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Autore: mughetto nella neve    19/12/2023    2 recensioni
"[...]Da la colpa a Deku anche di questo. È proprio la croce della sua esistenza, ormai ne è convinto; che ci sia oppure no, comunque riesce a tormentarlo ed infastidirlo. È un talento, se non addirittura un’unicità.
Il freddo morde il naso di Bakugo, gli ricorda che ormai è sera e che lui non ha ancora terminato il suo giro di perlustrazione. E che Deku si è svegliato. Si sente improvvisamente stanco. La neve continua a cadere. Se si sbriga, potrà vedere Deku tra qualche ora e potrà incolparlo anche della fretta con cui ha abbandonato il suo costume di eroe per andare a trovarlo.
[...]"
[ Bakugo & Midoriya | post-canon | Calendario dell'Avvento 2023]
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Autore: mughetto nella neve
Fandom: My Hero Academia
Personaggi: Bakugo Katsuki, Midoriya Izuku; [minori] Uraraka Ochako (menzionato)
Generi: Hurt/Comfort, Introspettivo
Avvertimenti: post-canon, angst
Note: questa storia è stata scritta per il “Calendario d'Avvento” indetto dalla pagina facebook 'Fanwriter.it' (uao! Il quinto anno di fila a cui partecipo!)
 
 
 
Ha appena ripreso a nevicare.
In televisione si parla dell’inverno più freddo negli ultimi cinquant’anni, c’è chi già parla di emergenza e si lamenta di come gli eroi non stiano facendo nulla per aiutare la viabilità. Le giornate sono fredde; quando il sole tramonta, la temperatura si abbassa ancora di più. Le persone sono tante ciminiere che camminano veloce sul marciapiede e seminano nell’aria aria calda. Dalle labbra di Bakugo, però, non esce nulla. È come sospeso, tra la vita e la morte, mentre guarda il telefono. Ha appena trovato il tempo di leggere i messaggi.
Faccia-Tonda:
Deku ha ripreso conoscenza
Ha chiesto di te
Vieni appena puoi
Lentamente, alza gli occhi ed osserva la strada davanti a sé: le impronte sulla neve, gli stralci di conversazioni che arrivano alle sue orecchie e poi due bambini dall’altra parte della carreggiata che fanno a gara a prendere con la lingua i fiocchi di neve. Ce ne è uno che è particolarmente dispettoso ed abbassa il cappello del fratello/amico; l’altro ride, come uno stupido, e se lo ritira su. Bakugo rimane immobile ad osservarli, interrogandosi se sono davvero lì o se quella non è altro che un’immagine del passato che, con la neve, torna a presentarsi.
Torna a stringere il telefono. Quelle brevi frasi si ripetono nel suo cervello: Deku si è svegliato, ha chiesto di lui, Deku si è svegliato, ha chiesto di lui, Deku si è svegliato — uno dei bambini, per prendere un fiocco di neve, abbandona il marciapiede. Bakugo lo raggiunge immediatamente e, afferratolo per il cappotto, lo tira via prima che l’auto lo butti giù come un birillo. Il bambino non fa in tempo ad urlare che è già tornato sul marciapiede; i suoi occhi si riempiono di lacrime mentre, tremante, lo guarda sconvolto.
Bakugo non sarà mai quell’eroe che, tutto sorridente, si piega a rassicurare i pargoli ripetendo di fare attenzione la prossima volta. Digrigna, infatti, i denti: «State sul marciapiede! Non ho né tempo né voglia di raschiarvi via dall’asfalto!»
Non si aspetta una risposta e, difatti, questa non arriva. Il bambino comincia a singhiozzare e l’altro, un po’ impacciato, gli afferra la mano per portarlo via. Bakugo li osserva andar via. Le loro piccole impronte sulla neve vengono presto coperte da quelle di adulti che, indaffarati o di fretta, non prestano molta attenzione all’eroe; lui resta con le sopracciglia aggrottate, ancora incerto sulla reale esistenza di quei bambini.
Sospira. Da la colpa a Deku anche di questo. È proprio la croce della sua esistenza, ormai ne è convinto; che ci sia oppure no, comunque riesce a tormentarlo ed infastidirlo. È un talento, se non addirittura un’unicità.
Il freddo morde il naso di Bakugo, gli ricorda che ormai è sera e che lui non ha ancora terminato il suo giro di perlustrazione. E che Deku si è svegliato. Si sente improvvisamente stanco. La neve continua a cadere. Se si sbriga, potrà vedere Deku tra qualche ora e potrà incolparlo anche della fretta con cui ha abbandonato il suo costume di eroe per andare a trovarlo.
 
 
«— e le visite dovranno essere brevi, è necessario che riposi» continua a ripetere il dottore mentre lo accompagna in corridoio. Bakugo non capisce perché stia facendo questo discorso a lui. È stato Deku a volerlo lì, lui ha semplicemente ricevuto il messaggio di quell’inutile Faccia Tonda (che ha incontrato nel parcheggio, tra l’altro).
Nonostante questo il dottore continua a ripetere il solito discorso su come Deku “se la sia vista brutta”, su come il braccio destro “stia sempre più peggiorando” e di come gli organi interni “stiano facendo sempre più fatica”. Tutti argomenti che ormai Bakugo conosce a memoria e che è stanco di ripetere al diretto interessato. Non ha ancora capito chi ha sparso la voce che Deku gli da retta; ma quando lo scoprirà, dopo averlo attaccato al muro, gli dirà che non è affatto vero e che tutto quello che dice a quell’idiota in un orecchio entra e dall’altro esce.
Il dottore lo accompagna fino alla porta; ma Bakugo esita ad entrare. Non è davvero pronto ad incontrare Deku, non dopo tutto quello che gli è stato detto. Forse è meglio tornare sotto la neve e fingere che il freddo non gli dia fastidio, perché la visione dell’altro intubato potrebbe di nuovo fargli perdere le staffe come in passato (e questa volta non ci sarebbero quegli imbecilli a fermarlo).
La stanza che hanno dato a Deku non è particolarmente grande; inoltre, è solo lui ad occuparla (questo gliel'ha detto Faccia Tonda) (è per questo che è stato contattato) (perché altrimenti Deku starebbe da solo) (e Deku soffre la solitudine e non sta bene punirlo in questo modo). Bakugo, inizialmente, presta più attenzione alle grandi finestre che all’altro; oltre lo spesso vetro sta imperversando un’autentica tempesta di neve. Quel clima freddo ma sereno è andato perso, inghiottito di nuovo nei suoi ricordi.
Dal letto provengono una serie di beep regolari ed un rumore di respiratore che pompa faticosamente l’aria dentro un corpo giovane ma già troppo stanco. Bakugo sa che dovrà girarlo a guardarlo perché non può semplicemente passare il suo tempo a guardare la neve. Non si è mai reputato un codardo e non inizierà ad esserlo adesso; e tuttavia rimane dove sta.
Ha bisogno del richiamo dell’altro per abbandonare la sua postazione: «Ka—cchan»
La voce di Deku non è mai stata così strana; Bakugo la ricorda spaventata, ferita e stanca ma mai così fragile e sottile. Sembra che sia sul punto di spezzarsi. Il rumore dei macchinari lo sovrasta facilmente, tanto che Bakugo non ha idea se stia o meno provando a parlargli.
Si gira anche per questo motivo. Vuole essere certo di non perdersi nessuna delle sciocchezze che Deku sta provando a dire, ha intenzione di rispondere per le rime a qualsiasi affermazioni e fargli pentire di averlo chiamato qui. Questa è solo l’ennesima delle tante umiliazioni a cui l’altro lo sottopone: vederlo in quello stato, però, è certamente peggio di doverlo ascoltare monologare sull’ennesimo quirk finito nelle mani di un pazzo.
Deku non è mai stato così pallido, o magari lo è stato; ma Bakugo ha scelto di dimenticarlo perché è un’immagine talmente sgradevole da fargli venire la nausea. Aggrotta, infatti, le sopracciglia: «Hai un cazzo di tubo in gola. Ti sembra una buona idea provare a parlare?»
E forse Bakugo dovrebbe davvero seguire il corso “come empatizzare con le vittime” che quell’idiota di Kaminari continua a mandargli per posta elettronica, perché non riesce davvero a provare pena per Deku in questa situazione. Sente le mani sudate ed il quirk che smania a manifestarsi. Lo riempirebbe di pugni se potesse. Gli tirerebbe il collo e lo scuoterebbe fino a sentirsi soddisfatto.
«C-colpa— Non – non è colpa—» prova a dire l’altro, come se avesse intuito le emozioni che stanno agitandosi nel suo corpo.
Questo per Bakugo è troppo. Non riesce a tenere a freno la lingua nelle situazioni normali, figuriamoci in un momento simile: «Sì perché infatti ti c’hanno lanciato in faccia allo psicopatico della settimana scorsa! Non è mica vero che ci sei andato tu, da solo, convinto che il fatto che avesse dichiarato in mondovisione che aveva trovato il modo di aprirti stile arancia non avrebbe in alcun modo influito sul vostro scontro; no no no! È capitato! Poteva succedere a chiunque!»
E Deku piega la testa di testa di lato. Sta provando a sorridere. In un altro momento sa che litigherebbero per questa cosa; sa che l’altro risponderebbe parlando di responsabilità, di eredità e di All Might o di come lo stesso Bakugo sia solito comportarsi come vuole quindi non può permettersi di fare la predica. Sa che si urlerebbero addosso fino a perdere la voce e le forze, e neanche allora accetterebbero la resa.
Per questa ragione, forse, Deku sceglie di parlare di altro: «Come—‘ai?»
«Io come sto?! Divinamente. Sono uscito da qui due settimane fa, ho ripreso con l’agenzia tre giorni fa e riesco a parlare benissimo perché non ho un tubo ficcato in gola!» E Bakugo, se potesse, affonderebbe ancora di più la lama per sentire l’altro soffrire e finalmente pentirsi di quello che ha fatto. Lo umilierebbe solo per il gusto di vederlo finalmente abbassare la testa ed ammettere che ha sbagliato, che ha esagerato e che l’altro fa bene ad essere arrabbiato. «Come pensano di sfamarti? Metteranno un imbuto e getteranno il cibo direttamente nello stomaco? Fin dove arriva questa cosa? Te l’hanno detto?»
L’altro alza l’unica spalla che può muovere liberamente: «Non ho— idea —‘eriamo che—»
«Cosa? Che non servano piselli perché c’è rischio che si incastrino e tu non riesca più a respirare? Sarebbe uno spettacolo, ammetterai: non ti buttano giù le cannonate, ma la verdura di 0,5 cm è capace di—» si ferma dal continuare perché il corpo di Deku ha uno spasmo strano, come se stesse effettivamente soffocando. Forse gli è davvero andato di traverso qualcosa e la sua invettiva si è trasformata in una maledizione finale. Ha paura che l’ultima cosa che gli ha detto sia una cattiveria e che l’altro lo odi e si sia pentito di averlo voluto vicino a sé.
Deku si è voltato lentamente verso la finestra. Forse è offeso, o semplicemente troppo stanco per perdere tempo con lui. Lo stesso Bakugo si scopre stanco: sulle sue spalle improvvisamente cade tutto il peso della giornata, la fatica giornaliere e quei pensieri ridicoli che l’hanno accompagnato silenziosi e funesti (e se Deku morisse? E se non si svegliasse mai?). Si domanda per quanto tempo potrà andare avanti così e quando arriverà il momento in cui, preso l’altro per le spalle, non sarà lui a spaccargli la faccia perché non ne può più. Perché lo ha costretto a questa vita? È una sua vendetta per quello che è successo alle medie?
Osserva la tempesta di neve oltre la finestra. Ricorda di aver visto qualcosa di simile quando era bambino. Quanti anni avrà avuto? Aveva già un quirk? Fa fatica a mettere insieme le date. Sa che era a casa di Deku e di come si fosse fermato a dormire lì perché la zia Inko temeva prendesse freddo sulla via di casa. Ricorda la mano dell’altro bambino che stringe la sua e lo rassicura (chissà perché poi, quale pericolo poteva aver mai visto Deku nella neve). Bakugo proprio non riesce a ricordare. Sarà poi accaduto davvero?
«—mano?» Deku è tornato a parlargli.
«Cos’è? Siamo sentimentali?» lo schernisce l’altro, mostrando un ghigno sarcastico. Non riesce davvero a capire se stanno pensando la stessa cosa o se l’altro, intontito dai farmaci, sta semplicemente straparlando ed è Bakugo il pazzo che gli va dietro. «Quando la smetterai di comportarti come un ragazzino? Guarda che c’hai un’età … E poi io ho le mani sedute, dovresti stare più attento»
Le dita dell’altro si intrecciano lentamente tra le sue: «A me— piace»
Vorrebbe dirgli che questa è l’ennesima prova che è un cretino (oltre che è un pazzo suicida che preferisce farsi pelare come un frutto invece di mettere a rischio le altre persone); eppure non una parola scappa dalla sua bocca. Forse le sue forze sono finalmente andate esaurendosi e rimarrà su quella sedia fino a prendere sonno, forse i suoi pensieri sono stati seppelliti sotto la neve proprio da Deku. Forse questa è l’ennesima cattiveria.
Bakugo si scopre senza fiato, sospeso in una realtà in cui esiste un Deku in ospedale ed un Deku che gli porge la mano perché ha paura di scivolare sulla strada ghiacciata. Sono davvero la stessa persona? Certo, per Bakugo è facile sistemarli su una linea del tempo; ma, questo non risolve la sua domanda. Sono davvero esistiti entrambi? Gli sembra assurdo, impossibile quasi. Forse l’esistenza di uno esclude l’altro, forse quel bambino sorridente non può esistere più ora che c’è il nuovo simbolo della pace.
Eppure, entrambe le immagini coesistono dentro Bakugo. Ci sono due Deku e gli appartengono entrambi. È possibile? È follia? Non lo sa.
Probabilmente è un effetto collaterale della neve. Quando questa si scioglierà anche il Deku dei suoi ricordi scomparirà, lasciando il posto ad un se stesso adulto tornato forte e invincibile. Fino ad allora, Bakugo dovrà convivere con questi due fantasmi. La neve è l’ultima cosa che vede prima di prendere finalmente sonno sulla sedia; la mano di Deku rimane salda e calda nella sua.
 
 
 
C’è la neve nei miei ricordi
c’è sempre la neve.
E mi diventa bianco il cervello,
se non la smetto di ricordare.
 
 
 
Il Mughetto dice:
Che sudata questa shot!
E dire che questa doveva essere una shottina fluffosina carina in cui Bakugo e Midoriya passavano la vigilia di Natale insieme, invece eccoci qui ad interrogarci sulla presunta pericolosità dei piselli. Non sono molto brava a scrivere l’angst e in generale di gente ferita, messa peccosì, che se esce il medico entra il prete; non sono capace e non voglio nemmeno imparare. Questa mia inadeguatezza ed ostinazione spiega perché la descrizione di Midoriya ferito sia davvero la più blanda possibile. Spero me lo perdoniate.
Bakugo qui è OOC? Bella domanda. Comunque parliamo di post-canon ed io sono convinta che, a parte il partire per la tangente quando Midoriya fa qualcosa di stupido, sia diventato un eroe abbastanza centrato e maturo.
In questa shot, lui e Midoriya stanno insieme? Si? No? Forse? Non l’ho capito nemmeno io. Ai posteri l’ardua sentenza. Comunque, almeno in questa shot, possono essere anche interpretati come un rapporto complicato, intenso e squisitamente platonico.
Non ho molto altro da dire se non grazie per letto questa shot! Se vi è piaciuta, per favore, lasciate un commento!
  
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