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Autore: Dian87    02/12/2023    1 recensioni
Come al solito, una raccolta di piccoli brani sul mondo delle Cronache di Gea.
Questa volta è collegata al calendario dell'avvento di punto croce su Patreon e le cui immagini mi hanno fatto da prompt.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Una ricerca invernale

Il vento soffiava forte ad alta quota, dove il drago ed il suo cavaliere scrutavano ogni singolo angolo.

Ma perché deve toccare a noi andare cercarlo? sbuffò telepaticamente la ragazza, acquattata sul dorso del drago.

Lo sai, erano tutti impegnati… i preparativi del solstizio sono molto importanti ridacchiò lui nello stesso modo.

La ragazza spostò lo sguardo verso la propria destra dove avvistò un lungo edificio.

Proviamo lì gli accennò, trasmettendogli l'immagine con una certa stizza.

Dall'alto poteva vedere chiaramente le assi di legno che erano in parte coperte da zolle d'erba tra cui si innalzava un piccolo pozzo dal quale usciva del fumo. Man mano che si abbassavano di quota vedevano sempre maggiori dettagli: le pareti laterali fatte da tronchi così vecchi che cominciavano a marcire, le toppe di fango e paglia; nemmeno la porta era messa bene e cigolava attorno ai perni.

Con delicatezza il drago atterrò davanti alla porta ed il cavaliere scivolò dal suo dorso. Prese dalla sella e sistemò la lunga lama da drago di traverso sulla sua schiena, prendendo un respiro profondo mentre il drago assumeva la forma umana.

Sicuro che dobbiamo trovarlo? tentò un'ultima volta lei, lanciandogli un'occhiata di traverso.

Così come sono sicuro di aver fatto bene a venirti a prendere rispose lui.

Ach, questo è un colpo basso… spostò lo sguardo con fastidio, portandolo sulla porta sgangherata.

Sempre qui per questo…

La giovane si levò l'elmo e bussò alla porta, che unì il suo cigolio alla chiamata. Un fruscio, uno scoppiettio dal tronco che stava ardendo… non percepiva un forte calore e azzardò a pensare che si trattasse di un solo tronco, rendendo la casa molto fredda.

"Siamo nel bel mezzo dell'inverno… chi può tenere la casa in questa maniera?" si chiese, appoggiando la mano sulla porta. «Dragensønnene, sto entrando.» scandì con voce chiara e forte.

La porta cedette senza alcuna fatica sotto al suo palmo e poté cominciare a vedere l'interno. Le finestre erano state sbarrate dall'interno e numerosi stracci erano infilati nelle pareti dove il fango aveva ceduto. La polvere era accumulata ovunque e persino la luce era racchiusa nel lato in cui era stato costruito il camino, dove un paio di mucchi di stracci erano stati abbandonati.

Evreirth era silenzioso alle sue spalle e lei entrò, studiando con attenzione i particolari. Qualcuno si doveva essere infilato in una casa abbandonata e sicuramente era scappato non appena li aveva sentiti avvicinarsi. Si chinò sul mucchio di stracci vicino al caminetto. Emanavano una lievissima traccia di calore e fece per…

Indietreggiò di scatto, parandosi la testa con le mani mentre qualcosa gli volava con furia attorno alla testa. Piccoli artigli cercarono i suoi occhi e delle ali le colpivano la testa. Destra, sinistra, sopra, sotto. Un piccolo demone la stava assalendo da tutte le angolazioni.

Agitò le braccia per tirarselo via e riuscì a malapena a sentire che il suo compagno di viaggio s'era messo a ridere.

Vide tra i movimenti una piccola forma rossa e, con qualche tentativo, riuscì a prenderlo a mezz'aria.

«Eccoti piccolo bastardo…» ringhiò il cavaliere, fissando i suoi occhi in quelli gialli del draghetto dal corpo rosso che stava tenendo con entrambe le mani attorno al suo corpo. «meriteresti di essere il sacrificio di questo solstizio… lo sai, vero? Ad ogni solstizio si sacrifica uno dei nati degli ultimi anni per propiziare le nascite future…»

Il draghetto si congelò un momento e due singulti emersero in contemporanea dai bozzoli di stracci.

«No! No!»

«Per favore!»

«Ti prego!»

«Ci stava solo aiutando!»

Le voci ed il pianto dei bambini emersero all'improvviso e la ragazza si trovò due arruffati cosi di capelli e braccia avvinghiati a ciascuna gamba.

«Per favore, non fargli del male!»

La giovane abbassò gli occhi sui bambini, mentre con un delicato "piu" il draghetto abbassava lo sguardo sui suoi protetti. Piccoli dai capelli arruffati come se non avessero visto cure da anni, abiti cascanti sui corpi palesemente troppo sottili per quelle che dovevano essere le loro età, braccia che quasi erano soltanto ossa. Sospirò, lasciando andare il draghetto e portando le mani sulla testa di ciascuno.

«Qualcosa mi dice che avremo altri ospiti per questo solstizio…» sospirò, portando lo sguardo di Evreirth che stava appoggiato allo stipite della porta nel suo lungo abito verde.

  
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