A passo rapido, Viviana entrò nella stanza e si avvicinò al letto di Giacomo.
L'uomo, a fatica, provò a muovere le labbra, mentre il dolore dilaniava il suo addome. Aveva la possibilità di liberare Susanna dalle sue menzogne?
Viviana posò la mano sul polso dell'uomo.
− Sono riuscita a chiamarlo. Non preoccuparti, verrà. − affermò, il tono apparentemente calmo.
L'uomo sbarrò gli occhi, meravigliato. Forse, aveva la possibilità di rimediare ai suoi gravissimi errori, prima di morire.
E se non viene in tempo?, si domandò, preoccupato. Suo cugino Roberto era un uomo fermo e onorevole, ma il suo tempo era limitato.
− Viviana… − la chiamò. Anche a lei, che pure era stata sua complice, doveva chiedere perdono.
Non aveva rispettato i suoi sentimenti.
La donna si scosse dai suoi pensieri e i suoi occhi cerulei si fissano sul viso di Giacomo, contratto in una maschera d'agonia. Che cosa voleva dirle?
− Viviana… Io… Io devo chiedere scusa anche a te… − mormorò l'uomo. In quei suoi ultimi, dolorosi momenti il peso delle sue colpe opprimeva il suo cuore.
A quelle parole, la donna sussultò e le lacrime velarono i suoi occhi.
− Perché? − domandò, amara.
Un sorriso amaro sollevò le labbra di Giacomo.
− Io e te siamo stati complici nel male e non posso negarlo… Ma io non ho saputo darti quella considerazione che si deve ad una amica… − rispose. Viviana, con la sua opulenta bellezza bionda, avrebbe potuto avere ai suoi piedi uomini ben migliori di lui.
Eppure, lei lo amava ancora.
Le lacrime, impetuose, bagnarono il viso della donna. No, non era giusto!
Il pentimento li aveva uniti, la morte li avrebbe separati.
L'uomo scosse la testa, sconfortato. No, Viviana non meritava di soffrire per lui.
− Puoi… Puoi darmi la tua mano, Viviana? − chiese.
Lei annuì e appoggiò la propria mano su quella dell'uomo.
D'istinto, lui la strinse. Prima di morire, voleva sentire il tocco di un affetto disinteressato, seppur distorto.
Viviana, pur con tutti i suoi difetti, aveva saputo amarlo.
− Sei bella… Sei intelligente… Non piangere per me. Non lo merito. Me lo prometti? − chiese, il tono triste. Viviana, pur con tutti i suoi difetti, meritava una possibilità di essere felice.
Forse, era ben più degna di lui della gioia.
Le lacrime, sempre più impetuose, solcarono le guance di lei. Con le sue parole, Giacomo desiderava la sua felicità, ma acuiva il suo dolore.
In quel momento, lei si struggeva per la sua impotenza.
Scosse la testa e le sue dita si strinsero attorno alla mano di lui. Il suo dolore, però, non contava nulla.
Quell'uomo morente, da lei amato, meritava una risposta.
− Te lo prometto, Giacomo. Andrò avanti, anche per te. −