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Autore: Smeralda Elesar    31/12/2023    0 recensioni
"Ci sono solo due errori sulla via per diventare un maestro: non intraprendere il cammino e non percorrerlo fino in fondo"
Il Dao, la via per la padronanza di sé, è un cammino interiore difficile da percorrere, soprattutto per qualcuno che non ha nessuna voglia di cambiare o non crede che sia possibile farlo.
Però ci sono circostanze nella vita in cui l'unica direzione possibile è avanti, e allora è meglio tentare un cammino difficile che restare nell'immobilità.
Con il giusto aiuto, nessun cammino è impossibile.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lord Shen, Shifu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E rieccoci qui! È passato tanto tempo, non ve ne ruberò altro. Buona lettura del secondo capitolo.

 

Equilibrio

 

Shen camminava accanto a Maestro Shifu in silenzio.

Si stavano allontanando dal Palazzo di Giada lungo un sentiero che correva attorno alla collina.

Shen non aveva nemmeno chiesto dove fossero diretti.

Lo seguiva, in attesa di cosa sarebbe successo.

Shifu non lo guardava. Sapeva perfettamente dove andare, e non controllava nemmeno se lui lo stesse seguendo o no.

Il sentiero salì e loro sbucarono su un terrazzamento che affacciava a strapiombo sulla vallata.

Era del tutto spoglio, privo della foresta che circondava il palazzo, e l’unica cosa che spiccava era un albero dal tronco scuro ed ammantato di fiori bianco rosati.

Shifu si fermò vicinissimo al tronco sorridendo, e lo toccò leggermente.

A Shen diede la strana impressione che il panda minore stesse salutando un vecchio amico.

-Shen, ti presento l’albero sacro della Valle della Pace: il sacro pesco della celestiale saggezza-

Per un attimo Shen ebbe l’ancora più assurda impressione che avrebbe dovuto salutarlo, e si trattenne all’ultimo momento dal rendersi ridicolo.

Il maestro lo stava a guardare, e lui rimase in silenzio ad aspettare che dicesse qualcos’altro.

Forse avrebbe voluto presentargli anche i fili d’erba uno per uno.

-Ti ho portato qui perché è un bel posto per iniziare un nuovo percorso, non ti pare?-

Shen si guardò attorno.

Le montagne erano montagne e l’albero era un albero.

-Perché davvero mi hai portato qui?-

-Non sei il tipo che si lascia distrarre, non è vero? Bene allora. Dovremo occuparci di cosa farai mentre starai con noi-

Il pavone non si curò minimamente di nascondere la smorfia di fastidio.

-Cosa vi aspettate? Non ho intenzione di fare niente che mi tolga quel poco di dignità che mi resta-

-Né io ti chiederei niente che sia umiliante o irrispettoso-

-E allora cosa? Che devo fare qui?-

Odiava la sfumatura di panico che la sua voce stava prendendo, ed ancora di più odiava che Shifu se ne fosse accorto ed avesse risposto con un’espressione così comprensiva.

-Questo è un tempio, Shen. Un rifugio dove imparare e dove guarire. Tanto per essere chiari fin dal principio, io non ho mai detto ai miei allievi cosa dovevano fare. Ognuno di loro ha uno stile di kung fu diverso perché quello che facciamo qui è riconoscere le abilità delle persone e aiutarli a svilupparle nel modo migliore possibile. È quello che vorrei aiutarti a raggiungere: scoprire quali sono le tue abilità e creare per te una nuova via che non sia di distruzione-

Shen scosse la testa contrariato.

Tutto quel discorso gli aveva già dato il voltastomaco.

-Io non sono in grado di fare nulla di buono come lo intendete voi. Io sono distruzione-
-Non è vero, tu sei molto di più-
-E cosa sono, allora?-
-Sei le tue abilità, Shen. Un ponte è un ponte. Puoi usarlo per trasportare un esercito e la guerra o puoi usarlo per trasportare provviste di cibo e medicine per un villaggio in difficoltà.  Può essere assediato dai banditi o può servire a velocizzare commerci che giovano a tutti. Devi scegliere cosa fare con le tue abilità. Se ti assicurerai sempre di non fare del male a nessuno, nessuna tua abilità sarà malvagia.-
Il piccoletto ne sembrava davvero convinto, così convinto che Shen era tentato di lasciarsi convincere a sua volta.

Era una possibilità, una speranza, forse.
-Ma lo stesso non posso cancellare ciò che ho fatto. Perché tenermi qui?-
Non sapeva nemmeno lui se era arrabbiato, spaventato, o che altro, sapeva solo che non gli piaceva per niente quella cosa che aveva iniziato a strisciargli sottopelle.

Mantenne lo sguardo fisso su Shifu in attesa della sua risposta.
-Lo scopo della vita è creare equilibrio. Cosa significa per te equilibrio?-

-Le cose in equilibrio sono quelle stabili-

-Esatto, le cose. Per le vite delle persone, equilibrio significa esplorare entrambi gli estremi. Non voglio dire che una persona pacifica debba compiere per forza azioni dannose per conoscere anche l’altro lato della situazione, ma bisogna conoscere il meglio ed il peggio di -

Shifu tacque per un momento, ma Shen sentiva che non aveva ancora finito.

-Ci sono persone che se solo ne avessero il coraggio compirebbero i peggiori crimini. È la codardia a fermarli, ma questo non vuol dire che siano migliori di chi invece li compie davvero. In te non c’è vigliaccheria, e questo è insieme un bene ed un male-

-La vigliaccheria è mediocrità. Io non accetterò mai di essere mediocre-

-No, non potresti essere mediocre nemmeno volendo. Per questo hai bisogno di ribilanciare la tua vita. Ricordi cosa ti ho detto una volta? Costruire invece di distruggere?-

Shen ci pensò su. Non era sicuro di esserne capace.

-Hai fatto cose orribili, è vero, e non puoi cambiarle. Però puoi cambiare le tue azioni. Puoi aiutare delle persone da ora in poi. Riporta equilibrio nella tua vita, Shen. Fino ad ora hai esplorato il peggio che una persona può essere, adesso puoi rivolgerti verso il meglio-
-Non ho intenzione di farmi stravolgere nel mio carattere!-

-Non devi stravolgerti. È molto più complesso di così. Vedi, la vita ci mette davanti a delle circostanze, e noi non possiamo scegliere se affrontarle o no. Possiamo solo scegliere come. E ogni volta che ne affrontiamo una, il modo in cui lo abbiamo fatto cambia una parte di noi e getta le basi per i passi successivi. Non devi cambiare la tua essenza, ma devi imparare a muoverti nel mondo nel modo migliore possibile per te e per gli altri-

-E se dovessi fallire? Se le cose dovessero andare peggio?-
-Non fallirai. Io sono il tuo maestro, ti indicherò il modo migliore di percorrere la tua via-
-Perché? Perché aiutarmi?-

-Questo è un argomento molto complesso, che preferirei affrontare tra un po’ di tempo. Hai già abbastanza a cui pensare-

-No, io voglio saperlo adesso. Perché tenermi qui?-
-E va bene, se vuoi saperlo subito te lo dirò. Perché tu meriti di trovare pace. Con il tempo ho capito che ogni dolore che infliggiamo agli altri è un riflesso di un dolore che ci portiamo dentro. Io vorrei che tu riuscissi a guardare dentro di te con la più totale sincerità, e che riuscissi a riconoscere e a guarire le ferite che hai dentro-

Adesso Shen era veramente nauseato.

Quei discorsi erano troppo simili a quelli della capra, e lui odiava essere trattato in quel modo!

Sentiva tutto l’antico astio verso di loro tornare a ribollirgli dentro; l’unica cosa che lo tratteneva dal dare in escandescenze era che si sentiva tornare a quando era in prigione, consumato dalla sua stessa rabbia, e lui non voleva tornare ad essere in quello stato.

-Posso fare cose che non facciano danno a nessuno- rispose a fatica, usando tutte le sue forze per controllarsi -Ma voi non farete mai, mai, di me un penitente-

Raccolse le ali sotto le maniche ed andò via da lì, lontano dal panda minore e dalle sue lezioni.

Avrebbe trovato la strada del ritorno da solo, ed anche se non l’avesse ricordata, preferiva vagare piuttosto che farsi guidare di nuovo da lui!

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Cantuccio dell’Autore

 

Sono tornata!

Spero che stiate passando le feste al meglio che potete.

Non ho molto da aggiungere sul capitolo se non il capitolo stesso.

Grazie per essere ancora qui a leggere.

 

Smeralda E. Elessar

 

 

   
 
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