Una forte luce dorata palpita dal medaglione, stretto tra le dita tremanti di Regulus.
D'istinto, il giovane piega la testa verso destra e serra le palpebre. Un fuoco doloroso percorre il suo braccio.
In quel monile, brucia l'energia tenebrosa di Voldemort.
E ora?, si chiede. Forse, può parlarne con Sirius.
L'Ordine sarebbe felice di conoscere l'ubicazione di un Horcrux di Voldemort.
Una risata amara risuona sulle sue labbra, mentre le lacrime cadono dai suoi occhi. Non ha senso una simile fantasticheria.
Anni e anni di incomprensioni hanno creato un muro invalicabile.
Sirius, in lui, vede il riflesso di una famiglia sanguinaria e crudele.
Con un gesto nervoso, allontana le lacrime. No, non può varcare la comprensibile diffidenza di suo fratello.
Per rimediare, gli resta solo una strada da percorrere.
− Padrone, ha bisogno di Kreacher? − chiede l'elfo domestico.
Un mezzo sorriso solleva le labbra del giovane erede della casata Black. Ormai, è giunto al termine della sua missione solitaria.
E non permetterà a nessuno di morire al posto suo.
Trae dal petto un medaglione d'oro e lo posa sul fondo della coppa.
− Sì. Ho bisogno di te, Kreacher. − scandisce, serio.
Prende la mano destra dell'elfo tra le proprie e vi posa il pendente di Salazar Serpeverde.
− Va via e distruggi questo gioiello. − risponde l'ex Mangiamorte, mentre un brivido gelido attraversa la sua schiena.
D'istinto, Kreacher stringe le mani sul gioiello e, con un cenno del capo, annuisce.
Con un breve cenno della mano, il giovane mago saluta l'elfo.
Ora può andare.
E' giunto il tempo della resa dei conti.
E, d'un fiato, vuota la pozione.