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Autore: LullabyPotter    12/11/2023    0 recensioni
La finestra aperta fa entrare un soffio di vento leggero, che smuove le tende e porta con sé un profumo che, nell’ultimo anno, Tommy ha imparato a conoscere anche troppo bene: violetta. Anche le corolle si muovono, nel vaso in cui le ha fatte piantare: ricorda bene l’espressione di Polly quando le ha chiesto, una mattina, di comprare un mazzo di quei fiori delicati e di metterli in salotto, in camera, nel suo ufficio. Lei non capiva, ma lui aveva bisogno di circondarsi di quell’odore. Far sì che invadesse la sua casa, profumasse i suoi abiti, gli pungesse le narici quando meno se l’aspettava.
Come adesso. Il profumo della violetta si mescola con il sapore del whiskey e… con il suono di passi.

Flashfic: 535 parole | Tommy!Centric | Tommy/Violet [OC]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Thomas Shelby
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Thirsty of violet scent

A Kikka
perché senza di te Violet non esisterebbe nemmeno
'Cause I'm thirsty for yuor love
Dancing underneath this sky of lust
Carnival of Rust - Poets of the fall

La casa è silenziosa. Troppo grande per una persona sola, troppo vuota senza bambini che corrono in giro e il resto della famiglia a chiacchierare. C’è solo un vago, lontano rumore, di zia Polly che balla su una musica triste, e Tommy riesce a immaginarla perfettamente con in mano un bicchiere di gin, la sigaretta e le luci spente.
Lui, invece, è seduto sul divano, nel grande salone della sua dimora. Nonostante abbia già la luce elettrica, non ha acceso nessuna delle lampade che adornano i muri coperti dalla carta da parati anni Venti. Il tramonto, fuori dalla finestra, rende lentamente la stanza buia, illuminata solo dalla flebile luce della sigaretta, appesa tra l’indice e il medio, appoggiata al bicchiere di whiskey che pare quasi riempirsi da solo. È in attesa, Tommy. Dopo gli ultimi giorni in cui ha corso per tutta la città e la campagna circostante, alla ricerca di un segno, ora si è finalmente fermato. È arrivato il momento in cui ci sono solo lunghi, estenuanti minuti che passano uno dopo l’altro, inesorabili ma lenti; sebbene ad un occhio esterno sembri apatico e indifferente come sempre, dentro di lui si stanno agitando ansia e impazienza: lei sta dormendo, e potrebbe svegliarsi il minuto successivo, come l’ora successiva, come il mese successivo. L’idea di non sapere quando accadrà lo rende inquieto, ma altro non può fare, così beve un altro sorso di whiskey e attende.
La finestra aperta fa entrare un soffio di vento leggero, che smuove le tende e porta con sé un profumo che, nell’ultimo anno, Tommy ha imparato a conoscere anche troppo bene: violetta. Anche le corolle si muovono, nel vaso in cui le ha fatte piantare: ricorda bene l’espressione di Polly quando le ha chiesto, una mattina, di comprare un mazzo di quei fiori delicati e di metterli in salotto, in camera, nel suo ufficio. Lei non capiva, ma lui aveva bisogno di circondarsi di quell’odore. Far sì che invadesse la sua casa, profumasse i suoi abiti, gli pungesse le narici quando meno se l’aspettava.
Come adesso. Il profumo della violetta si mescola con il sapore del whiskey e… con il suono di passi. Leggeri, echeggiano nella calma della casa. Sono incerti, accorti; si fermano, venendo sostituiti da una porta che cigola appena, poi il silenzio che dura alcuni istanti. La porta si chiude con un lamento sommesso, e il rumore sordo riprende: può quasi vederla, mentre cammina a piedi nudi con il viso che si gira, osservando ogni dettaglio. I passi si fermano di nuovo, non troppo distanti dal salone, ma abbastanza perché Tommy, sporgendosi appena, possa vederne la figura: ferma davanti alla sala da pranzo, a osservare il suo enorme ritratto accanto a una giumenta dal manto grigio. La conosce abbastanza bene da sapere che sta sorridendo: la prima volta che aveva visto il quadro, gli aveva detto che non lo credeva un tale ostentatore. Vorrebbe riuscire a percepire i suoi pensieri, adesso, perché è sicuro che sarebbero inaspettati come sempre; ma lei si volta, trovando la porta del salone aperta.
Tommy si alza, sempre con il suo bicchiere e la sua sigaretta in mano; i loro occhi si incrociano, azzurro nell’azzurro.
«Violet. Ti sei svegliata, finalmente».
  
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