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Autore: rocchi68    14/11/2023    0 recensioni
Scott Deacon, uomo di discreto successo, durante una serata in casa racconta, sotto pressione della figlia, di come ha ritrovato una persona speciale dopo tanti anni di distanza e di silenzio, ricordando e scontrandosi spesso con un passato e un presente complicato.
Non ricorderà mai il periodo del reality, troppo negativo, ma solo ciò che l'ha portato a essere felice.
O almeno questo è quello che traspare dal suo solito sorriso.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Dawn, Scott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Non dovevano inventarsi nulla di clamoroso.
Anche se l’ultima discussione dove Scott ne era uscito a pezzi non lo metteva di certo in condizione di fare granché.
Avrebbe voluto ben altro, ma non voleva spingersi oltre.
Lei si era scusata un milione di volte, ma è un po’ come quando si gioca e si fa del male per sbaglio al proprio cuginetto, autoflagellandosi o permettendo al più piccolo di vendicarsi con una serie di pugni inoffensivi.
Provi a rimediare, ma il dolore resta.
Solo che quel dolore emotivo si sommava a tutto quello che gli scorreva nel sangue.
Fingere.
L’arte più subdola di quel mondo.
Perdonata a parole? Sì.
Perdonata con tutto il cuore? Forse…magari un giorno, tra qualche settimana o chissà quella sera al momento di riportarla a casa.
O forse non sarebbe mai successo. Avrebbe custodito quella cicatrice a poca distanza da quella di Courtney, inspirando amaramente e chiudendo gli occhi, negando sconsolato e ripetendosi fino allo sfinimento che aveva sbagliato fin da subito con entrambe.
Sapeva che alcune domande sarebbero state impertinenti, che era impossibile prepararsi su tutto così come avevano fantasticato e tanto valeva affrontare tutto con leggerezza.
Se fossero riusciti a passarla liscia bene, altrimenti non c’era nulla di cui spaventarsi.
In questo Alberta aveva concesso loro qualche accortezza utile per non esporli troppo: seduti vicino alla zia Anna e al nuovo compagno con la possibilità di parlottare soltanto con quell’impicciona della nonna materna.
Per il resto se non si fossero messi a ballare sopra il tavolo o non avessero cominciato a ridere come iene, ecco che nessuno avrebbe prestato attenzione, tutti presi dai due novelli sposi che stavano tagliando la torta o che iniziavano a cantare.
 
Quei pochi giorni erano scivolati via come lacrime che scendono sulle guance.
Niente e nessuno erano riusciti a fermarli e così si era ritrovato a bordo della sua carriola per andare a prendere la sua “fidanzata”.
Il resto della famiglia era già in chiesa o per strada. Suo padre sulla limousine noleggiata per l’arrivo della sposa, la madre per controllare che tutto fosse perfetto per l’arrivo della sua bambina.
Picchiettando il piede in attesa che Dawn scendesse dal suo appartamento, inspirò profondamente e si guardò nello specchietto, faticando a riconoscersi.
Faceva troppo caldo per un maledetto smoking, ma con tutte le richieste che aveva presentato ai suoi, il dover sopportare quell’inaspettato torrido aprile era inimmaginabile.
Sperava facesse fresco e non di dover sudare come se fosse in pieno agosto.
Fortuna che poteva togliersi la giacca quando desiderava, mantenendo comunque un buon risultato, senza diventare lo zimbello del matrimonio.
Fu quando sentì picchiettare sul finestrino, che si girò e scese per aprire galantemente la porta a Dawn, cercando di memorizzare quell’immagine perfetta.
 
“Stai benissimo, Dawn.” La accolse, vedendola abbassare il capo.
 
“Io…grazie.” Mormorò rossa in viso.
 
“Alla fine hai scelto questo abito blu.”
 
“Preferivi quello rosso?”
 
“No…troppo audace per un matrimonio.”
 
“Anche tu non stai male.” Soffiò, facendolo sorridere.
 
“Sarà una delle ultime volte che mi vesto così.”
 
“Perché?”
 
“Sto scomodo.” Ammise divertito.
 
“Non ti sposerai mai?” Domandò lei, facendolo tentennare.
 
“Ho detto che sarà una delle ultime volte, non che da oggi ho chiuso con lo smoking.” La corresse, credendo che quella domanda fosse molto fuori luogo o che lei stesse sondando il terreno, mettendolo alla prova.
 
“Chissà se vale anche per me.”
 
“Dai Dawn…sei una ragazza meravigliosa, chiunque farebbe carte false solo per stare con te.” La rincuorò, scorgendo un debole sorriso.
 
“Spesso credo di non avere più tempo e che mi manca poco.”
 
“Da quando sei così pessimista?” Domandò, immettendosi sulla strada principale.
 
“Vedo tua sorella che sorride con suo marito, penso che loro si sono conosciuti quando erano ancora al liceo…mentre io…beh non so nemmeno se mi piace questo nome.”
 
“Dawn…l’alba…delicata e abbagliante: anche il tuo nome è perfetto.” Mormorò, spostando la mano destra dal volante al suo ginocchio.
 
“Mi sento così indietro.”
 
“Abbiamo ancora tempo…non serve correre a tutti i costi, per poi forzare la mano e essere costretti a una vita deprimente.”
 
“E tu Scott?”
 
“A volte penso anch’io di essere fermo a un punto morto.”
 
“Perché?” Domandò lei, facendolo sussultare.
 
“Ho trovato una persona che potrebbe piacermi, ma è così…così…”
 
“Così perfetta che temi di rovinare tutto?”
 
“Più o meno.”
 
“Ma se non glielo dici, come speri di cambiare qualcosa?” Chiese nervosa, non riuscendo a capire che cosa l’avesse infastidita fino a quel punto.
 
“Lo so, ma è un casino.”
 
“L’hai conosciuta all’Università?”
 
“Non riesco a risponderti.”
 
“E come speri che riesca a darti un consiglio se non mi racconti nulla?” Domandò stizzita, allontanando la mano dell’amico che era rimasta per troppo tempo sul suo ginocchio.
 
“Te l’ho detto Dawn…è un casino.”
 
“Neanche un nome?”
 
“Credi che verranno tutti al matrimonio?” Replicò, cambiando discorso.
 
“Stai scappando dal problema…non sarai mai felice.” Rispose gelida, vedendolo annuire.
 
“Ascolta Dawn…è il matrimonio di mia sorella, io non la sopporto, ma se mi presento con il muso lungo, sarebbe un disastro.”
 
“Che cosa vorresti?”
 
“Cambiamo discorso…per favore.” Buttò lì, facendola sospirare.
 
“Solo se mi prometti che un giorno troverai il coraggio.”
 
“Perché tanto interesse?”
 
“Giuralo!” Ringhiò nervosa.
 
“Ma…”
 
“Non voglio pensare che tu possa stare da solo perché in passato hai fatto soffrire qualcuno e allora credi che non sia giusto tornare a sorridere.”
 
“E va bene…sarà prima di quanto non pensi.”
 
“Sicuro?” Domandò seria.
 
“Aspetta e lo vedrai.”
 
 
 
Dieci minuti di macchina non erano poi molti per ritrovare il buonumore, ma tra alcuni incidenti universitari e altri ricordi ripescati dal periodo di Chris, ecco che il sorriso era tornato padrone.
Quella breve discussione riguardo un futuro nebuloso sembrava assai lontana e quando Scott aveva aperto la porta alla sua Dawn, mostrando ad alcuni parenti con che razza di seccatura aveva a che fare, ecco che una promessa in particolare aveva preso forma.
Quel giorno avrebbe fatto un ulteriore passo.
Le avrebbe fatto capire che cosa provava, anche a costo di rovinarsi ancora.
Salutati alcuni parenti e amici degli sposi, presero posto in chiesa con Scott che spiegava chi erano i vari invitati, ritrovandosi ben presto con la zia Anna che ridacchiava alle sue battute, anche se a volte erano più delle freddure davvero pessime che portavano la stessa Dawn a tirargli qualche gomitata come a fargli capire che quello non era né il momento, né il posto adatto per dire certe cose.
La cerimonia iniziata dopo una ventina di minuti dal loro arrivo era andata bene con i soliti cliché di ogni matrimonio.
Promesse, voti, “se qualcuno ha qualcosa da dire lo faccia ora o taccia per sempre”, “potete baciare la sposa”, poi le foto, la corsa precipitosa con il bagno di riso e il ritrovo nel ristorante a base di pesce prenotato per l’occasione.
E così erano arrivati a quelle grandi tavolate.
Il tutto sembrava proseguire per il meglio finché la nonna impicciona non era tornata a concentrarsi sull’adorato nipote.
 
“Quindi lei sarebbe la fortunata di cui tua madre mi parla spesso.” Soffiò, addentando un pezzo di pane e fissando quella magrolina che tra le navate della chiesa si era aggrappata al braccio di Scott.
 
“Sì nonna.”
 
“E l’hai conosciuta a scuola?”
 
“Al reality.”
 
“Allora quel posto è stato utile anche a qualcosa.”
 
“All’inizio lo odiavo.” Borbottò Dawn, facendola sorridere.
 
“Ho guardato anch’io quella stagione e ho rotto ben tre televisori.”
 
“Perché?” Domandò, mentre la vecchietta si girava per fissare truce il nipote.
 
“Perché Scott ha finto di essere quello che non è mai stato.”
 
“Volevo vincere.”
 
“E tanto valeva essere corretto, anziché comportarsi da bastardo.” Brontolò lei.
 
“Nonna…è il matrimonio di Alberta, non diventare così volgare.”
 
“Non ha tutti i torti.” Soffiò Dawn, sentendo una mano carezzare la sua.
 
“Lo so…ho sbagliato e me ne pento.”
 
“Scott…”
 
“Scusate, ma devo assentarmi per qualche attimo.” Mormorò, alzandosi e lasciando Dawn da sola con le sue parenti.
 
“Ed ecco che se ne va come quando era bambino e si sentiva in trappola.” Sibilò la zia Anna.
 
“Forse ha visto qualcuno che conosce.” Ipotizzò Dawn.
 
“Senti Dawn, che cosa provi per lui?” Domandò la nonna.
 
“Hmm?”
 
“Il mio piccolo Scott è sempre stato un bambino pestifero, ma lui ha un cuore d’oro.”
 
“Rubava le caramelle per i cuginetti, nascondeva piccoli disastri, ma lo faceva soltanto perché temeva di rimanere solo.” Mormorò la zia.
 
“Non è come sua sorella: lei sempre così esuberante e perfetta.” Confermò la nonna.
 
“Io conosco solo lo Scott di questi ultimi mesi.” Replicò Dawn.
 
“Scott è molto confusionario, sembra sempre combattuto su quello che è meglio per sé e su quello che rende felici gli altri, senza rendersi conto che a volte bisogna essere egoisti e che, nell’egoismo personale, forse, si può collezionare un colpo doppio.” Brontolò la zia.
 
“Come?” Domandò la giovane.
 
“Ci si deve parlare, ma Scott spesso ignora quest’ovvietà e fa dei giri immensi per poi realizzare che era così semplice e che in pochi minuti avrebbe capito ogni cosa.”
 
“Io non so…lo sogno, lo desidero ogni giorno, è il mio primo pensiero appena sveglia e l’ultimo prima di addormentarmi.” Ammise rossa in viso.
 
“E?”
 
“A volte ho l’impressione che non si fidi ciecamente…mi sembra sulla difensiva.”
 
“Courtney ha aperto una brutta ferita.” Spiegò zia Anna.
 
“Perché non l’ha ancora chiusa?” Domandò Dawn.
 
“Perché è stato il suo primo amore e non lo si dimentica tanto facilmente, anche se ci si lascia in pessimi rapporti.”
 
“Però mi aveva detto che non era più nei suoi pensieri.” Obiettò lei stizzita.
 
“Tu pensi ancora al tuo ex?” Domandò la vecchietta.
 
“No…o meglio non con il rimpianto.”
 
“Forse perché il vostro amore si era consumato completamente, mentre quello di Scott è partito, ha vissuto qualche giornata di fuoco e poi si è fermato all’improvviso.”
 
“Sarebbe stato meglio che proseguisse per più tempo?” Chiese incuriosita.
 
“Sarebbe stato meglio che non partisse affatto.” La corresse zia Anna, vedendo il nipote di ritorno e sperando che non avesse sentito nulla di quel breve discorso tra donne.
 
“Perché?”
 
“Perché non sarebbe così impacciato.” Soffiò la nonna, facendo un cenno alle due, quasi volesse far capire che era meglio cambiare discorso.
 
“Credete che gli sposini avranno presto dei bambini?” Buttò lì la zia.
 
“Conosci Alberta.”
 
“Per me quella testona potrebbe benissimo anche essere incinta.” Mormorò Scott alle spalle di Dawn, porgendole una rosa rossa e facendola sussultare per quella premura.
 
“Scott…”
 
“Alberta è una seccatura, tu sei quasi della stessa pasta, ma non saprei stare senza di te.”
 
“Io…”
 
“Sì lo so…il romanticismo non fa per me.”
 
“Il classico problema di voi maschi di questa stramba famiglia.” Lo pungolò zia Anna, facendo ridacchiare anche la sua ex suocera.






Angolo autore:

Ryuk: Finire questa storia per il 2023...così è scritto nella mia agenda

Ma come?
Perchè?
Avevo nascosto quell'agenda...in mezzo alla spazzatura

Ryuk: Finiamo questa serie per una buona volta

Ma non aggiorno solo da luglio

Ryuk: 4 mesi debosciato...muoviti, copia e incolla

Ok, Ok
Salve gente sono tornato come le piante infestanti
Merito di Ryuk, ma non fatevi illusioni
Potrei sparire per altri 4 mesi perchè si sa gli artisti sono fatti così

Ryuk: Tu non sei un artista...sei un idiota patentato

Che piaga!
Alla prossima amici!
 
   
 
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