Quella era stata una settimana decisamente lunga: tra il lavoro, lo studio e ora quella maledetta influenza che ti aveva costretto a letto, si poteva benissimo intuire quanto fosti privo di ormai qualsiasi energia.
- AHIOOOOOO!!! -, un urlo di dolore improvviso proveniente dalla cucina, ti fece, però alzare immediatamente dal divano e correre verso la cucina: vedesti immediatamente Rufy chino sul tavolo della cucina a reggersi un dito sul quale svettava una linea rossa, prova evidentente, insieme al coltello sul pavimento, che il poveretto doveva essersi tagliato mentre affettava le verdure. Nel vederti entrare, però, il moretto nascose immediatamente la mano ferita dietro la schiena, abbozzando un sorriso, cercando di dissimulare il dolore. - Ehi! Ciao tesoro! C-Come va con l'influenza? -.
- Sto bene grazie -, mentisti con un'evidente voce nasale, ma di questo ve ne sareste occupati dopo, - Tu piuttosto, che hai fatto alla mano?? Stai sanguinando... -, ti avvicinasti a lui, cercando di capire l'entità del danno, ma Rufy cercò di ritrarsi alle tue attenzioni. - Ma n-no! Non è nulla davvero... -.
- Rufy, piantala. Lo sai che non sei bravo a mentire. Ora fammi vedere... -, riuscisti finalmente ad afferrargli la mano e a osservare così il piccolo taglio che aveva sul dito indice; non era niente di grave, ma andava comunque disinfettato.
A sentirti usare la parola "disinfettante" le guance gli si gonfiarono in un broncio infantile. - Devi proprio? Quella cosa brucia da morire... -, si lamentò, ma ormai tu già stavi armeggiando con il flacone del medicinale e dell'ovatta.
- Lo so, ma è per il tuo bene -, replicasti, facendolo sedere accanto a te al tavolo della cucina, - Dai, ti prometto che durerà solo un secondo... -, facesti gli occhioni dolci, un metodo che sapevi funzionare sempre per convincere il pirata a fare quello che chiedevi.
Rufy infatti lasciò andare un piccolo sospiro, tendendo la propria mano verso la tua e guardando altrove, cercando di stringere i denti senza farsi notare quando il disinfettante venne in contatto con il taglio, facendolo sibilare di dolore. Come promesso però, durò solo un secondo; avvolgesti il taglio in un cerotto colorato (quelli che lui preferiva), dando poi un soffice bacio sul dito offeso, un gesto che ebbe il potere di fare arrossire il moretto, mentre un sorriso gli spuntava sul viso.
- Allora? Va meglio? -
- Molto meglio -, rispose, protendendosi verso di te e baciandoti sulla guancia, - Solo grazie a te -.