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Autore: AthenaD    29/12/2023    0 recensioni
Nell'abbazia di Northanger di Austen vi sono fanciulle alla ricerca di un'avventura gotica. Così pure in questa storia due fanciulle inseguono il brivido. Potrebbero trovarlo.
Genere: Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il pannello dipinto si distaccò dal muro con uno scatto secco e cominciò a scorrere su cardini che parvero sorprendentemente bene oliati, per appartenere ad un congegno che doveva avere più di cento anni.
Miss Olivia e miss Elizabeth saltarono indietro con un grido, come se si fossero scottate. “Te lo dicevo io! Strillò miss Olivia, al colmo dell’eccitazione, si apre!!! La mappa dei passaggi segreti è corretta!!! Bastava solo cercare con un po’ di pazienza!”
Miss Elizabeth tentò di ricomporsi i boccoli biondi trattenuti dal nastro di raso rosa. “ Non ci posso credere… e comunque il passaggio porterà a un banalissimo solaio, Olivia, mia madre lo dice sempre che leggere troppi di quegli sciocchi romanzi gotici tanto di moda, fa male al cervello di una signorina perbene! Dovresti davvero smettere!”
“Che noia sei mai, Elizabeth! E cosa dovrei leggere? Sdolcinati romanzi d’amore? Con tremebonde eroine? No grazie! E c’eri anche tu in biblioteca e l’hai ben vista la pianta della casa! Come potrebbe, un passaggio segreto non nascondere una storia oscura? E come puoi non amare il mistero? E la storia della tua antenata!!!?? Non so che darei per avere un vampiro nella mia famiglia!”
“Io ho fame e vorrei davvero un sandwich - ribattè miss Elizabeth -I vampiri non esistono, abbiamo frugato ogni singolo sasso della cappella di famiglia, dove ti dicevi certissima che fosse la bara e comunque, se miss Isabella ha aspettato cent’anni, credo possa bene aspettare fin dopo al te delle cinque!”
Miss Olivia storse il nasino ricoperto di lentiggini e i grandi occhi verdi scintillarono minacciosi. “Aspettare fin dopo il te, dici? Le giornate sono ancora corte, mia cara, ti ha mai detto nessuno che i vampiri si risvegliano dopo il tramonto?” E così dicendo si lanciò quasi correndo nel passaggio segreto.
Leighton house giaceva immensa e sovraccarica di torrette, nella campagna del Gloucestershire, un orrore neogotico, frutto della fantasia scatenata di Lord Leighton, nonno di Elizabeth, sviluppatosi come una sorta di grande escrescenza attorno al corpo originale elisabettiano, ancora riconoscibile.
La mania di miss Olivia, figlia minore del conte di Somerset per la letteratura neogotica, era invece, naturalmente, piuttosto recente, considerando che la giovane gentildonna aveva tredici anni. Ma certo, in breve tempo aveva divorato tutti i romanzi a disposizione, mostrando una speciale predilezione per “Il vampiro” di Polidori e soprattutto per Dracula di Bram Stoker, da pochissimo pubblicato, che leggeva di nascosto, tenendolo accuratamente celato nel secretaire. Quando aveva saputo che nella famiglia dell’amica Elizabeth si narrava di un’antenata non morta, per poco non si era sentita male per l’emozione.
Il vecchio stalliere, infatti, non aveva avuto la benché minima chance di sfuggire alla determinatissima giovane signora e dietro compenso di un poco di buon tabacco, trafugato opportunamente dalle riserve del conte di Somerset, aveva raccontato all’entusiasta Olivia e alla perplessa Elizabeth, l’incredibile storia di Miss Isabella.
Jordan Seldon, stalliere di Lord Leighton da oltre cinquant’anni, storie ne sapeva tante. Occhieggiò con simulata esasperazione i visini freschi delle due piccole gentildonne, nei loro abiti di candida mussola, le spalle avvolte in caldi scialli a motivi di rose, viole e uccellini e annusò con calma esasperante una presa di tabacco. “Eccellente, miss Olivia, davvero un tabacco eccellente!”
“ Si-aveva tagliato corto lei, gli occhi enormi, battendo leggermente a terra il piedino calzato in capretto color acquamarina- ma ora, vi prego raccontate! Che successe a miss Isabella?”
“Oh…che successe…che successe davvero nessuno lo sa. Era la pupilla degli occhi di suo padre! La figlia più bella, quella più amata! Accudita e vezzeggiata da tutti… eppure un giorno morì. A sedici anni. E la trovarono pallidissima ai piedi del letto, come se non fosse più rimasto nel suo corpo una goccia di sangue. E l’unica ferita che si poté trovare, furono due piccoli segni rotondi, alla base del collo…”
“Un vampiro! Di certo!” Miss Olivia aveva un tono che non ammetteva repliche. Non aveva forse letto tutti i romanzi di vecchia e nuova pubblicazione sull’argomento? Non era forse un’esperta in materia?
“Ma…tutto qui?... e non si scoprì mai chi era il vampiro?” Miss Elizabeth era assai meno interessata, ma era pur vero che la storia era succosa e dopotutto, miss Isabella era stata la sua prozia, pertanto le pareva scortese disinteressarsene nel modo più assoluto.
Il vecchio scosse bonariamente il capo “Eh…i sospetti ci furono! Eccome se ci furono! Era da mesi che miss Isabella, sempre tanto ubbidiente, pareva come impazzita. Non voleva saperne di sposare il marchese di Vidal, un matrimonio brillante, il più invidiato della stagione e aveva cercato di fuggire con un gentiluomo, di origini dubbie, assai dubbie, proveniente da un paese, ancor più dubbio a sud est della Gran Bretagna, sapete…quelle zone piene di impenetrabili foreste e castelli.”
Le fanciulle trattenevano il fiato “Si? Ed era bello? Era forse alto e misterioso e bruno? Era forse innaturalmente pallido? ...che altro? racconta!”
“Oh, bello era bello. Ma si! Egli era pallido come la morte, signorine! E non lo si vedeva mai prima del tramonto. Diceva di soffrire di un’affezione alla pelle che gli impediva di esporsi al sole. Sembra avesse anche un grande patrimonio. Ma chi può dirlo, con questi stranieri? I genitori di miss Isabella erano ovviamente contrari e Lord Vidal era disperato. Ma le preghiere non valsero a far ragionare miss Isabella. Dicevano che fosse come stregata. Non mangiava. Non dormiva. Non parlava che di lui.
Una notte ella fu sorpresa dalla sua balia a tentare la fuga, uscendo dagli alloggi della servitù.  Fu così che Isabella fu rinchiusa nella torre ad est, con il pretesto di una malattia, per soffocare lo scandalo e darle tempo di guarire dal male d’amore. Ma fu li che morì. Due notti dopo. Senza spiegazione. Dissanguata. In una stanza chiusa a chiave. “
Ma miss Olivia non era tipo da farsi scoraggiare. “Morì davvero o morì e poi ritornò? Perché cambia parecchio!”
“Ah, miss Olivia, voi mi volte proprio rovinare! Che dirà milady, se verrà a sapere che vi metto in testa di queste storie? Uh…che buono questo tabacco!”
“Oh suvvia! Ne porterò ancora! Che accadde?”
“Accadde…accadde che fu sepolta in un tempietto sulle rive del lago. Una specie di zuccheriera rosa e oro, popolata di putti piangenti, voluta da sua madre. Ma, quando pochi anni fa si decise di ristrutturare la tomba, essa era vuota!”
“Davvero?” gridarono in coro le fanciulle.
Sicuro. Lo aveva visto con i suoi occhi, la bara fu trovata vuota. Era chiaro che la non morta aveva trovato l’ambiente rococò stucchevole e totalmente inabitabile, aveva pensato miss Olivia, accanita sostenitrice dello stile neogotico. Quale vampiro vorrebbe mai vivere in una tomba rosa stracarica di fiori di stucco, festoni e amorini? Sarebbe del tutto indecoroso. E pertanto si era spostata in un luogo più consono.
“Ma non la si è mai più vista? ...che ne so… passeggiare nella notte, cacciare prede?”
“Beh… proprio vista no. Però è vero che scomparve anche la sua cameriera, non molto tempo dopo e non fu mai ritrovata. E lo stesso accadde alla balia che le aveva impedito la fuga. E anche alcune giovani donne del villaggio, pur se a distanza l’una dall’altra e non è totalmente certo che non si siano allontanate di loro volontà, sparirono senza lasciare tracce…”
In effetti, pensava miss Olivia, ora che faceva mente locale, cose che non andavano, a Leighton house ce n’erano a iosa.
Non era forse una prova inconfutabile il fatto che Leighton house fosse sempre immersa nella nebbia? Certo, non in piena estate, ma quello, è chiaro, non conta! Per il resto dell’anno era un luogo nebbiosissimo!
Non era forse una prova inconfutabile che i contadini si lagnassero di molti capi di bestiame scomparsi in circostanze misteriose?
E i cani? Che dire dei cani che abbaiavano impazziti più che in ogni altra casa di campagna, stando a quel che ella ne sapeva. E comunque, morivano anche molti lattanti nel borgo. E li trovavano pallidissimi e freddi nel loro lettino. Ma i contadini erano troppo ignoranti per cercare i segni dei morsi.
Miss Olivia sapeva di dover fare qualcosa. Per questo si era messa a studiare le mappe e tutto quel che si poteva trovare su come uccidere un vampiro. Perché bisognava pure attrezzarsi secondo i più nuovi ritrovati della scienza. Ed ella era determinata ad andare a caccia del mostro.
 
Il passaggio segreto aveva tutto ciò che un passaggio segreto richiede. Ragnatele, pavimenti di legno scricchiolante, scale tortuose e spaventevoli prive di qualsivoglia finestra. Alla fine una porta ad ogiva con pesanti rinforzi in ferro arrugginito.
Che non si apriva.
Ma Miss Olivia non era tipo da darsi per vinta senza lottare. Frugò nella bisaccia che conteneva un crocefisso, un paletto di frassino e altri strumentari giudicati indispensabili e prese ad armeggiare con un coltellino, fino a quando non riuscì a far scattare il catenaccio, chiuso dall’interno, ma parzialmente raggiungibile attraverso una crepa del legno. Con uno scricchiolio straziante la porta si apri.
Era una sorta di buio solaio rischiarato a stento dalla luce di un abbaino, dal quale una lama di sole morente delineava vecchie scatole e mobili di scarto.
Miss Elizabeth e miss Olivia entrarono titubanti. Miss Elizabeth si raccolse le gonne di mussola tentando di non sporcarle “Arriveremo al tè sudicie come mendicanti! Perché mai mi ostino a seguirti?”
“Perché hai un animo troppo nobile, per mandare la tua migliore amica a combattere con un vampiro da sola! Mi pare ovvio, mia cara!”
Elizabeth sospirò. Cominciarono dal lato sinistro della stanza. Aprirono tutti i contenitori abbastanza grandi da poter nascondere un corpo. Armadi pieni di crinoline disfatte e tarlate, cappelli dismessi, polverose parrucche, topi in fuga. Armadi che contenevano vecchi libri, che andavano in polvere a sfiorarli.
Di colpo uno scricchiolio spaventoso. Una pila di scatole rovinò a suolo in una nuvola di polvere e un fuggi fuggi di ragni. Le due fanciulle gridarono con quanto fiato avevano in gola e subito cominciarono a tossire.
E infine la trovarono. Una cassapanca. Grande abbastanza da poter contenere un corpo. Persino il respiro di miss Elizabeth si era fatto affannoso. Miss Olivia passò un dito sulla superficie scolpita a bassorilievi in cui piante e animali si intrecciavano fitti. “Eccola!!! Non può che essere lei! Lo vedi? C’è pochissima polvere. E ‘ovvio che Miss Isabella esce di notte… Passami l’occorrente!”
Miss Elizabeth annui. Aveva con sé la cassetta contenente una croce, un paletto in frassino e un martello. “Ma… e se si alzasse dalla bara e ci aggredisse?”
Olivia scosse il capo. Il sole filtrava ancora dall’abbaino del solaio. “Non può farlo. E’ indifesa. Dorme! Non si può alzare finché c’è luce. Abbiamo ancora un’ora”
Cercarono di portare il respiro a farsi più calmo. Afferrarono il coperchio della cassapanca e lo alzarono di scatto. Una nuvola di tarme impazzite si alzò da vecchi capi di biancheria ordinatamente disposti. “Non è possibile!” Gridò Olivia. Dov’è miss Isabella?
Elizabeth scoppio a ridere. Tutta questa paura e poi? Una cassapanca piena di vecchi stracci! Così dicendo prese un asciugamano con il bordo di pizzo, un poco tarlato e lo aprì, poi una vecchia gorgiera consunta. “Dubito ci sia qualcosa di ancora indossabile! Dai, Olivia, chiudiamo e speriamo che sia rimasto qualcosa da mangiare al te…”
Olivia guardò la cassapanca avvilita.
Chiusero il coperchio, richiusero a chiave la porta del solaio e scesero.
Per fortuna erano rimasti ancora degli scoons e la delusione non impedì ad Olivia di servirsene una generosa porzione con marmellata di mirtilli.
Il sole stava tramontando.
Di colpo tutto si fece silenzio. E la nebbia calò densa come ovatta.
Nel solaio una mano bianchissima apparve da sotto la biancheria della cassapanca e riaprì il coperchio. Scostando le vecchie lenzuola bordate di trine che la ricoprivano, praticamente senza spiegare alcun capo, la sagoma snella ed elegante di Miss Isabella si levò dal fondo della cassa ed ella aprì i grandi occhi color ciliegia. Le belle labbra esangui sorrisero appena, scoprendo le zanne di un bianco abbagliante.
Che bambine adorabili… e così intraprendenti!
Bisognava davvero andare a dare loro il bacio della buonanotte.
 
  
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