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Autore: LorasWeasley    20/11/2023    1 recensioni
[Blue Lock]
AU [Nagireo] [Accenni Kunigiri]
"Il mondo si fermò. Cosa ci faceva Nagi lì? Era ovvia la risposta, Nagi era amico di Chigiri come lo era Reo quindi era logico che fosse al suo addio al celibato. Ma ancora, perché Reo non era stato preparato? Perché Chigiri aveva omesso quel particolare così importante. Erano almeno tre anni che non si vedevano."
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Fantasmi del passato

I suoi occhi bruciavano per essere stato troppo tempo attaccato al computer. Le luci erano quasi del tutto spente e ormai non c'era quasi più nessuno nel palazzo.
Qualcuno bussò brevemente alla sua porta e Reo non ebbe bisogno di alzare lo sguardo dal suo lavoro per sapere che era la sua segretaria.
-Vai pure a casa, Ba-ya. Devo finire di sistemare gli ultimi appunti per il discorso del meeting di domani.
La donna si schiarì la voce -Le ricordo che ha la festa di addio al celibato di Chigiri-san.
Reo spostò velocemente lo sguardo sull'orario e notò che erano le 21.54. Era in ritardo.
-Cazzo- borbottò velocemente mentre chiudeva i documenti e li salvava sul drive in modo da poter continuare a lavorare in macchina -puoi accompagnarmi?
-Sono qui per questo, signore.
Reo spense il computer, afferrò la sua giacca e le sorrise grato mentre la raggiungeva.
Il tragitto in macchina non sarebbe stato troppo lungo, quindi Reo si affrettò a finire il proprio lavoro dal tablet, ignorando il fatto che si stava presentando all'addio al celibato di uno dei suoi più cari amici vestito da lavoro. Chigiri l'avrebbe ucciso.
Come volevasi dimostrare, quando Reo raggiunse il locale in questione ed entrò dentro alla ricerca del suo amico, Chigiri lo fissò con uno sguardo quasi tradito.
Il rosso era seduto su uno dei divanetti e, in un intervento tempestivo, lo raggiunse dopo aver afferrato una borsa. Reo sperò che non fosse il posto dove voleva nascondere la sua testa tagliata.
-Vieni con me- affermò il festeggiato prendendogli il polso e trascinandolo nei bagni -avevo la sensazione che saresti venuto direttamente dal lavoro, quindi ho portato qualcosa.
I bagni erano, stranamente, puliti, eleganti e profumati. Non che Reo non fosse abituato a luoghi del genere considerando il suo ceto sociale, ma si stupì di notare che anche quel locale lo fosse. Forse era più esclusivo e privato di quanto Reo aveva immaginato, Chigiri aveva sicuramente speso una fortuna per quella serata.
-Spogliati- comandò il rosso mentre iniziava a cercare nella sua borsa.
-I pantaloni puoi lasciarli, ti fanno un bel culo- concesse dopo averlo scrutato -ma giacca e camicia devono sparire. Metti questo invece.
La maglietta che gli passò non era una vera maglietta, era della rete nera a cui era stata data la forma di una maglietta e, ovviamente, non copriva nulla.
Reo fece una smorfia -Ma sono nudo.
L'occhiataccia che gli lanciò Chigiri gli fece capire che non aveva proprio voce in capitolo e, dopo essersi dato una sciacquata ai lavandini, fece come richiesto faticando a trovare i buchi giusti in cui infilare mani e testa.
-Ti posso truccare un po'?
Reo non era convinto -Quanto un po'?
Chigiri gli mostrò una matita nera per gli occhi -Questa?
L'altro sospirò cedendo anche a quella richiesta -Va bene.
Fu così che Chigiri, con mano esperta, si premurò di truccarlo e di sistemargli i capelli all'indietro con acqua e gel, lasciando qualche ciuffo ribelle sulla sua fronte. Quando finì il suo lavoro lo fissò con orgoglio e annuì per approvarlo. Posò tutto e annunciò -Siamo pronti per andare a ubriacarci!
Quando lasciarono il bagno, Reo poté guardarsi intorno e ammirare finalmente il locale. Era bello ed elegante come aveva supposto, c'erano diversi divanetti appartati e dei tavoli alti più verso il centro della sala. C'era un palco con alcuni pali e qualche sedia, probabilmente avrebbero fatto un qualche tipo di spettacolo nel corso della serata. Sia al lato destro del palco che a quello sinistro c'erano dei banconi dove poter ordinare da bere e le luci erano molto calde ma quasi intime. Era ancora calmo il posto, ma Reo suppose che fosse solo perché era ancora presto.
Seguì Chigiri fino al divanetto dove l'aveva visto seduto quando era arrivato e si concentro anche sulle altre persone presenti. C'erano diverse persone che conosceva dai tempi del liceo, anche se era un po' di tempo che ormai non li vedeva, troppo preso dal proprio lavoro.
Riconobbe Barou Shoei, elegante e composto mentre sembrava star facendo una conversazione tranquilla con Niko Ikki. Riconobbe Karasu Tabito che stava controllado il menù degli alcolici e al suo fianco Yukimiya Kenya ed Eita Otoya, dalle poche frasi che Reo riuscì a sentire capì che stavano parlando del mercato calcistico. Infine gli ultimi che riconobbe erano seduti accanto a Chigiri: c'era Bachira Meguru che stava raccontando qualcosa ridendo e gesticolando e al suo fianco Isagi Yoichi e Nagi Seishiro.
Il mondo si fermò. Cosa ci faceva Nagi lì? Era ovvia la risposta, Nagi era amico di Chigiri come lo era Reo quindi era logico che fosse al suo addio al celibato. Ma ancora, perché Reo non era stato preparato? Perché Chigiri aveva omesso quel particolare così importante. Erano almeno tre anni che non si vedevano.
 
Reo rise mentre Nagi si accoccolava di più contro le sue gambe e chiudeva gli occhi. Gli mise una mano sui capelli per accarezzarglieli e cercò di persuaderlo -Dai Nagi, dobbiamo studiare.
Nagi si strinse di più contro di lui e borbottò -Non mi va, sono stanco.
Reo sospirò e scese ad accarezzargli una guancia -Hai una brutta influenza su di me.
-Reo mi ama lo stesso. E si prende cura di me.
Reo rise, scherzando -Già, chissà com’è successo.
Nagi non rispose, si limitò semplicemente a tenerlo più stretto.
 
Reo non seppe dire quanto tempo rimase bloccato sul posto a fissarlo in modo inquietante, sapeva solo che Nagi alzò lo sguardo su di lui e Reo non capì più nulla.
Da quanto tempo non provava quelle sensazioni? Perché gli stava facendo quello stesso effetto dopo tutti quegli anni dalla loro rottura?
Si infuriò con se stesso per aver reagito in quel modo, aveva ormai venticinque anni e poteva gestire di star nello stesso locale con il suo ex per una sera, non doveva mica parlarci per forza. Distolse lo sguardo e si diresse verso il gruppo di Yukimiya, Karasu e Otoya, intromettendosi nella discussione con facilità.
Ma, nonostante non lo stesse più guardando, poteva sentire su di lui lo sguardo persistente di Nagi.
 
-Sei strano- borbottò Nagi un giorno mentre giocava al suo gioco sul cellulare, sdraiato a terra e poggiato con la testa sulle gambe di Reo che stava leggendo un libro di economia -non ha senso che io ti piaccia.
-Chi dice che dovrebbe avere senso?- rispose Reo tranquillo girando pagina e portando la mano che aveva appena fatto il movimento ad accarezzargli i capelli bianchi.
Nagi non rispose.
 
Sedersi vicino a Karasu, Otoya e Yukimiya non era stata la più grande idea della serata. L’aveva fatto perché aveva sentito i loro discorsi e pensava di potersi intromettere con altrettanti argomenti interessanti, peccato che si fosse dimenticato quanto i primi due citati fossero la peggior compagnia per andare a bere fuori.
Lo sguardo persistente di Nagi contro di lui l’aveva fatto rimanere all’erta e in tensione per tutto il tempo e, ovviamente, ciò non passò inosservato ai suoi amici.
-Sei troppo teso, Reo- commentò Karasu dandogli una pacca sulla spalla più forte del necessario.
Otoya, di riflesso, alzò la mano per ordinare da bere per tutti loro.
Fu così che, senza rendersene davvero conto, Reo si ritrovò a bere due negroni e diversi shot di amaro, diventando brillo prima di quanto aveva premeditato.
Non seppe dire quanto tempo passò da quando era arrivato, ma a un certo punto iniziò uno spettacolo sul palco dove erano state sistemate in precedenza le sedie e i pali. Erano circa sei (nelle condizioni in cui si trovava Reo non era sicuro di saper contare correttamente) gli spogliarellisti e ognuno aveva il suo spettacolo che facevano o da soli o in coppia. C’erano due in particolare che mentre ballavano e si spogliavano a vicenda si guardavano come se ci fossero solo loro nella stanza, come se fossero a un passo dallo scopare davanti a tutti. Reo aveva caldo e non riusciva a guardarli senza sentirsi in imbarazzo, senza sentirsi di troppo in tutta quella situazione. Qualcosa si stava muovendo nei suoi pantaloni… pensandoci, da quant'è che non faceva sesso?
Fu il caos quando uno spogliarellista muscoloso e dagli occhi di due colori diversi portò Chigiri a ballare con lui sul palco, il suo amico sembrava felice come era felice un bambino il giorno di Natale. Tutti stavano urlando per incitarli e stavano facendo video (che per la sanità mentale di Kunigami sperò che nessuno gli facesse mai vedere) e c’era talmente tanto casino che Reo si permise di perdersi nei suoi pensieri scoordinati per via dell’alcool.
 
I suoi occhi erano lucidi mentre Nagi, che l’aveva inchiodato al letto, continuava a spingere dentro di lui per colpire quel punto che lo stava facendo piangere. Era così bello, dio lo amava un sacco.
Strinse il lenzuolo tra le mani e rilasciò un gemito, per poi sussurrare senza voce -Ti amo, ti amo così tanto ‘shiro.
Nagi ebbe uno spasmo alla mano che gli stava stringendo il fianco, grugnì contro il suo collo e lo baciò. Non rispose.
 
Tornò alla realtà quando sentì una mano che gli afferrava la maglia a rete che indossava e lo spingeva in avanti. Alzò gli occhi di scatto e si ritrovò faccia a faccia con lo spogliarellista biondo e dagli occhi rosa che aveva fatto lo spettacolo di coppia del quale Reo non era riuscito a reggere l’intensità.
-Ciao tesoro- gli sorrise questo con uno sguardo quasi da folle -bella maglia, l’hai indossata per farti catturare?
Reo ci mise qualche secondo a comprendere la battuta, poi arrossì per l’imbarazzo di quello che indossava, per il complimento, per il fatto che fossero davanti a tutti e per la vicinanza dell’uomo.
-Beviamo insieme, ti va?
Nonostante fosse una domanda quella dello spogliarellista, non aspettò davvero una sua risposta. Perché nel momento esatto in cui Reo aprì la bocca per parlare, questo gli fece bere uno shot. Era lo shot più forte che aveva bevuto in tutta la sera, uno shot che gli fece lacrimare gli occhi e pizzicare la gola portandolo a tossire.
L’uomo rise incurante del suo disagio, già pronto con un nuovo bicchiere -con il secondo colpo va sempre meglio.
-Ha già bevuto abbastanza, non credi?- la voce che lo salvò era severa, fredda e tagliente. Fece venire i brividi lungo la schiena di Reo sia per il tono che aveva usato sia perché, da quando la serata era iniziata, non lo aveva ancora sentito parlare. Gli era mancato, che patetico che era.
Sentiva il bisogno di vomitare e chiuse gli occhi cercando di calmarsi, perdendosi tutta la lotta silenziosa di sguardi che Nagi e lo spogliarellista si lanciarono. Fu proprio quest’ultimo infine a cedere, sorridendo come se fosse consapevole di qualcosa a cui loro non erano ancora arrivati. Andò via pronto a passare alla sua nuova vittima: una delle ragazze del tavolo accanto.
Quando Reo riaprì gli occhi, Nagi era scomparso.
 
Erano ormai le ultime settimane di università e Reo era sempre più impegnato con la fine di tutti i suoi corsi e con i conseguenti test. Riusciva a vedere raramente il suo ragazzo e quando aveva qualche minuto libero ne approfittava subito per andarlo a cercare.
Fu in una di quelle pause che sentì una conversazione privata tra questo e un loro collega di corso, una conversazione che fece aprire gli occhi di Reo, mostrandogli che quello che gli altri avevano sempre detto di loro fosse vero: Nagi stava con lui solo per i suoi soldi.
-Hai quindi deciso cosa farai dopo l’università? Guarda che non puoi farti mantenere da Reo tutta la vita.
-Perché no? É per questo che stiamo insieme.
-Non è così che funzionano le relazioni!
-Mhmm…
La volta successiva che parlarono, Reo chiuse la loro relazione.
 
-
 
Il giorno del matrimonio arrivò e tutto andò alla perfezione: il sole spendeva, i capelli del suo amico avevano l’acconciatura che aveva sempre desiderato, Kunigami era ancora all’altare e Chigiri non era scappato con nessun spogliarellista. Era tutto perfetto.
La cerimonia si svolse al tempio e le promesse di Kunigami fecero piangere tutti i presenti. Quando infine suggellarono il matrimonio con un bacio mozzafiato, nessuno dei presenti ebbe dubbi sulla loro relazione.
Reo si stava divertendo: aveva pianto, aveva riso, aveva scherzato con i suoi amici e aveva applaudito, godendosi appieno ogni momento di quella giornata. Questo almeno fino a quando non si spostarono al locale e scoprì di essere seduto allo stesso tavolo di Nagi. Ovviamente non erano solo loro due, ma era comunque un colpo molto basso da parte di Chigiri.
Glielo fece notare non appena lo vide libero per due secondi, raggiungendolo con il sorriso di chi stava per congratularsi per le nozze ma sbottando poi -Perché mi hai messo al tavolo con lui?
Non ebbe bisogno di specificare il nome di chi si stava riferendo, il rosso sapeva perfettamente quello che aveva fatto.
-Non avrei dovuto?- rispose Chigiri con tono fintamente innocente e uno sguardo d’angelo.
-Non parliamo da tre anni!
Il sorriso dello sposo si ampliò, batté pure le mani contento -Perfetto! Avrete tanto da raccontarvi! Ora fai il bravo e vai a sederti, non vorrai mica creare problemi al matrimonio di uno dei tuoi migliori amici, vero?
A Reo prudevano le mani per la voglia di strozzarlo.
 
Avevano mangiato per due ore piene e, prima di servire la torta e i dolci, stavano facendo una pausa dove la gente si era alzata a ballare. Fu per quello che Reo rimase solo al tavolo insieme a Nagi.
Durante il pranzo aveva bevuto qualche bicchiere di vino ma non era brillo, solo forse più coraggioso nel dire quello che gli passava per la testa. Non si trattenne.
-Non hai un accompagnatore. Non hai ancora trovato qualcuno ricco come me da spennare?
Nagi lo fissò sorpreso sia perché gli aveva rivolto la parola sia perché non si aspettava una domanda del genere. Il guizzo sorpreso nel suo sguardo però durò poco e, con sguardo impassibile e tono annoiato, rispose -Neanche tu hai un accompagnatore.
Reo fece una risata amara -É difficile fidarsi delle persone dopo quello che mi hai fatto.
Nagi rimase in silenzio per dei secondi che sembrarono ore, poi sussurrò -Mi hai lasciato tu, Reo.
-Vuoi biasimarmi? Mi usavi solo per i miei soldi- era una risposta infuriata quella di Reo, ma continuavano a mantenere entrambi la voce bassa per impedire alle persone che gli stavano intorno di sentire quello che si stavano dicendo.
Nagi corrugò la fronte come se sentisse quel discorso per la prima volta, poi fece presente -Eri tu che mi compravi le cose, non ti ho mai chiesto nulla.
Ed era… vero. Reo non riusciva a ricordare una sola volta in cui Nagi gli aveva chiesto di comprare qualcosa per lui. Ma non era pazzo, ricordava quello che aveva sentito quel giorno.
-Ti ho sentito parlare con un nostro collega, ti ha chiesto se volessi farti mantenere da me a vita e tu gli hai risposto che era per questo che stavamo insieme.
Nagi corrugò ancora di più la fronte e sembrò pensare a quel giorno, infine spiegò la conversazione dal suo punto di vista -Intendevo che la nostra relazione è sempre stata così, che non avevo bisogno di preoccuparmi di un futuro perché in quel futuro ci saresti stato tu. E non mi importava cosa avrei fatto, potevi mantenermi o potevi chiedermi di trovarmi un lavoro, era uguale, avrei fatto qualsiasi cosa Reo avesse voluto.
Quello era nuovo. Reo non sapeva come reagire a quelle nuove informazioni che cambiavano tutto quello in cui aveva sempre creduto fino a quel momento. Informazioni che gli fecero capire che era stato lui a sbagliare, lui a fraintendere una conversazione che, da principio, non avrebbe neanche dovuto ascoltare. Ma non era solo colpa sua, perché quello non era stato l’unico motivo per il quale la loro relazione era finita.
-É vero, sono stato io a lasciarti e forse l’ho fatto per un motivo che avevo frainteso- concesse infine -ma tu non hai fatto nulla per trattenermi.
Perché quando Reo gli aveva detto che voleva chiudere la loro relazione non si era aspettato lacrime di disperazione, ma neanche il menefreghismo di Nagi che si era limitato ad alzare le spalle e abbassare lo sguardo, accettando la sua sorte con completa passività.
Quella conversazione era conclusa. O almeno era così che Reo si aspettava, visto che ogni volta che le cose si facevano difficili o gli venivano sbattuti in faccia i fatti per come andavano, Nagi preferiva stare in silenzio e fingere che nulla di tutto quello lo stesse toccando. Ma si sbagliava. Forse Nagi era cresciuto in quei tre anni che non si erano visti, o forse si era tenuto tutto dentro per troppo tempo per lasciar correre anche quella volta.
L’albino infatti sospirò e spiegò, per una volta, tutto quello che passava nella sua testa -Reo, tu sei come il protagonista di un videogioco, sei l’eroe che deve salvare il mondo, che tutti amano e di cui tutti si fidano perché sanno che non fallirà, perché sei nato per riuscire a raggiungere qualsiasi scopo ti sia imposto nella tua vita. Io sono un NPC che incroci per puro caso e che aiuti solo se vuoi completare il gioco al cento per cento. Ma in nessuna storia l’eroe sta con l’NPC, non aveva mai avuto senso che tu stessi con me e quando mi hai lasciato non ho detto nulla perché era giusto così. Era logico che tu mi lasciassi. Sapevo che l’avresti fatto. Fermarti o chiederti perché lo stessi facendo avrebbe solo ritardato qualcosa che era inevitabile. Le persone come te non stanno con le persone come me.
La rabbia invase il corpo di Reo. Era il discorso più stupido che avesse mai sentito, il motivo con meno senso del mondo sul perché la sua relazione fosse finita.
Perché era ancora innamorato di una persona del genere?
Si alzò con rabbia, lo raggiunse con i pugni chiusi e si trattenne dal colpirlo in faccia solo per il bene del matrimonio dei suoi amici. Ma non si trattenne dal litigarci.
-Sei un coglione. Eroi? NPC? Questa è la fottuta realtà, Nagi. É la tua vita e sei tu il protagonista, non ci sono eroi che nascono che sanno già fare tutto, non c’è nessuno che è destinato a vivere in un determinato modo perché è scritto nelle stelle. Se vuoi qualcosa devi lottare per averla, devi soffrire e sprecare tempo ed energie, provandoci ancora e ancora fino a quando non ce l’avrai fatta. Guardali- indicò Chigiri e Kunigami che ballavano al centro della pista, con lo sguardo innamorato e i sorrisi felici di chi stava solo pensando alla persona che aveva di fronte -guardali e dimmi, hai mai visto qualcuno di così felice in uno dei tuoi videogiochi? Pensi che siano arrivati qui senza doversi occupare di alcuna “seccatura”? Non è così che funziona e, fidati, quando incontrerai la persona per cui valga la pena lottare, fallo. Perché sei tu l’eroe della tua storia.
 
-
 
Anche quel giorno Reo era rimasto a lavoro dopo che tutti i suoi sottoposti se n’erano andati, il suo lato perfezionista aveva bisogno che ogni cosa fosse in ordine per il giorno dopo, non potendosene quindi andarsene fino a quando non avesse finito.
Quando sentì bussare alla sua porta rispose come al solito senza alzare lo sguardo -ho quasi finito Ba-Ya, puoi iniziare ad andare in macchina, ti raggiungo subito.
Un colpo di tosse e una voce maschile lo informarono -non sono Ba-Ya.
L’unica luce che illuminava la stanza era la lampada sulla sua scrivania e il monitor del computer, ma non ebbe bisogno di vederlo per capire che era Nagi.
Alzò lo sguardo di scatto e, involontariamente, si mise più dritto sulla sedia come se dovesse dimostrare qualcosa -Cosa ci fai qui?
Era dal giorno del matrimonio dei loro amici, ormai un mese e mezzo prima, che non si vedevano.
-Ba-Ya mi ha fatto entrare, si ricordava di me- spiegò il ragazzo mentre avanzava all’interno della stanza e si avvicinava alla sua scrivania. Con la luce che lo illuminava sempre di più Reo notò che aveva tra le mani una rosa viola. Non ebbe modo di chiedere nulla che il ragazzo gliela stava già porgendo.
Fu naturale per lui accettare quel dono, le guance in fiamme e il cuore che batteva veloce mentre se la rigirava tra le mani con delicatezza. C’era anche un biglietto attaccato, era scritto a mano.
“Vuoi uscire con me?” con sotto due quadrati da spuntare, uno con scritto “si” super grande, mentre quello con scritto “no” piccolissimo. Era adorabile.
Reo si trattenne dal sorridere e alzò lo sguardo per chiedere guardingo -Cosa significa questo?
Nagi non aveva smesso di guardarlo da quando aveva bussato alla porta, anche in quel momento non si fece problemi a confessare risoluto -Sei tu la persona per cui valga la pena lottare. Sei sempre stato solo tu. E se per te non è mai stato un problema stare con una persona come me… allora farò l’impossibile per farti dire che ne valiamo ancora la pena. Lotterò per la nostra relazione nonostante i tre anni di ritardo.
Reo avrebbe voluto piangere, alzarsi, abbracciarlo, baciarlo e farlo suo sulla propria scrivania. Dirgli che non aveva mai smesso di amarlo e che aveva sperato così tanto che l’altro facesse una mossa del genere da aver paura che fosse tutto un sogno. Tuttavia non lo fece, perché aveva ancora un po’ di amor proprio e doveva essere sicuro che non sarebbe andato incontro a una nuova delusione, perché non sarebbe riuscito a superarla questa volta.
Reo aveva reso le cose facili a Nagi per una vita intera e questo li aveva portati a quel punto. Nagi non poteva pretendere di arrivare lì come se niente fosse, portargli una rosa e sperare che ricominciassero come se non fosse successo nulla. Se davvero era disposto a lottare per loro questa volta, doveva dimostrarglielo meglio di così.
Strinse le mani sul biglietto e rispose -Non credo di poterti dare una risposta oggi.
Nagi annuì consapevole, come se avesse già premeditato che la risposta sarebbe stata quella, ma non si perse d’animo mentre diceva -Allora torno domani, mi farai sapere se avrai preso la tua decisione.
E fu quello che fece, ancora e ancora. Nagi tornò a trovarlo ogni giorno dopo il lavoro, portandogli una nuova rosa. Ogni singolo giorno l'albino aveva lo stesso sguardo risoluto e con un pizzico di speranza, ma non si arrese mai ai suoi "non sono ancora pronto" e non diede mai segno di cedimento. Non gli stava dando una scadenza e non gli faceva pressione di alcun tipo.
Reo capì che il ragazzo avrebbe continuato per mesi se questo fosse stato necessario ad avere una risposta alla domanda scritta sul biglietto che stava conservando con cura nel suo primo cassetto. Era nuovo, era un nuovo Nagi e Reo aveva voglia di conoscerlo meglio, di scoprire cosa altro fosse cambiato e in che modo avrebbero potuto iniziare un nuovo tipo di relazione. Una relazione che, al contrario della precedente, non avrebbe portato avanti solo lui.
Fu per questo che, quasi due settimane dopo, Reo gli restituìinfine il bigliettino nel quale aveva spuntato il grande quadrato con scritto “sì”.



n.a. Gli spogliarellisti sono i ragazzi dell'U-20. I due che ballano in coppia sono ovviamente Sae e Shidou ed è proprio questo che ci prova poi con Reo. Mentre il ragazzo che balla con Chigiri è Aiku.
  
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