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Autore: BlackPharaoh    03/12/2023    0 recensioni
Molti si sono chiesti cosa sarebbe successo se Severus Piton avesse deciso di ascoltare Lily e abbandonare il suo desiderio di diventare un Mangiamorte. E molti ne hanno scritto. Qui voglio dare la mia versione di come sarebbero potute andare le cose. Siamo durante la Prima Guerra Magica e Lily e James combattono Voldemort al servizio di Silente e dell'Ordine della Fenice. Ma cosa ha riservato questa linea temporale alternativa al non più professore di Pozioni?
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, James Potter, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 1:
Brividi

Lily aprì lentamente gli occhi. 

La stanza le apparve subito altrettanto estranea di quando ci erano entrati due giorni prima. 

Non era casa, questo era certo.

La carta da parati sudicia e scura la rendeva più buia di quanto già non fosse. Nonostante avessero chiuso le imposte, gli spifferi la rendevano gelida e solo le pesanti coperte del letto a baldacchino riuscivano a donarle un pò di tepore, poiché il padrone di casa non si era nemmeno degnato di fornire loro una stufa.

James dormiva della grossa vicino a lei. Aveva dovuto passare l'intera giornata a convincerlo a non usare magie per rimettere a nuovo quella stanza. Si trovavano nel mondo Babbano dopotutto, qualsiasi modifica poteva risultare una violazione allo Statuto di Segretezza, ma a differenza sua James era nato nel Mondo Magico e non era abituato a non dover far conto sulla sua bacchetta.

In quel momento, mentre cercava di rannicchiarsi meglio sotto le coperte, Lily quasi si rammaricò di non avergli permesso di riscaldare almeno un pò la stanza. Sapeva però che se gli avesse dato il via libera a compiere anche una sola magia, poi sarebbe stato impossibile trattenerlo dal farne altre. Lui e la sua testa dura.

Lily lo guardò con tenerezza, mentre dormiva come se nulla al mondo lo preoccupasse, e tese la mano verso di lui, scostandogli la frangia dalla fronte. Lei invece sapeva che non avrebbe più preso sonno. Alla fine, nonostante il freddo, deciso di uscir da sotto le coperte, afferrando la vestaglia verde scuro che teneva appoggiata allo schienale di una sedia, posta vicino al letto e la indossò. 

I suoi piedi nudi toccarono la consunta moquette che ricopriva il pavimento e lentamente la ragazza si avvicinò alla finestra. Era da qualche giorno che aveva il forte presentimento che fossero seguiti. Era quello il principale motivo per cui si erano rifugiati in quella casa, e da allora, sulla strada, a Lily era sembrato più volte di intravedere un brutto ceffo, dal viso sempre celato in un cappuccio, che guardava esattamente verso la loro finestra. 

Silente aveva fatto sapere che avrebbe usato la sua influenza al Ministero per far mandare un Auror a indagare sulla questione e liberar loro la via, così che fosse sicuro per loro rientrare. La missione l'avevano portata a termine ma c'erano molte cose che Albus doveva sapere, cose di cui era prudente parlare solo faccia a faccia.

Avvicinandosi con circospezione alla finestra, Lily guardò fuori. A quell'ora le uniche luci che illuminavano la strada, a parte i lampioni, erano quelle di un piccolo bar posizionato al pian terreno di una palazzina posta di fronte al loro. Un bar che stava aperto fino almeno alle quattro di notte.
Quando si era quasi convinta che quel ceffo non fosse più lì, lo vide improvvisamente barcollare fuori dalla porta di quel bar. Nonostante il cappuccio tirato sul viso poteva riconoscerne la fisionomia. Sembrava ubriaco, o almeno incapace di reggersi sulle sue gambe. Una seconda figura, anche quella incappucciata, uscì in quel momento dalla stessa porta, raggiungendolo e afferrandolo per la veste. Con movimenti bruschi, il secondo uomo si portò il braccio del primo attorno al collo e aiutandolo a reggersi in piedi, cominciò a trascinarlo via.

La ragazza non staccò neppure per un secondo gli occhi dalla scena, almeno finché il duo non ebbe imboccato un vicolo, scomparendo del tutto alla vista. Quindi si distaccò dalla finestra, tornando lentamente verso il letto e lasciandosi cadere su di esso. Rimase a fissare il soffitto, persa nei suoi pensieri.

Anche in quel secondo uomo, che aveva visto portarsi via il primo c'era qualcosa di stranamente familiare, anche se, non avendolo potuto vedere in faccia, non avrebbe saputo dire cosa...



Avery si stropicciava nervosamente le mani, giunte contro il petto. Aveva scelto il tavolo più vicino alle grosse vetrine del bar, in maniera da poter meglio tenere il palazzo sotto controllo. Vestito con quella tunica, dava nell'occhio, tra i babbani, come un drago in mezzo a un gruppo di moke. Aveva seguito quei due per giorni, finché non avevano deciso di rintanarsi in quell'appartamento babbano. Nonostante avesse richiesto il permesso di andare a stanarli, però, gli era stato ordinato di rimanere lì appostato e assicurarsi che quei due non uscissero.

I rinforzi tardavano ad arrivare, però e Avery stava cominciando a perdere la pazienza.

"Tu! Un altro whiskey....."ordinò, guardando l'oste con disprezzo. L'occhio però scivolò subito alla figura che si trovava lì, di fronte al bancone, proprio davanti al barista. Un altro uomo, con un cappuccio calato sul volto esattamente come lui e che il babbano guardava con un nervosismo superiore a quello che aveva manifestato quando lui stesso era entrato poche ore prima. Avery piantò gli occhi sulla schiena dell'altro, quasi potesse trapassarlo con il solo sguardo.

Quando era entrato? Se lo aveva fatto, non era passato di certo dalla porta principale o lo avrebbe visto. Che fosse il rinforzo che gli era stato promesso?

L'oste scivolò via dal retro del bancone, avvicinandosi circospetto a Avery e poggiandogli il bicchiere sul tavolo. Il mago lo guardò con disgusto, e mandò giù il whisky in un solo sorso, facendo poi sbattere il bicchiere sul tavolino e pulendosi la bocca con la manica della tunica.
Fu allora che l'altra figura incappucciata scese dallo sgabbello del bancone, voltandosi verso di lui e muovendosi verso il suo tavolo. Avery rimase in silenzio, aspettando che l'altro si facesse più vicino e prendesse posto sulla sedia di fronte a lui.

"Coclearia, Levitisco e Starnutaria.."sussurrò l'altro.

Avery guardò confuso l'altro, mentre improvvisamente, sentiva le braccia iniziare a tremargli, come se avesse brividi di freddo.

"Co...cosa?"

"Oh non mi sorprende che tu non abbia riconosciuto gli ingredienti, Avery. In Pozioni hai sempre fatto schifo. dopotutto.." disse l'altro in un tono aspramente sarcastico. "Coclearia, levitisco e starnutaria..tutto quello che occorre per preparare l'Intruglio Confondente...quello che ho fatto mettere nel tuo whisky.."

Avery sentì l'improvviso bisogno di alzarsi dalla sedia e, in maniera incontrollata, la colpì con il bacino, facendola cadere a terra e portandosi in piedi di scatto. L'altro lo stava osservando e ora che poteva guardarlo dall'alto al basso, Avery riusciva a intravedere un naso adunco che fuoriusciva da sotto quel cappuccio e due familiari occhi neri che lo fissavano.

"Tu....tu...."disse, cercando di portar la mano alla bacchetta, ma la mano dell'altro si serrò immediatamente sul suo polso, impedendoglielo. Avery cominciò ad agitarsi in maniera più convulsa, come se quel tremolìo di poco prima si fosse di botto accentuato. Si sentiva febbricitante e con l'impulso irrefrenabile di lanciarsi fuori dalla porta del bar, correndo via, senza meta alcuna. Improvvisamente, con un movimento brusco, liberò la mano dalla stretta dell'altro e barcollante, caracollò verso la porta del bar. Apertala si lanciò fuori, nel freddo della notte, con la testa che gli girava tanto da impedirgli quasi di reggersi in piedi.

L'incappucciato dal naso adunco si sollevò dalla sedia e infilando la mano sotto la tunica ne estrasse la sua bacchetta, puntandola contro l'oste.
"Oblivion!"

Lo sguardo terrificato dell'oste mutò presto e sul viso dell'uomo si dipinse un espressione inebetita. L'incappucciato non lo degnò più di uno sguardo, uscendo dalla stessa porta dalla quale era venuto fuori Avery e afferrandolo per la tunica poco prima che questi cadesse al suolo. Cinto il suo braccio destro con entrambe le mani lo passò attorno al suo collo, in maniera da far da appoggio all'altro e cominciò a muoversi, circondando la vita di Avery con l'altro arto.

"Probabilmente un Distillato Sviante sarebbe stato più discreto, ma è stata una scelta voluta quella di ricorrere all'Intruglio Confondente. Volevo che ti sentissi esattamente nel modo in cui ti senti ora, Avery" disse l'uomo dal naso adunco, con voce melliflua "Vorrei poter dire che si tratta solo di una rimpatriata tra vecchi amici, ma mentirei spudoratamente.."

Sentiva il corpo di Avery tremare, mentre dei gemiti confusi fuoriuscivano dalla sua bocca. Per inerzia, il Mangiamorte lasciava che fosse l'altro a trascinarlo, anche perché non avrebbe potuto fare altrimenti. I due imboccarono un vicolo e imprimendo una maggiore forza, l'uomo dal naso adunco trascinò l'altro al suo interno, servendosi ora di entrambe le braccia, che andarono a cingersi sotto le ascelle del Mangiamorte.

"Oh si, il Ministero sarà molto curioso di sapere perché un purosangue Serpeverde come te ha sentito il bisogno di passare una serata all'interno di un locale babbano....oh...e magari potrebbero anche trovare un pò di tempo per esaminare tutte quelle cattive cose che hai fatto al servizio del Signore Oscuro.."disse l'uomo nasuto con voce flautata.

"Tu...maledetto tradit..."cercò di dire Avery, sentendosi però soffocare le parole in gola.

"Su...risparmiami il melodramma, Avery. Tienitelo pronto per quando sarai di fronte a Crouch..."

Avery chiuse gli occhi, incapace di rimanere ancora presente a se stesso. Era caduto nelle mani di Severus Piton, Auror del Ministero. Un suo amico un tempo, ora un traditore. L'ultimo pensiero coerente della sua mente offuscata dall'Intruglio volò al Signore Oscuro, a colui che, facendosi catturare aveva deluso. E i tremolii febbricitanti scatenati dalla pozione,furono sostituiti, per un istante, da un singolo brivido di terrore.
   
 
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