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Autore: Shainareth    08/11/2023    2 recensioni
[Gundam SEED] Athrun abbassò gli occhi sugli strappi all’altezza del braccio sinistro e del fianco destro, ricordo tangibile del suo incontro burrascoso con quella pestifera ragazza, sua compagna di naufragio.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Athrun Zala, Dearka Elthman, Nicol Amarfi, Yzak Joule
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPELLO


 
«Capitano, bentornato!»
   Quello di Dearka era palesemente uno sfottò. Athrun decise di ignorarlo, ma non gli sfuggì ciò che stava facendo: seduto sul divanetto dello spogliatoio, con la caviglia destra sul ginocchio sinistro e un braccio lungo lo schienale, con l’altra mano il giovane reggeva una rivista dalle cui foto si evinceva fosse per adolescenti con gli ormoni in subbuglio. «Letture impegnate, vedo», commentò il pilota dell’Aegis, con un’alterigia che non aveva quasi nulla da invidiare a quella congenita di Yzak. Ecco come si era trastullato quel disgraziato, anziché unirsi agli altri nel tentativo di rintracciarlo dopo che lui era sparito dai radar.
   In realtà neanche il Red Coat Joule aveva partecipato granché a quella ricerca, tant’è che, un sorriso tagliente sul bel viso chiaro, disse: «Capitano, abbiamo sentito la sua mancanza.»
   «Piantala, Yzak», lo redarguì Nicol, prendendo le difese del compagno che, a causa di un attacco nemico, era stato costretto a un atterraggio di fortuna su un isolotto deserto e ad aspettare i soccorsi solo l’indomani mattina. «Immagino sarai stanco», osservò in tono gentile il giovane Amalfi, seguendo con lo sguardo il loro capitano che si dirigeva verso il proprio armadietto con il proposito di cambiarsi.
   Braccia incrociate al petto e spalle alla parete vicina, Yzak corrucciò le sopracciglia candide. «Quella tuta è conciata piuttosto male», notò solo in quel momento. «Che diavolo hai combinato?»
   Athrun abbassò gli occhi sugli strappi all’altezza del braccio sinistro e del fianco destro, ricordo tangibile del suo incontro burrascoso con quella pestifera ragazza, sua compagna di naufragio. «Un incidente», rispose, decidendo di non fare menzione dell’accaduto e di proteggere ancora una volta Cagalli.
   Si tirò giù la lampo della tuta e subito fu evidente il cerotto al braccio. Spinto da mera curiosità, Dearka decise di scomodarsi per andare a guardare da vicino. Ciò che però non si era aspettato di trovare sulla maglietta del commilitone fu qualcosa che lo fece scoppiare a ridere. «Beccato!»
   Gli altri tre si girarono a guardarlo, straniti, almeno fino a che il giovane, tenendola fra le dita, non mostrò loro la prova del reato. «Un capello biondo.» Athrun sobbalzò, imprecando fra sé. «Mio non è di certo», aggiunse Dearka, a scanso di equivoci.
   «Sul serio, Athrun?» volle sapere Yzak, a metà fra l’indignazione e lo sconcerto. Per quanta rivalità potesse esserci fra loro, mai si sarebbe aspettato un risvolto simile. «Hai finto di perderti per correre dietro a una ragazza?»
   «Povera Lacus Clyne...»
   «Per chi diavolo mi avete preso?!» scattò subito sulla difensiva lui, risentito per quella mancanza di fiducia.
   «E allora, dicci», riprese Dearka, continuando a trovare la faccenda estremamente divertente. «Hai incontrato una sirenetta?»
   Di nuovo Athrun decise di ignorarlo, votandosi al silenzio e riprendendo a spogliarsi. Aveva solo bisogno di una doccia calda e di un po’ di sano riposo. Gli altri non furono del suo stesso parere, perché Dearka tornò a sventolargli il capello sotto al naso. «Spero almeno ne sia valsa la pena», ricominciò. «Era abbastanza focosa?»
   Questa volta Athrun non si trattenne e, pur dominando l’istinto di mollargli un pugno, allungò lo stesso un braccio nella sua direzione. «Falla finita e ridammelo!»
   Solo quando gli altri ammutolirono, sgranando gli occhi, si rese conto di cosa diavolo aveva appena detto. Arrossendo fino alla punta delle orecchie, tuffò il volto nel palmo della mano, mentre Dearka scoppiava di nuovo a ridere e Yzak commentava, sprezzante: «Ridammelo?! Che razza di feticismi hai?!»
   In verità Athrun non voleva affatto quel capello, ma l’istinto che lo aveva indotto a proteggere Cagalli sin dall’inizio, lo aveva anche portato a parlare senza riflettere. Tutto ciò che voleva era solo difendere l’onore di quella ragazza che, in un certo contorto modo, gli era entrata nel cuore.
   «Siete peggio dei bambini», prese parola a quel punto Nicol, che, pur rimanendo parecchio spiazzato da quella situazione, neanche per un attimo aveva dubitato del proprio compagno di squadra. «Sapete benissimo che il mezzo di trasporto su cui si trovava l’Aegis è stato colpito dal nemico. I due piloti hanno testimoniato che Athrun è stato costretto a un atterraggio d’emergenza.»
   «In mezzo alle sirene», annuì Dearka, serio in volto, guadagnandosi l’ennesima occhiataccia. Si strinse nelle spalle e cedette infine la prova incriminata al diretto interessato, mettendogliela con cura in mano. «Tieni, non vorrei che ti mettessi a piangere.»
   «Bastardo...» sibilò Athrun fra i denti, serrando comunque la presa sul capello della ragazza. Anziché offendersi, l’altro ricominciò a ridere mentre tornava ad accomodarsi sul divano.
   Anche Yzak decise di chiudere la questione lì, non mancando però di sospirare: «Chi l’avrebbe mai detto che fra noi si nascondesse un novello Tristano...»
   Chiudendo rumorosamente il proprio armadietto, la povera vittima di quelle prese in giro marciò in direzione delle docce con passo nervoso. «Athrun, aspetta!» chiamò Nicol, pronto a seguirlo nella speranza di riuscire a calmarlo.
   La voce di Dearka fermò la sua azione sul nascere. «È meglio per te se lo aspetti qui», disse cercando di trattenere l’ennesima risata. «Credo che al momento abbia bisogno di stare da solo con il suo capello.»
   Non finì di dirlo che udirono un frastuono provenire dal bagno, dove con tutta probabilità Athrun aveva scagliato qualcosa contro la porta chiusa.




 
  
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