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Autore: Tynuccia    12/01/2024    1 recensioni
[Gundam SEED Destiny] Lei sorrise e scosse il capo. "Come ti dico sempre, sei una brava persona in incognito", replicò placidamente.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Dearka Elthman, Yzak Joule
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Imprevisti
 
 
 
 
Chiedere un appuntamento a Shiho Hahnenfuss era stato un inferno. 
 
Benché lo desiderasse con ogni sua fibra, Yzak si era costantemente fatto remore nel seguire il proprio cuore. Inizialmente perché era stranito dal fatto di poter possedere dei sentimenti di natura romantica nei confronti di qualcuno; in seguito, invece, perché era una scelta immorale, poco etica e poco professionale. Il loro rapporto lavorativo era idilliaco, e se l’avesse rovinato per puro egoismo non se lo sarebbe mai perdonato. Inoltre, dettaglio non da poco, non riusciva a capire se le premure della giovane verso di lui fossero frutto di ligia ammirazione, o perché anche lei fosse infatuata di lui. 
 
Poi, grazie al costante e temerario interloquire di Dearka, si era convinto che il Maggiore non fosse il tipo di ragazza da scandalizzarsi così tanto da rassegnare le dimissioni solo per la proposta di andare a cena con il proprio capo; e che, in fondo, lo voleva pure lei. 
Inoltre, le sue remore sulla questione erano scemate nel pensare che, del resto, erano andati a pranzo insieme un'infinità di volte, l'uniforme che entrambi indossavano l'unico appiglio a cui aggrapparsi per non leggere, in quegli incontri, qualcosa di più.
 
 
 
Convincere Shiho Hahnenfuss ad accettare il suddetto appuntamento, invece, era stato estremamente facile. 
 
Glielo aveva proposto durante una pausa, davanti alle macchinette, e nell'udire quella novità lei aveva alzato gli occhi, sfavillanti, dal suo bicchierino di carta colmo di caffè, per posarli sulla sua figura. Il sorriso che le aveva abbellito il viso, insieme ad un entusiasta cenno affermativo del capo, era stato sufficiente per fargli capire che, tutto sommato, aveva preso la decisione corretta nel buttare all'aria ogni cautela. Istantaneamente si era sentito meglio, più leggero, e lontano da sguardi indiscreti, una volta tornato nel suo ufficio, si era concesso di curvare le labbra all'insù alla prospettiva di fare quel passo in più, sebbene il suo stomaco gli era parso popolato da un nutrito gruppo di farfalle, facendogli sfuggire di mano le emozioni.
 
Quando era arrivata la fatidica sera, Yzak si era ritrovato nervoso come poche volte in vita sua, e per un breve istante si era domandato cosa diavolo lo avesse spinto ad uscire dalla propria comfort zone, ma nel momento in cui lei era arrivata davanti al ristorante, con i capelli sciolti ed un abbigliamento che non le aveva mai visto addosso, si era concesso un rapido rimprovero e si era risolto a rilassarsi.
 
Neanche a dirlo, la cena era andata deliziosamente bene. Si conoscevano da così tanto tempo che, più che il primo appuntamento, gli era sembrato il milionesimo, e sotto la coltre di intenzioni non proprio amicali, le loro chiacchiere non erano differite troppo da quelle solite; dalle stesse che, sulla Vesalius, lo avevano spinto ad avvicinarsi a lei. L'unica discrepanza era stata rappresentata dal modo, molto naturale a suo parere, con cui le aveva sfiorato la mano, ad un certo punto, e che lei non aveva ritirato, per quanto fosse sobbalzata così vistosamente che un sorriso gli era affiorato sulle labbra, sorprendendo entrambi. 
 
Poi, a fine serata, lui aveva fatto tesoro degli insegnamenti di sua madre, e in barba al carattere impossibile, non aveva potuto esimersi dal comportarsi da perfetto gentiluomo, proponendo di riaccompagnarla a casa lui stesso e sconsigliandole di prendere un banalissimo taxi. 
 
E, ora, nel parcheggio sotterraneo deserto, si scoprì molto più audace di quanto preventivato.
 
"Shiho", mormorò, portandosi alle sue spalle prima che lei potesse aprire la portiera. La vide voltarsi, sicuramente intuendo che tipo di percorso stessero per seguire, e non riuscì a resistere a metterle una mano sul volto, sostenendole la guancia con delicatezza e godendosi la morbidezza di uno di quei suoi ciuffetti che le incorniciavano il viso, e che avrebbe sempre voluto toccare. 
 
Si abbassò e posò la fronte contro la sua, avvertendo il suo respiro caldo, e finalmente premette le labbra sulla bocca della ragazza. Lei gli cinse il collo con le braccia, stringendosi a lui. Era tutto paradisiaco, dal suo profumo al modo in cui assecondava il suo bacio, e nell'istante in cui avrebbe voluto approfondire, un fastidioso trillo si librò in aria, amplificato dall'eco del garage.
 
Inizialmente lui tentò di ignorarlo, ma Shiho allontanò appena il capo e lo lasciò andare. "Dovresti rispondere", consigliò con voce roca e stranamente scocciata, per i suoi standard.
 
Yzak la guardò come se avesse appena confessato un omicidio, e si risentì immediatamente. "Stai seriamente proponendo di interrompere qui?", si sincerò, in un sibilo sbalordito. 
 
La giovane, pazientemente, esalò un sospiro, le guance arrossate. "Certo che no", si difese, "ma potrebbe essere importante, visto il tuo doppio ruolo in ZAFT ed in Consiglio".
 
Lui grugnì qualcosa di incomprensibile e decise di darle corda.
 
Shiho lo guardò estrarre il cellulare, che ancora squillava, e rispondere con un cipiglio così aggressivo che, quasi, si sentì in pena per il poveretto dall'altro lato del telefono. Era sufficientemente comico il modo in cui il suo Comandante stava aggrottando la fronte, gli occhi fiammeggianti rivolti al soffitto in maniera completamente diversa da come erano stati poco prima, quando l'aveva baciata. 
 
"Porca puttana", imprecò, chiudendo la conversazione e stropicciandosi il volto. "Per tua informazione, non era minimamente importante". Cogliendo lo sguardo incuriosito di lei, si limitò a contrarre la mascella, decisamente innervosito. "Era Dearka".
 
"Sta bene?", s'impensierì subito Shiho, trovando singolare che il loro collega si fosse preso la briga di telefonargli ad un orario tanto insolito.
 
"Ha blaterato per un minuto buono di quella Natural che l'ha scaricato", annunciò con voce lugubre lui, volendo tornare a toccarla, ma rendendosi conto di aver perso l'attimo di sfacciataggine. 
 
"Niente di diverso dalla norma, quindi", commentò la ragazza, abituata alle filippiche del biondo su quanto fosse ancora amareggiato da una rottura vecchia di più di due anni.
 
Yzak sbuffò, passandosi una mano tra i capelli. "A questo giro, però, era ubriaco fradicio. Ha interrotto la telefonata perché doveva vomitare, credo". Storse il naso all'idea, detestando con tutto se stesso quell'idiota del suo migliore amico.
 
Shiho si appoggiò all'automobile, incrociando le braccia sul seno. "Si dà tanto da fare per flirtare con qualsiasi ragazza gli capiti a tiro, e poi in realtà è messo proprio male", disse, mestamente divertita. "Credo tu abbia ragione quando dici che è un asino".
 
"Ovviamente", si inorgoglì il Comandante Joule, come sempre in caso di legittimazione del suo intelletto, ma la tracotanza durò estremamente poco, perché nuovamente imprecò. "Suppongo di dover andare a vedere come sta. Sempre che a te stia bene, sia chiaro".
 
Lei sorrise e scosse il capo. "Come ti dico sempre, sei una brava persona in incognito", replicò placidamente. 
 
Il volto dell'albino si tinse di scarlatto e si imbronciò, distogliendo lo sguardo. "No, è solo perché siamo a corto di personale, rispetto alla mole lavorativa, e non posso permettermi di perdere per strada il capitano", si giustificò, con il solo risultato di farla ridere. 
 
"Sei proprio un brontolone", sospirò la ragazza, divertita. 
 
Esasperato, Yzak decise di far cadere la questione. Contro di lei non avrebbe mai potuto spuntarla, comunque. "Vieni con me?".
 
"Forse è meglio", valutò Shiho, lieta che la serata non si sarebbe interrotta lì, in un parcheggio sotterraneo, con un bacio lasciato a metà. A quel pensiero non riuscì a non afferrargli una manica, trattenendolo e facendosi più vicina a lui. "Credo che Dearka non morirà se arriviamo cinque minuti dopo".
 
"Indisciplinata", la rimproverò scherzosamente Yzak, quindi tornò ad impossessarsi delle sue labbra con trasporto, finendo con estremo piacere ciò che aveva iniziato poco prima.
 
*
 
"Dio", si lamentò Yzak, nell'istante in cui Dearka Elthman aprì la porta del suo appartamento. "Sei conciato da fare schifo".
 
Il biondo sollevò un sopracciglio, posando lo sguardo sui suoi ospiti improvvisati. "Cosa diavolo ci fate qua?", domandò, la voce strascicata. "Non siete mica la mia mamma e il mio papà".
 
"Se fossi tuo padre per davvero, ti avrei già riempito di sculacciate", grugnì l'albino, e alle sue spalle si alzò un verso esasperato, che lo costrinse a voltarsi verso Shiho.
 
"Per carità, è per colpa di queste uscite che la gente pensa che voi due siate una coppia gay", borbottò, estremamente insofferente, mentre si toglieva la sciarpa e scoccava, passando, un'occhiataccia ad entrambi. 
 
Yzak trasecolò, all'oscuro da certi pettegolezzi e profondamente disgustato, non in maniera troppo dissimile da Dearka, che però sembrò prenderla più sul ridere. "Mi spiace, ma a Joule mancano due belle poppe e una vagina", disse, schioccando la lingua sul palato. "Certo, se voi due faceste una figlia...".
 
"Bastardo!", esclamò l'altro, afferrandolo per il collo della t-shirt con foga. 
 
"Fossi in te eviterei di scuoterlo così", mormorò Shiho, notando il colorito verdognolo sul volto altrimenti abbronzato di Dearka, a cui si rivolse poco dopo. "Posso prenderti un bicchiere d'acqua?".
 
Lui le sorrise al massimo delle sue capacità. "Sei proprio un angelo. Questo buzzurro è fin troppo fortunato", replicò, allontanandosi prima che il suo migliore amico potesse accanirsi nuovamente su di lui. 
 
"Fosse per me, ti butterei sotto il getto ghiacciato della doccia", sibilò Yzak, accomodandosi su una poltrona ed incrociando le braccia sul petto. 
 
"Certo, così gli verrebbe pure una congestione", ribatté Shiho, roteando gli occhi. 
 
"Oi, piccioncini, vi ricordo che sono qui e vi sento", protestò Dearka. Barcollò fino al divano e si lasciò scivolare sui cuscini, coprendosi gli occhi con un avambraccio. "Non c'era bisogno che veniste, comunque. Sto divinamente".
 
Fu il turno di Yzak per una plateale alzata di occhi al cielo. "Quante cazzate mi tocca sentire!", sbraitò, puntandogli contro un dito. "Sei patetico! Ridurti così per una donna".  
 
Nonostante l'insulto e la sbornia, il biondo si esibì in un ghigno malizioso, e che prometteva rogne. "Curioso", malignò, godendosi ogni istante. "Se non sbaglio sei tu quello che si è preso una sbronza colossale solo perché Shiho, qui, qualche mese fa è uscita per un appuntamento serale con un soldato di un'altra squadra".
 
Il viso di Yzak perse ogni traccia di colore, nell'udire quelle parole, quindi diventò paonazzo. "Giuro che ti ammazzo davvero!", abbaiò, scattando in piedi. La sommessa risata della ragazza, però, salvò la vita del Capitano Elthman. "Non è divertente, Hahnenfuss!".
 
"O, eccome se lo è", disse lei, appollaiata su uno sgabello della cucina. "Non avrai dato ascolto a quei pettegolezzi, mi auguro. Io e Nigel siamo semplicemente andati ad un chiosco di panini sotto l'ufficio, perché la mensa era chiusa e avevamo finito tardi con una simulazione".
 
Memore dello sguardo da cane bastonato dell'amico di fronte alla prospettiva che la sua sottoposta si fosse presa una sbandata per un altro, Dearka sembrò ringalluzzito. "Io te l'avevo detto, ciccio", continuò, muovendo lentamente il bicchiere d'acqua come se fosse stato colmo di whiskey. "Shiho è sempre stata cotta soltanto di te. Vai a capirla".
 
"Sei proprio un cretino", lo redarguì lei, stizzita. "Dovresti dimostrare di avere un po' più di gratitudine nei confronti di chi sta cercando di evitare di farti finire con la faccia distrutta".
 
Il biondo sbuffò come un bambino. "E voi dovreste essere grati a me, altrimenti a quest'ora sareste ancora lì a gironzolare attorno all'altro senza la più pallida idea di che cosa fare".
 
Nonostante fosse vero, Yzak avrebbe voluto ricordargli che, almeno, lui una relazione l'aveva, ma, grazie alla sua improvvisata alcolica, con Shiho non avevano potuto discutere, ancora, i loro sentimenti, senz'altro reciproci, ma non certo per ammissione di parole; 
 
inoltre, non aveva la minima benché minima intenzione di sentirlo blaterare nuovamente di quella Miranda.
 
Per sua fortuna, probabilmente, il karma sembrò dare la sua stoccata finale a Dearka, il cui colorito era sempre più simile all'uniforme che aveva indossato durante la seconda guerra, e si alzò in piedi alla velocità della luce, correndo verso il bagno. In tempo zero, lui e Shiho poterono sentire un inquietante concerto gastrico.
 
"Il giorno in cui renderanno i Coordinator resistenti all'alcool non sarà mai troppo vicino", sospirò lei, che a sua volta non lo reggeva particolarmente bene. "Vado a evitare che si strozzi".
 
Yzak annuì, concedendosi di sorridere, ora che erano soli. "Restando in tema, sono convinto che sarai un'ottima madre", considerò, con una certa sincerità. "E no, non era una proposta a fare un figlio, ovvio".
 
Shiho si fermò vicino alla poltrona su cui era ancora seduto e gli rivolse un'occhiata scaltra. "Peccato, perché avrei voluto invitarti a casa mia, dopo".
 
All'albino il tempo parve rallentare, di fronte a quella proposta, ma l'unica cosa che riuscì ad udire, più forte del rumore del cuore che gli martellava nelle orecchie, fu lo spassionato, vomitato commento della causa vivente per cui, ancora, non era nell'appartamento della sua sottoposta.
 
"Coglione!".
  
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