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Autore: Shainareth    24/11/2023    2 recensioni
[Gundam SEED] Quando i loro genitori avevano preso accordi per quell’unione, pochi anni prima, entrambi avevano chinato il capo per obbedire al loro volere. Certamente all’inizio avevano fatto del loro meglio per non deludere le aspettative di nessuno.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Athrun Zala, Cagalli Yula Athha, Kira Yamato, Lacus Clyne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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SCELTE


Si era come illuminata non appena Kira era intervenuto in aiuto dell’Eternal. Ad Athrun non era sfuggito e ne aveva preso atto, confermando così quel sospetto che aveva già avuto mesi addietro: Lacus aveva fatto la sua scelta ben prima che suo padre decidesse di mettere fine al loro fidanzamento.
   Quando i loro genitori avevano preso accordi per quell’unione, pochi anni prima, entrambi avevano chinato il capo per obbedire al loro volere. Certamente all’inizio avevano fatto del loro meglio per non deludere le aspettative di nessuno. Si erano incontrati e si erano persino piaciuti: erano belli, dotati di buone maniere e, soprattutto, di indole gentile. Tuttavia, più passava il tempo, più loro crescevano e iniziavano a rendersi conto che cercare di accontentare gli altri non bastava più. La guerra, poi, aveva ulteriormente messo in evidenza l’insofferenza di quella situazione, soprattutto per Athrun, troppo concentrato sul proprio dolore per pensare ad altro.
   Con Lacus non era mai riuscito a lasciarsi andare. Si era sforzato di essere impeccabile, di usare un linguaggio più appropriato e rispettoso, ma non era stato in grado di aprirle il suo cuore, di dirle ciò che aveva davvero dentro, ciò che pensava. A tratti, sicuramente, era stato persino scostante nei suoi confronti. Non c’era da meravigliarsi se, nonostante andassero d’accordo e tutto sommato si volessero anche bene, alla fine lei gli avesse preferito qualcun altro.
   Ci era rimasto male? No. Forse rimpiangeva solo non aver capito prima quanto in realtà fosse in gamba quella ragazza, perché con tutta probabilità era stato uno dei motivi principali che gli aveva precluso la possibilità di avere un eventuale futuro insieme a lei.
   «Immagino che noi due dovremmo parlare.»
   Athrun distolse la propria attenzione dalla visuale del Freedom che, davanti a loro, scortava la nave verso la colonia Mendel, punto d’incontro stabilito per riunirsi all’Archangel e alla Kusanagi. Lacus lo guardava, in attesa, con quel suo solito sorriso gentile, lo stesso che probabilmente nascondeva i suoi veri pensieri. Ormai il giovane era consapevole che loro due non erano troppo dissimili.
   Scusandosi con l’equipaggio presente sul ponte di comando, i ragazzi si allontanarono per potersi chiarire una volta per tutte. Nessuno avrebbe impedito loro di ricominciare da zero, in un senso o nell’altro. Ciò nonostante, era chiaro a entrambi che la scelta era ormai stata compiuta.
   «Mi dispiace per tuo padre», esordì Athrun quando furono soli. Era sinceramente contrito per l’assassinio di Siegel Clyne, commissionato oltretutto dal suo stesso genitore ed ennesimo motivo di profonda delusione da parte sua.
   «Anche a me dispiace per il tuo», rispose Lacus, lasciando trasparire poco del dolore che davvero doveva provare in quel momento. Ci sarebbe stato tempo per piangere. Prese un respiro. «Riguardo a noi due...»
   «Giunti a questo punto», l’anticipò il giovane, togliendola d’impaccio, «direi che non abbiamo più alcun obbligo l’uno nei confronti dell’altra.» Lei lo fissò stupita, lui la tranquillizzò con un sorriso privo di allegria. «Era questo che volevi dirmi?»
   Stringendo Pink-chan fra le mani, Lacus annuì. Quello era stato il primo regalo che lui le aveva fatto, rivelando quale animo gentile avesse quel ragazzo che le era entrato nel cuore non nel modo in cui avrebbe dovuto. «Anche questa è una scelta che dobbiamo a noi stessi.»
   Alla mente di entrambi tornò l’ultimo confronto che avevano avuto, quando lui le aveva puntato contro una pistola, ancora in dubbio su cosa fosse giusto fare. In quell’occasione, mettendolo davanti alla realtà delle cose, Lacus non aveva fatto altro che dare inconsapevolmente man forte alle parole che già Cagalli gli aveva rivolto, quando avevano creduto Kira perso per sempre per sua stessa mano.
   Cagalli. Senza che Athrun se ne fosse reso conto, era stata forse la prima e unica persona con cui lui era riuscito ad aprirsi. Sin dal loro primo incontro le aveva raccontato di sua madre. Poi, ancora, in sua presenza era diventato un fiume in piena e non aveva più saputo arrestare quel processo, vomitando tutto il dolore che soffocava dentro di sé da troppo tempo. Aveva pianto davanti a lei. Con lei. Si era messo totalmente a nudo, come mai gli era capitato prima di allora.
   Si portò la mano sinistra al petto, stringendo nel palmo la pietra che lei gli aveva regalato e che forse lo aveva davvero protetto quel giorno. «Va bene così», disse atono, rendendosi conto che, dopotutto, il destino aveva davvero in serbo per loro qualcosa di molto diverso da quanto preventivato, a prescindere dalle azioni dei loro genitori.
   Lacus lo fissò, una lieve ansia a velarle lo sguardo. Athrun le sorrise di nuovo, sincero. «Cerchiamo di fare del nostro meglio. Questa volta anche per noi stessi.»
   Non appena giunsero a destinazione, il Comandante Waltfeld si dispose per presentarsi al Comandante Ramius, finalmente. Scendendo anche lui dalla nave insieme agli altri, tuttavia, il pilota del Justice fu distratto dall’arrivo di Cagalli. «Athrun!» lo chiamò la Principessa, accorrendo nella sua direzione, gli occhi lucidi e la voce incrinata per la preoccupazione che doveva aver provato fino a quel momento. Presa anche lei in contropiede, Lacus la fissò stupita, mentre l’altra ragazza si aggrappava con evidente ansia alla divisa del giovane, ignorando tutti gli altri. «Ti sei ferito di nuovo!» lo rimbrottò. «Non ti era bastato il braccio sinistro, l’ultima volta?! Adesso anche il destro?!»
   «Sto bene...» balbettò Athrun, in lieve imbarazzo anche per lo sguardo divertito che la sua ormai ex fidanzata gli lanciò. Non lo aveva mai visto così in difficoltà, non con l’altro sesso, perlomeno. Con lei, rifletté Lacus con vaga tenerezza, il giovane non si era mai mostrato tanto vulnerabile.
   «Bugiardo», lo contraddisse Cagalli, afferrandolo per il braccio sano e iniziando a trascinarlo via da lì. Sembrava un vulcano in eruzione e la bella Clyne non poté fare a meno di notare quale abisso vi fosse fra loro. Guardandolo, non avrebbe saputo dire se Athrun si fosse o meno reso conto della cosa, ma a lei parve chiaro: quella biondina era come Kira. Inconsapevoli o no, entrambi quei ragazzi erano riusciti a compiere il miracolo di aprire loro gli occhi, di farli sentire finalmente vivi.
   «A-Aspetta...!» stava dicendo Athrun, seguendo comunque Cagalli senza opporre davvero resistenza.
   «Devi farti medicare, subito!» insistette lei, felice per il suo ritorno, ma anche troppo preoccupata per la sua ferita. Non solo quella fisica. Era ovvio che il confronto fra lui e suo padre fosse andato nel peggiore dei modi. Athrun non doveva rimanere da solo, avrebbe finito per rimuginarci su all’infinito e deprimersi come al solito. E lei glielo avrebbe impedito, a qualunque costo. Non era certa di come fosse accaduto, ma quel ragazzo problematico le era ormai entrato nel cuore e lei non aveva potuto far altro che arrendersi all’evidenza.
   «Lacus?» Lei si voltò, giusto in tempo per vedere Kira protendersi per aiutarla a scendere dalla passerella della nave. Gli sorrise e le loro mani si unirono. Quello era il futuro che avevano scelto e che avrebbero costruito tutti insieme, combattendo quella maledetta guerra con la forza dei loro sentimenti.



 
  
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