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Autore: StudyingCriminology    12/11/2023    0 recensioni
Sonoko Takahashi, dama delle spade e guardiana dell'oscurità, balla tra i riflessi dorati e le ombre della città. La sua spada, affilata come il suo acume, si veste di rosso ad ogni notte. In una di queste notti, un avversario rivelatosi il suo stesso lato oscuro la conduce a un tragico epilogo. In un duello contro sé stessa, Sonoko si perde, e la pioggia lava lontano il corpo del passero scarlatto che ha danzato fra le lame, lasciando dietro di sé un diario aperto, testimone silenzioso di una vita spezzata.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Canto del Passero Scarlatto

 
Sotto il manto del cielo notturno, dove le luci della città si tingono di ambra e i contorni degli edifici sussurrano storie di epoche passate, una figura sfuggente emerge nel silenzio pacato della notte. Sonoko Takahashi, custode delle ombre e maestra della spada, danza silenziosa tra i misteri dell'oscurità urbana.
La sua presenza, avvolta in un alone di mistero, si fonde con il buio, dove il richiamo della spada e il sussurro della pioggia intessono un racconto unico, un diario di dovere e saggezza nascosta.
 
Ogni notte, Sonoko si avvicina al tavolo di legno, sul quale riposa la sua compagna di destini, la spada cesellata con l'abilità di un antico artigiano.
Il diario, un prezioso volume dal cuoio consumato, testimonia le sue notti di danza con il pericolo e l'equilibrio tra il dovere e l'eleganza.
 
Le sue parole scritte sono come versi di un antico poema, inchiostro scarlatto che scorre con la grazia di una calligrafia giapponese.
"Killer per dovere, mente affilata per scelta," sussurra il vento notturno mentre la punta della sua penna traccia le pagine. Il suono della pioggia, un compagno costante, aggiunge una sinfonia di toni delicati alla sua narrazione.
 
Una sera senza stelle, Sonoko riceve la chiamata del destino. Il suo sguardo penetrante, incorniciato da ciocche di capelli neri, si posa sulla spada posata sul tavolo.
"Il Corvo di Mezzanotte," dice una voce dall'altro capo del telefono. Una melodia malinconica, un assassino spietato, un enigma minaccioso.
Il killer temuto, un'ombra tra le ombre, sfida la calma delle tenebre. La spada di Sonoko, come una nota alta in una sinfonia, si solleva per affrontare il buio tetro della notte.
 
La samurai si addentra nelle vie oscure, la sua figura aggraziata si distingue tra le sagome degli edifici. Arriva al luogo designato, il suono dei suoi passi è un rituale prima della danza mortale. Il Corvo emerge, una figura enigmatica con un volto celato da un velo nero e un mantello blu.
La lotta che segue è un'elegante danza. Sonoko, la ballerina, si muove con l'armonia di un fiore che sboccia nella notte. La spada è una penna che traccia linee di destino nell'aria.
La pioggia, complice di ciò avveniva, si intensifica, diventando il battito di un cuore in un'atmosfera carica di tensione.
 
Il Corvo di Mezzanotte, il suo nemico nella danza mortale, è un avversario di cui la temuta destrezza bilancia il canto delle armi. Le loro spade si intrecciano come fili di un antico kumihimo, tessendo una trama intricata di destini. Sonoko, nel suo percorso, ascolta le parole sussurrate dal vento e cerca la verità dietro gli occhi nascosti dal velo del Corvo.
Ma ella danza senza fretta, sospesa nell'armonia, occhi fissi senza un tremito. Al termine di questa coreografia mortale, l'ultimo sussurro della sua spada risuona. Il Corvo, simbolo di tenebra, si adagia sconfitto. Un rivolo di vita si dischiude, ma da quell'effimero ruscello si espande una vasta poesia rossa.
La pioggia, testimone, sussurra un'ode all'ultima nota di questa sinfonia. Nelle ultime confessioni, il rivale scioglie la verità come gocce di rugiada sul bordo di una foglia:
"Siamo marionette danzanti, manovrati da fili invisibili."
 
Sonoko sentì il colpo come una freccia al cuore. Il croscio incessante, muto di reali parole, sembrò aumentare sempre più. La sua spada tremò leggermente, e quel suono si mescolò ad un sospiro sommesso.
 
Con il sorgere dell'alba, Sonoko si ritirò nel suo rifugio nell'ombra. La sua espressione triste, una pennellata di interrogativi senza risposta, si rivelò come le tende di una scena teatrale, aprendo uno spiraglio di verità.
La spada, intrisa del rosso della sua ultima vittoria, è il trofeo di una notte di sacrifici.
Sonoko la posa con cura sul tavolo di legno, come un'artista che depone la sua opera dopo la performance finale. Il diario, aperto accanto a essa, è un portavoce silenzioso delle sue gesta, un compagno tacito che attende invano nuove parole da danzare tra le pagine.
Nell'oscurità della sua stanza, Sonoko lo afferra delicatamente, rileggendo con reverenza le ultime parole tracciate: "Killer per dovere, mente affilata per scelta. La vita di una samurai, una poesia di dovere sussurrata tra le luci del palcoscenico e le ombre delle notti silenziose. Il tuo destino è stato scritto dalle tue stesse mani." 
 
Le lettere si ergono come spettri e, questa volta, le stesse mani che hanno danzato con la spada tracciano quelle parole con un sorriso dal tono macabro.
 
Un fremito di paura scivola lungo la schiena di Sonoko. Il nemico è dentro di lei. Le sue mani, ormai consapevoli del loro potere distruttivo, stringono il diario. Quella sua stessa voce continua il suo monologo lugubre, svelando verità che fanno vacillare le fondamenta della sua esistenza.
 
Il mantello della notte le si avvolge attorno come un sudario oscuro, e una lacrima solitaria, mescolandosi alla pioggia che batte contro la finestra, diventa una nota struggente nella sinfonia dell'addio. Le parole si disgregano nella quiete e il canto della spada si estingue.
 
Con l'alba indifferente sulla città, gli edifici, osservatori delle sue imprese, non raccontano le storie segrete di una samurai caduta. L'oscurità di quella notte si dissolve, portando via con sé il passero scarlatto che ha danzato tra le lame.
 
Nessuna poesia può esprimere il peso di una vita spezzata. Il diario rimane aperto, pagine bianche imploranti parole mai più scritte da una guerriera che non tornerà. La spada, immobile come un lamento senza voce, riposa su quel tavolo di legno, e la pioggia continua a cadere, lavando via i segni di una tragedia senza spettatori.





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Ogni parola, ogni frase, ogni verso e ogni sussurro porta il proprio significato. Possa la vostra sensibilità, o lettori, danzare con la loro essenza e trovarne significato.
Grazie^
   
 
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