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Autore: Sayman    06/01/2024    1 recensioni
Un vecchio disegno di Emily le fa ricordare un avvenimento della sua infanzia.
Genere: Azione, Fantasy, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 11
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Guardian Who'
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Ricordi di Natale
 

Emily aveva appena osservato suo padre smaterializzare il TARDIS. Il signore del tempo voleva portare lei e il loro nuovo amico Angel su un pianeta bellissimo e tutto blu. La rossa però si doveva ancora riprendere dall'ultimo addio che aveva avuto poco fa con suo padre, beh, la versione che lei considerava tale. Questo ragazzo biondo doveva ancora identificarlo come si deve, era il suo papà, ma.. era solo strano.

<< Papà, dove si trova la mia camera? >> gli chiese lei << mi sembra di aver capito che questa macchina ha salvato tutti i mobili del nostro negozio, compresi quelli della mia camera. Voglio vedere se si sono rovinati o altro >> ovviamente quella era solo una stupida scusa per restare da sola.

<< Prendi quella porta, sali le scale, poi gira a sinistra, poi a destra, alla rotonda supera il giardino botanico, dopo la pista da pattinaggio dovresti trovare la libreria. La tua stanza non è tanto distante >> le spiegò lui, che ovviamente aveva capito il vero motivo per la quale sua figlia voleva cercare i suoi mobili. Non era stupido ed era già stato padre, anche se i suoi altri figli non erano come Emily. Era sbagliato avere dei figli preferiti, ma lui non ci poteva fare niente: Emily era speciale. << Aspetta, ti rendo le cose più semplici >> dopo aver pigiato un pulsante sul pavimento apparve una grande freccia verde fluo che indicava la porta che portava alle scale. << Seguila e ti condurrà dove vuoi >>

Emily sorrise e si avviò verso la sua destinazione. Quando aveva visto per la prima volta gli interni del TARDIS era rimasta stupita del fatto che l'interno fosse più grande dell'esterno, ma non credeva che fosse così grande! Mentre camminava per i lunghi e infiniti corridoi bianco argento, aveva intravisto da una delle porte una piscina olimpionica! 

La biblioteca era ancora più sorprendente. Era una struttura suddivisa in diversi piani, tutti quanti con una ringhiera in legno che si affacciava verso il basso. Al centro vi era un grande tavolino bianco con alcuni libri. Ovunque vi erano degli scaffali ricolmi di libri, libi che lei non vedeva l'ora di leggere. Ad arricchire il tutto vi erano numerose piante ornamentali e lampade. Nelle pareti che dividevano una sezione dall'altra vi erano degli strani simboli circolari, gli stessi che aveva potuto notare negli schermi della console.
 

 Nelle pareti che dividevano una sezione dall'altra vi erano degli strani simboli circolari, gli stessi che aveva potuto notare negli schermi della console

Una volta finito si avviò verso la sua stanza, ma quando vi entrò non era pronta per quello che vi trovò. Quella non era una stanza, ma un vero e proprio appartamento extra lusso! E non un appartamento extra lusso qualsiasi, ma quello che aveva disegnato e ideato insieme alla sua migliore amica! La grande sala era quasi interamente invasa da due giganteschi divani di pelle nera. Davanti a loro vi erano un tavolinetto in legno e un camino olografico con sopra un gigantesco televisore al plasma, che in quel momento stava trasmettendo un qualche programma asiatico. Il piano superiore si affacciava in quello inferiore rendendo l'ambiente ancora più ampio. Vi era anche una pianta rampicante che si arrampicava in una sezione del muro. Gran parte delle pareti e del soffitto erano in vetro e permettevano di ammirare il panorama esterno, oltre ad illuminare il tutto. All'esterno stava nevicando. Emily adorava la neve e l'inverno, quindi quella vista la rasserenò ancora di più. 
 

Dopo aver dato un'occhiata veloce alla cucina ultra moderna, salì le scale nere e si ritrovò nel secondo piano

Dopo aver dato un'occhiata veloce alla cucina ultra moderna, salì le scale nere e si ritrovò nel secondo piano. Dove vi erano varie stanze, ma quella che la colpì di più fu una specie di studio d'arte, ricolmo di strumenti adatti per un'artista come lei. Poco più in la dopo aver imboccato uno o due corridoi, vi era un altro salottino, quello che Anika aveva chiamato il salottino privato. Secondo la sua idea, il grande salone nel primo piano era per gli ospiti e per le feste, mentre quello al piano superiore era per uso privato. Lo stile del salotto secondario era decisamente simile a quello principale, l'unica cosa che cambiava erano i divani che al posto di essere neri erano bianchi. Nel muro vicino al camino vi era una piccola libreria dove lei già poteva notare che vi erano tutti i suoi libri. A Destra del camino vi era una grande scalinata che portava alla sua camera o almeno così pensava.
 

 A Destra del camino vi era una grande scalinata che portava alla sua camera o almeno così pensava


Una volta salita si ritrovò ad osservare quella che, si, era una camera bellissima, ma non era propriamente la sua. Tuttavia alcuni mobili e oggetti lo erano, così i vestiti che poteva notare nell'armadio aperto. Davanti a lei vi era un bellissimo letto a castello, con piccola scrivania annessa e ricolmo di lucine dalla luce calda. Vi erano anche delle mensole bianche con sopra qualche piantina. 
 

Accanto vi era una piccola mensola con sopra una casetta in legno con il tetto bianco

Accanto vi era una piccola mensola con sopra una casetta in legno con il tetto bianco. I piccoli lampioncini situati sopra la porticina erano accesi, come se fosse abitata. Buffo pensò lei, in quel momento però la porticina si aprì e ne uscì un piccolo topolino dal pelo bianco grigiastro. Il roditore non era un topo comune, visto che stava eretto ed indossava un vestito elegante blu. Indossava anche una giacchetta antica marrone e del calzoni grigi. Inutile dire che la rossa era più che stupita da quella tenerissima stranezza.
 

<< Salve signorina >> la salutò il tipo << io sono Mister Twinkle, tu invece? >>

<< Salve signorina >> la salutò il tipo << io sono Mister Twinkle, tu invece? >>

<< Sei troppo carino! >> urlò lei << ok, scusa, ma sul serio sei un topolino adorabile. Assomigli ad un personaggio di un film o di un cartone animato >>

<< Signorina lei è troppo gentile >> le disse lui mentre abbassava lo sguardo << i tuoi capelli sono rossi, come quelli dell'uomo che ci ha salvato, sei per caso sua figlia? >>

<< Se ti riferisci al Guardiano allora si, ma ti avverto, papà ha recentemente cambiato aspetto >> gli disse lei.

<< Capisco... la rigenerazione può essere strana >> disse lui.

<< Conosci la rigenerazione? >> gli chiese stupita lei.

<< Si, ce ne ha parlato tuo padre, quando lui e la sua bella e gentile moglie sono venuti a prendere il tè con me e la mia famiglia >> le spiegò il roditore << immagino che fosse tua madre. So che cosa le è successo, condoglianze >>.

Lei annuì e gli sorrise, per poi chiedergli:

<< Che ci fa la tua piccola casa nella mia camera da letto? >> la giovane non era infastidita dalla sua presenza, era solo curiosa.

Dopo essersi guardato intorno il topino rispose:

<< Non saprei, prima non era qui, ma al villaggio >> le disse lui << ogni tanto al TARDIS piace cambiare, magari voleva farci conoscere >>.

<< Aspetta... villaggio? C'è un villaggio all'interno del TARDIS? >> chiese lei a questo punto ancora più stupita di prima.

<< Ovviamente, non sono l'unico topo qui. I tuoi genitori hanno salvato il nostro villaggio prima che venisse distrutto dal Nulla. Fu un giorno nefasto quello >> le spiegò tristemente il topo.

<< Ci sono altre creature all'interno della nave di papà? >> gli chiese lei.

<< Per quanto ne so ci sono alcuni oggetti senzienti provenienti da un posto chiamato Paese delle Meraviglie, gli scacchi sono simpatici >> le spiegò lui << ora io torno a casa, se vuoi più tardi puoi passare a prendere il tè con la mia famiglia >> detto ciò Twinkle rientrò in casa.

La rossa notò una piccola scalinata in una parete con scritto "La caverna di Emily". Curiosa scese le scale e si ritrovò in un ambiente ancora più assurdo. Si trovava in una bellissima caverna arredata da oggetti in legno e corrimano dello stesso materiale. Davanti a lei vi era un comodo divano in pelle grigia e un caminetto che riscaldava l'aria. Sparse per tutta la caverna vi erano delle lampade di sale e delle candele che davano un tocco magico al posto. Emily aveva disegnato quella caverna da bambina, e ora era realtà Ovviamente apprezzava il fatto che anche da lì si poteva vedere l'esterno e la nevicata.


 Emily aveva disegnato quella caverna da bambina, e ora era realtà Ovviamente apprezzava il fatto che anche da lì si poteva vedere l'esterno e la nevicata

Sul tavolino in legno davanti al camino, vi erano tutti i suoi vecchi disegni, compreso quello che aveva ritrovato il giorno prima nella vecchia stanza di console del padre, ovvero il Guardiano che lottava contro l'uomo pesce Bolarion. Vi erano anche tanti altri disegni, ma uno in particolare attirò la sua attenzione. Erano lei e un tipo alto con una giacca di tweed e un farfallino, lei lo ricordava vagamente come l'Uomo Buffo. I due stavano correndo inseguiti da quelli che sembravano degli elfi di Babbo Natale dagli occhi rossi. In quel momento Emily incominciò a ricordare sempre più nitidamente quell'avventura, fosse anche quello un regalo del TARDIS?

Tutto ebbe inizio tanti anni fa, quando lei e la sua famiglia erano stati invitati alla cena di natale della famiglia Ponds. Emily adorava i Ponds, erano come una sorta di zii adottivi ed erano anche i suoi babysitter. Amy e Rory non potevano più avere dei figli e spesso la trattavano come tale. Visto che sia lei che Amy erano rosse, in molti le scambiavano veramente per madre e figlia. Lei adorava la zia Amy, erano il team rosso. Anche suo padre era rosso, ma era un uomo e quindi non valeva.

Mentre correva in giro per la casa giocando ad acchiapparella con zio Rory, la sua attenzione fu rapita da una cabina blu che si trovava fuori dalla finestra. La cabina era bellissima e emetteva un flebile ronzio che la invitava ad avvicinarsi. Senza farselo ripetere due volte uscì di nascosto dalla casa e si avvicinò alla cabina.
 

 Senza farselo ripetere due volte uscì di nascosto dalla casa e si avvicinò alla cabina

<< Forte non è vero? >> disse una voce dietro di lei. Quando si girà noto un ragazzo che sembrava un giovane professore con il farfallino e una giacca di tweed, il ragazzo aveva un sorriso gentile e buffo sul suo volto. 
 

Emily lo riconobbe come l'uomo buffo che era nel disegno

Emily lo riconobbe come l'uomo buffo che era nel disegno. Ora che stava ricordando, sapeva chi era: Il Dottore, un Signore del Tempo come suo padre e anche suo amico. Sapeva che i Ponds erano la sua famiglia e che lui gli voleva tanto bene. << Vuoi vedere che c'è all'interno? >> le chiese e lei annuì. Il Dottore schioccò le dita e la porta si aprì.
 

<< Wow! >> urlò lei mentre osservava l'ambiente interno

<< Wow! >> urlò lei mentre osservava l'ambiente interno. Era tutto illuminato da una luce arancione, la console esagonale sembrava quella di un bambino di quattro anni. Che ci facevano una macchina da scrivere e delle manopole per lavandini sulla console? Era tutto buffissimo, così come il suo proprietario. Subito si era messa a correre su e giù per le numerose scalinate del posto urlando a squarcia gola.

<< Che bel posto, lo adoro! >> Urlò lei mentre guardava il Dottore che si aggiustava il farfallino << è come il magico salotto, ma più divertente! >>

<< Il magico salotto? >> le chiese lui.

<< Si, il luogo dove papà guida il suo cilindro >> gli rispose lei.

<< Certo che è più divertente! Io sono più divertente di quel pomposo senatore! >> disse con fare semi offeso il Dottore. Chissà che cosa intendeva con pomposo senatore? Deve chiederlo a suo padre il prima possibile.

In quel momento il Dottore si mise ad armeggiare con comandi della console. << Vuoi vedere un bel posto? >> le chiese e lei annuì. Con un sorriso il Signore del Tempo abbassò la leva e il TARDIS si smaterializzò con il suo tipo suono gracchiante e futuristico.

<< Che bel suono! Il TARDIS di papà non lo fa >> disse stupita Emily.

<< Perché il TARDIS di tuo padre è musone come lui >> le rispose mentre si avvicinava alla porta e la invitò ad avvicinarsi.

Davanti a lei vi era uno spettacolo incredibile, si trovano davanti a quello che sembrava un gigantesco albero di natale situato nello spazio. Era addobbato con delle palle di natale grosse come pianeti e lucine che brillavano come piccoli soli. Vi erano anche quelle che sembravano delle palle di neve natalizie con all'interno vieri e propri mondi abitati.

<< Annno 5 miliardi e 23 . Dopo aver trovato e colonizzato la Nuova Terra, gli umani decisero di creare l'albero di Natale definitivo. >> le spiegò lui. << Intorno a questo albero ci sono centinaia di mondi artificiali a tema natalizio. Abbiamo il paese degli elfi, la fabbrica di Babbo Natale, la fabbrica di cioccolato e tante altre cose. Quindi la domanda è: Quale vuoi visitare per prima? >>

<< Uhm... non saprei zietto, direi il paese degli elfi! >> gli rispose tutta eccitata lei e lui subito si precipitò alla console per raggiungere la destinazione.
 

 non saprei zietto, direi il paese degli elfi! >> gli rispose tutta eccitata lei e lui subito si precipitò alla console per raggiungere la destinazione

Una volta arrivati si ritrovarono nel classico paesino di natale terrestre, case in legno, tetti innevati e addobbi ovunque. La differenza erano le numerose razze aliene che vi erano e gli elfi robotici che erano lì pronti per ogni evenienza e gestivano il tutto. Subito un piccolo gatto antropomorfo dal pelo marrone andò da Emily per chiederle se voleva giocare con lui e i suoi amici a palle di neve, lei ovviamente accettò mentre il Dottore andava a prendere una cioccolata calda. Il tenero gattino si chiamava Milo e i tra i suoi amici vi erano una bambina dalla pelle blu di nome Callissa, un essere simile ad una roccia di nome Mork e un blob verde di nome Mxtyljhs. Inutile dire che i bambini si divertirono moltissimo a giocare a pallate di neve. Purtroppo quella pace non era destinata a durare, visto che da lontano giunse un urlo fortissimo. In quel momento il Dottore andò di corsa da loro e dopo aver conseganto la cioccolata a tutti loro disse:

<< Emily, resta qui con loro, io vado a controllare che cosa è successo >>

<< Io vengo con te >> disse lei gonfiando le guance

<< Cosa? No! I tuoi genitori mi ucciderebbero >> le disse lui mentre gesticolava freneticamente con le mani.

<< Ma uffa! >> protesto lei e di tutta risposta il Dottore tirò fuori dalla tasca uno strano cappello rosso, per poi poggiarlo sulla testolina della semi aliena. << Questo è un Fez, i Fez sono forti e solo i bambini obbedenti possono averne uno >> le disse lui e lei annuì osservando il suo nuovo tesoro. Da bambina era decisamente tenerella e ingenua, pensò Emily mentre riviveva il ricordo, ma era praticamente certa che non se ne sarebbe stata li. Dopo aver salutato i suoi nuovi amichetti che erano stati richiamati dai loro genitori o genitore nel caso di Mxtyljhs, lei si andò a sedere su una panchina in legno un po' imbrocciata.

In quel momento accanto a lei si sedettero due persone: un ragazzo di colore vestito con un lungo cappotto elegante, una maglietta sbottonata arancione e dei calzoni marroni. Sul volto aveva un grande sorriso, la piccola poteva vedere la voglia di vivere di quell'individuo. L'altra era una giovane ragazza bionda vestita con un lungo cappotto invernale marrone.
 

<< Emily! >> disse il ragazzo con un sorriso << che bello rivederti così piccola! Come va? >>

<< Emily! >> disse il ragazzo con un sorriso << che bello rivederti così piccola! Come va? >>

<< Dottore, la conosci? >> le chiese la ragazza bionda.

<< Dottore? Tu non sei il Dottore! >> lo guardò male lei << Lo zietto è un buffo professore con il collo che sembra quello di una giraffa! >>

<< E' vero, ma... bè un giorno capirai >> disse lui mentre si alzava e batteva le mani, era così energico che sembrava che ballasse. << Non ha senso anticiparti il futuro, ti dirò solo una cosa: io e te insieme saremo una bomba! Ora, passiamo alle cose serie >> le disse mentre le passava quella che sembrava un candelotto di dinamite, per poi indicare il Dottore con il farfallino che si stava avviando verso una grande casa << Il Dottore ha bisogno del tuo aiuto... cavolo quanto mi manca essere lui! Dai Ruby andiamo e Emily? Saluta i Ponds da parte mia >> detto ciò i due strani individui così come erano arrivati se ne andarono.

Da piccola l'apparizione di quel ragazzo brillante e energico l'aveva confusa, ma ora, dopo aver visto suo padre rigenerarsi, aveva capito che quello era il Dottore con un volto e una vita diversa. A quanto pare dovranno vivere molte avventure insieme. Beh, non vedeva l'ora.

La piccola cominciò subito a inseguire di nascosto suo "zio" attraverso le vie del paese innevato. Il compito risultò sia facile che pericoloso, visto che improvvisamente tutti i robo elfi erano impazziti e avevano gli occhi rossi. Una volta arrivati davanti alla grande porta della casa degli elfi, la piccola sentì il Dottore imprecare:

<< E' di legno! >> urlò mentre sbatteva il suo cacciavite sonico con la luce verde sopra la sua mano << il cacciavite non funziona sul legno!! >>

<< E' un po' stupido se ci pensi >> gli disse la piccola e lui si girò di scatto.

<< Emily! Ti avevo detto di restare con i tuoi amici! >> la rimproverò lui.

<< Uno strano ragazzo mi ha detto che avevi bisogno del mio aiuto! >> gli rispose lei mentre batteva il piede sul terreno sollevando anche un po' di neve nel processo << inoltre gli altri bambini se ne sono andati con i loro genitori e io non volevo restare da sola! >>

<< Bene... >> le disse il Dottore indicando una grata << devi passare da li e aprirmi la porta, io sono troppo grande e non ci entro. Ricorda però.. mi devi solo aprire la porta, non devi prendere nessuna iniziativa pericolosa, capito? >> Le disse e lei annuì.

Una volta che si fu intrufolata all'interno della grata, ovviamente come tutti i bambini, fece di testa sua e cominciò a vagare apparentemente a caso in cerca di qualcosa. Voleva dimostrare a suo zio che lei era grande e brava quanto lui, inoltre ci doveva essere un motivo se l'altro Dottore gli aveva dato quel candelotto di dinamite, candelotto che aveva prontamente nascosto all'interno della sua giacchina prima di presentarsi a suo zio. Dopo aver vagato e osservando varie stanze dall'alto, ognuna piena di elfi rabbiosi, trovò quello che sembrava il computer principale che controllava il tutto. Dopo essersi calata giù, atterrando su un divano osservò il grande computer e le venne un'idea. Estrasse il candellotto e lo posizione in mezzo ai cavi della macchina, poi lo accese e scappò da li.

Ovviamente fu subito notata dagli elfi che la inseguirono, per fortuna lei riuscì a raggiungere la porta e uscire.

<< Finalmente! Quanto ci hai messo a... >> ma si interruppe quando vide l'orda di elfi rabbiosi che gli venivano incontro.

<< Scappa zietto!! >> gli urlò e lui non se lo fece ripetere due volte.

La scena che ne susseguì fu la stessa che vi era nel disegno: Il Dottore e Emily che scappavano da un'orda di elfi arrabbiati. Dopo aver corso per un po' una forte esplosione li fece quasi cadere per terra, l'intera casa degli elfi era esplosa ed era in fiamme, con il computer principale andato i robo elfi si disattivarono tutti quanti.

<< Si!! Ahahaha > urlò la piccola mentre saltellava di gioia << ho sconfitto i cattivi!! >>

<< Come hai fatto a far esplodere quel posto?! >> le chiese un Dottore sconvolto.

<< Avevo degli esplosivi datomi da un amico >> le rispose con un sorriso lei.

<< Esplosivi?! Che cosa sei?! Una piccola Dalek?!! >>

<< Sii!! Sono una piccola Dalek!! >> urlò tutta contenta lei credendo che si trattasse di un complimento, cosa che ovviamente ora che conosceva i Dalek, sapeva che non era.

Il Dottore sbuffò e poi la guardò con un sorriso, alla fine lei gli faceva solo che tenerezza << vieni torniamo a casa è meglio non trovarci qui quando i locali inizieranno a fare domande >>

<< Ma no, uffa! >> protestò lei

Visto che lei stava vivendo quell'avventura con la sua mente da bambina, poteva vedere che mancavano molte parti fondamentali. Perché i robot erano impazziti? Da piccola non si era posta questa domanda, troppo impegnata a fare altro, ma ora che ci pensa che cosa era successo davvero? Prima o poi dovrà chiederlo al Dottore, tanto ora sa che lo incontrerà di nuovo.

Quanto il TARDIS atterrò nel giardino dei Ponds trovarono tutti quanti che guardavano il Dottore con fare severo.
<< Dottore, dove hai portato mia figlia? >> gli chiese il Guardiano, mentre anche sua moglie lo stava incitando con lo sguardo a rispondere. Ad Emily venne un groppo al cuore, rivedere suo padre con quel volto e sua madre morta era davvero troppo.

Da lì in poi i ricordi ritornarono ad essere vaghi e confusi, si ricordava di essersi divertita molto quella sera durante la cena di famiglia dei Ponds, ad un certo punto era arrivata anche una certa River Song che aveva prontamente "rimproverato" suo marito per aver portato in un' avventura pericolosa la sua nipotina preferita. Onestamente voleva ricordare di più, ma evidentemente il tutto non le era rimasto impresso nella mente come l'avventura con il Dottore.

Dopo aver riflettuto, decise tornare nella sala console, dove suo padre stava armeggiando con i controlli, mentre Angel gli stava raccontando di quando aveva sconfitto uno strano demone blu.

<< Eccoti finalmente >> le disse suo padre << ti sei persa? >>

<< Il TARDIS mi ha regalato una vero e proprio appartamento ultra moderno >> gli spiegò lui << inoltre mi sono messa a chiacchierare con Mister Twinkle >>.

<< Ah, il mio amico roditore! In effetti dovrei passare a salutarlo >> disse il giovane biondo con un sorriso.

<< Inoltre il TARDIS mi ha anche sbloccato un vecchio ricordo di quando ero bambina, il Dottore ti aveva soprannominato vecchio senatore, perché? >>

Lo sguardo del Signore del Tempo si fece più cupo << E' una cosa che riguarda la mia gioventù. Ai tempi ero soprannominato il guardiano delle leggi di Gallifrey, visto che ero il Signore del Tempo più rigido e ligio al dovere e alle nostre sacre leggi. Un giorno però, mi accorsi che la mia società era corrotta fino al midollo e schifato come pochi scappai da lì e non tornai più per moooolto tempo >>

<< Eri una specie di giudice? >> gli chiese Angel e lui annuì.

<< Il tuo mondo che fine ha fatto? >> gli chiese sua figlia.

<< E' ancora lì, ma la mia specie non c'è più, fatta eccezione per due o tre individui >> allo sguardo triste della ragazza lui aggiunse << non ti penare per loro, non erano una buona specie, in effetti erano peggio dei Dalek >>

<< Si, ma... i bambini? Avevate i bambini giusto? >> Gli chiese, ma suo padre non le rispose, era chiaro che a lui non piaceva parlare del suo pianeta natale.

Il Guardiano estrasse il suo cacciavite sonico da una tasca e lo lanciò ad Emily. << Ora è tuo, il me carota polverosa avrebbe voluto che lo avessi tu >>.

<< Grazie, ma tu ne hai un altro? >> gli chiese lei e di tutta risposta la console sparò in aria un cacciavite sonico argentato con la luce gialla.
 

<< Grazie, ma tu ne hai un altro? >> gli chiese lei e di tutta risposta la console sparò in aria un cacciavite sonico argentato con la luce gialla

<< Certo che si >> disse mentre lo afferrava al volo con un sorriso. << Possiamo partire adesso? Pahvo! Mondo bellissimo e blu >>.

Emily continuò ad osservare con un sorriso suo padre mentre parlava a raffica. Questa sua versione era decisamente più chiacchierona. Lei tutto sommato era felice ed era pronta ad affrontare il multiverso, magari questa volta senza una dinamite. 

 

Ed eccoci alla fine^^. Spero che questo speciale natalizzio vi sia piaciuto! Come avete potuto vedere, questa storia si svolge subito dopo gli eventi di Guardian Who: La nascaita del Tredicesimo Guardiano, o meglio si svogle poco prima della scena dopo i titoli di coda. 
Buon Natale!

 
   
 
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