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Autore: guiky80    27/10/2023    5 recensioni
'A ogni modo qualcuno una volta mi ha detto: la carta non arrossisce, quindi lascio che sia la carta a parlare per me.'
Un uomo che vuole confessare i suoi sentimenti.
Un uomo tutto d'un pezzo che arrosisce come una scolaretta.
Allora perché non usare qualcosa che non diventa rosso? Una bella lettera magari.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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‘Scrivo questa lettera perché credo proprio che non avrò mai la possibilità di dirti tutto a voce. 

Preferirei guardarti negli occhi, vedere ogni tua reazione, ma siamo fisicamente lontani e dirtelo in video chiamata non mi piacerebbe. Allora lascio che sia questo metodo in disuso a farlo per me. Scrivo una lettera a mano, di mio pugno, tanto hai passato anni a decifrare i miei appunti in nazionale, non ti sarà difficile capire cosa sto scrivendo. Più che altro spero di arrivare in fondo e avere il coraggio di spedirla. 

Sto usando un semplice foglio bianco, non sai quanta carta da lettere vendono colorata, con i disegni più disparati o piena di cuori, cielo potrei sotterrarmi a usarne una così. Non credevo ne vendessero ancora tanta, visto il sempre maggiore utilizzo delle e-mail, dei messaggi, delle chat. A quanto pare non sono l’unico che vuole scrivere a mano, buon per me.

A ogni modo ho scelto un foglio bianco e una busta altrettanto bianca, un po’ per quello che ti ho detto: mi immagini davanti a un foglio pieno di cuori a scrivere? Io no. Il secondo motivo è più pragmatico: non so se sarai tu a ricevere la lettera, potrebbe prenderla qualche vicino, potresti vederla dopo giorni, magari sarai in trasferta quanto arriverà, vero che potrebbe essere la lettera di un’ammiratrice, di una ragazzina, magari, ma preferisco che sul tuo pianerottolo resti una busta bianca senza fronzoli, con solo il tuo indirizzo e basta.

Quante righe ho già buttato giù? Troppe in realtà, se consideri che non ti ho ancora detto quello che dovrei. Cerco di recuperare il filo del discorso.

Non posso aspettare di vederti, ho come la sensazione che se lascio passare il momento, non tornerà mai più, quindi scrivo e basta. 

Mi piaci.

Siamo grandi, adulti, forse dire mi piaci è riduttivo, ma volevo dirtelo così.

Mi piaci.

Esattamente non so da quanto, ma so che è da parecchio, da quando ancora giocavo a calcio anch’io, da quando eravamo in squadre rivali, tu correvi, forte e sicuro di te, io leggermente acciaccato, ma già capace di dirigere la difesa stando appoggiato al palo della porta… modestamente… so che ora sorriderai pensando che sono un Principino del cazzo, ma alla fine devi ammettere che è vero: io ho sempre saputo farlo!

Scherzi a parte, siamo stati amici per tantissimi anni e lo siamo ancora. Ovvio non possiamo vederci spesso, ma questo non l'abbiamo mai fatto, tuttavia ora che siamo alla soglia della ‘pensione’ almeno a livello calcistico, voglio dirti questa cosa. La realtà dei fatti è che tu sei alla 'pensione' a livello calcistico, io sono in pensione da anni, purtroppo. Il mio cuore ha sempre fatto i capricci, quindi essere allenatore era l’unica cosa che potevo fare per stare con voi e vincere con voi. 

Alleno questa squadra adesso, so che ne sei informato, mi hai fatto le congratulazioni quando ho ottenuto la panchina. Sono felice, i ragazzi mi seguono bene, non sono ancora ai livelli di essere convocati in nazionale, ma ho tutte le intenzioni di averne almeno un paio in rosa al prossimo mondiale. 

Sto scrivendo troppo, sto scrivendo tutto quello che non c'entra nulla con l'inizio di questa lettera, o meglio la metà.

Torniamo a noi: mi piaci.

Certo alla soglia dei quaranta dovrei dire: mi ecciti.

Non ridere, è così! 

Mi ecciti da tantissimo tempo, certo non da quanto eravamo bambini, non esageriamo, ma in seguito sì, siamo stati adolescenti e amici, vicini di panchina, compagni di stanza, non sai quante volte ti ho visto uscire dalla doccia nudo e ho avuto ben più di un problema da risolvere nelle parti intime.

Questa lettera forse ti sta sconvolgendo, so che sei bisessuale, me l’hai detto tu, quindi non credo che ti dia fastidio questa storia, ma è possibile che tu non provi la stessa cosa.

Se così fosse, archivia o cestina la lettera, non dirmi nulla e fingeremo che io non l’abbia mai scritta, se invece così non fosse…no, lascia stare so che non è così.

Tuttavia avevo questa necessità viscerale di scriverla, di dirti tutto, ma non viso a viso, forse sono un vigliacco, ma quando ti accorgi di essere innamorato del tuo migliore amico, non è che sprizzi coraggio da tutti i pori all’idea di dirlo.

La verità è che quando penso a te, quando parlo di te, inevitabilmente arrossisco, divento come una scolaretta alla prima cotta, questa cosa mi piace, ma me ne vergogno un po’.

A ogni modo qualcuno una volta mi ha detto: la carta non arrossisce, quindi lascio che sia la carta a parlare per me.

Ti amo.

Chiudo qui, o mi verrà il diabete, oltre ai problemi al cuore, e non me lo posso permettere.’



 

Tre settimane, tre fottute settimane da quando aveva imbucato quella lettera, pentendosene un giorno sì e l’altro anche. Non sapeva cosa gli fosse preso, cosa avesse voluto dimostrare, che poteva perdere il suo miglior amico in un secondo? Ottimo, era successo. Nessuno aveva telefonato, nessuno si era fatto vivo, quindi la lettera era stata cestinata e la faccenda accantonata.

Doveva mettersi l'anima in pace, lo avrebbe rivisto chissà quando, quindi poteva stare tranquillo, bastava evitare contatti con lui di qualunque tipo, ma visto che nemmeno gli aveva scritto, forse era stato già esaudito.

La sveglia gli comunicò che erano le sei di mattina quando qualcuno decise di suonare il suo campanello; borbottando per la scelta poco consona dell’ora, si avviò alla porta convinto di mandare via chiunque fosse dall’altro lato e dormire ancora due ore almeno.

Tuttavia rischiò di avere un nuovo problema cardiaco quando aprì l’uscio.

Borsone in spalla e sorriso nervoso, il ragazzo, anzi l'uomo, sul suo pianerottolo lo fissò, lui non riuscì a proferire parola.

“Arrossisco anch’io quando penso a te e hai ragione la carta non arrossisce, ma noi non siamo fatti di carta. Sono contento di aver ricevuto la tua lettera, la conserverò per tutta la vita, ma voglio conservare anche te, il tuo cuore, il tuo amore che finalmente può far compagnia al mio.”

Il padrone di casa sgranò gli occhi.

“Vuoi dire che…”

“Che ti amo anch'io, da tanto, e che siamo due scemi ad aver sprecato tutto questo tempo. Posso entrare?”

“Se prometti di non andartene più, sì.”

“Da casa tua me ne dovrò andare tra un paio di giorni, dalla tua vita non me ne andrò mai più.”

Chiusa la porta, lasciato cadere il borsone, finalmente le mani del nuovo arrivato arrivarono al viso dell’altro per tirarlo a sé e regalare a entrambi quel bacio tanto agognato.

“Grazie per le belle parole, Jun.”

“Se le lettere ti fanno volare da me, te ne scriverò una alla settimana, Hikaru.”






 

Angolino dell’autrice.

Come da tradizione: BUON COMPLEANNO MATSU! La cara Lenea compie gli anni anche quest’anno, incredibile…

E come di consueto non si può festeggiare senza Hikarusuo, anche se qui in realtà è più Jun… ma son dettagli.

Tantissimi auguri ancora!

E grazie alla mia betuccia Sanae77 per il betaggio a tempo di record.

Alla prossima.

Guiky80

 
   
 
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