Bokuto era stressato.
Aveva passato le ultime due settimane cercando di capire quale sarebbe stato il miglior regalo per Akaashi, ma mancavano ormai solo pochi giorni a Natale e non era ancora sicuro di cosa regalargli.
Koutarou aveva diverse idee ma gli erano state tutte, tutte!, bocciate dal suo Bro (che, forse, non aveva tutti i torti. Soprattutto a quella di adottare un capibara visto che – parole sue – “Akaashi ha la casa con un bel giardino grande”).
Ma non importava! Koutarou, in qualità di Babbo Natale segreto di Akaashi, era determinato a trovare il regalo giusto e prendersi l’appellativo del più grande Babbo Natale segreto di sempre nella storia della squadra del Fukurodani.
Si era addirittura svegliato presto quel giorno per andare a saccheggiare i vari negozi, sperando di venir folgorato come San Paolo sulla via di Damasco e trovare qualcosa che gli avrebbe urlato “AKAASHI!” o “SONO IL MIGLIOR REGALO PER AKAASHI! PRENDIMI!”
Ma le cose, ovviamente, non erano andate così. Come c’era da aspettarsi.
 
Koutarou sospirò affranto ma poi, all’improvviso, ecco: l’illuminazione. Ma certo! Perché era stato così stupido da non pensarci prima? Era a dir poco un’idea geniale la sua. Andar diretti alla fonte. Stando ben attenti a non farsi sgamare brutalmente. Ma il problema di Bokuto era proprio quello: che non era bravo né a mentire, né tanto meno a dissimulare indifferenza.
Quindi approcciarsi a Keiji, alla fine degli allenamenti, fingendo naturalezza, insospettì immediatamente uno sagace e accorto come Akaashi.
Per non parlare di quando, facendo un volo pindarico di argomento, Bokuto – dal nulla – gli parlò di questo fantomatico amico al quale doveva fare il regalo di Natale e si chiedeva se lui non gli potesse dare una mano o qualche idea o qualche suggerimento.
Akaashi, uomo di buon cuore, inizialmente finse di non averlo sgamato prima di subito.
 
- Mi dovresti dare qualche indicazione in più su questo tuo amico, Bokuto-san. –
- Hummm… - Koutarou si fece pensieroso, non poteva dare indicazioni troppo precise – Tipo per esempio: a te cosa piacerebbe ricevere? –
“Nuuuuooooo! C4zzoooo!” Bokuto riprodusse la rappresentazione dell’urlo di Munch dentro di sé. Alla faccia di non cercare di dare troppo indizi! Il suo essere troppo diretto e schietto non giocava mai completamente a suo favore.
Tossicchiò.
- Così… giusto per avere delle idee… - cercò di salvare capra e cavoli, continuando a maledirsi dentro di sé.
- Stiamo parlando per ipotesi, vero? –
- Naturalmente! –
Koutarou dentro di sé stava sudando freddo, dettato dal fatto che per lui essere il Babbo Natale segreto di Akaashi era un doppio problema dato che a lui Akaashi piaceva e quindi voleva doppiamente fare una buona impressione, stupendolo con un bel regalo, anche se il Babbo Natale era segreto. Ma Koutarou avrebbe lasciato un piccolo segno del suo passaggio in modo tale che Keiji, sveglio com’era, l’avrebbe di sicuro capito.
 
- Bokuto-san sarai mica tu il mio Babbo Natale segreto quest’anno, no? – Keiji non ce la fece più a resistere. Non voleva prendersi gioco di lui ma trovava che Koutarou fosse troppo adorabile con le sue espressioni facciali, davvero parlavano da sole. Amava la schiettezza di quel ragazzo, lo faceva in qualche modo sentire al sicuro e protetto.
- Chi? Io? No! - ma lo disse con talmente tanta veemenza, e mentre se ne stava fuggendo via, che questo diede certezza di assoluta colpevolezza.
 
Quello che lo salvò per quell’anno fu una lista di regali apparsa “magicamente e miracolosamente” nel suo armadietto.
 
 
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Non sarebbe andata meglio l’anno successivo.
Quando Bokuto non era più il Babbo Natale segreto di Akaashi ma quello ufficiale. Quando cioè erano ormai una coppia dopo essersi messi insieme, e proprio il Natale precedente.
 
- ‘kaashi, ti ho già preso il regalo di Natale. –
Neanche il tempo per Keiji di entrare in casa di Koutarou che fu subito travolto dalle chiacchiere del suo compagno.
Akaashi osservò con amore Koutarou che se ne stava tutto fiero e pomposo a prendersi le glorie per quella sua impresa. Memore della figuraccia dell’anno precedente, non si era fatto cogliere impreparato e ci aveva pensato per mesi.
- Wow! Bravissimo. – gli diede totale soddisfazione Akaashi, iniziando a togliersi sciarpa, cappello e giacca.
- Vuoi che ti dica che cos’è? –
Koutarou non stava più nella pelle, era una di quelle persone che quando faceva un regalo non riusciva a resistere fino al momento ufficiale della consegna e avrebbe già voluto vederlo scartato.
- No. – si accigliò Keiji, mentre si era seduto sul bordo del gekkan per togliersi le scarpe per poi riporle perfettamente allineate.
Koutarou sbuffò alla risposta, ma non si perse d’animo.
- Posso dirti a che cosa serve? – proseguì imperterrito ad insidiarlo.
- Nemmeno. – fu l’ovvia replica di Keiji nel momento in cui si stava rialzando.
- Posso dirti almeno che è bianco, nero e giallo? –
Bokuto si mise entrambi le mani sulla bocca quando vide l’occhiataccia, seppur divertita, che Keiji gli lanciò.
- Neanche. Altrimenti che regalo sarebbe? –
- Profuma. – non ce la faceva proprio Bokuto, era più forte di lui - Di bucato. -
- Koutarou! –
– Non dico più niente. Giurin-giurello. – proferì alla fine, praticamente urlando, facendo il gesto di zipparsi la bocca e buttar via la chiave.
 
 
Tuttavia già quelle indicazioni sarebbero state sufficienti ad Akaashi per permettergli di capire che ciò che gli aveva regalato Koutarou per quel Natale era la sua divisa di capitano del Fukurodani. Divisa che di lì a qualche settimana, finito il Torneo Primaverile, Bokuto non avrebbe più indossato.
Era il suo modo non solo di passargli il testimone ma, soprattutto, di essere sempre con lui anche in quell’anno che sarebbero stati solo fisicamente separati.