20/11/2023
5 recensioniMy heart could be burning
My heart could be burning but you won’t see it on my face
(Dance the night)
My heart could be burning but you won’t see it on my face
(Dance the night)
Quella mattina, come sempre, si alzò prima del sorgere del sole per preparare i cavalli e sistemare la stalla.
Perché è così che si devono comportare i servi.
Iniziano a lavorare quando i padroni sono ancora addormentati.
Il freddo della notte gli intorpidiva le braccia mentre si infilava la camicia e indossava pantaloni, i movimenti ancora rigidi. Si voltò a guardare il letto sfatto, abbandonato sempre troppo presto.
Ma per farle trovare Caesar pronto, avrebbe anche rinunciato ad andare a dormire.
Si incamminò a passi lenti all’esterno di Palazzo Jarjayes mentre intorno a lui la casa aveva appena iniziato a svegliarsi: il chiarore di una luce che si intravedeva in cucina era il segno evidente che sua nonna era già al lavoro. I passi leggeri delle domestiche venivano enfatizzati dal silenzio che ancora regnava nell’antica dimora.
Anche lei si svegliava sempre alle prime luci dell’alba, perché un vero soldato non indugia mai tra soffici coperte.
Andrè continuò a strigliare il manto bianco di Caesar finchè non fu morbido e lucente: il sole cominciava a spuntare oltre le chiome degli alberi.
Si asciugò il sudore dalla fronte col dorso della mano e mise via la spazzola. Doveva sbrigarsi, tornare in camera per lavarsi, mettersi una camicia pulita e, finalmente, scendere per la colazione.
Era il suo momento preferito della giornata, quando poteva sedere accanto a Oscar, osservarla mentre sorseggiava il té, bella e altera come nessun’altra.
Sarebbero stati loro due, da soli, un’intimità che non avrebbe scambiato con tutti i previlegi del mondo.
L’avrebbe contemplata di nascosto, senza farsi accorgere, come faceva da quando si era innamorato di lei.
Il suo volto sarebbe rimasto impassibile.
Il suo cuore avrebbe bruciato d’amore.
N. d. A. : Questa storia partecipa all’iniziativa “Ferisce la penna rosa”, indetta da Legar e Mari Lace sul forum “Ferisce la penna”.
Oscar e André i miei primi amori. Ogni tanto torno da loro.
Perché è così che si devono comportare i servi.
Iniziano a lavorare quando i padroni sono ancora addormentati.
Il freddo della notte gli intorpidiva le braccia mentre si infilava la camicia e indossava pantaloni, i movimenti ancora rigidi. Si voltò a guardare il letto sfatto, abbandonato sempre troppo presto.
Ma per farle trovare Caesar pronto, avrebbe anche rinunciato ad andare a dormire.
Si incamminò a passi lenti all’esterno di Palazzo Jarjayes mentre intorno a lui la casa aveva appena iniziato a svegliarsi: il chiarore di una luce che si intravedeva in cucina era il segno evidente che sua nonna era già al lavoro. I passi leggeri delle domestiche venivano enfatizzati dal silenzio che ancora regnava nell’antica dimora.
Anche lei si svegliava sempre alle prime luci dell’alba, perché un vero soldato non indugia mai tra soffici coperte.
Andrè continuò a strigliare il manto bianco di Caesar finchè non fu morbido e lucente: il sole cominciava a spuntare oltre le chiome degli alberi.
Si asciugò il sudore dalla fronte col dorso della mano e mise via la spazzola. Doveva sbrigarsi, tornare in camera per lavarsi, mettersi una camicia pulita e, finalmente, scendere per la colazione.
Era il suo momento preferito della giornata, quando poteva sedere accanto a Oscar, osservarla mentre sorseggiava il té, bella e altera come nessun’altra.
Sarebbero stati loro due, da soli, un’intimità che non avrebbe scambiato con tutti i previlegi del mondo.
L’avrebbe contemplata di nascosto, senza farsi accorgere, come faceva da quando si era innamorato di lei.
Il suo volto sarebbe rimasto impassibile.
Il suo cuore avrebbe bruciato d’amore.
N. d. A. : Questa storia partecipa all’iniziativa “Ferisce la penna rosa”, indetta da Legar e Mari Lace sul forum “Ferisce la penna”.
Oscar e André i miei primi amori. Ogni tanto torno da loro.