Di sorrisi e speranze

Si rialza di scatto, un grido più di sorpresa che di dolore a spezzare la quiete della sala da pranzo.

Kurt ride e Brigitta lo segue a ruota, ma dura solo un attimo e a Maria basta un secondo per capire. È lo sguardo del padre che spegne i suoni.

Non ride, lui.

Non ride mai.

Comanda il silenzio con gli occhi e le bocche, senza protestare, si richiudono così come si sono aperte, all'improvviso.

L'abitudine all'obbedienza, realizza Maria. Per un momento l'uomo che ha davanti si sovrappone all'immagine della Madre Superiora, che ai suoi occhi non è mai stata così spaventosa.

E priva di gioia.

«Un reuma,» rinomina la pigna.

Quando il Comandante non ride nemmeno a questo, Maria è certa di essere davanti a una causa persa.

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La felicità dei bambini dopo l'esibizione delle marionette è impagabile e a Maria si scalda il cuore di orgoglio e amore.

Ma è il Comandante che le fa arrossire le guance di meraviglia. Ride e batte le mani, non vede l'ora di esprimere ai suoi figli l'affetto che ha celato loro per anni. Deve renderli partecipi, deve dimostrare il più possibile quello che prova.

È in occasioni come queste, quando in casa non regna più il silenzio, che Maria fatica a riconoscere in quest'uomo quello che le si è presentato al suo arrivo. E vorrebbe dirglielo, vorrebbe dirgli che è fiera di lui come lo è dei ragazzi, ma in qualche modo risulta inappropriato persino a lei e tace. Si limita ad ammirarlo appoggiata al muro, la testa reclinata in un sogno a occhi aperti in cui finalmente è sincera con lui, in cui può congratularsi e stringergli le mani senza dare vita a equivoci, senza nutrire il dubbio che questo non si addica al suo ruolo in quella casa e al convento a cui dovrà tornare.

Poi il Comandante le sorride.

La guarda e le sorride mentre canta l'amore con un fiore e una chitarra.

La guarda e sorride solo a lei.

E per un attimo ancora, per loro soltanto, ogni rumore scompare.

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È Maria che stavolta non riesce a ridere. Nemmeno a sorridere, si rende conto. Mentre spinge l'automobile fuori dal cancello insieme alla sua famiglia tutto quello a cui riesce a pensare è che qualcosa andrà storto, che non avranno l'opportunità di farla franca, che nella vita la fortuna è cosa rara e lei, per i suoi gusti, ne ha avuta anche troppa.

Non si stupisce quando gli ufficiali li illuminano con i fari delle loro vetture. È solo avvilita: sono stati colti sul fatto in una fuga che non ha avuto neanche il tempo di iniziare.

È grata del fatto che suo marito prenda in mano la situazione. È grata che sappia sempre cosa dire e quando dirlo. È grata che, in virtù delle sue parole, non siano stati fucilati tutti sul posto. Ha fatto guadagnare loro tempo. Qualche altra ora, forse, per dirsi addio come si deve, per non piegarsi all'ingiustizia, per rimanere integri.

Ma poi Georg le strizza l'occhio e sorride.

Sorride per lei, sorride per tutti loro.

Sorride, perché lei non lo sta facendo.

Sorride, perché crede che possano ancora uscirne vivi, con onore, cantando la loro libertà.

Maria si stringe una mano al petto. È solo entrando in macchina che si accorge che le sue labbra si sono piegate d'istinto verso l'alto.

È solo in quel momento che sa, con incrollabile certezza, di aver ripreso a sperare.

E il sorriso le arriva agli occhi.

Angolino di Menade Danzante:
Buon annooooo!
Io non so davvero come ringraziare BellaLuna per questa challenge. Non avevo minimamente sperato di poter arrivare a questo traguardo, 12 storie su 12, ma sono qui. Non sono stata sempre soddisfatta delle cose che ho scritto, ma sono stata contenta di aver potuto impegnare del tempo ogni mese a fare qualcosa che amo fare con tutto il cuore e se non avessi avuto questa challenge probabilmente non l'avrei fatto. L'opportunità è stata grandissima e sono felicissima di averla colta.
Vi ringrazio tanto per essere arrivat* fin qui. Vi auguro con tutto il cuore un anno pieno di felicità, di soddisfazioni e di autorealizzazione. Anche di letture, scrittura e chi più ne ha più ne metta!
Un bacione a tutt*! Ci vediamo alla prossima!

Menade Danzante