. Io? Sono un guerriero con le mani sporche di sangue... nient'altro.

*Compie un passo in avanti, prima di fermarsi bruscamente. A quel punto, rivolge un'ultima occhiata alla Valie.*

A proposito... Melkor ha già avuto la possibilità di corrompere il Silmarillion, eppure ha deciso di riconsegnarmelo. Per qualche ragione che ancora non riesco a comprendere, sembra che si sia allontanato dalla sua ossessione per quelle dannate pietre... e spero sinceramente che anche il resto di voi Valar seguirà l'esempio. I Silmaril non portano altro che dolore e sofferenza. Credimi... io lo so meglio di tanti altri.

*E dopo aver pronunciato tali parole, si allontana da Measse per ricongiungersi con la sua famiglia*

 

Alcare

*ricambia dolcemente l'abbraccio della cognata*

Tua madre ha ragione Arondir, prima mangiamo poi vedrò volentieri la tua camera ed il tuo pugnale elfico *sorride al nipote per poi guardare il fratello *

Tu sei Maglor e sempre lo sarai *dice poggiandogli una mano sulla spalla e si unisce ad Acharil nell'apparecchiare la tavola*

   
 
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