La realtà che io sto vivendo,
in mezzo alle spine delle rose,
a ridosso di quel che mi sfugge
e che affoga negli acquitrini del nulla,
la sto vivendo per davvero,
proprio come vivresti l'alba di un nuovo giorno,
proprio come accoglieresti un vecchio amico,
o è solo il prodotto di tutti quei sogni che,
una volta distrutti, con lentezza si son addensati,
alla stregua della sabbia sulla riva del mare,
andando a formare un tramonto morente,
un cumulo di polvere di ricordi corrotti,
di sentimenti torbidi e malati,
e che, frammento dopo frammento,
con la delicatezza di una piuma sospinta dal vento,
mentre soffrivo, hanno intessuto
qualcosa che il mio cuore si rifiuta di guardare,
qualcosa che dentro di me non contemplo,
ma al cui gelido cospetto mi devo rassegnare?