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Autore: Alex Ally    31/10/2023    0 recensioni
Gli ultimi momenti del monaco Gyasto.
Da quando ha trovato la lettera di Aang, al come ha cercato il suo protetto mentre le prime fasi della guerra stavano iniziando a vedersi fino al suo ultimo respiro durante l'attacco dei Dominatori del Fuoco.
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gyatso
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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«Aang, non lascierò che ti portino via da me.» disse Gyasto entrando nella stanza del suo protetto, ma la trovo vuota, di Aang e delle sue cosa non c'era traccia.
L'unica cosa nella stanza era una lettera giaceva sul letto la prese e inizio a leggerla:
“Gyasto, mi dispiace, ma non posso essere l'Avatar. So che tu e tutti gli altri monaci contate su di me, però non n'è sono in grado. Può suonare egoisma e mi spiace darti questa delusione, ma io non voglio questo fardello, voglio solo riavere la mia vecchia vita perciò... non posso rimanere. Ti voglio bene, Aang.”
«No...!» disse Gyasto soffocando un grido e voltando la testa fuori dalla finestra dove si poteva vedere la tempesta che infuriava.
Lascio cadere la lettera e corse immediatamente nelle stalle dei Bisonti sperando che non fosse troppo tardi, che potesse ancora fermare Aang, ma quando vide che anche Appa era sprito realizzo che ormai il giovane Avatar potesse essere ovunque... sperava solo che quell'ovunque fosse al sicuro dalla tempesta.

Gyasto fu costretto ad aspettare la mattina dopo per andare a cercare Aang, se fosse dipesso da lui sarebbe partito subito però il resto del consiglio dei monaci anziani gliel'ho vieto dicendo che era troppo pericoloso e che di sicuro l'Avatar sapeva badare a se stesso.
“Ma Aang è ancora solo un ragazzino!” voleva gridare Gyatso però si morse la lingua e non disse niente.
Non poteva rischiare che qualcuno se l'ha prendesse a male e decidesse di non aiutarlo più. Doveva assolutamente ritrovare Aang, c'era molto di più che l'equilibrio del mondo in gioco.
Il primo posto in cui andò a cercarlo fu la città di Omashu, Gyatso sperava che si fosse nasconsto dall'amico Bumi. Voleva disperatamente che fosse così, trovarlo al sicuro e inlesso a casa del giovane dominatore della terra. Ma non fu cosi, lui e Bumi cercarono Aang per tutta la città però come Gyasto temeva le ricerche furono del tutto inutili.
Di Aang non c'era traccia.
«Non si preoccupi Gyatso continuerò a cercare Aang.» disse Bumi mentre il monaco saliva sul suo bisonte. «Prima o poi passerà di qui lo so e io lo aspettero.»
«So che lo farai.» disse Gyasto sorridendogli per poi partire verso la sua prossima destinazione.
Cerco Aang per giorni, i qualli alla fine diventarono settimane e poi mesi.
Era andato in ogni angolo che aveva visitato con il ragazzo, la tribù dell'acqua del Nord, il prato dove si svolgeva il Festival di Yangchen, era andato anche nella Nazione del Fuoco per chiedere a Kuzon, ma i genitori del ragazzo non l'aveva nemmeno lasciato entrare.
Stava per perdere ogni speranza di rivederlo, iniziando a temere che fosse capitato il peggio durante quella notte di tempesta però allo stesso tempo Gyasto non voleva arrendersi.
Avrebbe continuato a cercare Aang finchè avesse avuto fiato in corpo.

Non era possibille raggiungere i Templi dell'Aria senza un bisonte volante eppure i soldati della Nazione del Fuoco ci erano riusciti lo stesso.
Gyasto sospetto che qualcuno gli avesse aiutati in cambio della salvezza, ma non era il momento di pensare ai suoi sospetti.
Le fiamme e il fumo coprivano ogni angolo del tempio, le stalle dei bisonti ormai ridotte a nient'altraltro che cenere. Le urla della sua gente gli rimbobavano nelle orecchie, erano sempre stati un popolo pacifista perchè stavano facendo loro questo?
«Monaco Gyasto!» grido un giovane dominatore su i trent'anni. «Ci hanno tagliatto tutte le vie di fuga! Che facciamo?»
Gyasto si morse un labbro, stavano cercando di far fuggire almeno i bambini da quel massacro senza senso però a quanto pare era impossibille. Alzo lo sguardo verso il cielo rosso sangue, con quella cometa sopra di loro non avevano possibillità di farcela.
«Dì a tutti di contrataccare quel tanto che basta per permettere una fuga.» disse Gyasto. «E speriamo che basti per salvare almeno alcuni di noi.»
Il giovane annui prima di sparire tra il fumo e le fiamme.
Gyasto fece del suo meglio per scacciare gli intrussi, ma alla fine non riusci nel suo intento erano troppi e troppo forti.
Fu in quel momento che lo senti: un grido acuto e guardando verso quella direzione vide un bambino stesso a terra.
Per un attimo al suo posto ci vede Aang e non ci vide più dalla rabbia, non avrebbe più permesso a quei... a quei mostri di far male alla sua gente.
Con il suo dominio spinse più soldati possibilli in uno degli edifici estreni, era circondato da almeno una ventina di soldati.
«È la tua fine vecchio.» disse uno di loro puntandogli contro il proprio fuoco.
«Avete ragione.» rispose Gyasto creando una follata di vento che chiuse di scatto la porta del luogo intrappolandoli tutti lì dentro. «Questa però è anche la vostra fine.»
Era una tecnica proebitta che andava contro tutti i valori del suo popolo, ma in quel momento non gli importava.
“Per favore Aang, torna sano e salvo anche se io non ci sarò più. Ti prego figliolo.” penso Gyasto prima di usare il suo dominio per riscuchiare tutta l'aria presente nella stanza. Mentre i suoi ultimi momenti su questa terra giungievano era certo che se non era riuscito a rivedere Aang in questa vita allora di certo l'avrebbe fatto nella prossima.
Aveva speranza di rivederlo e questa speranza la tenne stretta al suo cuore fino al suo ultimo respiro.
La speranza che un giorno in qualche modo avrebbe finalmente rivisto suo figlio.
  
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