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Autore: ShawnSpenstar    29/12/2023    0 recensioni
"È stata una lunga, meravigliosa illusione ma temo sia arrivato il momento del risveglio"
Nel suo cuore, Fumiko "Meganeko" Otonashi aveva sempre saputo che, prima o poi, questo giorno sarebbe arrivato.
L'amicizia di una vita, il litigio che aveva spinto entrambi a cambiare per l'altro, i giorni infiniti trascorsi insieme a scuola, in città o nell'Isekai World non avrebbero mai potuto cancellare il fatto che lei e il suo amato Toppa Bashin fossero destinati a strade diverse; lo pensavano i loro amici e i concittadini che li conoscevano da sempre, lo preannunciavano i loro caratteri così differenti e lo richiedevano le loro ambizioni di una vita così distanti. Lo imponeva la realtà.
Ma con due cuori così forti, due anime così affini e la sera del giorno che, per eccellenza, è dedicato all'amore... ma siamo davvero sicuri che la realtà sia poi così invincibile?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storie che si intrecciano e destini che si uniscono
 
 
 
Fin da quando era solo un energico studente della scuola elementare di Toaru, tutti i suoi concittadini avevano sempre avuto la ferma convinzione che Toppa Bashin un giorno avrebbe lasciato la placida cittadina per lanciarsi a rotta di collo lungo le infinite vie del mondo. Era uno sviluppo che tutti consideravano naturale visto il carattere esplosivo e travolgente dimostrato dal ragazzo dopo la scoperta della passione per Battle Spirits e la preponderanza in lui di somiglianze con l’avventuroso padre.
Per Fumiko Otonashi soprannominata Meganeko invece era l’esatto contrario: nulla in lei, ne nella personalità ne nella storia familiare lasciava intravedere un futuro lontano dalla propria città natale; l’attività di famiglia, l’amata libreria Otonashi, era attiva da generazioni e riconosciuta dalla popolazione come una vera istituzione e il suo carattere timido e introverso non ricordava affatto quello dei suoi avventurosi ed espansivi genitori.
 
Una semplice questione di destini; due rette che, seppur originate dallo stesso punto, avevano scelto di seguitare a tracciare la loro traiettoria parallelamente, avvicinandosi di tanto in tanto ma senza mai riuscire davvero a toccarsi e alla diciottenne dai capelli castano chiaro in fondo andava bene così.
 
-È stata una lunga, meravigliosa illusione ma temo sia arrivato il momento del risveglio- recitò tra se ella, intenta ad attendere l’amico davanti alle porte della loro vecchia scuola elementare.
 
Era stato proprio lui a proporle di incontrarsi lì quella sera. La fine dell’ultimo anno di liceo, il loro ultimo anno insieme, era ormai imminente e al ragazzo era stata offerta, dalla famiglia Sawaragi, la possibilità di frequentare con J e Kyouka la mitica Battle Spirits University di Michael Elliott.
A breve sarebbe quindi partito per l’America per poi, da li, spiccare il volo verso nuove avventure e nuovi duelli in giro per il mondo assieme al suo migliore amico e alla sorellina di quest’ultimo; lo stesso avrebbero fatto Striker e My Sunshine in ambito, rispettivamente, sportivo e musicale mentre lei si sarebbe giusto trasferita temporaneamente a Tokyo per l’università per poi tornare a Toaru, alla sua libreria e, sperabilmente, ad un posto come insegnante.
 
Le due rette parallele si sarebbero allontanate definitivamente per non incontrarsi mai più.
 
“Vorrei tanto riuscire a non pensarci” mormorò malinconica la ragazza; era convinta di essere ancora nella più assoluta solitudine ma si sbagliava
 
“A cosa non vorresti pensare?” domandò una voce nota alle sue spalle e la poveretta nell’udirla non riuscì ad impedirsi di sobbalzare ed arrossire. Anche dopo tanti anni la sua voce non smetteva di farle quell’effetto.
 
“A tante, forse troppe, cose differenti” replicò ella con aria, volutamente, più elusiva che potesse “allora Toppa, mi spieghi il perché di questo incontro? Credevo che fossi impegnato a prepararti per la tua prossima avventura universitaria”
 
La domanda non trovò alcuna risposta da parte del rosso che invece rimase in silenzio ad osservare l’amica con uno sguardo indecifrabile mettendola, di fatto, ancora più a disagio. Per sfuggire all’impasse la ragazza provò allora a riformulare il suo quesito ma, stranamente, ancora una volta le sue parole parvero cadere nel vuoto visto che l’unica spiegazione che l’amico le offrì fu un enigmatico “per tingerti dei miei colori” che ovviamente le risultò incomprensibile.
In fatto di assurdità, tuttavia, quella frase fu nulla se paragonata a ciò che accadde immediatamente dopo. Come se nulla fosse, infatti, il ragazzo si accostò al cancello della scuola estrasse dalla tasca le chiavi (SI, LE CHIAVI) aprì il lucchetto e fece cenno alla coetanea, incredula ed inebetita, di seguirlo; ella, probabilmente per curiosità, acconsentì e in pochi secondi i due si ritrovarono nel cortile del istituto immersi nei ricordi di tutta una vita, scolastica e non, trascorsa uno accanto all’altra.
 
Passarono così una mezz’oretta abbondante, con lei che viaggiava a flusso di coscienza da un racconto all’altro e lui che la ascoltava in silenzio senza mai levare da lei quel suo sguardo mai così penetrante, poi il ragazzo le si avvicinò, le prese la mano e la condusse delicatamente fuori dal cortile per guidarla verso le prossime tappe della loro passeggiata. Era evidente che non si trattasse di una cosa improvvisata; ogni passo di Toppa sembrava seguire una direzione ben precisa e anche la puntualità quasi maniacale con cui, sempre dopo mezz’ora o poco più, il rosso le tendeva la mano e l’accompagnava verso la successiva puntata del loro viaggio era una chiara testimonianza di quanto tutto fosse organizzato nei minimi dettagli; addirittura le attività che ad ogni tappa gli attendevano parevano misurate per non sforare mai oltre il lasso di tempo predefinito.
 
-Pur co-con i preparativi per l’A-America ha t-trovato il tempo pe-per organizzare tutto questo?- si chiese Meganeko non sapendo nemmeno se dovesse esserne arrabbiata, triste o commossa -ma pe-perché? Co-cosa significa?-
 
Nulla, in effetti, sembrava avere un senso. In circa un’ora e mezza erano passati da un luogo noto e caro ad entrambi (la scuola elementare) al Battle Spirits Center che, sinceramente, aveva molto più significato per lui che non per lei per poi fare una puntata al parco cittadino, tra l’altro attraverso un percorso stranissimo che li portò anche a passare davanti casa di lei, e ora si trovavano davanti all’appartamento della famiglia Bashin.
 
“Entra pure” la invitò il rosso aprendole galantemente la porta.
 
Con il consueto mix di cortesia e timidezza, la ragazza salutò per annunciare al resto della famiglia la propria presenza ma, in verità, nell’appartamento non sembrava esserci nessuno: il silenzio era totale, l’ordine assoluto e le luci tutte spente ad eccezione di una piccola proveniente dal soggiorno che però, data la debole vista della giovane studentessa, aveva su di lei l’effetto di un faro per i naviganti.
Raggiunse il soggiorno e la lampada e, proprio in quell’istante, Toppa dietro di lei approfittò del momento per fare lo switch tra il piccolo lume e il lampadario del locale rivelando così la presenza sul tavolino di due terreni di gioco da Battle Spirits già preparati con i rispettivi mazzi e tre gemme azzurre a testa nella casella delle vite.
 
“Vuoi fare una veloce?” domandò la ragazza visibilmente più rilassata e divertita “mmm, non credo che mezz’ora ci sia sufficiente per concluderla”
 
“Tu dici?” ribatté l’altro altrettanto ironico “io invece penso che tu possa battermi anche in meno tempo”
 
Incredibilmente il rosso ebbe ancora una volta ragione ma in questo caso l’artificiosità del tutto era così evidente che la ragazza si accorse sin dalla conclusione dello scontro che i mazzi erano stati praticamente messi in ordine per permetterle di vincere entro il tempo limite. Per la prima volta in quella serata era sinceramente infastidita; certo, potrà anche non essere stata una patita di Battle Spirits quanto lui, J o Card Sensei ma le vittorie preferiva comunque guadagnarsele da sola.
 
“Non è stato bello Toppa, non avresti…”
 
Qualunque rimprovero ella avesse in mente le morì immediatamente in gola nell’istante in cui, all’improvviso, la televisione di casa Bashin si accese. Sullo schermò scorse la registrazione di almeno sei-sette anni fa di un’intervista a My Sunshine in cui la giovane idol parlava di San Valentino, di un litigio con il proprio manager e della necessità, per due persone, di comunicare per riuscire a comprendere i rispettivi sentimenti.
 
Solo allora Fumiko Otonashi soprannominata Meganeko si rese conto quale fosse il giorno scelto dall’amico per quell’appuntamento.
 
“To-Toppa…”
 
“Sssh” soffiò lui appoggiando il indice tremolante sulle labbra di lei “ti-ti prego, no-non dire nulla p-per ora; fi-fidati di me… so-solo un’ultima v-volta”
 
La scena già vista in altre tre occasioni si ripeté ancora ma stavolta la duellante gialla aveva la netta impressione che non ci fosse più nulla di preparato: la presa sulla sua mano era fin troppo nervosa e il loro incedere troppo frenetico; finora avevano placidamente passeggiato per le vie di Toaru nell’indifferenza generale ma ora stavano correndo a perdifiato, mano nella mano, nella notte di San Valentino attirando su di se gli occhi di ogni passante.
 
“C’è… q-qua-qualcosa che… che no-non va” balbettò ella col fiato spezzato dalla corsa ma l’altro non riuscì a biascicare nessuna possibile risposta; era davvero troppo teso. Sul viso della ragazza si dipinse un sorriso; dopo tutti quegli anni passati ad essere nervosa e imbarazzata in sua presenza non poteva non trovare divertente il vedere anche lui penare un pochino.
 
L’andatura del duo iniziò all’improvviso a calare e la ragazza, che finora aveva dovuto concentrarsi sul mantenimento di passo ed equilibrio, riuscì finalmente a scorgere qualche edificio della zona in cui si sarebbe svolta l’ultima tappa della loro uscita. La riconobbe subito, un po’ perché ci erano già passati quella sera stessa e soprattutto perché ci passava già ogni singolo giorno.
 
“E-ecco” balbettò il rosso affannato “s-siamo arrivati”
 
Erano davanti alla porta di casa Otonashi.
 
“Toppa… perché?” domandò titubante una Meganeko dalle guance ormai color rosso acceso “cosa significa tutto questo?”
 
“Sei… sei anni fa…” esordì il duellante rosso cercando di riprendere il fiato “in questo… in que-questo stesso… periodo dell’anno io… io ti…” pausa, alcuni secondi per placare i suoi ansimi e ripartenza “io ti ho ferito”
 
“Non devi preoccuparti, ormai è acqua passata, ti ho per…” provò a blandirlo la coetanea ma il suo tentativo venne bruscamente troncato
 
“No, per favore, lasciami finire” fece lui cercando di essere il più cortese possibile “ho pianificato ogni singolo momento di questa sera e ho chiesto aiuto a chiunque, My Sunshine, Striker, Card sensei, mamma, J persino a Masako, per fare in modo che le cose andassero esattamente come sono andate… ma questa è l’unica parte che non ho potuto programmare per cui ti prego, ascoltami solo quest’ultima volta”
 
La ragazza dai capelli beige gli sorrise dolcemente e annuì con un cenno della testa.
 
“Ti ringrazio” sussurrò afferrandole ancora una volta le mani “sai, quei due giorni sono stati tra i peggiori della mia vita: ero così arrabbiato e disgustato da me stesso da non riuscire a divertirmi con J e gli altri; neppure duellare mi faceva star bene, anzi combattevo malissimo e le vittorie non mi davano alcuna soddisfazione. In ogni momento, dal diario lanciato nel cortile scolastico fino alla sera del giorno seguente, San Valentino appunto, la sola cosa a cui riuscivo a pensare era il nostro litigio”
 
Quelle parole ritinsero di rosso il viso di Meganeko. Non aveva davvero mai immaginato che il Toppa dodicenne di allora potesse essere tanto segnato da qualcosa che non riguardasse Battle Spirits e quest’ondata di nuove informazioni era la scintilla di un fuoco che, sinceramente, avrebbe tanto voluto non riaccendere, non quando lui stava per andarsene per sempre.
Per la seconda volta fu sul punto di interromperlo, di supplicarlo di concluderla lì e darsi la buonanotte… ma non lo fece; dopo tutti quei suoi sforzi era giusto concedergli almeno questa richiesta.
 
“Allora ero un vero idiota, un completo imbecille che non capiva nulla che non fosse legato a Battle Spirits” ammise il ragazzo
 
“Sei troppo duro con te stesso” provò a consolarlo
 
“E tu sei troppo buona con me” replicò lui accarezzandole il dorso della mano “a differenza di oggi, all’epoca non capii nemmeno perché avessimo litigato ma ti posso giurare che anche allora la sola cosa che desiderassi fare fosse chiederti scusa. Vedi, il percorso della nostra passeggiata di stasera è, tappa per tappa, lo stesso che feci io sei anni fa tra il litigio di quel pomeriggio e la sera di San Valentino; anche quella volta corsi attraverso il paese verso casa tua per chiederti scusa ma arrivai troppo tardi e quando ti rividi al torneo nelle vesti di Kiiroko ancora non trovai l’occasione per dirti quanto fossi stato insensibile nei tuoi confronti”
 
“A-allora è per questo”
 
“Si, Fumiko” confermò il rosso “se non lo facessi sarei ne-nemmeno degno d-di esser qui stasera; pe-per cui, Fumiko Otonashi, ti chiedo umilmente scusa per essere stato un insensibile stronzo!”
 
“Accetto le tue scuse” rispose ella con naturalezza “ma pe-perché non d-dovresti essere degno?”
 
“È u-un po’ difficile da spiegare” balbettò il giovane che a sua volta cominciava a colorirsi “ma ho d-da poco ricevuto quella che, logicamente, dovrebbe essere l’o-offerta della mia vi-vita”
 
Era finalmente giunto il momento della fine delle illusioni; probabilmente, nemmeno se l’avesse progettato lei in prima persona sarebbe potuto essere così perfettamente simbolico. Era il suo primo anno da adulta e quello sarebbe stato il primo passo.
 
“Continua” lo invitò e lui le raccontò della visita organizzata dal signor Sawaragi, della cortesia del signor Elliott, dell’incontro con tanti campioni di Battle Spirits (tra cui gli ex Number Elite), delle carte nuove pronte per essere lanciate sul mercato e di tutte le meraviglie che aveva visto in America.
 
“Davvero, dovrebbe essere tutto ciò che ho sempre sognato, giusto?” domandò retoricamente “allenarmi con i più forti giovani duellanti e imparare dai migliori esperti assieme a J e a Kyouka per poi partire con loro alla conquista del mondo di Battle Spirits, diventare il più forte del mondo come mio padre. Era tutto li, e io…”
 
La ragazza serrò le palpebre e si sforzò di trattenere le lacrime; non pensava che ci sarebbe riuscita davvero ma magari avrebbe resistito abbastanza da non scoppiare a piangere davanti al migliore amico col rischio di rovinare il suo momento di massima gioia.
 
“… i-io, invece, non lo volevo”
 
Quegli stessi occhi da poco chiusi si spalancarono all’improvviso lasciando cadere a terra le gocce appena raccolte. Lentamente, Meganeko rialzò la testa fino a ritrovarsi faccia a faccia con l’amico d’infanzia e lo trovò imbarazzato, titubante e rosso in volto; era come lei.
 
“Perché?”
 
“Perché, me-mentre pa-passeggiavo in quei corridoi, le uniche co-cose a-a cui riuscivo a… a pensare erano q-quel San Valentino di s-sei anni fa e quel ragazzino che no-non riusciva a d-duellare” spiegò il rosso tentando disperatamente di mantenere il contatto visivo “q-quel ragazzino e-era un imbecille, u-un bamboccio infantile incapace di… di comprendere qualsivoglia e-emozione non f-fosse legata a Battle Spirits, pe-per questo non ca-capì che…”
 
“Non capì che?” si inserì speranzosa la ragazza consentendo al coetaneo di scaricare la tensione con un sospiro proprio prima del gran finale
 
“… non capì che le sensazioni che provava derivavano dal semplice fatto che la sua amica… che lei gli piaceva” concluse Toppa con una voce ormai quasi priva di ogni titubanza “che tu mi piaci Fumiko Otonashi!”
 
Le pupille della ragazza si fecero lucide e nuove lacrime iniziarono a formarsi lungo il bordo inferiore del bulbo oculare, ma non erano le stesse di prima.
 
Oh no, non erano per niente le stesse di prima.
 
“No-non p-piangere, ti prego” cercò di calmarla pur essendo, in pratica, lui stesso nel panico più totale “Lo so, so-sono u-un vero bastardo a tirar fuori questa sto-storia p-proprio ora che stai per pa-partire per Tokyo ma… ma sono stato così… così IDIOTA da rendermi conto solo adesso di tu-tutto questo e ho temuto che sa-sarebbe potuta e-essere la… la mia u-ultima occasione per chiederti se potessi a-accettarmi come tuo ra…”
 
Ormai non riusciva più a resistere. Certo, stando al suo personaggio, a quello che tutti sapevano di lei, il suo destino sarebbe dovuto essere quello di restare li, paralizzata dall’imbarazzo, ad ascoltare ogni lettera di quell’interminabile e confuso flusso di coscienza per poi offrigli, alla fine di tutto, una risposta monosillabica e sussurrata; ma davanti a lei c’era un Toppa Bashin, il duellante esplosivo come il fuoco abituato ad andare oltre ogni ostacolo, più rosso in viso delle sue amate carte e incapace di resistere qualsiasi impulso nervoso o di dire una singola parola senza balbettare.
La realtà aveva smesso di esistere e allora anche lei poteva non essere più la timida e introversa ragazza di provincia di sempre.
 
La sua mano destra scattò ad afferrare il bavero della giacca a vento dell’amico che immediatamente si ammutolì; si rivolsero un ultimo sguardo, uno capace di dire in un secondo quello che, per un motivo o per l’altro, non erano mai stati capaci di dirsi in quei sei anni, poi lei sorrise, chiusero gli occhi e lei lo tirò verso se fino a che le loro labbra non si incontrarono nel loro primo, breve ma meraviglioso, bacio.
 
“Ti… ti amo Toppa Bashin” sussurrò la ragazza costretta, suo malgrado, a sciogliere quel loro dolce contatto.
 
Il suo ragazzo le portò la mano al mento e le alzò la testa per poterla guardare dritta negli occhi
 
“Ti amo anch’io Fumiko Otonashi” rispose “ti amo più di Battle Spirits”
 
 
 
 
SPAZIO DELL’AUTORE
 
Salute cari lettori.
 
So che è incredibile a dirsi per uno come me che, fino a qualche anno fa, caricava qualcosa ad ogni morte di papa ma è tutto vero; siamo alla terza pubblicazione in (più o meno) due settimane e in questo caso si tratta pure di una storia nuova, la cinquantesima della sezione “Battle Spirits” di EFP e la prima ad avere per soggetto “Battle Spirits Shounen Toppa Bashin”, primo anime sul nostro gioco di carte collezionabili preferito.
 
Sinceramente era una cosa che volevo fare da un po’ (scrivere una storia su “Shonen Toppa”) e in particolare volevo fare un tributo al miglior personaggio mai scritto dagli autori di Battle Spirits non facente parte di uno degli anime della saga di Dan (intendo compresi “Gallet’s Revolution” e “Mirage”) ovvero Meganeko; un personaggio veramente splendido a cui avevo già fatto fare qualche cameo nella mia storia di “Heroes” ma su cui mi sembrava giusto un giorno scrivere qualcosa di relativo proprio a lei e alla sua serie.
Il risultato è una cosa che, in tutta franchezza, mi vien dire sia riuscita solo a metà, nel senso che il protagonista è più Toppa che non la sua ragazza ma al tempo stesso che è difficile immaginare, per il personaggio di Meganeko, una situazione più felice di ricevere una confessione d’amore (con tanto di bacio) da parte del suo adorato Bashin. Poteva probabilmente venire meglio ma nel complesso sono abbastanza soddisfatto; del resto è giusto un primo tentativo e chissà che magari, in futuro, non mi ritrovi a scrivere ancora qualcosa su di lei (magari proprio sul suo arco narrativo personale; se avete un po’ di tempo libero vi consiglio di vedere gli episodi dal 20 al 25 anche perché aiutano a capire meglio alcuni riferimenti presenti in questa storia).
 
Avevo inizialmente pensato di inserire il tutto in un duello ma poi ho cambiato idea per due motivi:
1) una mia scelta di scrittura. Se scrivo una one-shot cerco di evitare di mettere i duelli perché occupano tempo e spazio e, anche se nel lore delle varie stagioni dell’anime di Battle Spirits sono identificati spesso come il luogo in cui un duellante si esprime meglio, trovo più piacevole che certi discorsi (specie quelli intimi e romantici come questo) vengano fatti fuori dal ring. Non fraintendetemi, amo quanto tutti voi l’episodio 48 di “Brave” ma la storia di “Shonen Toppa” è decisamente meno drammatica e poi non tutti i personaggi hanno lo stesso carattere (e Meganeko decisamente non è Mai).
2) una questione di gusto personale. Da appassionato del gioco e fan dei duelli non faccio nessuna fatica a confermarvi che li ritengo la parte più debole della serie (esclusi, forse, quelli di “Heroes”) in qualuque stagione perché, in generale, anche i duelli migliori impallidiscono di fronte alla scrittura mediamente eccellente di episodi e personaggi delle varie serie anime; questo è particolarmente valido in “Shonen Toppa” visto che i duelli sono spesso estremamente mediocri, pieni di carte senza alcun effetto stampato e in cui, ad inizio serie, il giallo e il blu nemmeno c’erano. In sostanza, a meno non mi venga ispirazione per una fanfiction almeno di media lunghezza, difficilmente scriverò mai un duello su questa serie.
 
Ho concluso. Spero che questa OS e i suoi personaggi vi abbiano colpito o appassionato e che, magari, vogliate ricevere nuove storie su di loro, a me la cosa farebbe solo che piacere; “Shonen Toppa” non sarà mai spettacolare come “Brave”, “Saga Brave” ecc. (e personalmente io gli preferisco pure “Heroes”) ma ha il suo fascino e io mi sento financo di consigliarla.
 
Recensite per farmi sapere cosa ne pensate di storia, personaggi, serie anime (se l’avete vista) o anche solo per farmi notare errori di battitura, punteggiatura e quant’altro o problemi di trama e personaggi (premetto che non troverete la nota OOC perché non la ritengo necessaria visto che la mia storia si svolge sei anni dopo l'anime e con i personaggi ormai alle porte dell'età adulta. Se doveste pensare che sia giusto inserirla fatemi sapere anche questo nelle recensioni e io provvederò a correggere).
 
Ciao a tutti da ShawnSpenstar e… alla prossima!
  
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