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Autore: Mitsuki91    25/10/2023    1 recensioni
È quella mancata risposta a tormentarla, quel tarlo di gelosia che scava, e scava, e brucia accendendo la fiamma dell'indignazione e dell'ingiustizia.
"Perché io dovrei essere diversa?"
Lo sa, perché.
Perché è lei. Perché è Lily. E, da quando ha nove anni, lei non desidera altri che lui - e lui dovrebbe fare altrettanto.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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"La fai troppo lunga. Alla fine eravate solo amici, non è come se vi foste lasciati!"

Lily fissa Mary con espressione vuota, gli occhi rossi dopo l'ennesimo pianto. L'amica continua a blaterare cose insensate - di come starà meglio senza di lui - ma lei non ascolta più, persa nello schiaffo emotivo che l'ha colpita in pieno.

"Non è come se vi foste lasciati!"

Eccetto che lo è.

Eccetto che nessuno sa, che nessuno ha mai immaginato - è stata lei stessa, per prima, a rifuggire la profondità di quel bisogno che ha sempre avuto di lui.

Severus.

Il terrore della sua assenza che le toglie il fiato. I sogni sempre un po' imbarazzanti, che non confida a nessuno - il suo sorriso timido e il suo sguardo nervoso e il tremore di quando lui l'avvolge fra le braccia. Lei, Lily, le sue unghie conficcate nella sua pelle e un solo pensiero a riecheggiare nella sua testa.

Mio.

Solo mio.

In fondo lo sa, che non dovrebbe provare certe cose. Che non è sano essere così ossessionata da un ragazzo.

Che Severus non ha colpe per aver cercato amicizia fra le mura della sua Casa - perché, lei non ha forse fatto altrettanto?

E non è neanche quella parola che l'ha ferita, alla fine.

Sanguemarcio non significa niente.

È quella mancata risposta a tormentarla, quel tarlo di gelosia che scava, e scava , e brucia accendendo la fiamma dell'indignazione e dell'ingiustizia.

"Perché io dovrei essere diversa?"

Lo sa, perché.

Perché è lei. Perché è Lily. E, da quando ha nove anni, lei non desidera altri che lui - e lui dovrebbe fare altrettanto.

È in quel momento che decide. Di fronte all'indifferenza allegra di Mary, che dimostra per l'ennesima volta di non conoscerla affatto.

No, non si accontenterà di una non risposta. Andrà a reclamare ciò che è suo.

 

***

 

La signora Piton le apre la porta, esitando, incerta e perplessa. Lily la saluta con un sorriso striato di rabbia - ha aspettato, giù al fiume, in quel primo giorno di vacanze estive, ma lui non si è fatto vedere - e marcia decisa oltre la donna, salendo le scale, in quella casa in cui Severus non l'ha mai voluta portare ma da cui non sarà in grado di tenerla lontano.

C'è solo una porta chiusa al piano di sopra. Lily si avvicina e abbassa la maniglia, scivolando nella stanza e cercando di memorizzarne ogni ombra, ogni anfratto - alla fine, è solo una piccola camera da letto spoglia e rovinata, un armadio sbeccato alla sua destra, una scrivania sotto la piccola finestra, e un letto di ferro battuto contro una parete.

Ed è lì Severus, abbandonato a pancia in giù sul materasso, la testa infilata sotto al cuscino.

"Va via, ma'" mormora debolmente, senza muoversi.

Lily si chiude la porta alle spalle e avanza, il cuore che batte furioso e il coraggio Grifondoro che le scalda il fuoco nelle vene.

Non te la caverai così facilmente, Sev.

Appoggia un ginocchio sul materasso - affonda - e poi passa con l'altra gamba oltre, portandosi a cavalcioni sopra di lui. Si china, i lunghi capelli ramati che cadono e gli solleticano il collo, e lo abbraccia in quella posizione scomoda, facendo scivolare la mano sinistra sotto di lui e poggiandogli la guancia sulla spalla sinistra.

Severus si agita sotto di lei, muovendo le mani per togliersi il cuscino dalla testa - la sua mano si chiude, avvertendo i battiti accelerati del suo cuore oltre la stoffa della t-shirt che indossa; spavento, o forse altro?

"No" gli risponde, spegnendo l'allarme della sua reazione "Non me ne vado".

Severus smette persino di respirare. Il suo cuore si calma per un istante e poi ricomincia a pompare svelto, furioso .

"... Lils ?" sussurra, timoroso di spezzare l'incantesimo.

Lily si appoggia totalmente a lui con un sospiro, il suo basso ventre contro le ossa spigolose di un fianco, e muove appena la testa sulla sua spalla, inspirando a pieni polmoni il suo odore.

È troppo per Severus, che si libera del cuscino e si gira a metà, obbligandola ad alzarsi da lui. Lui la guarda a occhi sgranati, incerto e spaventato .

Lily alza una mano - quella libera, quella lontana dal suo cuore - e percorre con due dita il contorno della sua palpebra.

I suoi occhi sono arrossati, come se avesse pianto.

"Piangi per me, Sev?" gli chiede e lui arrossisce, distogliendo subito lo sguardo. Sorride, Lily - vittoriosa - e si abbassa per lasciargli un delicato bacio sull'angolo esterno dell'occhio. Severus sussulta, senza parole.

"Ti vergogni?" gli sussurra ancora, a pochi millimetri dalla sua pelle "Non devi. Anche io ho pianto per te. Ho pianto così tanto, Sev".

Lily si scosta appena e vede che Severus ha ripreso a guardarla, la bocca socchiusa, la domanda muta - cosa sta facendo lei lì, così, a intrappolarlo sotto di lui? A impedirgli di fuggire?

"... Perché?" si limita a chiedere alla fine, le labbra che tremano - così confuso. Così perso.

"Non mi hai ancora risposto" gli dice quindi lei "Alla domanda che ti ho fatto due settimane fa" precisa, ricordando la serata in cui lui ha implorato la possibilità di chiederle scusa " Perché io dovrei essere diversa? " ripete, e osserva i suoi occhi sgranarsi appena, la risposta che, nonostante tutto, rimane incagliata in fondo alla gola.

Sorride, Lily, intensa e terribile .

Si scosta e lo spinge di modo che lui si giri sotto di lei, facendolo rimanere non più in quella posa forzata e scomposta ma totalmente sdraiato sulla schiena - le sue braccia ricadono inermi attorno al suo viso e Severus la osserva incredulo, incapace di comprendere appieno la sua presenza in quel luogo squallido e polveroso e, soprattutto, così , a intrappolarlo sotto il suo corpo con l'ordine imperioso delle sue cosce che gli stringono i fianchi e delle sue mani che premono sulle sue spalle.

Deglutisce, mentre cerca di mantenere la sua espressione controllata.

Lily, peró, ha visto. Ha notato le pupille sgranate; il velo di lussuria che, per un solo istante, ha sconvolto le sue iridi scure.

"E mi sono resa conto di non avertelo mai detto neanche io" continua, sollevando le mani e chiudendo le dita attorno alle sue guance - afferrandolo, impedendogli di voltarsi e di sfuggire a quel confronto necessario "Perciò fammi mettere le cose bene in chiaro, Sev".

Lily stringe leggermente la presa e le sue labbra si schiudono.

"Tu non hai il permesso di diventare un Mangiamorte" stabilisce, imperiosa, chinandosi ancora verso di lui.

Vicino.

Sempre più vicino.

"Tu sei mio " conclude, osservando il desiderio invadere il suo volto con un esile sospiro prima di chiudere gli occhi e premere le sue labbra sulle sue.

Severus, per un istante, si irrigidisce sotto di lei. Lily lo ignora - forza la sua lingua fra le labbra socchiuse e, alla fine, è Severus a ricambiare quel bacio, a sollevare le braccia con uno scatto e a chiuderle sulla sua schiena, rotolando con uno slancio fino quasi a ribaltare le loro posizioni.

Sono uno accanto all'altro, ora, che si esplorano con la bocca e con le mani - Severus artigliato alla sua schiena e Lily che gli infila una mano sotto la maglietta, cercando la pelle, e che alza una gamba per attirarlo più vicino, ventre contro ventre.

Rantola, quando avverte la durezza del suo desiderio contro di lei, ed è il fuoco della vittoria che la pervade da capo a piedi mentre pensa - sì. È mio.

È mio.

Severus è mio.

Lui vuole essere mio.

E non lo lascerò più andare.

Severus si separa da lei, sconvolto, impossibilitato a sfuggire alla sua presa, a nascondere quella che ritiene essere una vergogna, ora Lily lo capisce.

Con il timore di non essere abbastanza, mai. Le voci maligne di Potter e del resto della scuola che scavano nelle sue insicurezze, nutrendo il Mostro che ha rischiato di portarlo via da lei.

Lily stringe la presa sulla sua nuca, lo costringe ad avvicinarsi ancora, a guardarla occhi negli occhi.

"Perché io dovrei essere diversa, Sev?" chiede ancora, il fiato corto, le guance arrossate di desiderio.

Intensa.

A pretendere la sua risposta.

Severus sospira, meravigliato e incerto. Sposta una mano dalla sua schiena per scostarle un ciuffo ramato dal viso e si china verso di lei, a lasciarle un casto bacio sulla guancia.

"Lily" mormora, senza spostarsi - incapace di guardarla negli occhi "Lo sai, il perché".

Lily inspira, riempiendosi i polmoni di lui .

"Dimostralo" ordina infine, afferrandolo per i capelli - con quella mano ancora affondata nella sua nuca - e tirandolo indietro quel poco che basta per essere di nuovo sulle sue labbra, a pretendere dal suo corpo ciò che la sua voce non riesce a dire.

Mio.

Sempre mio.

E io, Severus… Tua per sempre.

Severus mugugna sulle sue labbra, vinto dalla voglia di lei. La stringe ancora e affonda nella sua bocca, si muove addosso a lei quando lei inizia a strusciarsi contro il suo ventre e geme, piano, imbarazzato e comunque incapace di resistere - arreso, arreso sotto il fuoco del suo desiderio per lei.

 

"Non sono abbastanza per te, Sev?"

"Lo sei".

"Dimostralo".

 

Si separano di nuovo con il fiato corto - di nuovo con quelle risposte negate a parole ma così evidenti nella voglia che hanno l'uno dell'altro.

Severus la guarda per alcuni istanti, poi l'afferra e la stringe, la fa affondare nel suo petto magro mentre lei ricambia la stretta e si accomoda fra le sue braccia.

"... Mi perdoni, Lils?" chiede lui - timoroso nonostante tutto.

"Manderai a quel paese Mulciber e Avery e tutti gli altri?"

Resterai solo mio? Per sempre?

"Sì, Lils. Qualsiasi cosa". Una pausa, l'incertezza e l'esitazione che capitolano dalle sue labbra "Lils… È vero? O è solo una mia illusione?"

Lily sorride, contro al suo petto.

"È vero, Sev".

"Promettilo" mormora lui, premendo le sue labbra nei suoi capelli d'autunno "Prometti che non è una bugia".

Prometti che resterai solo mia, per sempre.

Lily lo stringe di più. Vorrebbe affondare nella sua pelle, toccargli persino l'anima.

"Promesso" risponde, solenne, e Severus torna di nuovo sulle sue labbra, con un gemito disperato che sa di vittoria.

 

"Perché io dovrei essere diversa?"

"Perché sono innamorato di te, Lily".

 

   
 
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