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Autore: Sarck    29/11/2023    0 recensioni
Sì, sono tutti famosi. Ma Jungkook, JUNGKOOK. Quello stronzetto non sapeva neanche parlare davanti a più di cinque persone senza arrossire o scoppiare a piangere, tempo fa. Jin ha passato anni a reggergli il moccio e nasconderlo dietro la sua schiena quando troppo imbarazzato, letteralmente. Ora, Jungkook, occhi a palla uguali, ma dentro un viso da sex symbol - da quanto sembra vedendo i video su TikTok - è il più popolare tra tutti.
(Jin odia tante cose di Jungkook, ma solo perché è un po' inibito emotivamente)
[JinKook]
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Le cose che Jin odia - cap 1
Rating: giallo
Parole: 3.401
Tipo di coppia: Slash
Pairing: Kim Seok-kin x Jeon Jung-kook
Note: la storia è ambientata prima che Jin parta per il servizio militare. L'ho scritta a pezzettini, avevo iniziato un paio di estati fa a scribacchiare qualcosa sulle note del cellulare. Poi, mentre ero in viaggio verso Tokyo ho ritrovato i miei appunti e sono andata avanti a scrivere. Principalmente dunque è una storia scritta in aereo e durante gli scali, in uno spazioe  tempo metafisico in cui io stessa non ero certa di dove fossi. Man mano si è articolata in qualcosa di più grosso e ora progetto di comporla di tre capitoli. Ecco qui la prima parte, con il pov del nostro Jin (che ammettiamo, ci manca tanto). PS: prima ff sui BTS che scrivo, bridiamo!

 

 

Le cose che Jin odia


Ci sono 3627226 cose che Jin odia di Jungkook.

In primis, la sua popolarità. Il che è tutto un dire. Sono i BTS, i Bangtan Boys, gli ambasciatori della Corea, coloro che hanno aperto le acque internazionali al K-pop, inviati alla casa bianca dal presidente Biden yada yada. Sì, sono tutti famosi. Ma Jungkook, JUNGKOOK. Quello stronzetto non sapeva neanche parlare davanti a più di cinque persone senza arrossire o scoppiare a piangere, tempo fa. Jin ha passato anni a reggergli il moccio e nasconderlo dietro la sua schiena quando troppo imbarazzato, letteralmente. Ora, Jungkook, occhi a palla uguali, ma dentro un viso da sex symbol - da quanto sembra vedendo i video su TikTok - è il più popolare tra tutti. Fa foto con rapper pompati americani che Jin non si degnerà mai di sentire, viene messo come copertina sulle riviste e tutti, tutti, anche chi non ha idea di chi siano i BTS, sa però riconoscere il suo volto. Jungkook si fa biondo ed è subito trend mondiale su Twitter. Jin posta una foto a petto nudo e al massimo gli si impalla un pochino Instagram a causa dell'eccesso di notifiche. Cosa diavolo c'è di interessante in una tinta neanche lo capisce. Se proprio dovesse esprimere il suo parare il nero gli dona di più. Anche se il rosa non era male, prima che sbiadisse verso quel giallognolo durante Bon Voyage a Malta. Neanche il viola, anche se il capello così lungo nell'era di Butter era un po' troppo... no non era troppo, ci stava dannatamente bene. Comunque, trend mondiale su Twitter. Dai, ragazzi, qui esageriamo.
Ci sono più di mille cose che Jin odia di Jungkook. Il fatto che gli stia bene ogni dannato colore di capelli è una di queste.
 

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Quando Jungkook compare in una foto in cui non dovrebbe essere, subito la sua presenza riversa tutte delle coolness vibes and super swag (Jin sta prendendo lezioni di inglese, alias sta guardando “The Good Place” in lingua originale). Jin voleva fare delle foto artistiche davanti al logo delle olimpiadi, solo quello, ma il braccio tatuato di Jungkook in primo piano distoglie tutte le attenzioni. Non è geloso Jin delle attenzioni distolte da lui. Non è quello. È il ghigno che Jungkook gli rivolge a dargli fastidio.
 

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Un tempo Jungkook era un cosetto magrolino, neanche troppo alto, con questi grandi occhi a palla e l'insicurezza che lo precedeva. Ora c'è qualcos'altro che lo precede e non sa cos'è ma sicuramente è l'opposto dell'insicurezza.
"Jin-hyung" aveva esordito Yoongi, mentre si infilava in bocca il pesce avanzato da pranzo con MinPig - un gran bel pesce, è stata una bella mangiata, doveva farglielo assaggiare - "non puoi semplicemente accettare che Jungkook ormai è un uomo?"
Jin aveva alzato le sopracciglia "ho sempre saputo fosse un uomo".
"No. Sì. Ok, intendo che è cresciuto, è più uomo di tutti noi messi insieme."
"Più di Namjoon?"
Una pausa. "Ok no, non più di Namjoon. Ma più di me te sicuro, ormai tendiamo al vecchio."
"Parla per te"
"Parlo per me"
"Siamo tutti degli uomini e dei gran begli uomini"
Yoongi aveva alzato  gli occhi al cielo "non volevo fare un discorso sessista, sappiamo che il genere è fluido e sono contro la mascolinità tossica , ma"
"Ma?"
"Volevo solo dire che non è più un ragazzino insicuro Jungkook. È probabilmente il ragazzo di venticinquenne più cercato su google in tutto il monde e beh, si merita ogni attenzione perché, diciamocelo"
Jin si era avvicinato, perché Yoongi gli aveva fatto cenno con la mano.
"È decisamente figo" aveva detto, lasciandogli il piatto vuoto in mano se non per la lisca.
Benissimo. Grandioso. Perfino Min Yoongi, finto tsundere, aveva detto ad alta voce quello che Jin neanche si permette di pensare.
Aveva lavato lui i piatti quella sera, la cucina era un casino totale, ma non si era lamentato.
 

**

Ci sono volte che Jungkook piange. Jin non sa molto cosa fare in quelle occasioni.
Jungkook è spalmato su Hoseok, ha il braccio aggrovigliato intorno a quello magro del loro amico e con l’altra mano tiene un bicchierino si shochu all’uva. Il dito indice tatuato punta a Jin. Tira su con il naso rumorosamente e gli occhi sono lucidi quanto il vetro che tiene in mano.
“Non mi piace questa cosa”. Aggrotta le sopracciglia mente lo dice, come se fosse colpa di Jin. Poi si gira verso Hoseok e “non mi piace” ripete, prima di mandare giù tutto il bicchiere e sbatterlo sul tavolo. Arriccia le labbra per il sapore.
Hobi ride, anche Jin vorrebbe farlo, ma non capisce cosa sta provando in quel momento. Qualche lacrima è scesa sul viso di Jungkook fino alle labbra, la lecca insieme allo shochu. Ha il viso che è un casino. È bellissimo.
“Jeeeeykeeeey, dobbiamo passarci tutti” e per fortuna la voce di Hoseok è la cosa che più ti ricorda che ogni cosa passa, che va bene disperarsi, lui lo accetterà con un sorriso tutta la tua tristezza con la consapevolezza che tutto passa.
Ogni tanto anche Jin vorrebbe piangere davanti a lui. Sa che potrebbe.
“Jungkook-ah” deglutisce Jin, Jungkook lo guarda con le ciglia lucide e gli occhi attentissimi “dopo due anni torno, pensa se fosse un vero addio” e forse non sono le parole giuste perché gli occhi di lui si riempiono ancora di più e  “ci mancherebbe, che cosa brutta” rantola in risposta.
Hoseok accarezza la mano di Jungkook ancorata al suo avambraccio e guarda Jin ingaggiando con lui un dialogo silezioso.
Leggi il mood.
Ho letto il moood.
Sai che è preoccupato proprio di questo.
Lo so, volevo rassicurarlo.
Non è il modo migliore per farlo.
Ma…
Jungkoook tira di nuovo su con il naso, entrambi si girano contemporaneamente a guardarlo. Si sta versando un altro bicchiere, da solo. È messo male.
Jin prende un grosso respiro, lo sente bloccato nel petto, esce a fatica. È normale però fare fatica. Per Jungkook può fare fatica. 
Allunga le braccia sul tavolo, poggia le sue mani su quella di Jungkook intorno al bicchiere. Sento il caldo della pelle e il freddo del vetro. Di nuovo, tutte le attenzioni di Jungkook sono su di lui. Sempre. Sempre.
“Ti prometto”
Un altro respiro, con la coda dell’occhio Hobi sta annuendo, gli viene in mente l’immagine di una madre che incita il figlio ad andare a giocare con gli altri bambini al parco (Jin non andava mai a chiedere agli altri bambini di giocare, aspettava che fossero sempre gli altri a farlo). Fa fatica, ma questo tipo di fatica è giusta, riesce a tollerarla. Il viso di Jungkook è rosso e lucido e le emozioni le indossa come qualcosa a cui è abituato. Come qualcosa che gli calza bene.  
“Ti prometto che rimarremo tutti insieme. Sarò il primo a partire ma sarò il primo a venire a riprendervi, tutti quanti.”
Jungkook piange ancora quella sera. Hoseok gli accarezza la schiena come se fosse semplice stare lì.
Jin vorrebbe indossare le emozioni come fanno loro, come qualcosa che sta bene sulla pelle e l’abbellisce, non come qualcosa da coprire.
Sono tanti altri i bicchieri che mandano giù insieme.
Jin certe cose non può dirle, probabilmente non può neanche pensarle, ma odia il servizio militare. Ma più di tutto odia vedere i suoi compagni piangere.
 

 **

A volte Jin vorrebbe mollare tutto.
Ci sono giorni come questi, in cui non sa se gli facciano più male gli angoli della mandibola, la parte più alta, quasi vicino alle orecchie, per quanto stia controllando i muscoli facciali, o la testa, per l'estremo sforzo di non piangere.
Ci sono giorni come questi in cui Jin si sente stanco, prosciugato e vecchio. E si chiede che senso abbia tirarla avanti.
In questi momenti pensa sempre che tutta la fatica non valga la moneta. Vorrebbe capire perché si sente come se stia tirando e tirando la corda quando più lunga non diventa, tanto vale la pena mollarla.
E quando è in momenti come questi ed è l'ultimo a tornare a casa, e prepara il suo borsone con calma - fin troppa calma - per tenere la faccia nascosta abbastanza e le mani impegnate abbastanza per a mascherare la sua mancanza di vitalità con stanchezza - che Jungkook lo nota. Rimane in piedi vicino al borsone (i suoi piedi avvolti dai calzini sono proprio l'unica cosa che Jin vede, in questo momento, mentre continua a ravanare con le mani chissà che cosa perché in realtà sono minuti che non sta realmente facendo qualcosa). Uno dopo l'altro gli altri escono dal camerino ma quei calzini rimangono lì.
Quando anche Namjoon chiude la porta dietro di sé e nella sala sono rimasti solo loro due, Jungkook si accuccia vicino e in qualche modo Jin sa che lui sa. Che in serate come queste sono tutti un po' morti, ma per Jin è diverso.
Jin la morte la sente seduta sulle sue spalle pensantissima, al sapore di critiche e paure e porte chiuse e respirare è difficilissimo perché se lo fa potrebbe piangere. Tanto vale morire e tenersi il male ai muscoli facciali e la testa che scoppia nel tentativo di controllare i pensieri. Tanto vale...
Junkook gli appoggia una mano sulla testa.
"Hyung?"
E Jin scoppia a piangere.
Piange per minuti interi, forse ore. Sembrano le lacrime di anni, di nove anni di lavoro insieme.
Le uniche parole che sente è "lo so". E Jin non ce la fa a far finta, non riesce neanche a pensare che odia quando Jungkook lo capisce così. Vuole solo piangere e basta.
Domani forse certi pensieri lo lasceranno in pace, domani forse la corda sembrerà meno tesa e le porte più aperte e la morte più clemente. Domani, forse.
"Torniamo a casa" è ciò che gli dice Jungkook dopo ore, giorni, anni.
Jin non sa bene cosa sia casa, ma lo segue. Non ricorda nulla del viaggio di ritorno. Pensa solo "domani, domani, domani".
(Domani  la prima cosa che vede è Jungkook e Jin respira già un po' meglio).
 

**

I giorni dopo l’ultimo concerto sono tutti un po’ strani nei suoi confronti. Tipo Jimin. Jimin è sempre stato un tipo affettuoso, ma in questi giorni Jin non può sedersi sul divano in comune senza trovarselo avvinghiato addosso. Le braccia delineate di Jimin arrotolate intorno al suo sottile, le gambe avvinghiate alla sua coscia. Jin potrebbe alzarsi e camminare per la casa con Jimin attaccato addosso come una scimmia sull’albero e nessuno batterebbe ciglio. Non ha abbastanza forza Jin per farlo, il suo amico è un concentrato di muscoli in un piccolo corpo, ha una densità corporea altissima.
“Pensi che sappiano parlare di qualcos’altro oltre al loro aspetto fisico?” chiede Jin. Stanno guardando “l’inferno dei single”, Jin adora i programmi così trash, ogni volta che li guarda riesce a sentirsi intelligente. Non si è mai considerato una cima, ma diamine in confronto a quei partecipanti si sente il Namjoon della situazione.
Jimin ridacchia, il fiato solletica la manica di Jin, e poi spiaccica di più la guancia sulla sua spalla. Si struscia come un gatto.
“Proprio tu parli”
“Io ho i miei motivi per parlare del mio aspetto fisico”
“E loro non li hanno?”, mentre Jimin lo chiede sullo schermo un ragazzo sta mostrando i suoi muscoli. Ok è abbastanza interessante, ma comunque…
“non quanto me”
Un’altra risatina, la guancia che ancora si struscia. Jimin è caldo e confortevole contro di lui, Jin potrebbe addormentarsi. “Non posso che darti ragione hyung”
Jin sente il sonno avvolgerlo, sono state giornate pesanti, potrebbe addormentarsi proprio lì sul divano. La televisione è solo un brusio ormai lontano.
“sai hyung” – Jin mugugna in risposta, tiene gli occhi chiusi, sente le palpebre pensanti dunque non si sforza di aprirle, forse è un bene, perché Jimin “ogni volta che penso che in un paio di mesi non potrò più vederti così mi viene da piangere”.
Forse è il sonno, forse è l’effetto delle fusa di Jimin sul suo braccio, forse è perché sa che di loro sette può fidarsi, che questa volta ha trovato delle persone che davvero lo amano per quello che è e lo dimostrano in modo così evidente che nessun pensiero intrusivo, nessuna vocetta interna può fargli credere il contrario e vincere contro tanto affetto.
“Anche a me” sussurra.
E per Jin è come ammettere per la prima volta una sua vulnerabilità. Tiene gli occhi chiusissimi, un po’ trattiene il respiro per sentire la risposta di Jimin. Arriva sotto forma di braccia e gambe che si stringono ancora più forti introno a lui e la manica della maglietta leggermente bagnata, la guancia di Jimin appiccicosa ma calda. Jin non si sposta, si addormentano così entrambi.
È Jungkook a svegliargli. “Jimin-ah, hai pianto?” chiede, mentre lo tira su dai fianchi. Jimin mugugna e si lascia spostare.
Jin li guarda dal basso, ancora seduto sul divano. Vuole essere portato anche lui a letto da Jungkook. I loro sguardi si incrociano, Jungkook lo guarda dritto dritto negli occhi mentre si assicura che Jimin riesca a reggersi in piedi.
“Metto Jimin a letto e torno” è quello che gli dice. Jin è sicuro di star guardando la sua schiena, mentre si allontana, con tutto l’amore del mondo. È troppo stanco per anche provare a nasconderlo, troppo troppo stanco.
Quando Jungkook ritorna ha di nuovo chiuso gli occhi. Lo riconosce dal suono dei passi, ancora prima della sua voce che “dormi?” chiede.
“sì”
“non è vero, sei sveglio”
“sto dormendo ti dico”
Sente l’aria spostarsi, blocca il movimento di un sopracciglio che si alza curioso e tiene ancora gli occhi chiusi.
“Vuoi che ti sollevi?” la voce di Jungkook gli arriva fin troppo vicina e Jin è improvvisamente mille volte più consapevole del suo respiro. Lo sente ingombrante, come se avesse bisogno di tirarlo fuori dal petto subito ma avesse paura di farlo perché potrebbe uscire troppo. Lo trattiene, lo tiene nel petto e strizza ancora più chiusi gli occhi.
“Non ne sei in grado” cerca di scherzare. Sa perfettamente che non è vero e sa perfettamente cosa Jungkook farà. Non è comunque lo stesso quando sente una mano passargli sotto le gambe, l’altra spostargli il braccio e metterselo sulle spalle per poi afferrare saldo la sua vita. Jungkook lo alza come se non pesasse nulla e Jin apre gli occhi. Incrocia subito quelli di Jungkook.
Dio santo.
“Non mi sfidare hyung”
Dio santo.
Il respiro che Jin stava trattenendo esce fuori tremulo, sbatte contro il viso di Jungkook. Sorride, il bastardo. Lo aggiusta meglio tra le braccia, Jin si stringe più forte intorno al suo collo. Se prima aveva pensato che Jimin era caldo contro di lui Jungkook invece è bollente.
Jin deglutisce, poi ghigna anche lui, sarà il sonno a sciogliergli la lingua, sarà che la vicinanza di jungkook un po’ gli fa perdere il senno; “una volta un ragazzo mi ha scopato per un’ora tenendomi sollevato contro al muro” gli dice.
Gli occhi di Jungkook si spalancano all’instante. Ora è lui a deglutire. Stringe di più la presa sul suo fianco, gli fa quasi male. Jin è in paradiso, non riesce a togliersi il ghigno dal volto.
“E quindi?”
“Niente, pensavo ti potesse interessare”
“Quale parte esattamente pensavi mi potesse interessare”
“La prova di forza ovviamente”
“Ovviamente” sussurra Jungkook, intanto ha iniziato a incamminarsi verso la sua camera. Si ferma un attimo davanti alla porta.
“Ti piacciono i ragazzi forti?”
Jin davvero non sa se piangere o ridere a quella domanda.
Tu tu tu, mi piaci tu.
“Probabile” risponde.
Jungkook mugugna un “buono a sapersi” mentre si aiuta con il piede ad aprire la porta. Una volta dentro lo appoggia sul letto, con molta più delicatezza di quando Jin si aspettasse. È tutto tutto molto rallentato, i movimenti, i respiri, il tempo in cui sorreggono ognuno lo sguardo dell’altro. È una serata strana, quella.
Jungkook rimane per un po’ a guardarlo, in piedi, Jin seduto. Sembra che oggi è così che devono andare le cose tra di loro; con Jin che deve alzare un po’ la testa per guardarlo negli occhi e la stanchezza che non gli fa neanche venire voglia di nascondere lo sguardo adorante che probabilmente straborda da essi. Jungkook è magnifico anche nel buio.
Non deve farsi distrarre, c’è ancora qualcosa di importante che Jin deve dire.
“Grazie per l’altra volta”. Jungkook sa a cosa si riferisce.
“Sempre hyung” è infatti la sua risposta.
Jin si sente amato. Non sa perché a volte abbia l’impressione che non lo sia, in quei momenti dove gli sembra che abbia frainteso tutto del mondo, che in realtà tutti lo odino segretamente e stiano con lui spinti da chissà quali motivi malevoli, oppure semplicemente perché obbligati da un contratto, per il bene del gruppo. Certe volte quei pensieri sembrano così vividi, eppure lo sa quanto sono stupidi, lo sa.
Sono questi i momenti che vuole ricordarsi, queste certezze che vuole portarsi con sé prima di partire.
Jungkook sembra voglia aggiungere qualcosa: “e comunque…”
Jin rimane in ascolto. Jungkook si lecca le labbre e Jin non riesce a spostare lo sguardo.
Vorrebbe aggiungere un’altra cosa che odia alla sua lista, qualcosa che c’entra molto con le labbra di Jungkook.
“…Comunque, posso tenerti sollevato o schiacciato contro a un muro o in qualsiasi altro lugo per molto più di un’ora hyung”.
Jin è scandalizzato. Da quando Jungkook dice certe cose? Quand’è sato esattamente il momento in cui il dolce Jungkook ha imparato a rispondere in questo modo?  A flirtare? Fa così anche con altri? Chi glielo ha insegnato?
Jungkook esce dalla stanza, così, leggero sulle punte dei piedi, dopo aver sganciato tale bomba. Jin si lascia cadere sul letto, le mani sul volto.
Dio santissimo. Cos’era quello?

 

  
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