Anime & Manga > Gundam > Gundam SEED/SEED Destiny
Ricorda la storia  |      
Autore: Shainareth    19/11/2023    2 recensioni
[Gundam SEED] Rossa in volto, la ragazza inalberò un’espressione offesa. «È stato un incidente!» ribatté con enfasi. «A te non è mai capitato?!» Athrun inarcò le sopracciglia scure: glielo aveva chiesto sul serio? No, perché in tutta onestà non ci teneva a conoscere la risposta a quella domanda...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Athrun Zala, Cagalli Yula Athha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



TEST



La videro sbiancare come un cadavere, barcollare per un istante e infine diventare paonazza per la rabbia che le montò non appena ebbe assimilato la notizia. «Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo!» strepitò con vigore tale che Athrun fece istintivamente un passo indietro. La donna gli scoccò uno sguardo minaccioso e Cagalli si parò subito davanti a lui, pronta a difenderlo a spada tratta. «Ce l’ho soprattutto con lei, signorinella!» aggiunse Myrna, puntandole minacciosamente un dito contro. «È sempre stata una scriteriata, fin da bambina! Era ovvio che sarebbe successo!»
   Rossa in volto, la ragazza inalberò un’espressione offesa. «È stato un incidente!» ribatté con enfasi. «A te non è mai capitato?!» Athrun inarcò le sopracciglia scure: glielo aveva chiesto sul serio? No, perché in tutta onestà non ci teneva a conoscere la risposta a quella domanda...
   «Uzumi-sama l’ha affidata a noi!» tornò alla carica l’altra, sorvolando fortunatamente sulla questione. «Immagini la sua reazione, se fosse ancora vivo!»
   Quello era un colpo basso. Cagalli strinse le labbra e dovette riconoscere la verità. «Probabilmente mi avrebbe presa a ceffoni...» borbottò, suo malgrado.
   Myrna sospirò, cercando di calmare i nervi. Sembrava dovesse avere un colpo da un momento all’altro. «No, non lo avrebbe fatto», la corresse, cercando di portare pazienza. I suoi occhi tornarono sulla figura del ragazzo alle spalle della Principessa. «Siete giovani e vi volete bene, questo lo capisco», disse con voce serafica, in maniera quasi inquietante. «Ma resta il fatto che siete soltanto dei ragazzini.»
   Non proprio, pensò Athrun. C’era senz’altro della verità dietro quelle parole, perché se anche Cagalli aveva già compiuto diciassette anni, lui non lo avrebbe fatto prima di qualche mese ancora. In realtà non era quello a preoccuparlo di più, quanto tutto il resto, che lui reputava decisamente più grave. A cominciare dall’identità di entrambi, che portavano un nome fin troppo pesante sulle spalle. Per non parlare dello scandalo che ne sarebbe derivato: l’erede del Leone di Orb era stata irrimediabilmente compromessa dal figlio dell’estremista Patrick Zala, uno dei maggiori e feroci fautori della guerra conclusasi da poco. Non solo. Athrun aveva anche pensato a un’altra questione, forse ancora peggiore: la reazione del mondo intero non soltanto davanti alle loro identità, quanto al fatto che erano un coordinator e una natural - come natural sarebbe stata anche l’eventuale creatura che Cagalli portava in grembo. Già immaginava un intero esercito di Blue Cosmos che marciava verso la residenza degli Athha armati di torce e forconi - o più probabilmente di Mobile Suit e missili nucleari. E tutto per un maledetto preservativo rotto nel momento meno opportuno. Mentre lei era nel suo periodo più fertile. La sfortuna sembrava perseguitarlo persino lì a Orb.
   «Saremmo comunque capaci di assumerci le nostre responsabilità», stava dicendo frattanto Cagalli, battagliera come sempre, nonostante tutto. L’aveva vista comunicare la notizia alla donna con fare timido e impacciato, temendo sicuramente la sua reazione, e se lui stesso non fosse stato in preda all’ansia, probabilmente l’avrebbe trovata anche una scena molto tenera. Tuttavia, sapevano entrambi che non avrebbero potuto comportarsi in maniera diversa: avevano bisogno di aiuto. Era impensabile che la Principessa di Orb andasse di persona a comprare un test di gravidanza, né che se ne facessero recapitare uno direttamente a palazzo. Senza contare che avrebbero dovuto senza dubbio spiegare l’eventuale presenza di un medico, nel caso avessero provato a contattarne uno in gran segreto. Alla fine della fiera, informare Myrna di quel ritardo nel ciclo della ragazza era sembrata la soluzione più ovvia e prudente.
   «Non è questo, a preoccuparmi», assicurò la donna, sforzandosi ancora di mantenere un tono gentile e autoritario a un tempo. Sospirò di nuovo, scuotendo il capo con aria rassegnata. «Dovremo affidarci al volere di Haumea, immagino.»
   Essendo Haumea dea della fertilità, Cagalli non la trovò un’idea geniale, ma si guardò bene dal dirlo. Athrun dovette essere d’accordo con lei, perché per la prima volta prese timidamente parola. «Posso ricordarvi che sono un coordinator di terza generazione?» E, in quanto tale, era assai probabile che non avrebbe potuto concepire un figlio con tanta facilità.
   «La sua madre biologica era spaventosamente fertile», lo informò Myrna con voce acida, fissandolo dritto negli occhi e facendogli tremare le gambe con quella semplice affermazione. «Pregate entrambi che non abbia preso da lei.» Dopo un momento ritenne opportuno aggiungere: «In caso contrario, pregate anche che la genetica non si accanisca, regalando anche a voi dei gemelli.»
   Athrun sentì l’impellente bisogno di sostenersi contro la parete accanto a lui, mentre il viso di Cagalli assunse diverse tonalità di colore e lei perse del tutto l’uso delle sinapsi, perché non le riuscì di fare altro che balbettare sillabe sconnesse.
   Provando pietà per loro, la donna si arrese a rivelare: «Vado a prendervi un test.» Davanti alle loro espressioni confuse, precisò: «Un test di gravidanza. Me ne sono procurata un paio nell’esatto momento in cui questo ragazzo è entrato in casa.»
   «Alla faccia della fiducia», fu la reazione scandalizzata di Cagalli.
   «Sul serio, signorina?» le fece il verso l’altra, facendola arrossire e mettendola subito a tacere. «Torno subito», disse infine. Prima di uscire dalla camera della ragazza, però, si voltò di nuovo verso di loro e rincarò la dose: «Si immagini solo la reazione dei Seiran in caso fosse positivo.»
   «Chi diavolo se ne importa, di loro?!» esclamò la Principessa, trovando la questione irrilevante, rispetto a tutto il resto. «Anzi, sarebbe la volta buona che si tolgano dai piedi. Tanto più che mio padre non ha mai dato espressamente il consenso alla cosa», ci tenne a precisare.
   Borbottando tutto e niente, Myrna li lasciò finalmente soli. Cagalli si volse timidamente a guardare l’innamorato, che se ne stava ancora contro la parete con in volto un’espressione piuttosto preoccupata. La ragazza sospirò. «Era meglio dirlo alla zia.»
   Aveva ragione lei, riconobbe il giovane, che sulle prime si era vergognato di dover confidare una cosa del genere alla signora Yamato, che lo aveva visto crescere e aveva sempre provato per lui un affetto quasi pari a quello materno. «La prossima volta faremo così.»
   Cagalli sgranò gli occhi e lui comprese di aver parlato senza riflettere. Si affrettò a correggersi, ma la risata di lei, divertita e isterica a un tempo, lo inibì. «Scusa...» mormorò la Principessa, lo sguardo basso.
   «Per cosa?» la rassicurò Athrun, riuscendo a recuperare la parola. «Siamo complici.»
   «Sembra che tu stia parlando di un crimine», commentò l’altra suscitando anche in lui un lieve risolino.
   Lo vide avanzare nella sua direzione e sfiorarle il viso con tenerezza, inducendola a rialzare gli occhi sui suoi. «Forse non te ne rendi conto, ma, quale che sia la ragione, sei l’unica che riesca a farmi pensare al futuro.»
   Quelle parole, pronunciate da chi aveva affrontato la morte in innumerevoli occasioni, nonostante la giovanissima età, ed era stato persino sul punto di rinunciare alla vita per sua stessa mano per il bene comune, ebbero il potere di commuoverla. «Athrun...» biascicò sull’orlo del pianto. Gli gettò le braccia al collo e lui la strinse a sé con forza. Qualunque cosa fosse accaduta di lì a una manciata di minuti, l’avrebbero affrontata insieme.
   «Distanza!» urlò qualcuno alle loro spalle, entrando di corsa e piombando su di loro come un avvoltoio per separarli.
   «Myrna!» protestò Cagalli, presa di peso e trascinata dall’altro lato della stanza.
   «Otto metri, almeno», stabilì la donna, puntando il dito contro l’una e l’altro.
   «Non è un po’ esagerato?» azzardò Athrun, a cui era dispiaciuto enormemente sciogliere quell’abbraccio.
   Lo sguardo di Myrna lo inchiodò sul posto. «Non si sa mai», disse in tono fermo. «Non ammetto proteste fino a che non avremo avuto un responso.» Nel dirlo, mise in mano alla sua protetta una scatola rettangolare di piccole dimensioni. «E, in caso questa volta siate stati fortunati, fino a che non avremo preso ulteriori precauzioni.»
   Non finì di dirlo, che l’ombra di qualcun altro si stagliò sulla soglia: Kisaka, che con la sua stazza enorme e il cipiglio corrucciato sembrava una minaccia molto più concreta degli strepiti di Myrna. Per essere lì, sicuramente doveva essere stato informato della cosa a scopo preventivo, dal momento che, prima di morire, Uzumi aveva affidato soprattutto a lui l’incolumità della sua bambina. Di nuovo, nonostante la vergogna, Cagalli avrebbe voluto pararsi davanti ad Athrun per preservargli la vita, ma furono spiazzati dalla reazione dell’uomo. «Tranquillo», disse al ragazzo, mantenendo una calma invidiabile. «Vista la sconsideratezza di Cagalli, ci siamo preparati a questa eventualità da tempo su direttive dello stesso Uzumi-sama.»
   La ragazza ruggì di sdegno. Viceversa, il giovane trovò tutto terribilmente assurdo: la Principessa era stata violata e forse compromessa dal primo arrivato, eppure sembrava quasi che nessuno lo ritenesse responsabile della faccenda. Suo padre, invece, con tutta probabilità lo avrebbe scuoiato vivo.
   «E lei si sbrighi a fare quel maledetto test!» aveva ripreso a strepitare Myrna, lasciando intendere che l’ansia stesse divorando lei per prima.
   Nonostante tutto, mentre Cagalli borbottava e si apprestava a obbedire alla donna, Athrun avvertì una sensazione di calore al petto al pensiero che ci fossero delle persone così affezionate alla ragazza, così pronte a vegliare su di lei e ad aiutarla in qualsiasi situazione. Sorrise senza neanche rendersene conto, felice che il proprio cuore lo avesse guidato fin lì, desideroso di proteggere a sua volta Cagalli da ogni contrarietà. Persino da se stesso, se fosse stato necessario.





 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Gundam > Gundam SEED/SEED Destiny / Vai alla pagina dell'autore: Shainareth