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Autore: LaReginaDiCuori    22/11/2023    0 recensioni
" Certo che sei proprio un osso duro, eh? "
Sulle labbra del più piccolo, comparì un piccolo sorrisetto di vittoria.
" E va bene sì, ero un po' pensieroso … Contento? "
" Se vuoi puoi parlarmene! "
" Eh? "
" Ho detto che se vuoi, puoi parlarmi di quello che ti turba, fratellone. "
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Edward era felice ma allo stesso tempo, preoccupato.

Certo, era felice di vedere di nuovo Alphonse nel suo corpo originario, era felice di poter di nuovo infilare le dita tra i suoi capelli lisci, di poter sentire la sua pelle sotto le sue dita, di poter incrociare di nuovo il suo sguardo, ma vederlo in quello stato gli si stringeva il cuore ogni giorno di più.

Non riusciva a sopportare di vedere il fratello, ridotto in quella maniera e gran parte della colpa, era anche sua.

Se all’epoca non avesse intrapreso quella terribile strada di voler a tutti i costi salvare la madre, molto probabilmente a quest’ora il fratello, non sarebbe ridotto in questo modo e bloccato su un dannatissimo letto d’ospedale.

Il maggiore sapeva che in realtà il fratello, si sarebbe ripreso pian piano insomma in fin dei conti, non aveva mangiato per così tanto tempo, però allo stesso tempo avrebbe voluto che la guarigione fosse veloce e che non facesse in qualche modo del male al fratellino, tanto amato.

Il biondo non sapeva proprio che cosa fare e ogni volta si struggeva, perché sapeva che l’unica cosa da fare era aspettare che Alphonse riprendesse le forze; i medici che lo curavano erano comunque entusiasti ma a Edward questo, non bastava.

Si sentiva troppo in colpa per quello che aveva fatto al fratello in passato, per questo forse non si dava pace.

Nemmeno vedere il sorriso di Alphonse, lo rasserenava.

<< Fratellone … Che cosa hai? >>

<< Eh? >>

Domandò il biondo riscosso dai suoi pensieri, dalla voce del suo fratellino.

<< Ho chiesto, che cosa hai? >>

<< Ah … Mm nulla, perché questa domanda? >>

<< Eri pensieroso! >>

<< E come fai a saperlo? >>

<< Me lo domandi sul serio? Come io sono un libro aperto per te, tu lo sei altrettanto per me, fratellone! >>

<< Aaah comunque tranquillo, non sono affatto pensieroso! >>

<< Si, che lo sei! >>

<< No! >>

<< Si! >>

<< No! >>

Sembrava quasi che si stava iniziando una specie di gara, su chi aveva ragione e chi torto.

I due fratelli si guardavano a vicenda quasi con fare serioso, ma subito dopo tutto questo viene spezzato dalla risata che uscì allegra dalle labbra leggermente dischiuse, del fratellino più piccolo e subito dopo, si unì anche il grande.

<< Dovevi vedere la tua faccia! >>

<< E perché, la tua? >>

Le risate continuarono riempiendo in questo modo la stanza dell’ospedale in cui si trovarono e il maggiore dopo un po', prese un piccolo respiro profondo e poi posò nuovamente lo sguardo, sul fratellino.

<< Comunque sul serio, non ero affatto pensieroso! >>

<< Ah no? >>

Il maggiore annuì.

<< Certo, non ho alcun tipo di pensiero … >>

Continuò anche se mentre lo diceva, non ne era molto convinto nemmeno lui.

<< Fratellone … >>

Sembrava quasi che il fratellino lo stesse incitando e alla fine il maggiore, si arrese.

<< Certo che sei proprio un osso duro, eh? >>

Sulle labbra del più piccolo, comparì un piccolo sorrisetto di vittoria.

<< E va bene sì, ero un po' pensieroso … Contento? >>

<< Se vuoi puoi parlarmene! >>

<< Eh? >>

<< Ho detto che se vuoi, puoi parlarmi di quello che ti turba, fratellone. >>

<< Ma … >>

<< Dico sul serio! >>

Il maggiore rimase un attimo in silenzio mentre cercava di capire che cosa fare, anche perché credeva che il fratellino, non lo avrebbe lasciato andare tanto facilmente e alla fine, si arrese di nuovo.

Questa volta il maggiore non riusciva proprio a tenersi le cose, per sé.

<< E va bene, d’accordo, ho capito … Io Alphonse, sono solo preoccupato! >>

<< Preoccupato? E per che cosa? >>

<< Per te, idiota! >>

<< Per … me? >>

Il maggiore annuì.

<< Certo, per te. >>

<< E perché mai? I dottori sono molto contenti di come sto affrontando il tutto, dicono che se continuo così, potrò uscire presto da qui, quindi perché sei preoccupato per me? >>

<< Io … Detesto vederti in questo stato, d’accordo? Non amo vederti ridotto in questa maniera, sei così … Sei così magro, a momenti non riesci nemmeno a stare in piedi … E tutto questo solo, per colpa mia! >>

Disse il maggiore tutto di un fiato e scosse un attimo il capo, mentre si infilò le mani tra i capelli.

<< Se solo potessi tornare indietro, se solo potessi avere anche solo una possibilità di farlo, andrei dal me del passato e mi fermerei, mi fermerei e gli direi di pensare solo a te e non alla mamma … Gli direi che doveva pensare a starti vicino e non di pensare ad una stupidissima, trasmutazione umana. Gli direi di finirla con le ricerche, con tutto quanto pur di non inserire la tua anima in quella dannata armatura, farei di tutto Al lo giuro, sapessi quanto … >>

<< BASTA COSì! >>

Urlò il più piccolo e il più grande si fermò, nel mentre il più piccolo posò una mano su quella del maggiore e quest’ultimo, si accorse solo ora che le sue guance erano bagnate delle sue lacrime.

<< Erano questi i pensieri che ti affollavano la mente, fratellone? >>

Il più grande annuì, mentre chiuse un attimo gli occhi e mentre lo fece qualche lacrima, andò giù verso il basso fino a depositarsi sul dorso della mano.
Il più piccolo sospirò e con calma, cercò con la mano di asciugare le lacrime del più grande. 

<< Sei proprio uno stupido, fratellone. >>

<< Eh? >>

<< Sì, hai capito benissimo! Sei proprio uno s – t – u – p – i – d - o. Non è stata colpa tua … >>

<< E invece sì, Al. >>

<< Ti ripeto che non è così, ho voluto io fare tutto questo insieme a te … >>

<< Ma se io non avessi intrapreso tutto quello che … tutto quello che abbiamo fatto, tu … >>

<< Fratellone basta, basta darti la colpa. La colpa non è di nessuno è chiaro? Io ho voluto farlo, perché non volevo lasciarti solo in tutto quello, io ho voluto farlo perché sei mio fratello … Volevo aiutarti e poi ricordati, anche io volevo riportare la mamma in vita. Anche io la volevo, come la volevi tu. Quindi no… Non è colpa tua e nemmeno colpa mia, non voglio più sentirti che ti incolpi di questa faccenda, chiaro? E poi comunque adesso io sono qui, no? Sono io, non sono più un’armatura, sono finalmente il vero Alphonse in tutto e per tutto …  E questo lo devo solo grazie a te, fratellone e a nessun altro. >>

Il maggiore a sentire quelle parole sembrava essersi quasi rasserenato, anche se le lacrime continuarono a rigare il suo viso.

<< Ora basta piangere fratellone e basta sentirsi in colpa, adesso tutto è finito e possiamo vivere la nostra vita, in pace. Possiamo essere finalmente, felici. >>

Disse con tono dolce rivolto verso il maggiore, che alle sue parole, si andò ad asciugare le lacrime con la manica della maglietta. 

<< Si fratellino, hai proprio ragione. >>

Disse il più grande e si sorrisero senza dire altro, perché non c’era più bisogno di altre parole.
   
 
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