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Autore: Jeremymarsh    25/12/2023    1 recensioni
Dove qualcun altro della famiglia Weasley sviluppa un'insolita curiosità per una tradizione Babbana.
[Storia partecipante alla Secret Santa Challenge indetta sul Forum Ferisce La Penna]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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A Dirkfelpy89,
spero che questa piccola storia possa regalarti più di un sorriso in questi giorni di Natale 🎄.




 

Un mago di nome Babbo Natale



 

Non era la prima volta che Ron Weasley sentiva parlare di Babbo Natale, sebbene questo fosse in teoria una sorta di mago dei Babbani che poco aveva a che fare con il loro mondo. Da bambino aveva ignorato le voci che lo riguardavano, non trovando di alcun interesse uno strambo ciccione che si complicava la vita viaggiando di notte con una slitta invece di servirsi di abili messaggeri come i gufi per consegnare i regali né aveva mai prestato grande attenzione al padre quando, durante le feste, riapriva il discorso. Tuttavia, da quando trascorreva tutto il suo tempo con due persone cresciute nel mondo babbano, doveva ammettere che la sua curiosità era aumentata e, quest’anno, aveva addirittura deciso di investigare la sua memoria e cercare di ricordare le tante cose dette dal padre così da collegarle ai racconti di Harry e Hermione.

Era arrivato a pensare che Babbo Natale fosse proprio un mago come lui nascosto tra i Babbani, probabilmente qualcuno che non riuscendo a farsi riconoscere in un mondo già straripante di magia aveva deciso di sfruttare la normalità di quello Babbano per diventare famoso.

Aveva senso.

In quale altro modo un Babbano sarebbe stato in grado di attraversare il pianeta intero in una sola notte su una slitta volante?

Ron scosse la testa riflettendoci; doveva essere proprio strambo se si era inventato una storia simile e ancora di più lo erano coloro che ci credevano.

Probabilmente si serviva davvero di gufi come aveva pensato da bambino, ma aveva fatto credere a tutti di usare delle renne volanti.

Hermione aveva stretto le labbra, guardandolo con un cipiglio carico di disapprovazione quando aveva spiegato la sua teoria, accusandolo di voler rovinare il piacere delle feste e un ricordo felice della sua infanzia e lui le aveva dato dell’ipocrita. Come poteva, d’altronde, una so tutto io come Hermione credere a certe fandonie? Avrebbe dovuto arrivarci prima di lui a una verità simile.

C’era però qualcosa, per un ragazzo cresciuto all’ombra di tanti fratelli non ricevendo mai qualcosa di nuovo a parte i maglioni fatti in casa dalla madre, che di quell’omone barbuto lo attraeva terribilmente.

E se fosse stato vero che esaudiva i desideri di coloro che si erano comportati bene?

Lui non era stato poi così terribile quell’anno, non se si paragonava a Fred e George, e sarebbe potuto rientrare nella lista “dei buoni”. Soprattutto, rifletté prima di prendere una pergamena pulita, doveva esserci un motivo se proprio Hermione si ostinava a credere a quella storia.

Contro ogni previsione, allora, decise che avrebbe provato a scrivere una lettera anche lui a questo fantomatico Babbo Natale e per accertarsi che gli arrivasse davvero avrebbe preso in prestito Edvige da Harry – era sicuro che l’amico sarebbe stato d’accordo.

Così dimentico di ogni precedente scetticismo, Ron Weasley si mise a lavoro ed elencò tutto il possibile che avesse mai desiderato.

Non si illudeva di ricevere tutto, ma se anche solo avesse trovato delle leccornie di Mielandia da scartare sarebbe stato già perfetto.

 

 

Quel Natale Ron Weasley sembrava particolarmente entusiasta quando si svegliò e, insieme ad Harry, si recò nella sala comune per scartare finalmente i regali di Natale. In realtà lo era stato anche nei giorni precedenti, così tanto da non notare nemmeno gli sguardi mal celati che si erano scambiati più volte Harry e Hermione, sguardi che trovarono spiegazione solo quando incapaci di resistere oltre, i due amici scoppiarono a ridere davanti all’euforia di Ron.

“Cosa avete da ridere voi due?” bofonchiò quello, dimenticando per un secondo il pacco pesante che aveva tra le mani – troppo pesante per essere un maglione – e che riportava il suo nome.

“Niente, Ron,” rispose Hermione, la voce attutita dalla mano con la quale aveva coperto la bocca per smorzare la propria risata, “continua pure.”

Dopo aver lanciato a entrambi un’altra occhiata sospetta, Ron scrollò le spalle, decidendo di ignorarli per non farsi rovinare l’atmosfera natalizia e quando aprendo il pacco trovò al suo interno quasi ogni tipo di dolce di Mielandia che aveva sempre desiderato provare non riuscì a fermare il grido di gioia che gli lasciò le labbra.

Allora esisteva davvero, pensò per mezzo secondo, prima di dimenticare del tutto Babbo Natale e cominciare a scartare una Cioccorana dopo l’altra, senza nemmeno offrirne una agli amici.

Continuò a masticare noncurante e felice per qualche minuto prima che una domanda un po’ difficile si facesse strada nella sua mente invasa da tante leccornie.

“Chi ti ha regalato tutti questi dolci?” gli chiese Harry che ancora, insieme a Hermione, sorrideva in modo sospetto.

Ron deglutì con fatica, guardandoli titubante. Se avesse detto loro la verità lo avrebbero preso in giro per l’eternità e guai se la voce fosse arrivata anche a Fred e George.

“Non sembrano i soliti regali della signora Weasley,” continuò Hermione.

Il giovane dai capelli rossi scrollò ancora le spalle, prima di nascondere il viso tra altre caramelle mettendo però così ancora più in evidenza le orecchie vistosamente rosse. “Non c’è scritto.”

Allora Harry e Hermione si scambiarono un ultimo sguardo, continuando a ridere sotto i baffi e fingendo di essersi bevuti la bugia.

Per quel giorno si sarebbero goduti il Natale tutti insieme, ma domani, invece, gli avrebbero rivelato con non poca soddisfazione che Edvige era tornata da Harry, giorni prima, con una lettera misteriosa nel becco non avendo trovato il destinatario a cui era stata indirizzata, e che gli artefici di quel regalo erano stati proprio loro.

E forse si sarebbero accontentati di prenderlo in giro solo per un po’ – considerando la cosa come un altro di regalo – senza rivelare niente a nessuno.

Forse.

 

   
 
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