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Autore: Fuuma    21/12/2023    4 recensioni
Dietro di lui, il Soldato rimane dritto in piedi – in attesa di un comando.
Lo chiamavano Assassino, il pugno armato dell’Hydra: muscoli di vibranio, programmato per estirpare vite e distruggere nazioni intere. Steve, invece, si volta a guardarlo e sulle labbra ha ancora la parola “Amore”, come allora, quando era proibito per i motivi sbagliati.
Eppure ora di motivi giusti non ne sono rimasti.
{ stucky | Scritta per la Corsa di Natale - Edizione I @La torre di carta }
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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pairing: Steve/Bucky { stucky }

warnings: slash; angst; violenza e tortura (ma nulla di particolarmente grafico), h/c with happy ending

 

I personaggi appartengono a chi di diritto.

 


 

Home, the long way round

________________________________________

 

 

Il Soldato abbassa la testa, schiude le labbra e butta fuori un respiro di paglia. Debole e rarefatto, come l’aria che gli si condensa in brina sulla faccia e gli ghiaccia i muscoli intorpiditi.

Sopra di lui secchiate di gelo – le tubature sono vecchie e arrugginite, tossiscono con l’acciaccatura da ultimo ruggito di una salamandra che muore sulla sua testa.

L’acqua sa di ferro e calcare e cola nel secchio una goccia alla volta.

Una goccia e l’uomo di fronte infila un tirapugni dorato a dita tozze da pugile.

Una goccia e l’uomo gli tira un dritto da spaccare crani.

L’oro si fa rosso, sulla retina del Soldato il dolore s’imprime in fuochi d’artificio sgargianti.

«Forza Soldato, non farti pregare, voglio sentirtelo dire un’altra volta!»

Il Soldato non parla – ha smesso di rispondere a quel nome. Guarda in basso, tra mattonelle scheggiate in cui serpeggiano rivoli di sangue.

«Dillo, Soldato: Hail Hydra! Dillo!»

Un altro pugno. Un’altra goccia.

Il secchio si riempie, il secchio si rovescia.

Stilettate di ghiaccio e pugni di fuoco.

L’uomo lecca il tirapugni ed è solo l’inizio. Sulla divisa, il marchio dello S.H.I.E.L.D. sparisce sotto strisce di scotch nero – al suo posto una pacca dai piani alti e il permesso non scritto di usare ogni mezzo necessario.

«Se credi che solo voi dell’Hydra sappiate come far cantare un usignolo, ti sbagli. La tua amicizia con Capitan America non conta niente qui sotto. Qui sei nel mio regno.»

Il Soldato alza gli occhi per la prima volta da che l’hanno trascinato lì – il lupo affacciato allo sguardo, la macchina da guerra riflessa nel metallo di un braccio sinistro.

«U zimnego soldata net druzey(1)

Non è l’ennesimo pugno a metterlo a tacere – la lingua morsa e in bocca un grumo denso e pastoso di sangue e saliva –, è sapere che quello, dopotutto, è il posto che si merita.

Non ne ha altri a cui appartenere.

 

*

 

«Non ne avevano il diritto!»

L’indignazione del Capitano Rogers s’incassa nella parete della stanza insieme a un pugno che apre uno squarcio nel muro. Appoggia la fronte sull’intonaco sgretolato, la pelle a coprirsi di polvere bianca – è colori chiari e immacolati, Steve, sotto una divisa che si fa sempre più sporca. E uno scudo che è sempre più pesante.

Dovevano essere loro i buoni.

Dietro di lui, il Soldato rimane dritto in piedi – in attesa di un comando.

Lo chiamavano Assassino, il pugno armato dell’Hydra: muscoli di vibranio, programmato per estirpare vite e distruggere nazioni intere. Steve, invece, si volta a guardarlo e sulle labbra ha ancora la parola “Amore”, come allora, quando era proibito per i motivi sbagliati.

Eppure ora di motivi giusti non ne sono rimasti.

«Facevano il loro dovere.»

«Torturandoti? Dovremmo essere migliori di così!»

Steve fa un passo avanti.

Il Soldato uno indietro.

«Scusa.» Non è personale, è meccanica: il corpo risponde in automatico anche quando la mente traballa inaffidabile, senza più sapere chi sia il nemico.

«Non fa niente, Buck. Direi che in questa circostanza sei l’ultimo che dovrebbe chiedere scusa.»

«Lo credi davvero?»

Steve aggrotta la fronte.

Steve, pelle bianca e capelli di sole. Steve, occhi di cielo e sorriso d’estate.

Il Soldato lo guarda e gli ingranaggi che l’Hydra gli ha impiantato ancora ruotano. Non fidarti, gli dice l’istinto. Non saprà chi è il nemico, ma quello è un miraggio ad occhi aperti, il sogno americano – e a cosa si riducono i sogni, se non a un pugno di sabbia dorata gettata negli occhi.

Steve fa un passo avanti.

Il Soldato s’impone di star fermo.

«Non lo credo, lo so che è così.» Gli raccoglie una mano, la porta sotto la divisa, su un cuore che non ha colore né patria, ma porta invece il suo nome.

«Nessuno ti conosce come ti conosco io, Bucky.»

Ti sbagli. Il Soldato chiude gli occhi – dietro le palpebre l'uomo che Steve conosceva è un cadavere che affonda nel ghiaccio.

 

*

 

Al collo non più il collare dell’Hydra, ma piastrine di ferro.

Anche l’uomo di prima era un soldato, come quello che trova riflesso allo specchio incrostato del bagno: lo sguardo è quello di un lupo stanco di combattere, ma il resto potrebbe fare invidia ai pamphlet da reclutamento dell’esercito. Non ci nasci con muscoli così, te li forgia la guerra.

La porta è aperta, ma Steve bussa comunque.

La sua ombra scivola oltre lo stipite – una carezza di luce che sfiora il Soldato.

«Davvero non ti dispiace condividere lo stesso letto? Posso dormire sul divano» gli chiede, le braccia incrociate e bicipiti gonfi sotto una maglietta che sembra restringersi a ogni minuto che passa.

«Non dovresti essere tu a dormire sul divano. È casa tua.»

«Nostra.»

Il Soldato si volta.

Dallo specchio, il fantasma di Bucky batte i pugni contro il vetro e lo chiama ladro. Gli ha rubato il passato, lo ha privato di un futuro e ora si prenderà il suo posto sotto al sole.

«Nostra» Ripete, una parola che non sente sua – perché di suo, finora, non ha avuto nemmeno la propria vita. Era un giocattolo tra le mani di potenti, vivere o morire stava al capriccio dei padroni.

«Lo stesso vale per il letto, anche se… insomma… non voglio dare per scontato che tu voglia—»

«Steve.»

«Sì?»

Il Soldato sfiora l’orlo della sua maglia; lo solleva sul torace e scopre lembi di pelle su cui la mano indugia. Lo tocca per sentirsi vivo e libero e in comando, e sotto le dita ci sono strati di calore, sangue e vita. C’è un’intera storia cifrata su quel corpo, ma il codice di lettura non appartiene al Soldato.

Ladro, lo chiama il fantasma di un sergente morto, mentre allo specchio Barnes vaga perduto al di là della memoria.

«Bucky?»

Il Soldato scuote il capo, nella testa il vuoto di un uomo depennato dal mondo e l’eco di un ordine che torna e tormenta: ripulitelo e ricominciamo da capo.

«Steve…» mormora piano, perché anche i muri hanno le orecchie. «Non sono sicuro di essere davvero qui…»

Steve gli stringe piano i polsi.

«Lo sei, Buck, se qui con me.» Conduce le sue mani in alto, alle labbra, baciandogli le falangi, le nocche, il dorso e i polsi. «Ma quando sei nel dubbio, segui la mia voce. Continuerò a chiamarti, Bucky, per tutto il tempo necessario.»

Il Soldato chiude gli occhi, sulle labbra si apre qualcosa che nessuno dei due ha il coraggio di chiamare sorriso, eppure c’è, anche se piccolo ed effimero.

Cavalcando la voce di Steve, Bucky ritrova la strada di casa.

 

 

[ 1.098w ]



[1] Il Winter Soldier non ha amici.


 

La fic nasce in mezza serata appena, per partecipare all'ennesima corsa di TdC che, questa volta, prevede di scrivere un totale di 3 drabble o flashfic al giorno. E visto che non avevo voglia di stare a contare e limare fino alla morte le parole di troppo, e ho praticamente scritto di pancia senza badare troppo al risultato, ho optato per un insieme di flashfic. Mi sembra di non tornare nel fandom dell'MCU da una vita e sono contenta di essere riuscita a buttare giù questa robina sul Winter Soldier post CA:TWS - senza contare che di lui non scrivo mai abbastanza, anche se il suo braccio sexy compare così poco che quasi mi sento in colpa.

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Scritta per la challenge Corsa di Natale - Edizione I @Torre di Carta

prompt:

15. Torturare una persona

69. Portarsi la mano di qualcun altro al cuore

85. Scrivi una Fanfiction su un personaggio che ami

   
 
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