Serie TV > I ragazzi della prateria
Ricorda la storia  |       
Autore: Buckette    13/11/2023    0 recensioni
Il ritorno di qualcuno nella vita di Buck sconvolge l'equilibrio appena raggiunto. Riuscirà ad uscire?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1
Rock Creek maggio 1861
Finalmente era arrivata, era stato un viaggio davvero estenuante: il treno, la nave, il treno di nuovo ed ora la diligenza. Incominciava a capire perché lo chiamavano wild west. Non c’era una giuntura del suo corpo che non le facesse male. Quando era partita dall’Italia sapeva che il viaggio sarebbe stato lungo e difficile, ma non si aspettava così tanto.
Scese dalla diligenza aiutata da un gentile signore sulla cinquantina che la aiutò a prendere anche i suoi bagagli e che ringraziò di cuore.
Si spolverò la gonna, si aggiustò il corpino del vestito e si diresse dalla signora Robinson. Quando aveva trascorso la notte a Seneca, aveva chiesto all’hotel se per caso fosse possibile avere il recapito di chi si occupava a Rock Creek della vendita delle case ed il proprietario dell’hotel le aveva detto di rivolgersi al maresciallo: di sicuro avrebbe saputo aiutarla.
Joy, così si chiamava la ragazza arrivata a Rock Creek quella mattina, non aveva perso tempo e si era recata dal maresciallo.
“Buonasera signorina, come posso esserti utile?”
“Buonasera maresciallo, il signor Rowling dell’hotel mi ha detto che potresti indicarmi chi si occupa della vendita delle case a Rock Creek”
“Certo, si tratta della signora Robinson, una mia vecchia amica. Appena arriverai in città troverai l’emporio del signor Tompkins e lì accanto il negozio di armi della signora Robinson. E’ rimasta vedova l’anno scorso e si occupa sia del negozio del marito sia della vendita delle case. E’ una vera forza della natura”
“Grazie maresciallo, è stato davvero gentile”
“Ma figurati, non mi rifiuto mai di aiutare una bella ragazza. Quando arriverai a Rock Creek, salutami il vecchio Teaspoon Hunter, è maresciallo lì e gestisce anche la stazione del Pony Express”
“Certo, non mancherò. Buona notte maresciallo”
Così era venuta a conoscenza della signora Robinson. Voleva andare subito da lei per acquistare una casa in città se fosse stato possibile, non voleva sistemarsi in hotel. Non aveva molte pretese, si sarebbe accontentata di una casa molto semplice, purchè non molto fuori dal centro.
Si portò dietro i suoi bagagli e raggiunse subito il negozio. Come gli aveva detto il maresciallo di Seneca, era proprio accanto all’emporio principale della città, presso al luogo di arrivo della diligenza.
“E’ permesso? Signora Robinson?”
“Sì? Chi mi cerca?”
“Buongiorno signora, mi chiamo Joy, sono appena arrivata in città e sono in cerca di una casa da acquistare. Il maresciallo di Seneca mi ha fatto il suo nome”
“Oh quel vecchio farabutto! Entra, vieni pure. “
“Grazie”
“Allora, che tipo di abitazione cerchi?”
“Oh, qualcosa di semplice, purchè qui in città. Sa, sono sola e preferirei evitare di vivere troppo fuori…”
“Certo, capisco. Ma da dove vieni? Il tuo accento non è di qui”
“No, sono italiana ed ho affrontato un lungo viaggio, sono appena arrivata”
“Caspita! Da così lontano! Sarai esausta”
“Sì, infatti spero di trovare una sistemazione al più presto”
“Beh, avrei due proposte: una proprio qui vicino alla Chiesa ed una però verso la prateria, ma da quello che mi dici, forse è meglio che ti mostri la prima”
“Oh sì, se fosse possibile!”
“Certo. John, puoi venire un momento? John è mio nipote, mi aiuta da quando è morto mio marito. Oh eccoti. Occupati tu del negozio, io accompagno la signorina Joy a vedere una casa”
“Certo zia, stai tranquilla. Buongiorno signorina, piacere di conoscerti”
“Piacere mio John” ed i due si strinsero la mano.
Mentre si incamminavano verso la casa, la signora Robinson fece il terzo grado a Joy: “Come mai qui tutta sola dall’Italia?”
“Beh, ecco, i miei genitori purtroppo non ci sono più e così ho deciso di tentare la fortuna in America. Mio papà era un appassionato di storia americana e questo giustifica anche il mio nome che non ha nulla a che fare con l’Italia”
“Bene, buona fortuna allora. Eccoci arrivate. Ci sarà un po’ di polvere.”
La signora Robinson mostrò la casa a Joy: davanti c’era un piccolissimo cortile che immetteva sulla veranda. La casa era disposta su due piani: al primo c’era un salotto con un caminetto, un divano, due poltrone ed un grande tavolo al centro, una cucina abbastanza spaziosa ed un ripostiglio; al secondo due stanze, una più grande arredata con un comò ed un grande mobile contro la parete di fronte al letto, una scrivania sul lato opposto al comò e due comodini, ed un altro locale che poteva essere adibito a biblioteca o vi si poteva ricavare un’altra stanza da letto. Era molto impolverata ma nel complesso era in buono stato.
“I proprietari precedenti si sono trasferiti tre mesi fa in California e da allora la casa è rimasta vuota. Sai, non viene molta gente nuova qui a Rock Creek. Se ti piace, è tua da oggi”
Joy si informò sul prezzo e, trovandolo adatto, seguì la donna in negozio per firmare le carte e pagare la cifra pattuita.
Nel giro di poche ore era arrivata in una nuova città ed aveva acquistato una bella casa: l’inizio era  molto promettente.
Si fermò velocemente all’emporio per comprare qualche provvista e si diresse verso la sua nuova casa.
Quando entrò provò una forte emozione: aveva fatto il primo passo verso la sua nuova vita. La stanchezza del viaggio si faceva sentire, ma non si lasciò sopraffare: si cambiò rapidamente d’abito, indossò i suoi comodi pantaloni ed una semplice camicia, si rimboccò le maniche e diede una bella pulita alla casa.
Come aveva detto la signora Robinson, era tenuta molto bene, non c’erano lavori da fare se non qualche miglioria che Joy aveva già in mente, ma ci sarebbe stato tempo.
Sistemò i suoi bagagli, si diede una rinfrescata ed uscì per fare un giro in città. Esplorò i vari negozi, si fece un’idea di dove potesse comprare le cose che le sarebbero servite e visitò la Chiesa dove si sarebbe recata la domenica per la funzione.
Nel pomeriggio si riposò dal lungo viaggio e la sera decise di cenare all’hotel, non aveva proprio voglia di cucinare dopo l’intensa giornata che aveva trascorso.
Mentre cenava, notò che stava attirando l’attenzione di molti giovani, ma finse di non accorgersene: non voleva problemi, aveva altro a cui pensare, primo fra tutti doveva procurarsi una lavoro. I suoi genitori le avevano lasciato in eredità del denaro e la vendita della casa in Italia le aveva fruttato molto, ma l’acquisto della sua nuova dimora, per quanto conveniente, le aveva prosciugato una buona parte delle sue finanze.
Si ripromise che il giorno dopo avrebbe iniziato la ricerca. Dopo aver cenato tornò a casa e finalmente si abbandonò ad un lungo sonno rilassante.
Il mattino dopo, fece colazione e poi si sedette alla scrivania della sua stanza: stese un elenco di tutto ciò che le sarebbe servito per sistemare l’abitazione e sentirla più sua. Innanzitutto voleva trasformare la stanza in più al piano di sopra in una libreria ed in uno studio. Aveva sempre sognato una stanza tutta per sé piena di libri; se ne era portati alcuni dall’Italia, soprattutto sulla storia americana e le varie tribù indiane: suo padre le aveva trasmesso questa passione e divorava letteralmente tutti i libri che riguardavano quell’argomento. Era molto attratta da quella cultura tanto diversa dalla sua ma in cui riusciva a riconoscere degli elementi che sentiva suoi. Era una credente praticante, ma a volte non riusciva proprio a capire alcuni atteggiamenti della Chiesa e si sentiva uno spirito libero. Quando leggeva della religiosità dei nativi, per quel poco che si trovava nei libri, si sentiva molto in sintonia con alcune delle loro idee e sperava di poterle conoscere più approfonditamente ora che si trovava così vicino a loro.
Si preoccupò anche di scrivere qualche lettera da indirizzare a delle amiche in Italia, ma si disse che non c’era poi così tanta fretta di spedirle.
Uscì di casa con l’elenco delle cose da acquistare e per prima cosa si recò all’emporio. Il giorno prima, quando era entrata per le provviste, aveva notato che c’erano molte cose carine che avrebbero potuto servirle.
“Buongiorno signorina, come posso aiutarti?”, le chiese il proprietario del negozio, il signor Tompkins.
Joy gli diede l’elenco di ciò che le serviva e mentre Tompkins raccoglieva il necessario, diede un’occhiata intorno. Si accorse che vicino al bancone c’era un cartello che recitava: “Cercasi aiuto per l’emporio. Astenersi perditempo”. Subito il viso le si illuminò: poteva offrirsi lei per il lavoro.
Quando Tompkins la raggiunse per comunicarle il conto, Joy gli chiese: “Signor Tompkins, ho letto l’annuncio al bancone. Cerca qualcuno con qualche caratteristica particolare?”
“Beh, no, cerca una persona seria di cui fidarmi che mi aiuti a servire in negozio. Divento anziano e fatico sempre di più a seguire tutto da solo”
“Mi chiedevo se potessi propormi io. Sono appena arrivata in città ed ho bisogno di un lavoro stabile. Ti assicuro che sono una ragazza affidabile e che il lavoro non mi spaventa. Inoltre abito proprio qui vicino e potrei essere presente in qualunque momento ne avessi bisogno”
“Oh beh, potremmo provare. Non mi aspettavo certo di assumere una ragazza, ma perché no? Sai come gestire i conti?”
“Oh, sì, in Italia ho frequentato la scuola, so leggere, scrivere e far di conto”
“Bene, allora diciamo che da domani ti prendo in prova e vediamo come andrà”
“Oh grazie signor Thompkins, non se ne pentirà. Ecco i soldi che le devo ed a domani allora. Buona giornata”
Non poteva crederci: in due giorni aveva trovato casa e lavoro. Incominciava ad amare veramente quella piccola cittadina.
Mentre usciva dall’emporio con uno splendido sorriso stampato sul viso, fece cadere un pacco e mentre si chinava per raccoglierlo, venne aiutata gentilmente da un signore dai capelli grigi con un cappello portato in maniera obliqua.
Lo ringraziò e lui le rispose: “Prego signorina, maresciallo Teaspoon Hunter al tuo servizio”
“Oh sei tu il maresciallo Hunter!”
“Beh, sì…”, rispose stupito l’uomo.
“Ti porto i saluti del maresciallo di Seneca. Ho trascorso lì la notte due giorni fa e mi ha pregato di porgerti i suoi saluti se ti avessi incontrato”
“Oh, quella vecchia canaglia! Lo conosco da secoli, abbiamo servito l’esercito insieme da giovani. Dunque sei appena arrivata in città?”
“Sì, il mio nome è Joy, piacere di conoscerti. Vengo dall’Italia e da domani aiuterò il signor Thompkins nel suo negozio. Ora devo andare. A presto maresciallo”
“Bene, allora ci vedremo spesso, i miei ragazzi del Pony Express si riforniscono sempre all’emporio. Credo che presto farai la loro conoscenza. Piacere di averti conosciuta. Buona giornata”
“Buona giornata a te” e tornò a casa per sistemare le cose che aveva comprato.
La mattina dopo era molto eccitata: il suo primo giorno di lavoro. Si alzò presto, fece colazione, indossò un semplice vestito azzurro e si recò all’emporio: per paura di fare tardi, arrivò addirittura prima di Tompkins.
“Buongiorno! Bene, la puntualità non ti manca. Entriamo!”
Tompkins le fece fare un giro del negozio e le spiegò come comportarsi, poi le assegnò la sua postazione. Joy era molto tesa e quando entrò la prima cliente, fece del suo meglio per mettere in pratica i consigli di Tompkins. Quando uscì, lui le fece i complimenti, era stata proprio brava. Joy si rilassò e la mattinata trascorse veloce.
Tornò a casa per pranzo e decise che nel pomeriggio avrebbe portato con sé un buon libro. C’erano dei tempi morti in negozio e Tompkins stesso le aveva consigliato di portarsi qualcosa da fare.
Verso sera, entrò una donna bionda che salutò confidenzialmente Thompkins.
“Buongiorno Rachel! Come mai sola oggi?”
“I ragazzi sono fuori per comprare dei cavalli e così sono venuta da sola. Ecco la lista di ciò che mi serve”
Mentre affidava il foglio a Tompkins, la donna notò la presenza di Joy.
“Buongiorno, sei tu allora la nuova aiutante? Ho notato che non c’è più il cartello”
“Sì, oggi è il mio primo giorno, ma sono solo in prova. Mi chiamo Joy, piacere di conoscerti”
“Piacere mio Joy, sono Rachel. Sei nuova in città? Non ti ho mai vista”
“Sì, sono arrivata qualche giorno fa dall’Italia ed abito qui vicino”
“Caspita, dall’Italia. E cosa ti porta in questa cittadina sperduta?”
“Sono rimasta orfana e non c’era più nulla che mi trattenesse lì. Mio padre mi ha trasmesso la passione per la storia americana e la cultura nativa e quando sono rimasta sola, ho deciso di intraprendere questa nuova avventura”
“E’ molto eccitante! Qualsiasi cosa tu abbia bisogno, chiedi pure, sarei lieta di esserti utile. Mi trovi alla stazione del Pony Express, accudisco i ragazzi”
“Grazie, sei molto gentile. Ne approfitterò”
Rachel notò la collana e gli orecchini che portava Joy: rappresentavano un acchiappasogni e le piume erano dei tre colori dell’oro.
“E’ molto bella quella collana”
“Oh, questa. Grazie. E’ un regalo di mio padre. Sapeva la mia passione per la cultura indiana e me l’ha regalata al mio compleanno qualche anno fa. La porto quasi sempre, ci sono molto affezionata”
“Dovresti parlare con uno dei miei ragazzi allora, Buck Cross. Lui è un mezzosangue kiowa e potrebbe raccontarti qualcosa delle sue tradizioni”
“Oh sarebbe bello!”
“Vieni al ballo di sabato sera alla parrocchia, ti presenterò tutti i miei ragazzi ed il maresciallo Teaspoon”
“Oh ho già conosciuto il signor Hunter, ci siamo incontrati ieri proprio qui”
Nel frattempo entrò una cliente.
“Ora devo lasciarti Rachel, se vuoi scusarmi, devo servire la signora. Mi ha fatto piacere conoscerti”
“Anche a me, ci vediamo sabato allora e ricordati del mio invito a venire a trovarmi”
“Non mancherò, grazie”
Joy si dedicò alla signora e Rachel raggiunse Tompkins che nel frattempo aveva preparato tutto quello che era segnato nella lista.
“E’ proprio carina quella ragazza, hai fatto bene ad assumerla”
“Già, oggi è il suo primo giorno ma è già molto disinvolta. Credo di essere stato molto fortunato. A proposito, ho sentito che parlavate di Buck. Rachel, per favore, è una ragazza sola, non so se è il caso che tu le metta in testa strane idee”
“Quali idee? Mi ha detto di essere appassionata di storia americana e della cultura dei nativi e le ho detto che Buck potrebbe raccontarle qualcosa, tutto qui. Non essere il solito prevenuto verso di lui, sai che è un bravo ragazzo che ha sofferto molto”
“Sì, ma è una ragazza sola e va protetta dalle malelingue”
“Tue e delle bigotte con cui spesso ti attardi a chiacchierare. Non cambierai mai”
Prese le sue cose e se ne andò sdegnata.
Thompkins scosse la testa prevedendo guai.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > I ragazzi della prateria / Vai alla pagina dell'autore: Buckette