- Accidenti! - disse Scheggia trafficando con l'elica dell'elicottero. - Mi piacerebbe capire come mai, ogni volta che invento qualcosa, non funziona come si deve!
Stanca e amareggiata, Scheggia si sedette ai piedi dell'elicottero e sospirò.
In quel momento Cip uscì.
- Tutto bene, Scheggia? - domandò preoccupato.
Scheggia annuì, ma dalla sua espressione era evidente il contrario, così Cip si sedette accanto a lei spingendola a confidarsi.
- Non riuscirò mai ad inventare qualcosa di decente! Ogni volta che ci provo, succede sempre qualche imprevisto! Sono un'incapace!
- Ma non è vero! - ribatté Cip. - Sei l'unica esperta di meccanismi tra di noi, non buttarti giù così!
- Grazie Cip, ma non sono un'esperta, le mie invenzioni hanno sempre qualche difetto! Non credo di essere portata per questo lavoro!
Era vero che le sue invenzioni spesso non funzionavano, ma Cip non sopportava di vederla così triste.
- Scheggia, tu sei un'inventrice fantastica, e non lo dico per complimento, è la verità! - disse prendendole una mano. - Sono proprio le tue invenzioni ad aiutarci nei momenti di difficoltà, no?
Scheggia si asciugò le lacrime e annuì.
- Non arrenderti alle prime difficoltà. Anche se qualche tua invenzione non funziona come dovrebbe, ce ne sono altre che funzionano perfettamente, soprattutto una.
- Quale?
- Il tuo sorriso! Penso che il tuo sorriso sia l'invenzione più bella del mondo!
- Oh, Cip!
Scheggia lo abbracciò e gli stampò un tenero bacio sulla guancia.
Poi si rimboccò le maniche e riprese a lavorare sull'elica.
Per Cip era bello vederla così felice.