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Autore: mughetto nella neve    08/11/2023    2 recensioni
"[...] Il tempo è sempre bello quando Liechtenstein viene a trovarlo. Una volta ha sentito dire da Francia che controllare il tempo è un po’ il loro superpotere, perciò Liechtenstein è davvero fortunata ad essere voluta così tanto bene. In quell’occasione gli aveva puntato il fucile direttamente in bocca, sussurrandogli di stare zitto. Si chiede per quanto a lungo riuscirà a mantenere nascosto questo suo terribile errore. Un anno, un secolo, un millennio?
Sarebbe bello se nessuno sospettasse mai di ciò che prova per la sua Liech. Se questo suo amore rimanesse sconosciuto forse sarebbe più facile accettarlo. Se fosse qualcosa di suo, unicamente suo; potrebbe addirittura stringere al petto questo sentimento e lasciarlo scomparire dentro di sé. Sa che non è possibile ed è meglio così.
[...]"
[SwissLiech | incesto]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liechtenstein, Svizzera/Vash Zwingli
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest
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Autore: mughetto nella neve
Fandom: Hetalia Axis Powers
Personaggi: Liechtenstein, Svizzera (Bash Zwigli); [menzionati] Francia (Francis Bonnefoy), Nord Italia (Feliciano Vargas)
Generi: Introspettivo, Malinconico, Romantico
Avvertimenti: Incesto
Note: Mi raccomando, se le coppie incestuose vi fanno fare brutti sogni la notte non leggete questa storia. Se, invece, fate bei sogni proprio grazie a queste ship problematiche buona lettura!




La pelle di Liech è morbida, profumata. Svizzera sa che, terminata la doccia, è solita passare una crema su tutto il corpo. Ripete questo rituale mattutino anche quando viene in visita a casa sua; Svizzera è solito lasciarle il bagno e, quando finalmente può entrare, è invaso da questa fragranza floreale ma delicata. Liechtenstein sa di gelsomini. Anche quando se ne va, il suo profumo resta nelle lenzuola e nei cuscini che ha usato; tanto che lui ha difficoltà a metterli semplicemente a lavare, perché sarebbe un po’ come salutarla una seconda volta.
Si sente uno sciocco, un rammollito. Ma che cosa può farci? Certo è che nessuno non deve venirlo a sapere, soprattutto sua sorella. Svizzera non sa davvero che espressione potrebbe fare nel sorprenderlo ad annusare le sue lenzuola; forse, non capirebbe e gli chiederebbe, innocente, delle spiegazioni. Per lui sarebbe come morire. Per questo si nasconde e persino mente alla sorella; perché Liech non deve sapere, non deve neanche lontanamente sospettare quello che prova per lei.
Questo si ripete ogni volta che i loro sguardi si incontrano. Si dice che lo fa per lei, che morirebbe pur di svelarsi perché sa che Liech si spaventerebbe e non vorrebbe più rivederlo. E come potrebbe fare senza di lui? Come potrebbe sopravvivere? 
Alla fine, lui non è nient’altro che un egoista. 


Anche questo finesettimana Liechtenstein è sua ospite. Svizzera ha preparato ogni cosa per il suo arrivo. Ha pulito meticolosamente la stanza che le darà, ha preparato lenzuola e coperte pulite, si è permesso di comprare il cibo che l’altra nazione è solita consumare per colazione ed ha persino organizzato dove andranno in quei giorni. Tutto è perfettamente organizzato e si svolgerà senza intoppi. Liech adora visitare le fattorie che si estendono alle pendici delle montagne e Svizzera ha già fatto il suo giro di telefonate; due nazioni in visita posso essere fonte di gran guadagno e visibilità per un’azienda agricola, ma il tutto non deve essere una scusa per turbare la loro serena giornata insieme.
Comincia a descrivere il loro itinerario mentre sistema la valigia di lei nel bagagliaio Sua sorella ha come un sussulto e si volta a guardarlo con occhi carichi di confusione: «Credevo saremmo rimasti in zona…»
«È questo quello che vuoi?» Svizzera è certo di averla sentita esprimere il desiderio di visitare le sue fattorie; ma non potrebbe mai costringere sua sorella a fare qualcosa che non desidera. «Possiamo rimanere a casa se vuoi riposare. Ho sistemato il salotto, il camino non darà più problema come l’ultima volta»
Liechtenstein torna a sorridergli. Svizzera può sentire il suo cuore battere disperato nel suo petto, in cerca di un amore impossibile che mai gli verrà concesso. Sale in macchina e si affretta a sistemare la cintura. Sua sorella fa lo stesso e segue interessata tutti i suoi accorgimenti prima di partire. Questo lo agita, ma cerca di rimanere concentrato. La macchina parte e lentamente esce dal parcheggio. 
«Mi dispiace se ho mandato all’aria i tuoi piani. Organizzi sempre delle gite bellissime e a me piacciono davvero tanto. È che in questi ultimi giorni ho pensato spesso alla tua cucina…» La voce di Liech è flebile, ma ricca di affetto. Svizzera può sentire le sue guance tornare ad imporporarsi. Non dice nulla. Parlare adesso sarebbe come tradirsi. «Inoltre, ho bisogno di parlare con te di faccende abbastanza urgenti»
Svizzera trattiene il fiato. Quanto è sciocco! Lui si comporta come un’undicenne alla prima cotta, mentre Liechtenstein è preoccupata per qualcosa. Come ha fatto a non accorgersene subito? Perché è stato così poco attento? Stringe il volante e trattiene con fatica la propria rabbia.
«Qualcosa non va?» domanda, tenendo però gli occhi fissi sulla strada. Non aspetta nemmeno che la sorella risponda perché, immediatamente, si premura di rassicurarla. «Con chi devo parlare? Si tratta di Italia, non è vero? Lo chiamerò. Lo chiamerò non appena saremo a casa»
Sua sorella, però, scoppia a ridere. A Svizzera era mancata davvero tanto. 
«Ma no, ma cosa c’entra poi quel povero Italia? Ce l’hai sempre con lui» le sente dire, portandosi educatamente la mano davanti alle labbra per nascondere il sorriso.
Svizzera digrigna i denti: «È uno spregiudicato. Sempre in cerca di donne da sedurre e turlupinare. Sai quante volte l’ho sorpreso a fare lo splendido qui, a casa mia? E quando l’ho rimproverato, sai cosa ha avuto il coraggio di dirmi? “A volte penso che tu sia solo invidioso”. Invidioso, capisci? E di lui, poi!»
«Non è stato carino a dirti una cosa simile» concorda lei. Svizzera sospira, non vuole scaldarsi così tanto. Non davanti a Liech. «Ma comunque non parlavo di lui. Non ho problemi con nessuno. Sono sempre tutti gentili con me. So che è per merito tuo, ma–»
«Non è questione di merito» si scopre ad interromperla. Sono davanti un semaforo rosso e questo lo autorizza, per certi versi, a tornare ad osservarla. È così graziosa. Indossa il maglione che le ha regalato a Natale. Il rosso è il suo colore. «Le nazioni, per loro natura, tendono a fare i gradassi con i vicini più piccoli. È sempre bene ricordare loro che esiste un limite e non possono permettersi angherie in nome di una presunta superiorità»
Sua sorella annuisce. È un discorso che hanno fatto molte volte. «Sei tanto buono con me…»
«È il mio dovere» si affretta a risponderle, ma questo gli genera un’enorme fitta all’altezza del cuore. Non può darlo a vedere: sta guidando, dopotutto; e Liech lo sta di nuovo guardando. «È questo quello che ci si aspetta da un bravo fratello maggiore, no?»
Ne segue un lungo momento di silenzio. Sua sorella tiene gli occhi fissi oltre il finestrino. Osserva il verde e le montagne che si estendono fino all’orizzonte. Il tempo è sempre bello quando Liechtenstein viene a trovarlo. Una volta ha sentito dire da Francia che controllare il tempo è un po’ il loro superpotere, perciò Liechtenstein è davvero fortunata ad essere voluta così tanto bene. In quell’occasione gli aveva puntato il fucile direttamente in bocca, sussurrandogli di stare zitto.
Si chiede per quanto a lungo riuscirà a mantenere nascosto questo suo terribile errore. Un anno, un secolo, un millennio? Sarebbe bello se nessuno sospettasse mai di ciò che prova per la sua Liech. Se questo suo amore rimanesse sconosciuto forse sarebbe più facile accettarlo. Se fosse qualcosa di suo, unicamente suo; potrebbe addirittura stringere al petto questo sentimento e lasciarlo scomparire dentro di sé. Sa che non è possibile ed è meglio così. 
«A volte mi chiedo se sono una brava sorella…» La voce di Liechtenstein le arriva lontana, ma è carica di amarezza. Il cuore di Svizzera si stringe, vorrebbe scacciare quell’ombra di tristezza dal viso della sorella. 
«Certo che lo sei» si affretta a risponderle. Sul suo viso fatica ad affermarsi un sorriso. È talmente concentrato a nascondere i suoi veri sentimenti, che tutte le altre emozioni si scoprono schiacciate.
Sua sorella non risponde e Svizzera sa che non può permettersi di guardarla. Sa che se i loro sguardi si incontrassero, i suoi occhi traboccherebbero di amore ed improvvisamente tutto diventerebbe terribilmente chiaro. E con che coraggio potrebbe guardare Liechtenstein poi? Si dice che questo è un piccolo sacrificio: non guardarla adesso per poterla guardare per sempre.


Tutto il tempo che passa con Liechtenstein è prezioso. Sua sorella è l’essere più dolce e perfetto del mondo. Svizzera può ascoltare la sua risata, godere della sua voce e spesso può addirittura stringere la mano di lei nella propria; questi istanti insieme lo rendono la nazione più felice del mondo. 
Anche adesso che stanno sorseggiando la birra davanti al camino acceso e Liechtenstein appoggia delicatamente la testa contro la sua spalla è un istante prezioso che lui tornerà a guardare malinconico una volta che l’altra sarà lontana. Osserva il suo profilo e si concentra sul naso e poi sulle labbra. Le trova bellissime, rosse come le sue guance. 
Liechtenstein si gira a guardarlo e sorride: «A cosa stai pensando?»
«Nulla di importante» Un momento come questo non può essere rovinato con parole inutili, è un dono che Svizzera custodisce dentro il suo cuore con cura e religioso silenzio. Torna a guardare il fuoco nel camino. 
Gli sembra di impazzire quando è insieme a lei, eppure il sentimento si ripete quando sono distanti. Vorrebbe stringerla a sé, aggrapparsi disperato a quel tenero corpo e chiedere perdono per tutto quello che prova. Sa che la sorella lo perdonerebbe. È troppo buona e troppo innocente per capire davvero quanto grave sia la sua colpa. Svizzera, però, non può confessarsi; perderebbe tutto nel dire la verità, otterrebbe il perdono ma poi non sarebbe più nulla per Liech. E come potrebbe vivere senza di lei? Sarebbe come precipitare in un pozzo eterno e perdere lentamente di vista l’unica luce dell’uscita. Probabilmente morire, per un umano, sarebbe meno doloroso.
Lentamente sua sorella si separa da lui. Dal suo sguardo si capisce come qualcosa abbia improvvisamente preso a frullarle in testa. È tesa, nervosa. Qualcosa non va. La mano di Svizzera si appoggia sulla sua schiena e cerca di rassicurarla. Questo è forse un gesto di troppo, perché l’altra si gira subito a guardarlo e sussulta nel riconoscerlo. Ha fatto qualcosa di sbagliato. 
Ritira la mano e vorrebbe alzarsi dal divano, ma Liechtenstein lo ferma: «No!» ed è immediatamente sulle sue labbra. Lo bacia disperata, tenendo entrambe le mani sul suo viso. 
Le sue labbra sono calde e disperate. Lo baciano tremanti come se da questo gesto dipendesse la loro sopravvivenza. Svizzera è paralizzato, contro il cuscino, e non sa cosa fare o pensare. Non si sente nemmeno vivo. È come sospeso tra l’orrore più totale e la salvezza.
Liechtenstein scocca baci contro le sue labbra e poi passa alle guance e al collo. Lo spinge contro il divano e sembra dotata di una forza che mai le ha visto sfoggiare. Svizzera sente le sue mani in quelle dell’altra nazione, sono strette in una presa ferrea come a volergli impedire di fuggire. Ma come potrebbe fuggire? È della sua Liech che si sta parlando. Non potrebbe mai scappare da lei.
La sente ansimare, agitata, contro il suo viso. È tutta rossa e le mani tremano mentre si porta indietro le ciocche più lunghe che ha sul viso. Sembra improvvisamente incerta e lo guarda, come in attesa di un suo parere. Il problema è che Svizzera non sa davvero cosa dire. Non sa nemmeno cosa pensare. Pende da quelle labbra che lo hanno baciato fameliche ed ora tremano perché l’altra sembra sul punto di piangere.
«Liech, cos’hai?» riesce a chiedere con un filo di voce.
«È solo un bacio» risponde finalmente l’altra, accarezzandogli il viso dolcemente. «Me lo puoi concedere, non è vero? Lo so che non vorresti, lo so che non lo faresti mai; ma è solo un bacio. Un piccolo bacio innocente che non si ripeterà più dopo questa sera, te lo prometto»
La sente ridere, ma questo è come uno spasmo strozzato che fa fatica a fermarsi. Svizzera, a tratti, non riconosce nemmeno la sorella davanti a sé. Gli sembra di avere davanti una nazione nuova, sconosciuta; che accarezza di nuovo le sue labbra per poi tornarle a baciare disperata.
«Domani mattina ti sveglierai e ti dirai che hai sognato perché – perché la tua sorellina non lo farebbe mai, la tua sorellina è troppo innocente, troppo buona…» le sente dire tra una carezza e l’altra. Sembra quasi che stia cercando di rassicurarlo, ma le frasi che dice sono sussurri che arrivano a tratti nelle sue orecchie. «Domani questo non sarà mai accaduto; ma oggi– oggi ti prego, lascia che accada»
E Svizzera annuisce. Come potrebbe dirle di no, dopotutto? La ama troppo. Liechtenstein è tutto per lui, tanto che ogni sua richiesta o supplica si trasforma in un ordine categorico. Anche questa volta non fa eccezione, perciò Svizzera chiude gli occhi ed obbedisce. Tutto questo non sta accadendo, non si stanno baciando e Liechtenstein non lo sta spogliando. Tutto questo è solo un sogno, una fantasia, un qualcosa di suo, solo suo, che non vedrà mai la luce del giorno e resterà sepolto nel suo cuore, protetto e nascosto. Come deve essere.




Il Mughetto dice:
La colpa non è mia, ma di Himaruya che finalmente si è ricordato di Liechtenstein e di quel tappeto di Svizzzera. Date a lui tutta la colpa e, se questa shot vi è piaciuta, lasciate una recensione per dirmi se anche voi credete che Liech sarebbe la prima a limonarsi il fratello!
 
  
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