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Autore: ROSA66    25/12/2023    2 recensioni
Questa storia partecipa all'iniziativa "Secret Santa Challenge" indetta da Mari Lace sul forum "Ferisce la penna".
E' la Vigilia di Natale a Hogwarts: mentre tutti i professori si apprestano a festeggiare, solo uno di loro, burbero e solitario, non ha intenzione di partecipare.
Ma un incontro inatteso gli scalderà il cuore. [Severus/Charity]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charity Burbage, Filius Vitious, Minerva McGranitt, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Siamo amici, no?
 
 A Lady Palma,
che con i 
suoi scritti mi ispira costantemente,
i miei migliori auguri di Buon Natale
 

Piccoli fiocchi di neve, soffici e leggeri, avevano iniziato a cadere su Hogwarts: ancora poche ore e tutto, dalla Foresta Proibita a Hogsmeade, sarebbe diventato un’immensa coltre bianca. Era la Vigilia di Natale e la scuola era praticamente deserta: nessuno studente decideva di trascorrervi le vacanze invernali, preferendo di gran lunga tornare in famiglia.
Non era così per la maggior parte del corpo docente. Sebbene durante tutto l’anno cercasse – non senza fatica - di insegnare a imberbi ragazzotti e a promettenti signorine tutti i segreti della magia, aveva sempre considerato Hogwarts la sua casa e, come una vera famiglia, aveva deciso di festeggiare insieme la sera della Vigilia.
Così, ogni professore si era dato da fare per abbellire la scuola con decorazioni che ricordassero le quattro Case: ovunque era un tripudio di luci rosse, verdi, gialle e azzurre, mentre un enorme albero di Natale con addobbi argentati dominava il centro della Sala Grande.
Non ancora soddisfatto del risultato ottenuto, il professor Vitious prese la bacchetta e, agitandola verso il soffitto, fece apparire migliaia di cristalli di neve che iniziarono a danzare lentamente verso la tavola del banchetto.
“Filius”, esclamò la professoressa McGranitt, “Cerca di non esagerare con le tue esternazioni natalizie. Non vorrei ritrovarmi a mangiare arrosto e neve”.
“Minerva cara, è Natale. Oggi tutto è permesso”, le rispose, ammirando soddisfatto il risultato finale.
L’anziana strega cercò di nascondere un sorriso. Era contenta di tutto quel calore che ancora rendeva vivi gli animi dei suoi colleghi nonostante le notizie poco confortanti che provenivano dal resto del mondo magico.
 
Solo una persona evitava di lasciarsi coinvolgere dall’entusiasmo generale per una festività che, per lui, non aveva mai avuto alcuna attrattiva.
Severus se ne stava chiuso nel suo ufficio, assorto nella lettura di un antico manoscritto sulla Difesa contro le Arti Oscure. Finalmente, dopo anni di attesa, era riuscito a ottenere la cattedra tanto agognata e voleva essere preparato: non sarebbe stato una stupida cena a distoglierlo dal suo compito.
Doveva documentarsi, prendere appunti, studiare: non aveva davvero tempo da perdere.
Con la sola compagnia della luce di una lampada che creava strani giochi di luce sui lunghi capelli scuri, l’uomo teneva il capo chino, completamente immerso nel vecchio testo.
La stanza era silenziosa. Gli unici rumori che si sentivano erano il crepitio delle fiamme nel camino e il fruscio delle pagine del manoscritto.
Ad un tratto si sentì bussare alla porta.
Piton non rispose, né alzò la testa.
Bussarono una seconda volta, questa volta con più insistenza.
Senza distogliere l’attenzione dal libro, il professore fece spalancare la porta con un incantesimo non verbale, maledicendo dentro di sé l’inopportuno scocciatore.
Preso alla sprovvista, Gazza balzò all’indietro, spaventato.
“Professore, io, io…”
Severus alzò lo sguardo, furibondo per l’interruzione.
“Cosa vuoi? Come osi disturbarmi?” Gli occhi scuri erano diventati ancora più neri per l’irritazione, le labbra arricciate esprimevano tutta la sua contrarietà e il naso sembrava ancora più adunco del solito.
“Pr-professor Piton”, gracchiò il vecchio custode, “la cena è pronta”.
“Vattene! Non ho fame!”, gli urlò contro infastidito.
E con un altro incantesimo non verbale la porta si richiuse all’improvviso in faccia al malcapitato custode.
 
Trascorse due ore, però, Severus iniziò a sentire un certo languore allo stomaco.
Aveva studiato tutto il giorno senza mettere nulla sotto i denti, così pensò che fosse arrivata l’ora di alzarsi dalla scrivania: gli occhi gli bruciavano per il troppo leggere e sentiva la testa pesante.
Non c’erano alternative, doveva mangiare qualcosa.
Indeciso tra chiedere un piatto agli Elfi Domestici del castello e andare in Sala Grande per vedere se fosse rimasto qualcosa optò per la seconda soluzione, anche perché pensava che quell’insulso banchetto di Natale dovesse essere ormai terminato.
L’umidità della notte lo investì in pieno. Rabbrividendo per un attimo a causa dell’improvviso sbalzo termico, si avviò per i corridoi bui e deserti con la sola luce che fuoriusciva dalla punta della bacchetta.
All’improvviso, dall’estremità opposta del corridoio vide un chiarore, come di un lume, venire nella sua direzione. Si arrestò immediatamente mettendosi in posizione di difesa. Da ex Mangiamorte ogni rumore o fatto insolito lo metteva subito sul chi va là.
A mano a mano che la figura si avvicinava, però, assumeva sempre di più fattezze umane, finché Severus non riconobbe una sagoma familiare.
“Charity Burbage”, soffiò l’uomo, sorpreso per quell’incontro inaspettato.
“Severus…”
Ormai erano l’uno di fronte all’altra, un leggero imbarazzo che aleggiava tra di loro. Solitario e nervoso, Severus aveva sempre ridotto ai minimi termini i contatti con i colleghi di lavoro, ma con la professoressa Burbage era un altro affare.
Sempre gentile e disponibile, aveva un sorriso aperto e sincero che gli impediva di essere scostante.
“Cosa ci fai in questa parte del castello a quest’ora?”
“Veramente io… non ti ho visto al banchetto di Natale stasera”.
Alla luce fioca della lampada Severus giurò di aver visto un lieve rossore imporporare le guance della donna.
“Non avevo fame. E comunque non è una risposta alla mia domanda: perché sei qui, adesso?”
Charity non rispose per un tempo che sembrava infinito, poi infilò una mano sotto il mantello e tirò fuori un pacchetto. Era piccolo, ma incartato con cura, come se chi l’avesse preparato vi avesse messo tutta la dedizione del mondo.
“Volevo darti questo”.
Glielo porse lentamente, la mano quasi tremante dall’emozione.
“Ma io…” Per la prima volta in vita sua, Severus non sapeva cosa dire.
Charity gli sorrise, e ogni cosa intorno a loro sembrò illuminarsi.
“Beh, gli amici si fanno i regali, specialmente a Natale, e noi siamo amici, no?"
Un brivido improvviso, come un vago presentimento di qualcosa di funesto, gli irrigidì la figura. 
 "Buon Natale, Severus”, aggiunse la donna, posandogli il pacchetto sul palmo della mano.
Per un attimo le loro dita si sfiorarono, e Piton sentì improvvisamente il cuore farsi più leggero.
 
 




Nota dell’Autrice: Questa piccola os è il mio regalo per Lady Palma nell’iniziativa “Secret Santa Challenge”, indetta da Mari Lace sul Forum “Ferisce la penna”.
Non ho molto da aggiungere, se non che è una Severus/Charity e, che dire? Mi piacciono molto questi due.
Buon Natale a te e a tutti coloro che la leggeranno.
  
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