Anime & Manga > Haikyu!!
Ricorda la storia  |      
Autore: Bombay    01/01/2024    1 recensioni
Dal testo: - Rimase interdetto per un lungo momento osservando la copertina lucida dove spiccava una immagine della squadra di pallavolo giapponese al completo, con gli allenatori e Iwaizumi a lato. -
Challenge: “12 months challenge del mese” - organizzata dal gruppo Facebook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom”
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Tooru Oikawa
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Calendario piccante

Challenge: “12 months challenge del mese” - organizzata dal gruppo Facebook “Non solo Sherlock - gruppo eventi multifandom”

Prompt: Incatenato, novizio, piegare, acquario di Risa-chan

 

Genere: sportivo, romantico, erotico

Tipo: one shot

Personaggi: Tooru Oikawa, Hajime Iwaizumi, nazionale giapponese

Coppia: yaoi

Rating: PG-17, arancio

Avvertimenti: slice of life, lime

PoV: terza persona

Spoiler: sì, post time skip

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Calendario piccante

 

Faceva davvero caldo quella mattina nonostante fosse dicembre, tagliò da una via laterale per raggiungere il quartiere residenziale, mantenendo un passo cadenzato e costante, aveva dovuto rallentare un poco perché l’afa gli toglieva il respiro, sembrava di stare dentro ad un aquario, probabilmente quella sera avrebbe piovuto e dalla quantità di umidità rischiava di venire giù un bel nubifragio, doveva ricordarsi di chiudere le persiane.

Si fermò davanti al condominio dove abitava e fece un po’ di stretching sul muretto, proprio in quel momento arrivò il postino e prese a smistare la posta, gli sorrise e lui attese un momento. “Questo deve essere tuo?” gli disse l’uomo porgendogli una busta di cartone parecchio ingombrante, il mittente era Iwaizumi.

“Grazie” disse entrando nello stabile e salendo i gradini a due a due, curioso di aprire quell’involucro.

 

Entrò in casa chiudendo la porta con un piede e lanciando le chiavi nel porta oggetti, si prese un bicchiere e il cartone del succo sedendosi sul divano e aprendo la busta di cartone rigido, facendo scivolare fuori il contenuto.

Rimase interdetto per un lungo momento osservando la copertina lucida dove spiccava una immagine della squadra di pallavolo giapponese al completo, con gli allenatori e Iwaizumi a lato.

Oikawa corrugò la fronte “Che combini Hajime?” mormorò tra sé, osservando l’immagine dei suoi connazionali nella loro bella uniforme rossa, con alle spalle la bandiera della loro nazione, provò una stretta al cuore, perché Iwaizumi gli mandava una cosa del genere? Per ricordargli una volta di più che lui non c’era in quella nazionale, che aveva rinnegato il suo paese in nome della sua ambizione?

“Proprio un bel regalo di Natale, Iwa-chan” sbottò alzando la copertina e restando a bocca aperta.

Gennaio, il primo mese dell’anno era inaugurato dal centrale del Giappone, Rintaro Suna, della divisa rossa restavano solo i calzoncini attillati, il giovane uomo non guardava verso l’obbiettivo, ma i suoi occhi verdi con quella sfumatura dorata si incatenavano in quelli di una volpe dal manto color sabbia, che teneva agilmente su un braccio e che aveva il musetto rivolto verso Rintaro, i loro nasi quasi si sfioravano.

Oikawa bevve un lungo sorso di aranciata, aveva improvvisamente la bocca secca, e nonostante in casa avesse l’aria condizionata accesa, stava sudando.

Si tolse la maglietta, detergendosi il viso e gettandola a terra voltando pagina.

Febbraio in Giappone era un mese gelido a differenza del clima che c’era in Argentina, ma su quel set fotografico doveva aver fatto decisamente caldo, lo schiacciatore laterale del nazionale Aran Ojiro, con la sua pelle scura in netto contrasto con la pelliccia bianca e lucida di una volpe artica che gli stava comodamente ronfando sul petto glabro.

Dopo febbraio arrivava la primavera e a marzo a casa fiorivano i ciliegi; Sakusa gli stava ampiamente sulle palle, ma come fisico non aveva niente da dire e vederlo immortalato  in quella foto, sdraiato un fianco sul parquet lucido della palestra, con una mano si sosteneva la testa, i riccioli impertinenti gli coprivano gli occhi e una donnola dal manto nero gli era spiaggiata lungo tutto il fianco, la pelle candida e lievemente lucida di sudore? Si trovò a chiedersi Oikawa sentendo un brivido di eccitazione corrergli lungo la spina dorsale e condensarsi nel suo inguine.

Passò al mese successivo aprile e storse il naso, Hoshiumi gli era sempre stato antipatico, più di Sakusa, come i gabbiani che solcavano i cieli di San Juan e cagavano dove non dovevano, tipo sulle sue persiane e proprio un gabbiano era quello che aveva difronte il piccolo gigante, l’animale beccava qualcosa dalla mano tesa del giocatore, che era carponi e i pantaloni mettevano in risalto i suoi glutei e le cosce tornite.

Oikawa si appoggiò al divano bevendo un altro sorso di succo, girò foglio per andare a maggio, ecco un altro giocatore piccolo e compatto, biondo con gli occhi nocciola, che si lasciava calpestare da un bel gattone rosso, mentre stava mollemente adagiato a terra con una mano rivolta alla fotocamera, l’ex libero del Nekoma, ora in nazionale, Yaku, con i pantaloncini bianchi della seconda divisa del Giappone.

“Cazzo!” esclamò Tooru voltando ancora pagina trovandosi davanti una ammiccante Hinata, appoggiato con disinvoltura al muro della palestra, i capelli bagnati gli ricadevano sul viso e li aveva un po’ più lunghi di quello che ricordava. Un ginocchio poggiato al muro dietro di sé e il braccio opposto  sollevato, indossava i manicotti neri di protezione, il suo petto era cesellato, così come i suoi addominali e gli obliqui che sparivano nei tessuto rosso, Tooru aguzzò la vista, i pantaloni erano abbassati pericolosamente e sull’obliquo sinistro c’era quello che sembrava un tatuaggio, non ricordava nulla del genere quando si erano visti, si vedeva solo in parte e raffigurava un corvo, come quello che teneva sul braccio, un corvo dalle penne lucide, entrambi guardavano in camera e Oikawa si sentì tremare, senza nemmeno rendersene conto era andato ad accarezzarsi tra le gambe, la visione di quelle immagini glielo aveva fatto diventare davvero duro, se non ricordava male il piccoletto compiva gli anni in giugno.

Girò pagina aveva superato la metà, aveva il cuore in gola e mancavano ancora sei giocatori, deglutì trovandosi davanti alla immagine sorridente e sbarazzina di Komori, il cugino di Sakusa, nonché libero della nazionale insieme a Yaku, che sorreggeva con delicatezza una donnola dal manto maculato, la bestiola in questione non sembrava molto collaborativa, ma a quanto pareva l’uomo ci sapeva fare.

Dopo luglio c’era agosto e Tooru doveva aspettarselo, ma per poco non venne così di botto senza nemmeno toccarsi, doveva immaginarselo che ci fosse anche Ushijima, era il capitano della nazionale, e con il fisico che si trovava non poteva certo non partecipare anche se era certo che avesse fatto un sacco di rimostranze. Eppure eccolo lì in tutta la sua possenza… piantato a gambe larghe con una rete alle spalle, una mano sul fianco snello, i dannati pantaloncini rossi sempre troppo bassi, tanto che Tooru poteva intravedere l’inizio della peluria del pube, si leccò le labbra, perché leccare la carta satinata gli pareva troppo e poi si sarebbe rovinata, con un gesto  si tolse i pantaloni e i boxer, toccandosi lentamente, mentre scandagliava quella immagine conturbante: i pettorali di Wakatoshi cesellati da anni di allenamenti, i suoi capezzoli sporgenti, i suoi addominali perfetti, scese a osservare le sue gambe, ne poteva vedere chiaramente il disegno dei muscoli torniti gli sembrava quasi di poterne sentire la consistenza sotto le dita.

E l’uccello, non quello che aveva nei pantaloni Wakatoshi, anche se avrebbe giurato di vederne il contorno, perché Ushijima portava a destra e contenere tutto quel ben di Dio non era semplice, l’aquila con le ali spiegate che teneva sul braccio senza nessun apparente sforzo. Quella immagine trasudava forza e potenza quella che solitamente Wakatoshi scaricava sulla palla, chissà se a letto era vigoroso e dominante come se lo immaginava, avrebbe voluto trovasi sotto di lui una volta, con quei pensieri Oikawa prese a massaggiarsi con più forza e veemenza, diede un paio di colpi ben assestati di polso ed eiaculò sul pavimento, per poco non venne sulla carta lucida del calendario, avrebbe pulito in un secondo momento gli mancavano ancora quattro mesi… ad agosto faceva decisamente caldo, ma a quanto pareva nemmeno a settembre l’aria si sarebbe rinfrescata.

Respirò a fondo pulendosi la mano sulla maglietta che aveva gettato a terra e voltò pagina: la schiena possente e forte di Bokuto Kotaro lo accolse in tutta la sua maestosità, così come il suo culo e le sue cosce fasciate dal quelle dannate ginocchiere alte che turbavano i sogni di molti.

Sulla sua spalla protetta da un drappo rosso si teneva ben saldo un gufo che con la testa girata guardava lo schiacciatore, avevano gli occhi del medesimo colore e lo sguardo pericoloso e feroce, insolitamente Bokuto aveva i capelli lasciati naturali e le ciocche disordinate gli ricadevano sugli occhi.

Bokuto non era affatto il suo tipo, ma Oikawa non poté comunque fare a meno di osservare con attenzione minuziosa il suo corpo e sentire l’eccitazione ringalluzzire prepotentemente il suo sesso.

Girò pagina e si il suo cazzo ebbe un guizzò all’immagine successiva, ottobre era il mese di Halloween di mostri e streghe, ma decisamente quello che vedeva era tutt’altro che mostruoso, nonostante reputasse Miya uno scassapalle da guinness dei primati e quando si incontravano iniziavano una guerra verbale senza pari, doveva ammettere che era un figo da paura, con quella sua faccia da schiaffi e la bocca aperta, per mostrare la lingua dove spiccava un piercing che faceva il paio con quello che aveva al capezzolo destro, una volpe rossa gli stava adagiata sulle spalle, e la coda della bestiola sembrava indicare il capezzolo con l’anellino, giusto se a uno fosse sfuggito.

Indossava una catenina d’oro con un anello passato dentro. Oikawa corrugò la fronte, tornando indietro di qualche pagina aveva visto qualcosa di simile in qualche immagine prima, ma chi?

Dovette tornare indietro fino a marzo: Sakusa indossava una catenina uguale con lo stesso anello infilato dentro. Oikawa di morse le labbra, non che gli interessasse particolarmente però essere così lontano gli faceva perdere un sacco di cose… non avrebbe mai immaginato che quei due…

Tornò rapidamente a novembre, dando nuovamente una lunga occhiata ad a giugno ed agosto. Non conosceva a fondo quel giocatore, tanto che dovette leggere il nome a lato dell’immagine, Gao Hakuba, per quel che ne sapeva doveva essere un novizio, un nuovo acquisto della nazionale, avrebbe comunque dovuto informarsi sul suo conto.

Era comunque fisicato e un gabbiano troneggiava sulla sua testa mentre se ne stava in piedi a braccia incrociate in mezzo al campo di gioco.

Oikawa prese l’angolo del calendario stando attento a non piegare il foglio, mancava solo un giocatore all’appello, anche se con il carattere di merda che si ritrovava non avrebbe voluto partecipare, ma visto che era l’alzatore titolare e sicuramente non poteva essere da meno di Miya e inoltre Shoyo lo aveva certamente convinto con ottimi argomenti.

Voltò la pagina ed eccolo lì che lo fissava con i suoi penetranti occhi blu, che fissavano dritti la fotocamera e quindi lui. Doveva ricordarsi di scrivere la lettera a Babbo Natale, magari si trovava il bell’alzatore sotto l’albero (che non aveva ancora fatto e che probabilmente non avrebbe allestito), ma nonostante fosse solo su un pezzo di carta traslucida a ventimila chilometri di distanza era riuscito ad alzarglielo prepotentemente, ancora si pentiva di non esserselo scopato quando ne aveva avuta l’occasione e quel rimpianto se lo sarebbe portato avanti per sempre.

Il volto non era più quello del ragazzino impacciato e timido aveva una determinazione nello sguardo che faceva accapponare la pelle e rizzare i peli delle braccia (e non solo quelli) un corvo dalle penne lucide e nere, proprio come i capelli di Tobio era immobile sulla sua spalla. Tobio teneva un pallone di pallavolo appoggiato sul fianco, i pantaloni rossi gli cingevano la vita, e… non poteva crederci come sull’obliquo destro, semi nascosto dal tessuto tecnico aveva un tatuaggio uguale a Hinata. Shoyo era riuscito a convincere uno come Tobio a fare una cosa del genere. Proseguì a guardare la fotografia, il numero nove spiccava a lato del pantaloncino.  Da dove partivano le sue cosce, le ginocchiere nere, che spezzavano quella gamba lunga e bianca, priva di peluria.

Tooru si lasciò andare indietro sul divano, le gambe divaricate, mordendosi le labbra fantasticando sulle immagini che aveva visto.

Nuovamente la sua mano si bagnò del proprio seme e lui si ritrovò a fissare il soffitto, rimase così fino a quando il suo respiro non si calmò, occhieggiò l’orologio, doveva fare una doccia, colazione e andare all’allenamento erano quasi le otto non aveva tanto tempo.

Prese il calendario e lo chiuse rimettendolo nella busta di cartone, ma in quel momento uscirono dall’involucro due fogli.

Gli venne quasi un colpo, quando raccolse il primo e si trovò davanti Kuroo, seduto su un divano rosso, con addosso un paio di pantaloni eleganti, scalzo e spettinato, con una camicia bianca aperta e la cravatta che pendeva ai lati del suo collo, un gatto nero gli stava acciambellato in grembo.

C’era un altro foglio a terra, con scritto, nella bella calligrafia di Iwaizumi - Buon Natale! -

Aveva quasi timore di girare il foglio, ma lo prese e sorrise sdraiandosi nuovamente sul divano, fissando l’immagine del suo ragazzo, completamente nudo, adagiato su un fianco, su un futon sfatto, che si sosteneva la testa con la mano e sorrideva: all’altezza dei suoi genitali un vaso con dentro un germoglio di una pianta, che copriva ad arte la mercanzia.

“Iwa-chan” sospirò riprendendo a toccarsi ancora, lasciò cadere la foto al suo fianco e prese il telefono, a casa mancava poco alle otto di sera.

Iwaizumi rispose dopo due squilli.

- Ciao, Tooru - lo salutò con la sua voce calda e morbida.

“Ciao Iwa-chan, ho ricevuto il tuo regalo di Natale” disse ridacchiando.

- Ti è piaciuto? -

“Scusami questa roba è in commercio?” indagò.

- Sì, i soldi verranno devoluti in beneficenza -

“La beneficienza qui è in un’altra forma…” lo prese in giro, immaginava uomini e donne fare quello che aveva fatto lui.

- Hai visto gli animali, alcuni sono bellissimi -

“Sì, Iwa-chan la mia concentrazione era tutta sugli animali, sì certo” ansimò.

- Ti sei sparato una sega… -

“Solo una secondo te?”

- Ti stai toccando anche adesso vero? -

“Sì, sono nudo sul divano, ho fatto un disastro sul pavimento…” spiegò muovendo la mano su di sé.

“Dimmi che sei fuori dal palazzo e che ti devo aprire…” bisbigliò Tooru speranzoso, lo aveva fatto Hajime di farsi trovare inaspettatamente sotto casa sua.

- Mi dispiace, Tooru, non questo Natale -

L’alzatore sospirò tristemente guardando l’immagine di Iwaizumi “Il vasetto potevi risparmiartelo…” mormorò tornando a toccarsi.

- Il mio cazzo lo conosci a menadito…-

“Sì e vorrei averlo dentro di me in questo memento” sussurrò continuando a masturbarsi, mentre le lacrime gli riempivano gli occhi.

- Tooru - sussurrò dolcemente…

“Continua a parlarmi Hajime…” sussurrò toccandosi con maggiore veemenza, era venuto già due volte, ma se si fosse impegnato avrebbe potuto riuscirci una terza.

Con Iwaizumi che gli sussurrava cose sconce all’orecchio e con le immagini conturbanti del calendario Oikawa raggiunse nuovamente l’orgasmo singhiozzando.

- Tooru, stai bene? - chiese sinceramente preoccupato.

“Sì è la terza volta che vengo ha fatto un po’ male, ma va bene così” spiegò tirando su con il naso ed asciugandosi il viso.

- Tooru… - la nota dolente nella voce del preparatore atletico gli fece comprendere che non si era bevuto la sua scusa.

- Forse riesco a scendere per Capodanno -

“Non serve… davvero sto bene… ci sono i mondiali quest’anno… ci vedremo lì…”

- A luglio però… -

Oikawa si morse le labbra “Consigliami un posto dove appendere il calendario”

Sentì il respiro profondo dell’altro uomo al suo cambio di argomento.

- Di solito si tengono in cucina i calendari, ma secondo me è meglio se lo metti in bagno -

“Ci avevo pensato anche io…” mormorò alzandosi andando verso il bagno.

“Grazie è proprio un bel regalo, grazie anche dei bonus…” disse guardandosi nello specchio.

- Non voglio nemmeno sapere con quali mesi ti sei eccitato di più -

“Mi conosci Iwa-chan, lo sai benissimo…” rise, Iwaizumi sapeva tutto di lui, sapeva della sua bravata con Shoyo in Brasile, sapeva quando avrebbe voluto una avventura con Ushijima e quanto si pentiva di non essersi scopato Kageyama.

“Anche se adesso la mia lista si è allungata, Iwa-chan” lo prese in giro…

- Me ne farò una ragione… - rispose, ma sapeva di potersi fidare di lui.

Un lungo silenzio intercorse tra loro…

- Buon Natale, Tooru - sussurrò era sempre difficile concludere quelle telefonate.

“Buon Natale, Hajime” rispose, chiudendo la chiamata, tornando a guardarsi nello specchio, la voce di Iwaizumi era un eco lontano, il calendario era dimenticato in salotto ed aveva un immenso senso di nostalgia in fondo al cuore.

 

---

Buon 2024 a tutte/i!!!

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Haikyu!! / Vai alla pagina dell'autore: Bombay