Ciao a tutti! 

Una piccola storiella a cui ho pensato stamattina. Mi sono chiesta cosa avrebbe provato Bartolomeo se si fosse accorto della morte di Luffy per mano di Kaido vedendola tramite la vivre card.

Spero che vogliate leggerla e che vi piaccia!

Mini

VIVRE CARD

A dispetto delle apparenze, Bartolomeo era sempre stato un tipo molto metodico e abitudinario. Si svegliava sempre alla stessa ora, faceva colazione sempre con le stesse cose, andava a dormire sempre alla stessa ora e aveva una cura maniacale per le cose di valore.

Da quando a Rogue Town aveva visto la quasi esecuzione pubblica del pirata Monkey D. Luffy la sua vita era cambiata e aveva iniziato a collezionare nuovi tesori: la taglia di Luffy e dei suoi compagni, che avevano il loro posto d’onore all’interno della sua cabina. Alla sua routine quotidiana, quindi, oltre ai pasti e agli allenamenti per sviluppare il potere del suo frutto del Diavolo, si era aggiunto un nuovo rituale: si prendeva almeno dieci minuti di tempo la mattina e altrettanti la sera per ammirare le taglie dei suoi idoli e pensare a loro.

Dopo aver conosciuto Luffy e come conseguenza degli avvenimenti di Dressrosa, si era aggiunta anche un’altra abitudine: controllare la vivre-card di Luffy, il suo tesoro più grande.

Inizialmente aveva pensato di chiuderla nella cassaforte della nave, poi aveva temuto che se questa fosse stata danneggiata o fosse affondata l’avrebbe persa per sempre. Per questo motivo, anche per poterla controllare più facilmente, aveva creato un ciondolo che indossava sempre, all’interno del quale aveva messo il piccolo frammento di vivre card.

Controllare la vivre card era la prima cosa che faceva quando si svegliava e l’ultima prima di dormire, per non parlare di tutte le volte che la osservava durante il giorno. Sapeva che l’avrebbe sempre trovata intatta, aveva piena fiducia nelle capacità del suo Comandante, ma gli piaceva tenerla in mano, lo faceva sentire più vicino a lui.

Era sera, Bartolomeo era stanchissimo dopo una lunga giornata e si era disteso fuori a prendere un po’ di fresco, quando aveva sentito un rumore, simile a carta che brucia. Per i primi secondi non ci fece caso, ma quasi immediatamente si accorse che il rumore proveniva dal suo ciondolo.

Si mise a sedere di scatto e, con mani tremanti, lo aprì, rivelando ciò che aveva temuto: la vivre card di Luffy si stava rapidamente consumando, una sottile linea rossa la stava mangiando, riducendola a un piccolissimo coriandolo.

“NO! NO! NO! LUFFY SENPAI! NO!!”

Le sue grida richiamarono tutto il resto della ciurma, che si riunì attorno a lui, la carta era sempre più piccola.

“Non è possibile …” mormorò Bartolomeo “Dobbiamo fare qualcosa! Dobbiamo … DOBBIAMO SALVARLO!” gridò, alzandosi in piedi “Dove sarà in questo momento? Mi sembra che fossero intenzionati ad andare nel paese di Wa o sbaglio?” chiese, mentre cercava di contenere il panico.

“Se sono davvero lì c’è poco che possiamo fare, non riusciremo mai a raggiungerlo in tempo!”

“Nel paese di Wa c’è Kaido …” disse un altro, tremando “Se si fosse scontrato con lui?”

“Non ti preoccupare” aggiunse un terzo “Ha la sua ciurma con lui, ci penseranno loro … o no?”

Bartolomeo tremava e si sentì morire quando anche l’ultimo pezzetto di vivre card sparì sulla sua mano, lasciando solo un piccolissimo puntino rosso, evidentemente il residuo della carta bruciata.

“NON È VERO! NON È VERO! NON È VERO!” gridò “LUFFY NON PUÒ ESSERE MORTO! NON PUÒ!!”

Bartolomeo non vedeva più nulla, gli occhi erano pieni di lacrime, pensava a Luffy e ai suoi compagni, privati così presto del loro Capitano; strinse più forte quella piccola scheggia rossa e cadde in ginocchio, disperato. Come avrebbe potuto fare, ora? In quel momento gli sembrava che niente avesse più senso, la sua vita, la sua volontà, i suoi desideri erano svaniti, bruciati come quel piccolo pezzetto di carta, come la vita del suo Comandante.

“Luffy senpai …” mormorò ancora una volta, poi gridò di disperazione verso una luna fredda e lontana che non lo avrebbe aiutato, mentre gli altri membri della ciurma si levavano il cappello in segno di rispetto.

Bartolomeo non seppe mai quanto tempo fosse passato, forse un’ora, forse pochi minuti, la mano che teneva la vivre card era sempre serrata, non aveva osato aprirla, non voleva vedere ciò che non c’era più, ma all’improvviso, lentamente, sentì qualcosa solleticargli il palmo. Cosa poteva essere? Un insetto? Lentamente aprì la mano e la vide, la vivre card si stava riformando, così come era scomparsa, ora stava tornando e in pochi istanti fu come prima, bianca sotto la luna.

“LUFFY! LUFFY SEI VIVO!!” gridò “TI RINGRAZIO! TI RINGRAZIO!!”

Bartolomeo pianse, pianse di gioia e di sollievo insieme a tutti gli altri. Avrebbe voluto sapere cos’era successo in quei pochi minuti in cui aveva temuto per la vita di Luffy, un giorno glielo avrebbe chiesto, ma ora voleva solo festeggiare, osservare ciò che succedeva a quella vivre card lo aveva fatto sentire ancor più vicino a lui e questo gli bastava.

Era tardi, era stanco, ma gridò:

“BRINDIAMO! BRINDIAMO TUTTI PER LUFFY! IL SOLE DELLE NOSTRE VITE”

Bartolomeo non sapeva che, mentre loro brindavano in suo onore, Luffy risvegliava il suo frutto del Diavolo: Hito Hito no mi modello Nika, il Dio Del sole, la cui risata risuonò in tutto il paese di Wa.