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Autore: Bombay    10/12/2023    0 recensioni
Dal testo: - Faceva un freddo assurdo, le previsioni meteo davano neve quel giorno, Hajime si malediceva una volta di più di avere acconsentito di andare a correre con Oikawa.
Erano in vacanza per Natale… poteva poltrire a letto, invece si era fatto trascinare dal suo amico, in strada, al freddo e al buio di quella mattina di fine dicembre.
Challenge: “Hurt/Comfort Advent Calendar 2023” - organizzata dal gruppo Facebook “Hurt/Comfort Italia”
Genere: Angst, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Corsa mattutina

Challenge: “Hurt/Comfort Advent Calendar 2023” - organizzata dal gruppo Facebook “Hurt/Comfort Italia”

Prompt: 210. Possiamo fermarci

 

Genere: Hurt/Comfort

Tipo: one shot

Personaggi: Tooru Oikawa, Hajime Iwaizumi

Coppia: shounen-ai

Rating: PG, verde

Avvertimenti: slice of life angst, fluff

PoV: terza persona

Spoiler: sì,

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Corsa mattutina

 

Faceva un freddo assurdo, le previsioni meteo davano neve quel giorno, Hajime si malediceva una volta di più di avere acconsentito di andare a correre con Oikawa.

Erano in vacanza per Natale… poteva poltrire a letto, invece si era fatto trascinare dal suo amico, in strada, al freddo e al buio di quella mattina di fine dicembre.

 

C’erano solo loro per strada, ovviamente, le persone sane di mente erano al calduccio nelle loro case. Solitamente correvano affiancati, ma quel giorno Hajime non riusciva a stargli dietro, i polmoni gli bruciavano e diede la colpa al freddo eccessivo, nascose il naso nella sciarpa cercando di recuperare il distacco.

Osservava la schiena di Tooru a pochi metri da lui, ma il divario tra loro, invece di diminuire, aumentava ad ogni falcata.

Un groppo gli serrò la gola, presto tra loro ci sarebbero stati molti chilometri di distanza, una infinità di chilometri.

Allungò la mano davanti a sé, tentando invano di afferrare Tooru per il giaccone, ma con scarso successo.

“Possiamo fermarci?” ansimò, rallentando ancora fino ad arrestarsi, posando le mani sulle ginocchia respirando con affanno.

Oikawa si voltò rendendosi conto della distanza tra loro e, in pochi passi, gli fu accanto, posandogli la mano sulla spalla.

“Ehi tutto ok?” lo interrogò preoccupato vedendo l’altro respirare con affanno. Hajime non aveva mai avuto problemi a tenere il suo passo e la sua cadenza, ma quella mattina sembrava affaticato già dalla partenza.

Iwaizumi si tirò su, gli girava prepotentemente la testa, si rese conto che Oikawa gli aveva circondato la vita con un braccio per sorreggerlo vedendolo in difficoltà. Appoggiò la fronte sulla spalla del suo capitano inspirando il suo odore che conosceva così bene, quel misto di sapone da bucato e colonia.

“Posso stare così solo un momento?” sussurrò inalando il profumo di Tooru, doveva imprimerselo bene nella memoria, non lo avrebbe più sentito così spesso, a quel pensiero la gola gli si strinse dolorosamente.

“Certo… Iwa-chan” sussurrò Tooru preoccupato, era raro vedere Iwaizumi in difficoltà, solitamente era Hajime a darsi pena per Oikawa, a soccorrerlo a spronarlo. L’alzatore poteva contare sulla punta delle dita quando fosse successo il contrario.

Iwaizumi sentiva le gambe molli e instabili, oltre ad aver cominciato a tremare, senza controllo, nonostante i vestiti termici e il giaccone pesante. Tooru si mosse rendendosi conto dei tremori che scuotevano il corpo dell’amico e, con una naturalezza che fece male al cuore di Hajime, gli posò le labbra sulla fronte.

“Scotti” sussurrò allarmato, notando solo in quel momento gli occhi lucidi dell’altro e le sue guance rosse.

“Sto bene” protestò brusco, staccandosi dal corpo del suo capitano, ma barcollando pericolosamente colto da una vertigine violenta.

Oikawa lo afferrò nuovamente “Sciocco, Iwa-chan” lo rimproverò con un sorriso, mettendosi un braccio di Hajime intorno al collo facendo qualche passo barcollante.

Oikawa scosse la testa, mettendosi davanti all’amico “Dai sali” lo invitò e dopo un momento di titubanza Iwaizumi salì in spalle a Tooru.

Rimasero in silenzio per tutto il tragitto di ritorno, mentre Iwaizumi ripensava a tutte le volte che aveva riportato a casa, in quel modo, Tooru con un ginocchio sbucciato o semplicemente perché era troppo stanco.

Negli anni poi era successo sempre meno e anche se non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura, quella cosa gli mancava da impazzire, quel modo che aveva Oikawa di aggrapparsi a lui, il respiro che gli solleticava il collo e il suo peso sulla propria schiena; crescendo Tooru era diventato sempre più indipendente come era giusto che fosse e presto, molto presto la vita di entrambi sarebbe cambiata radicalmente.

 

Oikawa sorrise arrivando davanti al portoncino di casa di Hajime, facendolo scendere per permettergli di aprire la porta.

“I miei non ci sono, torneranno questa sera per cena” mormorò Iwaizumi, ma Tooru era già entrato in casa e si stava togliendo le scarpe e il giaccone.

“Lo so, non ti preoccupare, sto io qui con te…”

***

“Iwa-chan! Dove tenete i cerotti refrigeranti?” chiese dal bagno rovistando nell’armadietto dei medicinali, ma dalla camera non giunse nessuna risposta.

Oikawa tornò nella stanza, Iwaizumi, aveva ammucchiato i vestiti a terra e si era rifugiato sotto al piumone, rannicchiato in posizione fetale, le labbra socchiuse dove il respiro usciva rapido e ansante, il viso imperlato di sudore.

“Faremo alla vecchia maniera” disse Tooru tra sé, andando in cucina; conosceva la casa di Iwaizumi come la sua, riempì una ciotola d’acqua, prese del ghiaccio dal frigo e un fazzoletto di stoffa, tornando poi in camera.

Quando gli mise la pezza bagnata sulla fronte Iwaizumi trasalì ed aprì gli occhi.

“Testardo, Iwa-chan” sussurrò dolcemente “Perché sei venuto a correre se non stavi bene?” lo rimproverò togliendo il fazzoletto che si era già scaldato, ributtandolo nell’acqua. Hajime si leccò le labbra secche aveva la testa completamente nel pallone.

Le parole gli uscirono dalle labbra prima che potesse rendersi conto di pronunciarle a voce alta.

“Perché presto correrò da solo”

Oikawa abbassò lo sguardo e strizzò il fazzoletto con più veemenza del dovuto rovesciando un po’ d’acqua.

Lui e Hajime non avevano mai parlato davvero della sua partenza in Argentina, il moro aveva incassato la notizia con un grugnito e una buona fortuna a denti stretti, affossando ogni tentativo di Tooru di parlarne.

“Magari riesci a trascinare Makki o Matsun…” propose posandogli il fazzoletto sulla fronte.

Iwaizumi gli afferrò il polso e si mise faticosamente a sedere.

“Non sarà mai la stessa cosa” sbottò fissando Oikawa negli occhi, l’amico abbassò lo sguardo.

“Lo so”

“No, non sai un cazzo, Tooru” stava quasi gridando stringendo più forte le dita sul polso dell’alzatore.

“Lo so invece, mi mancherai da impazzire, Hajime” confidò arrossendo e Iwaizumi spalancò gli occhi, raramente Tooru lo chiamava per nome.

Ora gli occhi di Oikawa erano puntati nei suoi e Iwaizumi, vi lesse un profondo turbamento, lo vide trarre un lungo respiro e poi bisbigliare: “Non è stato facile accettare i miei sentimenti per te e ora è troppo tardi…”

Ad Iwaizumi girava prepotentemente la testa e non per la febbre alta, non solo almeno, temeva che tutto quello fosse solo una allucinazione della sua mente febbricitante.

“Che stai dicendo, Tooru?” mormorò in un soffio.

L’alzatore abbassò lo sguardo, forse non era proprio il momento adatto a parlare, ma la sua partenza incombeva e non avrebbe trovato nuovamente il coraggio di parlare a cuore aperto. “Che tu mi piaci, Iwa-chan, da parecchio tempo…” confessò con le guance infuocate.

Iwaizumi lo fissava incredulo, chi era quel ragazzo che aveva davanti? Rosso di vergona e con gli occhi bassi, che ammetteva di…

“Perché me lo dici solo ora?” domandò afferrandolo dalla felpa, voleva che lo guardasse e lo affrontasse, non era da Tooru tenere lo sguardo basso e non fissare negli occhi chi gli parlava.

“Perché… beh… perché avevo paura della tua reazione” affermò stringendosi nelle spalle, sollevando finalmente gli occhi castani in quelli verdi dell’amico.

“Ti ho picchiato per molto meno…”

Oikawa ridacchiò divertito scuotendo la testa “No… quello non mi ha mai spaventato…” confessò con un sospiro erano così vicini.

“Che cosa ti spaventa allora?” lo interrogò implacabile.

“Che tu mi allontanassi, che non saresti stato più il mio migliore amico che…”

“Sei un c0glione!” lo interruppe lasciandolo andare, ma Tooru gli si avvicinò, prendendogli il viso tra le mani, premendo poi la sua bocca su quella socchiusa dell’altro che però lo allontanò bruscamente, gettando nella confusione più totale l’alzatore.

“Scusa… ho frainteso…” bisbigliò facendosi indietro imbarazzato, ma Iwaizumi lo afferrò per la manica.

“No, non hai frainteso niente ma ho l’influenza, imbecille” gli rimbrottò anche egli completamente rosso in viso.

“Ops” sussurrò Tooru avvicinandosi di nuovo e mormorò ad un soffio dalle sue labbra: “Oramai il danno è fatto” concluse colmando quindi la distanza.

Iwaizumi chiuse gli occhi sopraffatto da troppe emozioni e dalla febbre, gli sembrava tutto così surreale, ma voleva solamente che quel bacio non avesse mai fine.

Tooru si sollevò e lo fece sdraiare facendo per alzarsi.

“Non andartene”

“Vado solo a preparare un tè e prendere l’antipiretico…” spiegò, poi abbassò lo sguardo stringendo i pugni, forse Hajime si riferiva ad un’altra partenza.

Si risedette sul letto “Qualunque sia il mio futuro, tornerò sempre da te…” promise.

“Tooru…” mormorò non voleva pensare a quello ora, voleva stare con Oikawa tutto il tempo possibile.

L’alzatore gli prese la mano ed intrecciò le loro dita con un sorriso quieto.

Non importava quanti chilometri ci sarebbero stati tra loro ora che entrambi sapevano i sentimenti che provavano l’un l’altro, nulla avrebbe più potuto dividerli.

   
 
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