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Autore: New Moon Black    02/01/2024    1 recensioni
[Tratto dal testo]
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Il diretto interessato sorrise, con una particolare luce negli occhi ad illuminargli il viso rosato, più euforico come non mai.
Come non dimenticare quella volta.
Allora erano solo dei ragazzini, avevano fondato insieme la Tokyo Manji Gang e dopo aver raggiunto il dominio di tutto il Giappone, stavano prendendo in considerazione di scioglierla; e approfittando della loro giornata libera, entrambi volevano un bel bagno caldo nelle terme pubbliche.
Ebbe la brillante idea di fare il pagliaccio di fronte al ragazzo - lasciando il suo amichetto in bella vista - blaterando varie cose strane, senza mai battere ciglio.
Ricordò che, in quell'occasione, il minore non ha mai smesso di togliergli gli occhi di dosso.
All'inizio lui era, sì, imbarazzato per quello show super imbarazzante... ma fu curioso vedere il suo viso colorarsi di rosso.
Come fu sorprendente scorgere la sua alzabandiera sul pelo dell'acqua, seppur fosse incredibilmente calda.
Loro ancora non lo sapevano, ma da quel momento in poi, entrambi i ragazzi iniziarono a guardarsi con occhi diversi.
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Storia partecipante all'iniziativa del "Calendario dell'avvento 2023" a cura di Fanwriter.it!
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Manjirou Sano, Takemichi Hanagaki
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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★★ Calendario dell’Avvento 2023 by Fanwriter.it!
Data: 2 Gennaio.
Rating: arancione.
Warning: romantico, fluff, comico; accenni lime e spoiler post-canon del capitolo 278 “Revengers” del manga.
Fandom: Tokyo Revengers.
Numero parole: 5513.
Summary dell’opera: Takemichi e Manjiro stanno trascorrendo
le vacanze invernali nell’isola di Kyushu, lontani dal lavoro e altri doveri,
e quest’ultimo ha proposto di passare il Capodanno andando alle terme,
a Beppu; non a caso, è una delle località termali più affascinanti
e suggestive durante la stagione invernale, 
adatta non solo a un gruppo di amici o una famiglia…
ma anche a coppie innamorate…
soprattutto se l’obbiettivo del partner è di ottenere,
dalla sua dolce metà, il fatidico “sì”.

Pairing: Manjiro Sano (Mikey), Takemichi Hanagaki (Takemitchy).
Hashtag: #CalendarioAvvento2023
 #CalendarioFanwriterit #Fanwriterit
 

 
 
Winter’s Promise
 
Promise me a place with you

 
 
 
Avvolto nelle calde coperte del futon e con il corpo intorpidito - complice il bagno di mezzanotte
nelle terme esterne del Beppu Onsen - Takemichi era rilassato, molto,
così tanto che accarezzò distrattamente il tessuto morbido dello yukata data in dotazione dal ryokan.
L'ultima volta che era andato in un posto del genere era quando,
a sette anni, lui e la sua famiglia passavano le vacanze invernali
proprio in quelle terme - com'era da tradizione - prima a rilassarsi
con un bel bagno all'aria aperta, ad assaggiare i piatti tipici della città e, poi,
a divertirsi facendo escursioni nei boschi.
Quanti bei ricordi si era costruito da bambino... e ora,
a distanza di anni, lui ci era ritornato.
La gioia che provò in quel momento fu indescrivibile.
Era il più bel regalo che avesse mai potuto ricevere per Capodanno,
proprio oggi che cadeva l'anno del Cane.
Socchiuse per un po' di tempo gli occhi,
non prima di aver visto il calendario posto vicino all'armadio.
Segnava il 2 Gennaio del 2018, con un bel grassetto rosso.
Inspirò piano il profumo di pulito e un leggero aroma dei fiori di pesco,
era certo che, presto, Morfeo lo avrebbe preso nel mondo dei sogni.
Come biasimarlo: c'era la pace dei sensi nella stanza,
la luce soffusa e delicata della luna trapelava appena tra le tende della finestra,
poco lontana dall'arco di legno a qualche metro dal letto,
e il buio che lo circondava rendeva il tutto più suggestivo,
quasi magico.

Sorrise.
Gli era veramente mancato tornarci.

Trovò rilassante persino i fuochi d'artificio che si sentivano di tanto in tanto
a vari chilometri di distanza dal paesino, immaginando tutte le persone
che erano rimaste fuori a festeggiare; sotto a un tempio,
in mezzo alla strada o, addirittura, a casa.
Doveva ringraziare Mikey che gli aveva proposto di passare il Capodanno a Beppu,
offrendosi addirittura di pagare il viaggio e l'alloggio,
salvandolo da un weekend noioso e forzato con il cugino Masaru,
scampando poi dalle lingue pettegole degli zii,
riguardo i cosiddetti scoop scottanti tra lui e il suo fidanzato.
Si promise che gli avrebbe restituito il favore a tempo debito,
indifferentemente dall'evento in questione.
Si girò di lato con l'intenzione di sistemarsi meglio tra le coperte,
in quel frangente, vide di sfuggita un guizzo nero che osservava
incuriosito il ragazzo semi addormentato.
All'inizio, credette di esserselo immaginato complice la stanchezza,
ma si ricredette subito quando, al suo fianco, udì una lieve risata allegra.
Aprì piano un occhio, trattenendo con fatica uno sbadiglio,
e notò con sorpresa che, effettivamente, c'era qualcuno a guardarlo.
Con il braccio destro che sosteneva la testa corvina,
Manjiro lo scrutava attentamente con le sue iridi feline,
ridacchiando di tanto in tanto alle varie espressioni buffe che faceva il minore.
Più tardi, si accorse che aveva la sua mano ad accarezzargli dolcemente la vita.
Erano lente e gentili, emanando un piacevole tepore sul suo corpo,
tanto da fargli sbattere le palpebre per mettere fuoco l'immagine davanti a sé.

«Mikey...?»

«Ti ho svegliato per caso?»

«N-no, non stavo dormendo... e-ecco, io...»

Balbettò per un paio di minuti varie cose senza senso e nel fare ciò,
divenne man mano sempre più paonazzo.
Manjiro arcuò le sopracciglia, con fare curioso, sorridendo poi sardonico.

«Dimmi di più.»

Takemichi rivide nuovamente il luccichio in quei diamanti neri
incastonati a regola d'arte sul suo viso affilato, belli da mozzare il fiato,
sebbene alcune ciocche corvine gli oscuravano la vista;
gli risaltavano la carnagione chiara, quasi diafana,
e l'undercut faceva la sua figura scoprendogli il lungo profilo del suo collo,
dandogli un'aura più attraente, quasi sensuale.
Anzi, togliamo quel “quasi”.
Era sexy da fare schifo.
Per non parlare, poi, di quel curioso dragone
dipinto d'inchiostro sulla sua pelle che, ai suoi occhi,
lo rendeva ancora più bello ed irresistibile.

Gli donava molto... anche se, per lui,
quel tatuaggio gli suscitavano dei brutti ricordi.

L'ultima volta che l'aveva visto con quel simbolo,
era quando lui aveva attuato “quel” famoso salto temporale nel futuro,
viaggiando con Naoto fino alle Filippine: era andato a cercarlo in una piccola isola a Manila,
dopo aver letto quella lettera.
O meglio, l'indirizzo di quel santuario dove, un tempo,
suo fratello maggiore trovò i motori della Babu e la sua gemella.
Quella volta, aveva scoperto con orrore che Mikey,
un tempo il suo Comandante, era il responsabile di tutti quei crimini legati alla Yakuza
e aveva trasformato la Tokyo Manji Gang, il suo più grande tesoro,
in una delle organizzazioni criminali più spietate di tutto il Giappone.
Aveva lasciato dietro di sé una lunga scia di sangue e violenza e preso dai suoi
impulsi oscuri,
egli eliminò uno ad uno tutti i membri fondatori della Toman, persino i vicecapitani.
Kazutora.
Pah-chin.
Mitsuya.
Chifuyu.
Hakkai.
Draken.

Tutti quanti.

Ricordava perfettamente cosa successe dopo:
gli raccontò che dopo quell'avvenimento, non riuscì più fermarsi,
si era spinto oltre il limite e la parte peggiore fu che non poteva fidarsi di nessuno.
Quando riprese nuovamente la ragione, era sparito e si era nascosto qui, a Manila.
Per via dell'influenza tossica di Kisaki e del suo fratellastro,
Izana, era arrivato in un punto di non ritorno e nel profondo del suo cuore,
aveva desiderato con tutto se stesso che qualcuno lo salvasse da quell'incubo infernale.
Fu in quel frangente che Mikey gli venne in mente di cercare
Takemichi - quel ragazzino tanto debole e goffo,
ma tanto coraggioso da mettersi in prima linea per proteggere
le persone che amava - e lasciargli una richiesta d'aiuto.
Gli aveva implorato di ucciderlo,
affinché non sprofondasse più in quell'abisso fatto di solitudine,
dolore e sofferenza.
Ma soprattutto, per fermare quel mostro che era diventato.

“Takemitchy... Voglio che tu metta fine al mio sogno.”

A rivedere ancora una volta quel tatuaggio,
dopo aver riscritto per l'ennesima volta il futuro, faceva un certo effetto.
Specialmente ora, da vicino, quando sono impegnati a pratiche più... piacevoli.
Al solo pensiero, divenne rosso come un peperone.
Rispetto alla vecchia linea temporale, aveva,
sì, lo stesso aspetto di quando lo rivide a Manila, ma c'era una piccola differenza:
Mikey era famoso non per essere il criminale più ricercato e pericoloso di tutto il Kanto,
ma il miglior pilota nella storia delle moto da corsa.
Si era guadagnato una certa fama anche come l'uomo più bello del mondo...
al pari delle celebrità occidentali; vista la quantità spropositata di riviste sportive,
egli aveva saputo che oltre ad avere varie ammiratrici,
era stato fondato persino un fanclub in suo onore.
Come biasimarle: era, letteralmente, 
un forte concentrato di carisma e bellezza.
Chiunque impazzirebbe standogli accanto.

Ma perché doveva essere così dannatamente sexy,
si domandò egli imbarazzato.

Borbottò goffamente il suo soprannome, biascicando qualcosa
che stesse andando al fuoco se guardava, per troppo tempo,
sia i suoi occhi scuri e il tatuaggio.
Il maggiore rise nuovamente, stringendolo ancora di più
fino a scontrarsi dolcemente sul suo petto, e approfittando della vicinanza,
gli rubò un bacio a fior di labbra.
Poi, preso da chissà quale forza mistica, Manjiro prese possesso della sua bocca
e lo baciò ancora ed ancora, fino a mordicchiare scherzosamente i lembi di pelle.
A quel movimento, le mani del minore finirono per tastare accidentalmente i pettorali,
come se fossero scolpiti da uno dei più bravi scultori di tutto l'Occidente,
lasciandosi sfuggire un gemito tra un bacio bagnato e un altro.
Quando fu sul punto di fargli un succhiotto all'incavo del collo,
egli squittì, imbarazzato quanto eccitato.

«M-Mikey! Non prendermi alla sprovvista così!» rimproverò Takemichi dandogli
un leggero schiaffo sul viso, ancora rosso in volto
«S-se mi mordi forte, poi mi lasci i segni!»

«Come se non ti dispiacesse~» rise piano Mikey, con il tono di chi la sapeva lunga,
e sorridendogli sornione si riavvicinò nuovamente alla bocca, sfiorandola a tratti
«Takemitchy, lo sappiamo tutti e due che mi adori quando ti mordo...
e quel gemito è la prova che ho ragione.»

A tale affermazione, le iridi azzurrine si spalancarono di colpo,
lasciandolo di stucco.
Non aveva tutti i torti: tra loro due, lui era decisamente
quello con i kink più strani - come farsi mordere ovunque durante
quei benedetti 
preliminari - ma non credeva che fosse così palese.
E invece il suo bellissimo ragazzo, il suo ex Comandante,
aveva capito tutto dopo qualche anno dalla loro relazione.
Si sentiva scottato.
Colto in flagrante.
Era tentato di sbroccare male, anzi malissimo,
ma si limitò solo a gonfiare le guance.
In quel frangente, Manjiro gli morse nuovamente il labbro
e fece lo stesso trattamento al collo, lasciandogli un bel segno rosso sulla pelle chiara.
Takemichi gemette più forte di prima e,
accortasi di ciò, si morse le labbra imbarazzato.

«Vuoi davvero negare l'evidenza, dolcezza

Colpito e affondato.
Si scosse energicamente i riccioli neri, facendosi avvampare le guance ancora di più,
e subito dopo si ritrovò a dare tanti piccoli pugnetti al torso del maggiore.

«Non c'è niente da ridere, tsk»

Imprecò ad alta voce con un broncio talmente buffo che il compagno
fece davvero molta fatica a rimanere serio.
Gli coprì subito il volto con entrambe le mani,
facendolo allontanare appena dal suo abbraccio.
Anche se non poteva vedere la sua espressione, aveva percepito la linea della bocca
piegarsi in un sorriso allegro.
Lo sentì ridere per un po' di tempo e, subito dopo, riprese parola.

«Povero il mio Eroe piagnucolone, come posso farmi perdonare?»

Per un paio di minuti Takemichi rimase in silenzio, a trovare la risposta adeguata
per quella situazione - esilarante quanto assurda - facendo ciondolare
la testa corvina sul cuscino morbido.
Fino a quando non raggiunse a una specie di patto,
un compromesso che avrebbe giovato ad entrambi.

«Coccolami senza dire nulla... e forse,
potrei chiudere un occhio sulla tua impudenza.»

«E cosa succede se... non lo faccio?»

Mikey scostò delicatamente le sue mani dal volto,
stringendole appena con le proprie.

«Niente trattamenti speciali al tuo amichetto per un mese.»

«...Eh?»

«E in aggiunta, non vedrai nemmeno l'ombra del mio cul-»

Con uno scatto fulmineo, il maggiore prese il corvino tra le sue braccia
e lo circondò ermeticamente, dandogli solo pochi spazi per muoversi.
Non riusciva a vedere bene nel buio,
ma ebbe l'impressione di aver intravisto la faccia scandalizzata
del suo ragazzo per la sua velata minaccia.
Inarcò un sopracciglio, sorpreso.
Ha davvero funzionato?

«Allora preparati a una bella sessione di baci e abbracci...»

«Niente scherzi, capito?»

«Giuro che farò il bravo ehe~»

Con ancora la faccia imbronciata, il minore si mise comodo tra le sue braccia,
poggiando poi la testa all'incavo del collo - proprio dove
c'era il tatuaggio del dragone nero - e quando risentì il calore
delle sue mani sulla sua schiena, rilassò pian piano i muscoli,
che precedentemente erano tesi.
Poggiò delicatamente le dita all'altezza del cuore,
socchiudendo nuovamente le palpebre,
e quando fu certo di essersi sistemato bene sopra di lui,
si lasciò completamente andare.
Lo sentì sussurrare appena nel buio,
solo dopo una buona mezz'ora di religioso silenzio.

«Va meglio, ora?»

«Mhmm...»

Il maggiore gli lasciò varie carezze sul suo corpo,
nella maniera più delicata possibile, ogni tanto si sporgeva
leggermente per dargli tanti piccoli baci sulla nuca,
e se ci riusciva anche alla fronte.
È caldo, pensò il corvino con un sorriso tra le labbra.
Di solito, era sempre Mikey a cercare attenzioni dal sottoscritto,
sapendo quanto soffrisse di non ricevere affetto e contatto fisico.
Come tutte le mattine, voleva essere coccolato da Takemichi
perché gli diceva sempre che, dopo una lunga giornata di lavoro
sulla pista da corsa e ai box, si sentiva meglio a sentire sulla sua pelle il suo calore
e il suo profumo di pulito, di casa; c'erano certi momenti in cui faceva il bambino viziato e,
addirittura, se non gli dava il bacio del buongiorno e della buonanotte,
metteva il broncio.
Era una bella sensazione essere cullato dal proprio ragazzo,
dopo aver perso il conto di quante volte l'ha fatto per trasmettergli
tutto il suo affetto ed amore incondizionato.
Si sentiva protetto.

Al sicuro.

Di per sé trovava gradevole quelle carezze, quasi soporifere per lui,
non era la prima volta che dormiva insieme a lui
nello stesso letto - soprattutto per ammirare da vicino
quei muscoli scolpiti che raccontavano anni di addestramento con le arti marziali - eppure,
all'inizio della loro relazione, lo metteva quasi sempre in soggezione.
Lo faceva sentire piccolo e fragile.
Adesso, però, si era ribaltata la situazione.

Era lui ad aver bisogno del suo calore,
del suo affetto e, soprattutto, del suo amore.

Sospirò appena, lasciandogli l'ennesimo bacio tra i ciuffi scuri.
Che assurdo e strano scherzo del destino, pensò egli divertito.
Con la coda dell'occhio, lo vide abbassare le palpebre e
una ciocca dei suoi capelli gli pizzicò debolmente le ciglia,
accigliandosi di tanto in tanto per il fastidio.
Manjiro arrossì impercettibilmente,
pensando quanto fosse carino ed innocente.
Tolse con estrema cautela la ciocca vicino agli occhi,
scostandola appena in un angolo del suo viso, poggiando poi la fronte con la sua,
in una carezza gentile.

«Takemitchy?»

Come risposta ricevette varie serie di mormorii,
biascicando qualche parola strana, ma era abbastanza sicuro
di aver sentito qualcosa come
 “Sì?”.
Quando vide il suo viso rilassato bearsi delle sue carezze,
sebbene il buio gli oscurava abbastanza la visuale, s'intenerì non poco.
Continuò a coccolarlo non-stop, respirando piano e lentamente;
con una mano gli fece qualche grattino lungo la spina dorsale,
mentre l'altra si occupava di accarezzare piano la gamba.

«Mi perdoneresti, se ti dicessi che non voglio nessun'altro al mio fianco,
a parte te?»

Era sicuro che avrebbe borbottato qualche altra frase insensata,
conoscendolo ne era capace visto i precedenti di sonnambulismo,
o se non addirittura farfugliare tra sé e sé quante volte aveva viaggiato nel tempo
per salvare i ragazzi della Toman, la sua ex fidanzata...
incluso lui, lo stesso Mikey.
Invece, con sua grande sorpresa, gli fece una confessione inaspettata.

«Se quel “A parte te” è inteso come
“Voglio passare il resto della mia vita con te”... allora sì,
ti perdonerei.»

Spalancò le iridi scure, più che sbigottito.
Sbaglio, o quella era l'ombra di una proposta?

«Vuoi che io...?» domandò il corvino con il magone in gola,
accompagnato da un'inspiegabile senso di vertigine,
tanto da rimanere stupito da quella rivelazione
«Lo vorresti davvero?»

«Sarebbe bello... sì, non mi dispiacerebbe affatto...» sussurrò Takemichi al suo orecchio,
con il rossore che gli colorava teneramente le guance di un rosso ciliegia,
sorridendo dolcemente lasciandosi poi scappare tra le labbra una risata morbida
«Sarebbe anche divertente raccontare a nostro nipote
durante a una cena in famiglia che, per conquistarmi,
hai dovuto fare l'elicottero con Mikey Junior... se sai cosa intendo.»

Il diretto interessato sorrise, con una particolare luce negli occhi
ad illuminargli il viso rosato, più euforico come non mai.

Come non dimenticare quella volta.

Allora erano solo dei ragazzini, avevano fondato insieme la Tokyo Manji Gang
e dopo aver raggiunto il dominio di tutto il Giappone,
stavano prendendo in considerazione di scioglierla; e approfittando della loro giornata libera,
entrambi volevano un bel bagno caldo nelle terme pubbliche.
Ebbe la brillante idea di fare il pagliaccio
di fronte al ragazzo - lasciando il suo amichetto in bella vista - blaterando varie cose strane,
senza mai battere ciglio.
Ricordò che, in quell'occasione,
il minore non ha mai smesso di togliergli gli occhi di dosso.
All'inizio lui era, sì, imbarazzato per quello show super imbarazzante...
ma fu curioso vedere il suo viso colorarsi di rosso.
Come fu sorprendente scorgere la sua alzabandiera sul pelo dell'acqua,
seppur fosse incredibilmente calda.
Loro ancora non lo sapevano, ma da quel momento in poi,
entrambi i ragazzi iniziarono a guardarsi con occhi diversi.

«Se raccontassimo al bambino le nostre avventure sotto le lenzuola
Emma come minimo ci ucciderebbe...
Vuoi davvero rischiare?»

Strinse dolcemente il minore e nel fare ciò,
un lembo dello yukata gli era scivolato di dosso,
lasciandolo nudo dalla vita in su.
Quest'ultimo non si accorse di nulla, troppo occupato
a ripensare quell'episodio avvenuto tempo fa - una bravata
di quando erano quindicenni - con un'espressione da ebete stampata in faccia.

«Che sarà mai... sono sopravvissuto a quella tirata di orecchie da parte sua,
cosa può andare storto?»

Di tutta risposta, il maggiore rise a crepapelle,
facendo oscillare appena le ciocche nere e fluenti.

«Tu sei pazzo.»

Il minore aprì leggermente una palpebra,
scoprendo l'occhio azzurro e cristallino, e con il poco spazio che aveva tra le braccia,
cercò di tirare su le coperte fino al naso per poi rintanarsi
tra le braccia del suo dolce ed amorevole fidanzato.
Un sorriso divertito gli delineò la bocca rosea,
in una smorfia buffa, quasi giocosa.

«Quello sempre, 24h su 24, non mi stanco mai...» disse Takemichi
poggiando delicatamente una mano sulla sua guancia, morbida e calda,
per poi fare dei piccoli semicerchi immaginari
«C'è voluto la fuga dal mio matrimonio... a farmi capire quanto tu sia importante.»

Le iridi scure dell'ex Comandante tremarono appena al calore delle sue dita su di sé.
Entrambi ricordavano fin troppo bene quel lontano
3 Luglio del 2017.
Mentre Manjiro era rimasto nella panchina insieme a sua sorella,
i suoi due fratelli maggiori, Izana e Shinichiro, e il suo migliore amico Draken,
Takemichi era davanti all'altare con Hinata.
C'erano tanti spettatori, per la maggiore amici e familiari,
ad assistere il lieto evento.
Per lui, doveva essere il momento più bello della sua vita,
stava per realizzare il suo sogno di sposare
colei che aveva sempre amato - insieme ai ragazzi della gang e con coloro che,
un tempo, erano nemici - e per quanto folle è stata la sua impresa di Time Leaper,
doveva essere felice che non si sarebbe più dovuto preoccupare della linea temporale.
Doveva essere al settimo cielo, scoppiare dalla gioia...
Eppure, nel profondo del suo cuore, non lo era affatto.
Sentiva che c'era qualcosa di sbagliato nell'aria.

Qualcosa di fuori posto.

Il peggio fu che quando vide la sposa avvicinarsi all'altare,
egli si sentì di soffocare in quel completo bianco e gessato,
intrappolato in una specie di gabbia per uccelli.
C'erano dei momenti in cui, un attimo prima,
piangeva sofferente nell'essersi buttato in una fossa dei leoni,
senza alcuna via di fuga; e poi, l'altra ancora,
aveva quell'irrefrenabile fobia di rimanere bloccato in una relazione infelice e tossica.
E poi, c'era lui: quell'impulso spasmodico di scappare via, lontano da tutto e tutti,
senza mai voltarsi indietro.
Si sentì di morire.
Era sul punto di scambiare con lei le promesse di matrimonio,
seppure con assoluta riluttanza - ricordava molto bene quel momento perché,
in quell'occasione, era prossimo a svenire - fino a quando...
non accadde l'inevitabile.
Qualcuno si era alzato dalle panchine, gridando a gran voce di fermare la cerimonia,
e riconoscendo solo qualche momento più tardi la voce ferma di Manjiro,
lo guardò dritto negli occhi, stupito.
Nero contro azzurro.
Il giorno e la notte.
Non ebbe mai modo di dirglielo, ma in quell'occasione,
gli aveva letteralmente salvato la vita.
Non lo ringraziò mai abbastanza per aver avuto il coraggio di interrompere
un rito sacro quanto importante, a stento riusciva a respirare e reggere il suo stesso peso.
All'inizio gli fischiavano così tanto le orecchie da non sentire cosa gli avesse detto,
troppo concentrato a guardare lui e la sua schiena - intento a proteggerlo
da una sposa a dir poco adirata - ignorando poi quel mormorio
che si era creato tra le persone presenti e il parroco della chiesa.

Quello che accadde dopo, poi, divenne storia.

Dopo una lunga ed accesa discussione tra Manjiro e Hinata,
di cui c'è voluto l'intervento di Emma e di Draken a far calmare le acque,
il tutto si era concluso con l'annullamento definitivo delle nozze.
Mentre la sposa piangeva tra le braccia della damigella e dei suoi familiari,
Takemichi venne trasportato di peso dal suo salvatore,
fuori dalla parrocchia.
Usciti poi allo scoperto, Manjiro lo portò via da quel luogo,
salendo in sella dalla sua fidata Babu e fuggirono.
Lontano da tutto e tutti.
Da quella volta, i rapporti con lei furono tesi, anzi,
così tanto che persino quando iniziò a frequentare Kisaki - scoprendo
quanto fosse un compagno attento, amorevole e,
sorprendentemente divertente - Hinata non riuscì più a rimanere amichevole
né con lui né con Mikey.
Da un lato, si sentiva tremendamente in colpa
per quella brutta situazione che si era creata,
riconoscendo che entrambi avevano fatto un gesto estremo e, leggermente, egoista;
ma dall'altro, realizzò una cosa importante.
Per la prima volta dopo ventisei anni, Takemichi Hanagaki riscoprì non solo cosa fosse la libertà,
ma comprese anche il significato del vero amore, con tutte le sue sfaccettature.
Un sentimento di viva affezione verso una persona,
che si manifesta come desiderio di proteggere il suo cuore,
procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia.
Un sentimento forte, anzi fortissimo, un amore incondizionato verso quella persona,
fatto di supporto, armonia e desiderio di costruire un futuro insieme.

E questo, lo aveva trovato in lui: Manjiro Sano.

«Ti ricordi cosa successe dopo?» parlò piano il corvino,
beandosi del calore che emanavano le mani del suo partner
«Intendo, dopo la fuga.»

«Come se fosse successo ieri.» esclamò egli, tirando le labbra di lato in una smorfia infastidita,
come se avesse mangiato un taiyaki crudo
«La notizia non è rimasta inosservata ed è uscita sui giornali dopo nemmeno un giorno...
per non essere perseguitati dalla stampa, siamo rimasti lontani da casa per molto tempo.»

Per un po' di tempo, sui titoli dei giornali, dominò l'articolo con titoli,
sottotitoli e spezzoni di tutti i tipi,
ma a caratteri cubitali recitava sempre lo stesso messaggio.

“Fuggiaschi, complici ed amanti: saranno forse loro,
Mikey e Takemitchy, la coppia più paparazzata dopo lo scandalo
Thompson - Kardashian?

Dopo che la stella della motocross Manjiro Sano, trasporta via dalla chiesa Takemichi Hanagaki, talentuoso regista e sceneggiatore,
e spariscono dalla circolazione,
si vocifera che ha lasciato la sposa all'altare - un tempo,
la sua ex fidanzata prima di cominciare la sua carriera
nel mondo del cinema - non potendo più
nascondere la relazione con il motociclista... che, presumibilmente,
è durata più del previsto.

Ma perchè tenerlo nascosto dopo tanto tempo?
Distorsione finanziaria? Persecuzione?
O semplice discriminazione per l'orientamento sessuale?
Internet è letteralmente impazzito a tale notizia.”

Fecero del loro meglio per rimanere nascosti, passare inosservati,
ma l'unico tasto dolente fu che, con l'aiuto della tecnologia,
tutti potevano riconoscerli e cercarli per avere qualsiasi tipo di informazione.
Fan, giornalisti, celebrità, persino i colleghi sul posto di lavoro.
L'unica soluzione per entrambi fu quello di lasciare il Giappone,
in gran segreto, e di restare fuori dai radar dei giornalisti per un tempo indeterminato.
Un sorriso divertito gli spuntò tra le labbra morbide
a sentirlo parlare del loro viaggio oltreoceano.
Ricordava di aver convinto Mikey a ritornare in quella piccola
isola delle Filippine - a Manila - e quando si stabilirono lì,
la prima cosa che fecero fu quello di costruire una casa vicino a quel santuario,
la famosa roccaforte di Corregidor.
Il luogo in cui si erano visti la prima volta nel futuro,
nell'altra linea temporale.
Non è stato facile con il lavoro, complice il fatto che entrambi non sapevano parlare il filippino,
e il guadagno come gavette non era un granché;
eppure, con forza e coraggio, affrontarono insieme quei mille ostacoli
che erano presenti sul loro cammino.

Perché entrambi avevano l'un l'altro per sostenersi ed amarsi, a vicenda.

Mikey e Takemitchy lavorarono molto e duramente per ottenere
dei riconoscimenti nei loro ruoli, l'uno come atleta e l'altro come artista,
e quando raggiunsero la vetta più alta, festeggiarono brindando alla loro vittoria,
nella loro piccola ma modesta casa.
Nel loro nido d'amore.
Certo, non sono mancati poi i cosiddetti “cacciatori delle celebrities”,
 
ma fortunatamente non erano così insistenti e molesti...
come è successo con i loro compaesani giapponesi.

«Ti è mancato tornare in Giappone, non è vero?» sussurrò piano egli,
accoccolandosi meglio sui suoi pettorali, percependo poi il piacevole profumo di vaniglia
e fiori delicati di quel bagnoschiuma usato prima di entrare alle terme
«Hai sentito la nostalgia di casa?»

Le iridi azzurre di Takemichi si scontrarono con quelle scure del maggiore,
notando un'espressione quasi indecifrabile.

«Posso essere onesto?»

«Dimmi tutto, sfogati.»

Prese un lungo respiro profondo, prendendosi qualche momento
per formulare meglio il suo discorso, e prima che se ne rendesse conto,
aprì subito bocca.

«Non voglio nasconderlo: per un po' è stato brutto
non poter mangiare i dorayaki fatti in casa... o svegliarsi presto la mattina
e sorbirmi la paternale dal capo se sbagliavo una curva...» esclamò Manjiro
lasciando tante piccole carezze sulla sua testa riccioluta con una mano,
mentre con l'altra si limitava a lasciare grattini lungo la schiena
«Ammetto che sì, ho sentito la mancanza dei miei fratelli, di mia sorella, di Ken-chin...
tranne per le tirate di orecchie, quelle no.»

«Però...?»

«Però n'è valsa davvero la pena.»

Adesso era il turno di Takemichi di rimanere scioccato da tale rivelazione.
Il corvino rimase in silenzio per un po' di tempo,
aspettando pazientemente che l'altro continuasse il discorso.
Rimase sull'attenti quando riprese parola.

«Per affrontare tutto questo, ho avuto al mio fianco
la persona più importante della mia vita... che mi ha spronato,
supportato e, soprattutto, amato incondizionatamente.
Avevo te, Takemitchy.»

A vedere le lacrime sui suoi occhi cristallini,
di un azzurro così intenso come il cielo,
venne anche al sottoscritto di piangere.
Ma le sue furono di gioia.
Quanto poteva essere fortunato nell'aver trovato,
per puro caso, l'amore della sua vita?
Era forse un dono che gli avevano fatto sua madre e suo padre,
che lo vegliavano dall'alto?
O doveva ringraziare al fatto che lui, proprio il suo amato e coraggioso fidanzato,
aveva sfidato le leggi dello spazio-tempo, lottando con le unghie e con i denti,
per salvare lui e gli altri da una brutta fine?
Non lo sapeva, eppure questo lo rese ancora più felice...
e, anche, più innamorato.

«Sono felice di aver detto quel giorno “Io mi oppongo”...
non mi pento di nulla.» sussurrò dolcemente egli al suo orecchio,
con gli occhi pieni di amore ed affetto per lui,
azzerando pian piano la distanza tra le loro labbra
«E sai perché?»

«No... perché?» gemette il minore a fior di labbra vista la vicinanza dei loro corpi...
e non aiutava il fatto che ci fosse pure una crescente
sensazione di desiderio ed aspettativa provenire dal basso ventre.

Non adesso, pensò egli, trattieniti cretino.

Il suo sorriso si fece più morbido e con la flebile luce della luna
che filtrava dalla finestra, ebbe l'impressione di vedere le pupille dilatate,
come se stesse ammirando la cosa più bella al mondo.

«Non c'è nulla di più bello che guardarsi negli occhi e sapere di amarsi...» disse piano lui,
stringendo la sua mano con la propria e quando se la portò davanti alle labbra,
baciò con delicatezza le dita senza mai distogliere lo sguardo dal suo compagno

«Vuoi tu, Takemichi Hanagaki, unire la tua vita alla mia e fare insieme un viaggio senza fine?»

Di tutta risposta, il minore rimase senza parole.
Fermo come una statua.
Per una buona mezz'ora non riuscì a proferire parola,
il rossore sulle sue guance divenne più evidente - tanto da arrivare
sia al naso che alle orecchie - e la cosa più assurda di quella situazione fu che,
per un breve attimo, si dimenticò come si respirasse.
Un momento, pensò egli sbigottito, cosa cazzo è appena successo.
Le iridi azzurre saettarono tra lui e la mano,
confusi come non mai, e non riuscendo a far funzionare
correttamente le rotelle del suo cervello - già in tilt - credette di aver ritrovato la forza di parlare.
Ma le parole gli morirono subito in gola quando notò un minuscolo dettaglio.
Ancora una volta, Takemichi rimase spiazzato
ed era convinto che se avesse continuato a trattenere il respiro,
come minimo avrebbe avuto la faccia blu, fino a morire di asfissia.
Dire che fosse sul punto di svenire era, letteralmente, un eufemismo.

C'era sempre stato quell'anello sul suo anulare sinistro?

Era di un bel oro bianco, molto semplice,
con una piccolissima incisione sul davanti: non vedeva molto bene
visto che non c'era abbastanza luce in camera,
ma gli sembrò di vedere un grazioso quadrifoglio.
Passò qualche altro momento in cui egli non osò dire una parola,
realizzando lentamente cosa fosse appena successo,
e quando finalmente iniziò a dare l'agognato ossigeno al cervello,
guardò dritto negli occhi il suo ragazzo.
Sbatté un paio di volte le palpebre, attonito.
Si portò la mano libera alla bocca,
probabilmente per non lasciarsi scappare una imprecazione colorita.
Se i suoi occhi avessero parlato, avrebbero detto qualcosa come:
“Cosa significa questo?”.

Gli sembrò un momento surreale, come se stesse sognando ad occhi aperti,
ma dovette ricredersi quando percepì nuovamente il metallo freddo intorno al dito.

Era tanto così da urlare.

Mikey gli aveva davvero fatto una proposta di matrimonio,
ai primi giorni del nuovo anno, proprio nel luogo dove amava tanto andarci da bambino?
Aveva scelto proprio lui come compagno di vita?
Parlava seriamente quando gli disse che non voleva essere da nessun'altra parte,
se non con il sottoscritto?
Gli frullarono tante domande nella mente,
una più complessa dell'altra, ma prima che potesse anche solo provare a rispondere,
la voce di Manjiro lo fece ritornare con i piedi per terra.

«Takemitchy?»

Quando gli lasciò la mano, il minore cercò
in tutti i modi di mantenere la calma e il sangue freddo, fallendo miseramente,
e quando pensò che niente potesse andare peggio,
si mise a piangere a dirotto.
Il suo interlocutore, nel mentre, si rizzò subito con la schiena
e con fare premuroso, gli asciugò via tutte quelle gocce di rugiada,
pensando che forse aveva sbagliato qualcosa durante la proposta.
Solo in quell'occasione, il time leaper riuscì a dire una frase di senso compiuto.

«Cristo, Manjiro!!!» urlò lui emozionato,
con le lacrime che gli scendevano copiose tra le ciglia scure,
e dopo essersi fiondato tra le braccia del suo amore più grande,
gli prese il viso e, tempo di un battito di ciglia,
gli diede un bel bacio a stampo.

Le ciocche nere e fluenti di Mikey arrivarono a pizzicargli debolmente le ciglia e,
una piccola parte al naso, ma a lui non gliene fregò molto.
Era ancora troppo occupato a pensare alla sua reazione,
carina quanto divertente, nel rivelargli implicitamente le sue vere intenzioni.
Ricambiando l'abbraccio con tanto entusiasmo,
anch'egli prese l'iniziativa di baciarlo alla sprovvista.
Stavolta, con più passione e trasporto.

«Lo devo prendere come un sì?»

«Tu che dici, Casanova?»

Seppur imbarazzato, rise di gusto alla faccia sbalordita di Mikey,
realizzando pian piano che, presto, sarebbe diventato suo marito.
Poco a poco percepì la sua mano nella propria e, lentamente,
lo strinse a sé con dolcezza, intrecciando anche le dita.
Il minore sorrise tra un bacio e un altro,
non potendo fare a meno di pensare quanto fosse pazzamente innamorato di lui.
Alzò ancora una volta la mano sinistra per vedere meglio l'anello.
Sorrise, con il cuore traboccante di amore.

«È bellissimo...»

La mano dell'ex Comandante raggiunse lentamente la sua,
intrecciando nuovamente le dita, e quando se la portò nuovamente al viso,
gli lasciò tanti piccoli baci.
Arrossì vistosamente quando gli sussurrò un flebile:
“Non quanto te, amore mio.”
Successivamente la scia salì in alto, sempre di più,
al polso arrivando a mordicchiare in parte la spalla e poi all'angolo del collo,
percependo l'ombra del suo sorriso sulla pelle rosea.

Aveva un bel profumo, sapeva di fragola.

Takemichi gemette appena al contatto della sua lingua,
calda e umida, a percorrere tutte le curve del suo corpo,
con una curiosa scintilla ad illuminargli gli occhi scuri.
Il minore sfiorò con i polpastrelli il petto scolpito del suo fidanzato - anzi,
suo marito - e rigirandosi tra le lenzuola calde tra un bacio e l'altro,
anch'egli si ritrovò nudo dalla vita in su.
Nel momento esatto in cui si ritrovarono faccia a faccia,
con i cuori che battevano all'impazzata come tamburi, l'uno fu sopra l'altro,
sovrastandolo in tutta la sua fierezza.
Con una sola mano, gli bloccò entrambi i polsi,
mentre l'altra era andata ad accarezzare una sua gamba,
salendo pian piano fino all'interno coscia.
Sorrise con fare sghembo.

«Che intenzioni hai, Manjiro?»

Il diretto interessato inclinò la testa,
con il sorrisetto di chi vorrebbe combinare una marachella.
Una bella grossa.
Con le dita sfiorò languidamente il fondo schiena,
strizzandolo di tanto in tanto per tastare quanto fosse sodo,
arrivando poi a stringergli la vita, in una specie di abbraccio intimo.
Si avvicinò piano al suo orecchio, e prima che lui potesse aprire bocca,
fece strusciare volutamente le loro intimità con un lieve movimento del bacino.
Sorrise sornione sentendolo gemere al suo tocco.
Entrambi percepirono quella familiare sensazione di umido
e bagnato all'altezza del basso ventre - alimentando di conseguenza
desiderio ed aspettativa - e quando Takemichi sentì il suo respiro caldo sulla sua pelle,
capì una cosa.
Qualunque cosa avesse intenzione di fare Manjiro - nonché
il suo promesso sposo - in quella notte,
era certo che non si sarebbe fermato solo ai succhiotti.

«Come disse un vecchio saggio: “Chi fa sesso a Capodanno, lo fa tutto l'anno.”; 
quindi... pronto a urlare il mio nome per tutta la notte?»
 

 

 pronto a urlare il mio nome per tutta la notte?»


-Angolo dell'autor*:

... Dite la verità: quant'è bello Manila!Mikey da 1 a 10?
È perché proprio 3000???
Non sarà uno dei miei husbandi preferiti, però damn: che stile-

PEW PEW PEW, BUON 2024 DUDES
E HO APPENA SCOPERTO CHE SIAMO ENTRATI NELL'ANNO DEL DRAGONE,
CHE SPLENDIDA NOTIZIA! 🎉🎉🎉

...infatti, ora sto abbracciando il mio peluche di Mitsuya,
bello il mio dragone lilla 🐉💜

L'anno scorso avevo inaugurato con Tokyo Revengers
scrivendo una
 ff hurt/comfort molto angst - che non l'ho ancora conclusa
ma 
shhhh - e ora, a distanza di un anno, ho riproposto nuovamente lo stesso fandom,
ma con un genere più... come dire, 
"tranquillo".
Potevo trasformarla in una smut a luci rosse, ma nahhh,
meglio conservare l'idea in altre occasioni ewe

(E poi, temevo di sforare troppo con la tabella di marcia.)
E' stato bellissimo lavorare a questa storia,
considerando che avevo pianificato di scriverla solo a metà mese... 
lol
Avevo proprio bisogno di coccolarmi un po' , sapete,
una bella 
ff Maitake super dolciosa e romantica ci voleva nella piattaforma...
c'è pure il finale a sorpresa, daje non vi potete lamentare tanto 
hahaahahhaha
Spero solo di non avervi fatto prendere il diabete solo leggendola lmao
Ahem, dicevo, ho fatto un inizio con il botto... e sapete perché?
PERCHÉ LA STORIA L'HO FINITA IN LARGO ANTICIPO,
DOVEVO SOLO PUBBLICARE E, VOILÀ, FATTO-

Vi giuro, questa è la prima volta in cui riesco ad essere puntuale con la consegna,
addirittura di tre/due giorni prima, e nulla: ho festeggiato il Capodanno in assoluta tranquillità...
tralasciando fare da 
dogsitter al mio povero Willy, visto quant'era teso per i botti.
Ma, tornando a noi, per chi mi conosce,
sa che quando
 partecipo a una challenge di scrittura, due erano le situazioni:
o lavoravo
 come un* disperat* e non riuscivo mai a consegnare in tempo,
ma con i tempi supplementari, per dirvi
oppure, per forze maggiori,
se non potevo sostenere le date di scadenza, mi sentivo 
costrett* a ritirarmi e rifarmi il prossimo anno.

E niente, questo 2024 promette bene, benissimo direi-

Ora, chiusa questa piccola parentesi, passiamo invece alle cose importanti:
era da parecchio tempo che non partecipavo a una delle iniziative di Fanwriter.it
e ringrazio l'admin
, Nene, per aver riproposto l'immancabile ed intramontabile
"Calendario dell'Avvento"; ci sono molto 
affezionat* a questa Challenge
perché mi ha risvegliato dei bei ricordi...
e poi, da lì, ho iniziato a maturare il mio stile di scrittura.

Considerando che il Writober non posso mai buttarmici,
conoscendo la mia procrastinazione e il mio stile di vita frenetico come 
artigian*,
il Calendario era l'unica opzione.

Spero che in futuro ci saranno altre challenge interessanti e stimolanti,
ne ho davvero bisogno... e poi, dove potrei far uscire le mie idiozie? :"D

Di certo, non posso tenermele per me, perché dai,
è bello condividere le cose, no?

Btw, spero che vi sia piaciuta questa one-shot,
n
on esitate a lasciarmi qualche recensione/messaggio/commento carino nel feedback,
o magari qualche critica costruttiva,
mi farebbe un sacco piacere fare con voi qualche chiacchierata.

Quest'anno voglio essere più esigente con i miei lavori di scrittura e qui lo dico e,
sempre qui, NON lo nego
: anche se il lavoro e la routine quotidiana
sono le mie spine dei fianchi, cercherò di produrre quante più storie/fanfiction possibile,
salvo ovviamente 
avvisi-
E ora che mi sono liberat* dall'impegno con il Calendario,
vi lascio già con un avviso importante
: riprenderò subito a scrivere con il nuovo capitolo de 
"Aperiam In Proxima", visto che l'avevo lasciato a metà,
cercherò di aggiornarlo quanto più presto possibile...
sperando di conciliare bene la tempistica 
lol
Dopo quello, in contemporanea, cercherò sia di finire anche la raccolta di drabble "Voices"
che di riprendere in mano gli altri progetti
che avevo accantonato per mancanza di tempo/ispirazione, ovvero i cosiddetti "fuori challenge" .
..
tipo il 
Writeptember, Il Diario di Degenza, O' famo strano,
Come as you are not, Behind the curtain, giusto qualcuno 🤣

Ci vediamo al prossimo aggiornamento e,
di nuovo, tanti auguri di buon anno!
 🎉🎉🎉🐉🐉🐉
Distinti saluti,
Artemìs.

 


 
   
 
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