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Autore: Funlove96    20/11/2023    0 recensioni
What if ambientato nel capitolo 245, quindi allerta spoiler!
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Lei avrebbe accettato qualunque cosa lui avesse voluto, ma lui non voleva...
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Prima edizione della Wermit Week!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermit, Weisz Steiner
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Wermit Week ~ Day 1 ~ Cooking.



Si può essere gelosi di un pezzo di vetro?



Era questo ciò che si era chiesto negli ultimi minuti, dopo che era riuscito a guadagnarsi un posto fisso accanto ad uno dei tavoli del buffet, finendo dritto in un vero e proprio inferno che aveva in parte contribuito a creare. Era ancora imbarazzato per la scena a cui Shura aveva dato inizio, con loro al centro della sala soggetti agli sguardi di tutti gli invitati, acclamati con un grande applauso per il loro ruolo nello scontro contro Müller, ed erano stati bersagli di diverse attenzioni, molte delle quali non erano esattamente desiderate.
Per questo aveva cercato di isolarsi un po' di più, appartandosi vicino ad uno dei tavoli del buffet senza farsi notare troppo e riuscendo poi ad avvicinarsi ad una Hermit che aveva probabilmente deciso di fare un tour alcolico per la sala data la quantità di volte che l'aveva vista con un bicchiere in mano.

Erano almeno venti minuti buoni che la vedeva dare tutte le sue attenzioni a varie bevande -alcoliche soprattutto-, limitandosi al minimo indispensabile nell'interagire con gli altri ospiti quando questi le rivolgevano la parola mentre si servivano.
Ricordava molto bene come quelle stesse labbra sporcate appena di un poco di rossetto lo avessero stuzzicato poche ore prima, nascosti da occhi indiscreti.
E anche di lui che si tirava indietro come un idiota, finendo per darle forse l'idea sbagliata di ciò che intendeva, e non aveva ancora avuto modo di sistemare le cose, passando quelle ore con un misto di angoscia e timore nascoste come meglio poteva per non rovinare la festa ai suoi compagni.
L'aveva iniziato lui e sarebbe stato lui a porvi rimedio.
Una volta che avesse finito di fissare il bicchiere -ormai vuoto e adagiato sul tavolo, sostituito immediatamente da un altro- desiderando di spaccarlo in mille pezzi ovviamente...

Decisamente sì...



Sapeva di non essere capace a far combaciare le proprie parole coi gesti, c'era qualcosa che sbagliava ogni singola volta, realizzando subito di aver rovinato le cose, senza però capire come fare per risolvere la situazione.
E se c'era una cosa che lo infastidiva era volere con tutto sé stesso comunicare -comunicarle- qualcosa senza riuscire a fare ciò che gli serviva per farlo correttamente.
Ed era un sentimento che prevaleva nell'ultimo periodo, con Weisz che non poteva negare di conoscerne il motivo.

Hermit al contrario non sembrava curarsene troppo di quel -non tanto - piccolo dettaglio. Gli aveva già spiegato -quell'unica volta che era stato capace di domandarglielo chiaramente- di aver scelto per sé stessa in piena coscienza e mai gli era sembrata incerta o pentita fino a quel momento.
Lo aveva rassicurato fin da subito che, se avesse voluto tirarsi indietro, avrebbe potuto farlo, chiedendogli un'unica cosa: Dirglielo chiaramente e senza giri di parole.

Ma Weisz non voleva tirarsi indietro ...



La conosceva bene tanto quanto Hermit conosceva lui, e poteva dire con certezza che non fosse del tutto vero dal suo tentativo di isolarsi, goffamente nascosto da un atteggiamento simile al solito a cui lo aveva abituato. Solo una copia di quello che conosceva, abbastanza decente da ingannare qualcuno forse, ma pur sempre una copia che nulla aveva a che vedere con l'originale, destinata a distruggersi nel momento in cui quel qualcuno si fosse reso conto delle differenze che a lui erano saltate subito all'occhio...

Hermit lo stava proteggendo, assolvendo al suo ruolo pure al di fuori dell'Arsenal e tenendolo al sicuro quanto più poteva.

E questo non doveva succedere...



Forse lei non se ne era resa conto -come biasimarla, dato che glielo rendeva così difficile?- ma pure lui voleva -doveva- fare la sua parte. Era il suo dovere, in qualità di campione della giustizia, di persona a cui Hermit aveva dato la sua fiducia incondizionata, ma soprattutto di uomo che si era ripromesso di non divenire come colui che lo aveva messo al mondo. Non avrebbe più potuto tornare su Norma e guardare in viso sua madre con la coscienza insozzata dall'aver intrapreso -seppure in parte- la stessa strada di colui per cui l'aveva vista soffrire...

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Se ne stava appartata, lasciando che il viavai degli invitati che si avvicinavano al buffet di volta in volta andasse avanti senza disturbarla troppo, ricambiando i saluti di chi cercava di rompere un po' il ghiaccio. Era genuinamente felice di essere stata il centro dell'attenzione solo per brevi momenti dopo il discorso di Shura, poiché così non era stato difficile potersi isolare come desiderava. Le cibarie messe a disposizione aiutavano, anche solo per il fatto che le davano una ragione per saggiare le varie bevande con cui le aveva accompagnate. Almeno finché non aveva lasciato andare le scuse e si era servita semplicemente ogni alcolico che si trovava davanti.

Il suo sistema operativo le permetteva di non subire gli effetti dell'alcol allo stesso modo di un essere umano, per cui poteva Hermit permettersi di ingerirne grandi quantità senza stare troppo male. Se pure avesse esagerato, sarebbe andata lentamente in standby e il suo corpo avrebbe semplicemente rallentato qualsiasi funzione per favorire lo smaltimento dell'alcol in eccesso, restituendole la piena funzionalità man mano che abbassava il tasso alcolico si abbassava...

"Non è buffo?" si voltò con un'espressione interrogativa sul viso, spostando l'attenzione dal proprio bicchiere al ragazzo, il quale, dopo essere stato nelle vicinanze per un po', aveva deciso di avvicinarsi.
Aveva sentito la sua presenza accanto a sé in più di un'occasione ma aveva deciso di lasciare a lui il primo passo, qualunque esso fosse stato.
Non che il rifiuto che le aveva rifilato poco prima, quand'erano da soli, non fosse stato già abbastanza chiaro sulle intenzioni a cui doveva solo dare voce...

Le mostrava, senza curarsi troppo del bon ton -che però non sembrava essere qualcosa di troppo importante per nessuno degli invitati lì-, uno dei gamberetti appena preso dall'abbondante porzione che si era procurato, gustandoselo poi in un boccone, nella maniera meno signorile possibile.
Così tanto che Hermit quasi si domandò come avesse fatto a mantenere pulito il completo dai toni grigi e neri per tutto quel tempo considerando che l'altro non lo aveva tenuto addosso per molto.

"Semplici gamberetti nonostante in questo Cosmos ci siano specie di pesci mai viste altrove..." ridacchiò. "Ti aspetteresti chissà quali pietanze in un posto come questo e invece..." lo divorò ridendo un po' sguaiatamente mentre tornava a rovistare nel proprio piatto. "Qui qualcuno è un po' taccagno te lo dico io..." le sussurrò all'orecchio -ed Hermit sapeva non fosse solo per non farsi sentire- poco prima di riempirsi nuovamente la bocca...

Assaporò l'ultimo sorso dello Breteches rosé con cui si stava coccolando, lasciando che i suoi sensori raccogliessero le note degli agrumi che si intrecciavano coi frutti rossi, danzando qua e là per il palato.

"Weisz, almeno la metà dei pesci in questo Cosmos è tossica e non adatta al consumo alimentare..." iniziò, accettando così di portare avanti, per la prima volta in quelle ore, una conversazione più lunga. "Altri invece devono essere maneggiati da degli esperti per poter essere resi commestibili senza rischi..." concluse posando il calice ormai vuoto sul tavolo.

"Hanno fatto la scelta giusta nell'adottare questo tipo di menù..." gli si avvicinò di più rubandogli l'ennesimo gamberetto che stava per infilarsi in bocca -senza nemmeno finire di deglutire il precedente- e gustandoselo assieme alla faccia un po' offesa del ragazzo.
"Sarebbe troppo rischioso incorrere in una possibile intossicazione, anche se con del personale esperto a maneggiare il cibo, non credi?" concluse leccandosi le dita un po' unte del misto di spezie che insaporiva il piatto. "E poi è davvero tutto molto buono..."

Weisz annuì senza davvero essere interessato alla cosa, cercando con tutte le sue forze di non fissarle le labbra con cui lo stava torturando senza nemmeno toccarlo o esserne intenzionata.
"E del vino che mi dici invece? È buono anche quello?" ghignò prendendole il calice dalle mani, bevendone l'ultimo sorso rimasto e assaporandolo per bene.

Il sapore migliore del Cosmos...



Hermit fece qualche passo indietro, cercando di non mostrargli l'effetto che quel gesto aveva su di lei e spostando nuovamente l'attenzione sul buffet, dove individuò tra gli altri un Breteches rosato.

La vista della sua figura intera, avvolta nel tessuto dalle varie tonalità di viola gli staccò un altro pezzo di ragione. Gli aveva già fatto prendere un colpo non indifferente poco prima, quando l'aveva vista con quell'abito indosso e il tessuto color carne ricoperto di piccoli brillanti qua e là era stato la causa principale della sua disattenzione, in grado non solo di scombussolarlo in una maniera che non riusciva ancora a comprendere -seppure aveva rinunciato da molto a farlo quando si trattava di ciò che Hermit era in grado di fargli- ma anche scatenargli gelosìa al pensiero di non essere l'unico spettatore a cui era concessa tale visione...

Sapeva di non poterle fare scenate, era stato lui, circa due mesi prima -poteva davvero contarli al passato se erano tornati indietro nel tempo?-, a mostrare dubbi sul voler portare quella sorta di relazione agli occhi di tutti. Weisz non riusciva neanche a chiamare quelle sensazioni che lui stesso provava col loro nome senza sentirsi intimorito dal pensiero che, nel momento in cui l'avesse fatto, si sarebbe reso conto che era l'unico modo per descriverlo, non potendo più scampare a quella verità come aveva fatto fino a quel momento, delegando il compito ad Hermit.
Ed erano finiti così a dissimulare, lasciandosi andare solo quando sapevano di essere da soli...

"Eventi come questo non capitano tutti i giorni... " menomale, esclamò una vocina dentro di lui, davvero stanca di essere martoriata dalla stupidità che ancora lo bloccava dal fare quel passo che, pure lui lo sapeva, era quello giusto.
"Inoltre..." le dita diafane si posarono su uno dei calici lì davanti, optando stavolta per un Breteches rosso il cui sapore di curry si mescolava con quello delle more, e le note leggere di pepe le stuzzicarono i sensori in una maniera che non poté negare essere molto soddisfacente. "Reggo molto bene l'alcol..."
La guardò scettico, rimanendo però a fissarla posare le labbra sul calice, macchiandone il bordo di un leggero alone rosato quando il rossetto si posò su di esso, e gli sembrò che il vetro finemente lavorato lo stesse deridendo nel godere di lei a quel modo, quando lui, in teoria, aveva modo e maniera di farlo quando lo desiderava...

Non sapeva che fosse possibile ragionarne in quei termini -non per lui, che non era abituato a notare troppo quel tipo di dettagli-, eppure non avrebbe saputo descrivere il misto di dispiacere e desiderio che aveva provato di fronte a quella scena in nessun altro modo che non comprendesse la presenza di quella cosa che gli dava le fitte alla pancia e gli faceva tremare il respiro...
"Quello è letteralmente imbrogliare! Te ne stai solo lì a dormire tranquilla..."
Weisz lo sapeva, gli era capitato tempo prima di avere a che fare con Hermit in quello stato e a una piccola -piccolissima- parte di lui non era dispiaciuto lo spettacolo. Come non gli dispiaceva l'onere di avere il suo benessere tra le mani. Era il campione della giustizia ed era suo dovere prendersi cura degli altri, seppure non vi erano pericoli effettivi nell'immediato.

"Hermit ho bisogno di-" le note di una musica più lenta iniziarono a librarsi nell'aria, coprendo i mormorii e le chiacchiere varie che avevano animato la sala, per invitare i presenti a muoversi verso il centro e mostrare le proprie abilità in un ballo più dolce rispetto alle danze che avevano animato fino a quel momento i festeggiamenti.
Furono in molti a cogliere l'invito, notò con disappunto per essere stato interrotto, e tanti si erano mossi in pista ballando più o meno abilmente.
Che fosse per scarsa capacità oppure per semplice voglia di lasciarsi andare senza stare troppo dietro ad un'etichetta -mai esistita davvero in quella sala-, ognuna delle persone in pista sembrava divertirsi, lasciandosi andare e mostrandosi senza vergogna alcuna... A differenza di chi preferiva starsene in disparte, delegando agli altri il primo passo...

L'eroe di Arsenal se ne stava lì, nel bel completo grigio-scuro, intento a pulirsi le mani con un tovagliolo, non intenzionato ad unirsi ai balli a cui non aveva rivolto nemmeno un secondo sguardo dopo aver visto i loro compagni d'avventura scendere in pista. Nessuno sembrava aver fatto caso a ciò che accadeva sul fondo della sala, lasciando che il gesto sfuggisse ad occhi altrui.
Al ragazzo che, riponendo il piatto quasi vuoto sul tavolo dopo averlo tenuto distrattamente tra le mani per diverso tempo rinchiuso nelle sue elucubrazioni, si faceva finalmente coraggio di prendere con dolcezza la mano della dama che gli stava accanto, macinando i metri che lo separavano dal suo obbiettivo...

Non era davvero così idiota da lasciare che le cose andassero così... non stavolta almeno...



Continua ...





Angolo autrice:
Ed eccomi qui con una nuova raccolta dedicata alla prima edizione della Wermit Week!
Chissà come andrà a finire👀
Grazie mille per avermi letto ci vediamo domani!❤️
   
 
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