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Autore: white_moon_night    25/12/2023    2 recensioni
Quella che secondo me era la vera lettera che Roberto a scritto a Tsubasa.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Roberto Hongo, Tsubasa Ozora/Holly
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Caro Tsubasa, appena leggerai questa lettera io me ne sarò già andato.

Ti prego prima di arrabbiarti o giudicare questa mia scelta, leggi queste parole fino alla fine.

So che ti stai chiedendo perchè non sono di fronte a te per congratularmi per la vittoria, ma mi trovo su un aereo in volo per il Brasile senza di te.

Devi capire che tutto quello che ti racconterò è qualcosa che non mi aspettavo e di cui mi vergogno molto.

Dalla prima volta che ti ho conosciuto, mi ha subito colpito il tuo rapporto con il pallone.

Il pallone per te è davvero il tuo migliore amico e si vede che solo quando c’è l’hai con te ti senti a tuo agio in qualsiasi luogo e tempo.

Poi mi ha colpito la padronanza che hai quando lo calci. Tutti i tuoi movimenti sono armoniosi e decisi. Non c’è un attimo di esitazione e basta guardarti per vedere che tutto nasce dal tuo istinto.

Sorrido ancora ripensando a quando in un giorno solo hai imparato la rovesciata che mi hai visto fare.

In quel momento ho imparato quanto sei testardo e quanta voglia hai di apprendere cose nuove.

Non sono soltanto il tuo rapporto con il calcio o la tua bravura che mi hanno catturato.

Ciò che mi ha fatto pian piano abbassare le mie barriere sono stati i tuoi sorrisi sinceri, i tuoi occhi color cioccolato, i tuoi capelli morbidi e la tua voce così viva.

Sei generoso, altruista, sempre positivo, combattente e genuino.

Posso immaginare che in sto momento non stai capendo perchè ti sto dicendo queste parole o penserai che non è appropriato che parli così di te, ma fidati che tutto quello che stai leggendo ha a che fare con la mia partenza senza addio.

Quando ti ho conosciuto eri solo un bambino di 12 anni e niente di più, mentre io ero un ex giocatore che ormai pensava che la sua vita non avesse più senso. Mi ero buttato sull’alcol perchè non volevo accettare che non sarei più stato un calciatore professionista.

Ma poi con il tempo tutto è cambiato.

All’inizio eri solo il figlio dell’uomo che mi aveva salvato dal mare, poi sei diventato un ragazzo a cui volevo insegnare la tecnica del calcio; poi sei diventato come un figlio o un amico ma ad un certo punto sei diventato qualcosa di molto più importante e sbagliato.

Da una parte ti vedevo solo con un bambino di 12 anni che amava il calcio e che mi considerava un fratello maggiore, un amico, un mister; dall’altra parte vedevo colui che mi ha dato una ragione per rinascere e non solo.

Ogni volta che ero in tua compagnia il tempo mi sembrava troppo poco e approfittavo al massimo della tua presenza per sentirmi vivo. Mi sono accorto che non riuscivo a non guardarti, o pensarti quando non eri a fianco a me. Anche durante la notte eri nei miei pensieri o mi addormentavo sorridente alla tua immagine.

Ma più passava il tempo e più i miei sentimenti verso di te cambiavano e diventavano egoisti.

Non sopportavo l’idea che passavi più tempo con i tuoi amici che con me e so che è sbagliato. Ero geloso dei tuoi compagni che ti potevano abbracciare quando voleva senza che sembrasse strano.

Per non parlare del fatto che durante tutte le partite che hai affrontato diventavi sempre più bravo, facendo tesoro delle tecniche dei tuoi avversari e rendendole tue. Ad ogni tua vittoria sentivo che avevi sempre meno bisogno di me e questo mi faceva male.

Poi durante metà campionato decisi che non avrei potuto mantenere la promessa che ti avevo fatto.

Non è colpa tua. Sono io quello che ha sbagliato fin dall’inizio.

Per prima cosa non è stata una buona idea quella di farti una promessa del genere e allontanarti dalla tua famiglia per così tanto tempo e allo stesso momento ti ho messo addosso una pressione che non meritavi.

Dovevi goderti questo campionato come ogni ragazzo di 12 anni e non come un ragazzo che sente che deve vincere a tutti i costi se vuole che si compia il proprio desiderio.

Ho sbagliato a illuderti che dopo questo campionato ti avrei portato con me quando già da un bel po’ di tempo avevo cambiato idea e mi era chiaro che non sarebbe stato così e che sarei partito da solo.

Ma la cosa più orribile e sbagliata che è successa e che non dove accadere in nessun modo e che io, caro Tsubasa, ho iniziato ad amarti. È non parlo di quell’amore che prova un genitore, un fratello maggiore, un amico o un mister per il proprio figlio, fratello minore, amico o giocatore.

Parlo di quell’amore nato per caso, quello di cui non te ne accorgi finché non è troppo tardi. Quello che fa più male perchè sai che non è realizzabile ed è sbagliato, proibito, impossibile.

Tsubasa so che quello che stai leggendo ti potrebbe sconvolgere ma questa è la verità.

Mi sono innamorato di te e non so nemmeno come.

Ho deciso di partire perchè avermi vicino ti farebbe del male e l’unica cosa che voglio è che tu sia felice e al sicuro.

Non posso più negare ciò che provo per te perchè anche un cieco si accorgerebbe di come la tua presenza mi illumina gli occhi, di come il mio cuore inizia a battere quando i nostri sguardi si incrociano o quando mi abbracci inaspettatamente.

So che diventerai un grandissimo giocatore e che ci rincontreremo, ma fino ad allora vivi la tua vita a pieno come hai sempre fatto e non piangere o incolparti della mia partenza.

Odiami pure ma sentivo che avevi almeno il diritto di sapere la verità.

So di essere un codardo e vigliacco e non lo nego.

Fidati che per me non è facile tutto questo e odio me stesso in primis.

Se ti avessi avuto davanti so che non avrei mai avuto il coraggio di guardarti negli occhi e confessarti tutto questo.

È stato bello conoscerti e non vedo l’ora di rivederti, in un futuro, ma ti chiedo di non dimenticarmi perchè io di certo non l’ho farò.

Perdonami per tutto.

Arrivederci…

 

Roberto Hongo

   
 
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