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Autore: Tynuccia    03/12/2023    1 recensioni
[Gundam SEED] “Che diamine di accessorio sarebbe per un Mobile Suit?”, protestò, ripristinando un briciolo di fiducia nell’umanità a Yzak.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Accessori
 
 
 
In un primo momento si era scandalizzato che dei sottoposti si fossero anche solo permessi di avanzare una richiesta simile. Per quanto fossero dello stesso grado militare, i cadetti A e B non erano suoi pari, e li vedeva esclusivamente come alleati necessari alla causa, ma nulla di più. 
 
Poi, però, il suo lato orgoglioso ed arrogante aveva trionfato. Era ovvio che quei due sempliciotti fossero tanto incuriositi dal GAT X-102 Duel, una delle cinque macchine belliche che avevano giocato un ruolo cruciale in quella guerra sanguinosa. Recuperarle era significato distruggere una colonia neutrale, ma lui ne era emerso come un eroe, e non poteva dirsi sorpreso se altri volessero vedere con i propri occhi l’unico Gundam ancora in possesso di ZAFT. 
 
“Che gioiellino”, fischiò ammirato A, una mano poggiata sulla poltrona del Duel. “Quasi mi sento svantaggiato con il mio ZAKU”. 
 
Yzak Joule sbuffò appena. Un plebeo simile, per quanto Redcoat, non avrebbe mai potuto controllare il Duel, ed era quasi doloroso per le sue orecchie ascoltare certe ovvietà. “Vedi di fare il tuo dovere e basta”, lo rimbrottò caustico. “L’abilità di un pilota non si può misurare esclusivamente dal Mobile Suit in sua dotazione”.
 
Mentre il ragazzo annuiva con un certo imbarazzo, la mente del Capitano Joule corse, involontariamente, al quarto membro della loro sgangherata squadra. A Shiho Hahnenfuss era capitata un’unità problematica, eppure lui sapeva perfettamente che era di gran lunga più capace di loro. Inizialmente si era risentito che non si fosse unita a quella gita a bordo del Duel, ma del resto aveva già avuto modo di familiarizzare con il Gundam durante le lunghe pause trascorse insieme per far fronte ai difetti del DEEP Arms. 
 
“Può accenderlo, Capitano?”, chiese quindi B, in tono reverenziale. 
 
Yzak soffocò l’ennesimo grugnito di stizza e si prodigò ad accontentarlo, facendo scivolare le dita sulla tastiera per attivare il sistema operativo. Immediatamente il Duel rispose ai comandi, illuminandosi e sbuffando. Le pareti del cockpit divennero trasparenti, mostrando ai tre l’hangar della Vesalius, mentre sullo schermo comparvero le scritte che ormai conosceva a menadito. 
 
“Che figata!”, esclamò A, combattendo contro se stesso per non applaudire. 
 
“Mi sembra ovvio”, mormorò Yzak, reclinando il capo contro il poggiatesta. “Avete visto a sufficienza?”.
 
A annuì, comprendendo che il loro responsabile non fosse completamente entusiasta di passare il suo tempo a fare da guida turistica di un Mobile Suit, ma B quasi si strozzò con la sua stessa saliva. “E quello?!”, trasalì, allungando il braccio in direzione del monitor. “Sexcam?”. 
 
Yzak imprecò e batté il pugno sul bracciolo. “C’è scritto SCX CAM, asino!”, abbaiò, scandalizzato. Specie pensando a che razza di mentecatti semi analfabeti gli avessero affibbiato. 
 
A si morse il labbro per non ridere, e B sospirò sconsolato. “Peccato. Sarebbe stata un’aggiunta sfiziosa”. 
 
All’albino pulsò una vena sulla fronte, deciso a mettergli fuori uso i timpani, ma A fu più lesto ad aprire bocca. “Che diamine di accessorio sarebbe per un Mobile Suit?”, protestò, ripristinando un briciolo di fiducia nell’umanità a Yzak. 
 
B fece spallucce. “Almeno porterebbe un po’ di sano sollazzo al pilota”, spiegò con fare pratico e con un ghigno furbo sul volto. 
 
“Effettivamente”, acconsentì l’altro. “Una roba tipo una videocamera che spoglia le signorine”, aggiunse, e a Yzak caddero, metaforicamente, le braccia. 
 
“Non che qui sulla Vesalius ci sia tutta questa scelta”, continuò imperterrito B, passandosi una mano tra i capelli. “Certo, quella Natural prigioniera del Comandante è una vera bomba sexy. Sculetta sempre quando cammina”. 
 
“Una tortura”, gli diede immediatamente ragione A. “Se solo non fosse così oca, ci farei un pensierino”. 
 
“E invece abbiamo a che fare solo con quel maschiaccio di Rin!”, si lamentò B, scuotendo il capo. 
 
Inorridito da quello scambio di battute degno di Dearka nei suoi giorni migliori, Yzak si scoprì capace di raggiungere nuovi livelli di furia nel momento in cui A aprì ancora la sua dannata boccaccia. 
 
“Beh, c’è sempre Shiho”.
“Ahh, è proprio vero! È così carina! Per non parlare di quando ha addosso la tuta da pilota, che le accentua tutto quel ben di Dio”. 
“Una visione celestiale, devo trattenermi dall’allungare le mani!”. 
 
Qualche Mobile Suit più in là, impegnate con una manutenzione ordinaria al DEEP Arms, Rin e Shiho sobbalzarono quando, improvvisamente, due figure in rosso volarono fuori dal cockpit del Duel. 
 
“Chissà cosa hanno combinato quei due idioti”, sospirò la mora, osservando i suoi compagni di squadra, intenti a tamponarsi il naso sanguinante. Poco dopo, anche il Capitano Joule emerse, un pugno ancora levato in aria e la bocca colma di imprecazioni e minacce. 
 
Il meccanico dai capelli biondi sogghignò all’indirizzo dell’amica e le colpì il fianco con il gomito. “Figuriamoci”, sospirò. “Sia mai che la colpa appartenga al tuo cavaliere scintillante, senza macchia e senza paura, l’unico padrone del tuo cuore”. 
 
“R-Rin!”, protestò vivacemente Shiho, sentendo il volto andare in fiamme. Soprattutto perché il soggetto della conversazione stava galleggiando verso di loro. “Capitano”, salutò quando lui si fermò, aggrappandosi al portellone del Mobile Suit blu. 
 
“Hai finito qui?”, chiese Yzak senza troppi preamboli, piantando su di lei un paio di implacabili occhi celesti. 
 
Shiho ignorò Rin, che stava continuando a sghignazzare, ed annuì. “Signorsì”, confermò con un filo di voce. 
 
“Bene, allora ti accompagno io allo spogliatoio”, tuonò l’albino, sfilandosi la giacca della Redcoat e tendendogliela. “E mettiti questa. Qua dentro è pieno di pervertiti”.
 
Ormai la risata di Rin era diventata un latrato, e Shiho valutò che la giacca del suo superiore non le sarebbe mai entrata, quindi si risolse ad appoggiarsela sulle spalle. “È successo qualcosa?”, domandò mentre cominciavano a galleggiare in direzione degli spogliatoi. 
 
Posizionato strategicamente dietro di lei, Yzak valutò che dirle che si era risentito perché altri la apprezzavano fisicamente, e a ragion veduta, sarebbe stato estremamente imbarazzante, quindi scelse la strada più facile. “Non fare domande”, borbottò, scoccando un’occhiataccia ad A e B, sanguinanti ma estremamente divertiti. “Queste sono cose che solo un veterano come me può sapere”. 
 
“Lei è proprio singolare, Capitano”, sospirò Shiho, stringendo meglio la giacca e celando un sorriso. Non aveva idea di cosa avessero detto, quei due, ma decise che per una volta le poteva andare bene che fossero degli idioti fatti e finiti. 
  
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