And that's the thing about illicit affairs
And clandestine meetings and longing stares
It's born from just one single glance
But it dies, and it dies, and it dies
A million little times 
[Illicit affair – Taylor Swift]


 

Illicit affairs

Sirius lo odiava, d'un odio implacabile e feroce, perché amarlo non poteva. Era l'inestricabilmente diverso, il nemico, un altro uomo: non era lecito. Era repulsione e attrazione, annichilimento ed esaltazione, veleno e Amortentia insieme; in breve, Severus era ossessione. Mille modi per morire e per uccidere – per vederlo strisciare, per sentirlo soffrire, per sperare finalmente di farlo scomparire.
Chi vuole vedere le mutande di Mocciosus?
Le nocche erano strette talmente forte da fare male e la sua risata non era mai sembrata così tanto un ringhio.
Io, dannazione.

Bocca contro bocca fino a fare uscire il sangue, il sinistro buio di Grimmauld Place che li avvolge.
"Vorrei vederti morto, Black".
"E perché, secondo te?"
 

xx

Harry non lo odiava, anche se sarebbe stata la cosa più logica, ma indifferente comunque non gli era. Le provocazioni esplicite, gli sguardi di fuoco attraverso la Sala Grande, l'irritazione che gli ribolliva dentro ogni volta che sentiva la sua voce. Eppure quella voce la cercava, la dava per scontata, al punto che se non c'era gli mancava qualcosa – talvolta l'aria. Era lecito provare quelle sensazioni? Alla risposta non aveva mai voluto pensare davvero.
Paura, Potter?
Un richiamo d'attenzione come un altro, nel corso del tempo. Ed era stato troppo presto nel sentire il suo pianto davanti allo specchio del bagno, e poi troppo tardi nel salutarsi, a distanza di troppo metri e troppo anni, in piedi davanti ai binari.
Non mi hai mai provocato abbastanza, Malfoy.

Bocca contro bocca, e non è umido e non è sbagliato. Bocca contro bocca, una volta soltanto.
"Perché continui a fingere di essere felice con la Weasley?"
"Lo sai perché".
 

Scorpius gli piace, semplicemente gli piace, dal primo momento – la stretta di mano insospettabilmente forte, il sorriso complice, un destino comune – e non può fingere che non sia così. Un milione di anni e di storie ripetute che s'infrangono contro i milioni di piccole volte in cui se ne stanno seduti accanto allo stesso tavolo, vestiti degli stessi colori, a guardarsi le spalle a vicenda, loro contro il mondo. Contro i genitori, contro i compagni, contro il passato, con la spontaneità con cui sul finire del terzo anno è arrivato il primo bacio, quasi per gioco. È bello, ed è lecito – di più, è naturale.
Non si odiano, non si evitano, sono amici.
Non siamo amici, neanche un po'.
 

Bocca contro bocca, e sono bocche contro bocche, ripetutamente, in una linea temporale che si esaurisce con loro e allo stesso tempo non si esaurisce affatto.
"Non potrei pensare di stare senza di te nemmeno un secondo, Al".
E finalmente non c'è bisogno di un perché.