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Autore: Ladyhawke83    15/01/2024    0 recensioni
Avevo tanta voglia di tornare a scrivere e questa raccolta di One shot è stata scritta proprio grazie alla “challenge senza scadenza”del gruppo Facebook “Prompts are The Way ~” che mi ha un po’ sbloccato.
I prompts scelti li ho trovati perfetti per ritornare a scrivere dei miei due ragazzacci “mai una gioia” preferiti: Vargas e Callisto.
Vargas riflette sul “dopo” Callisto…
Chi mi legge e mi conosce già, non faticherà a capire da dove riprendo le fila, anzi sono andata un po’ a ritroso in verità, nella loro storia.
Per tutti gli altri: se non vi è chiaro qualcosa, sappiate che ho scritto del loro primo incontro/scontro nella storia “Il bianco e il nero. Il Re e il Mago.”
Questa sarà una nuova raccolta di One shot varie sul rapporto Vargas e Callisto.
Sono passati 5 anni da quella prima storia erotica e slash che ho scritto, e dopo ne sono venute molte altre di di loro, ma a quella resto particolarmente affezionata.
Buona lettura
Ladyhawke83
Genere: Erotico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Questa storia partecipa alla challenge
“Una parola al giorno toglie il blocco di scrittura di torno!”
del gruppo Facebook Prompts are the way

PROMPT 24/10/2023 

Ispirato a questa immagine

https://ibb.co/W51sxmP

 

 

Bagliori sulle neve

 

Callisto e Vargas erano in viaggio da alcune ore, si erano lasciati il Castello fluttuante alle spalle e, con esso, anche la loro tranquillità e la loro preziosa intimità.

Airis, la druida, figlia di Callisto e Isabeau aveva acconsentito a prendere il posto del padre alla guida del Castello, e del piccolo regno. 

Non era la prima volta che lo faceva, e ormai aveva l’età giusta per governare, se solo lo avesse voluto.

Callisto, però, sapeva che sua figlia odiava i ruoli imposti e i rigidi dettami dati dalla responsabilità di regnare, e sapeva anche che per questo preferiva solo essere consigliera e guaritrice.

Quando lo stregone si era congedato da lei, dopo un lungo ed eloquente abbraccio, la figlia gli aveva detto di stare attento e poi, come fosse costretta, aveva rivolto solo un cenno  al mago Vargas, di cui non aveva mai avuto molta stima, e se ne era andata via, con le guardie reali al seguito e la pietra del viaggiatore al collo.

Il cavallo sbuffò nervoso e Callisto si accorse solo in quel momento che stava per tramontare il sole. L’inverno da quelle parti durava a lungo e non faceva sconti ai viaggiatori imprevisti come loro due.

“Forse sarà il caso di fermarci, cosa ne dici Callisto? I cavalli mi sembrano provati… e anche il mio fondoschiena, a dir la verità…” Vargas quasi dovette gridare per farsi sentire, poiché il vento gelido gli mozzava il fiato in gola.

Callisto fece ruotare il cavallo verso quello di Vargas, e passò al mezzelfo la sua cappa foderata di lana, rivelando così la chioma bianco azzurra, il cui colore di capelli risaltava ancora di più fra tutto quel candore della neve.

“Tieni, ti terrà caldo, invece per il tuo fondoschiena… sono spiacente, ma dovrai sopportare ancora un po’, sento che dobbiamo proseguire. Non mi piace l’odore della neve, qui…”.

“Uff… e va bene, ma poi esigerò di riposare le membra su qualcosa di comodo e caldo, quando ci fermeremo!”. Gli ricordò Vargas, piuttosto infreddolito e contrariato, mentre spronava la sua cavalcatura a proseguire sulla neve dura e ghiacciata.

“Di questo non ti devi preoccupare dolcezza, saprò come riscaldarti a dovere, non appena ci fermeremo… ma ora andiamocene di qui, e alla scelta”.

Come avesse anticipato gli eventi, come in un presentimento, Callisto avvertì il fischio famigliare delle penne di una freccia, scagliata da un arco, fendere l’aria, e subito dopo tutto divenne confuso.

Sentì Vargas emettere un grido e cadere di sella, piombando sulla neve sottostante, che iniziò a tingersi di vermiglio.

Qualcuno li stava attaccando, non solo con arco e freccia, ma con la magia, una magia potente di stordimento e di controllo. Callisto non riusciva a concentrarsi e ad evocare lo scudo protettivo su loro due, riusciva solo a pensare a Vargas ferito, e a terra.

“Vargas!” Gridò lo stregone al mezzelfo, balzando giù dal cavallo per soccorrerlo.

“Stai… stai fermo…non parlare... Ci penso io a te…” gli disse Callisto, sollevandolo lentamente dalla neve, per metterselo in grembo. 

Una freccia con il piumaggio rosso e oro, sporgeva dal torace del mezzelfo, sotto la spalla sinistra, troppo, troppo vicino al cuore.

“Call… Callisto… sto bene…” Disse a fatica il mago, mentre sentiva la saliva seccarsi nella bocca la testa girare.

“Aspetta! Dobbiamo toglierti questa freccia di dosso…” Callisto era pieno di panico, non riusciva più a ragionare con lucidità: vedere Vargas colpito e sanguinante gli aveva fatto perdere il controllo.

“Fossi in te, piccolo drago, non lo farei. Solo io so come eliminare le mie frecce, senza danno… e dovresti saperlo anche tu. O forse hai dimenticato quello ti ho insegnato?”.

Il loro assalitore, un elfo dai capelli rossi e il piglio da stregone, si palesò poco distante da loro, aveva ancora l’arco in una mano e il guizzo della magia nell’altra.

“Tu?” Sibilò Callisto, con la rabbia a stento trattenuta nella voce.

“Perché lo hai colpito? Con che diritto ti palesi così, a me, dopo tutti questi anni, osando pure attaccarmi?” Lo stregone adagiò Vargas lentamente sul terreno, poi si diresse verso l’arciere che sembrava non avere esitazione alcuna.

“Piccolo drago non ho attaccato te, ho attaccato lui… e c’è un motivo”.

“E quale sarebbe il motivo per cui lanci frecce mortali verso un viaggiatore che nulla ti ha fatto, Temi’ell?”.

“Il Nephilim è pericoloso, e lo sai. I maghi lo sanno, per questo non lo hanno più voluto tra loro. E lo sanno anche gli stregoni della Gilda, e per questo ti hanno convocato, ma non pensavano che avresti portato lui…”.

Qui, l’unica persona pericolosa sei tu Temi’ell. E adesso taci e lascia che lo aiuti. Lui è importante per me…”. Gli disse Callisto richiamando a sé la magia che gli sfrigolava fra le dita.

“Oh, lo so, mio piccolo drago. Le voci su di voi vi precedono, e non sono lusinghiere…” gli rispose lo stregone arciere e si avvicinò a Vargas che tremava e agonizzava sul terreno.

“Io mi chiamo Callisto, Callisto non “piccolo drago”, Temistocle, forse lo hai dimenticato…” gli ringhiò addosso lo stregone, frapponendosi tra lui e Vargas.

“Spostati Callisto. Non puoi fare nulla tu, per lui… le mie frecce le posso estrarre solo io…” gli ricordò Temistocle, spostandolo con la forza di un braccio.

“Perché lo hai ferito? Perché…” gli chiese di nuovo Callisto, che non sopportava più di vedere il mago sofferente e, nello stesso tempo, sentiva il cuore gonfio di malinconia e nostalgia nel rivedere dopo eoni il suo maestro d’arco. Lui era Temistocle, e lo aveva salvato da Heliantes e dall’isola sperduta in mezzo al mare, in cui lui aveva vissuto, senza speranza di futuro.

“Il mio è stato un avvertimento, Callisto. Se avessi voluto ucciderlo, non starebbe respirando ora. Se sei intelligente non andrai alla Gilda degli stregoni, altrimenti soffrirai, mio piccolo drago”.

Detto questo, Temistocle si avvicinò al viso di Vargas che, nel frattempo respirava a fatica, cercando di mettere a fuoco quello che stava succedendo. Il mezzelfo aveva compreso che quella non era una freccia normale, né una ferita normale. Quella freccia che gli trapassava le carni era stata scagliata con un preciso incantesimo ed intento: far soffrire e confondere la mente. Quello stregone dai capelli rossi lo aveva ferito con estrema facilità, aveva oltrepassato lo scudo magico e la barriera mentale di Vargas, con una facilità disarmante. Non era certo uno stregone comune, né tantomeno un comune arciere, in più tra lui e Callisto c’era qualcosa, ma Vargas stordito com’era dalla freccia incantata, non riusciva a capire bene cosa.

“Ti consiglio di non gridare, adesso, Nephilim, il mio piccolo drago, Callisto, è già abbastanza agitato…” Gli bisbigliò all’orecchio l’elfo dai capelli rossi, per poi spezzare la freccia in due e strappare ciò che ancora restava visibile dal petto, con un gesto secco.

Vargas si sentì mancare, avrebbe voluto gridare forte, ma poi incrociò lo sguardo di quello stregone dai capelli rosso fuoco, che teneva la freccia sanguinante in una mano, con uno sguardo soddisfatto stampato in faccia, strinse i denti trattenendo il respiro, e poi lasciò fluire il dolore, senza però emettere un lamento.

“Se dovrò mai scegliere tra la tua vita e la sua… Sappi, schifoso demone Nephilim, che sceglierò sempre lui… lui è il mio piccolo ragazzo drago e tu non sei niente”.

Gli sussurrò Temistocle, rabbioso, prima di voltarsi con un sorriso verso Callisto dicendo candidamente: “Ecco fatto, mio piccolo drago. Il mago è tutto intero, di nuovo…”.

Callisto si gettò su Vargas, e se lo strinse addosso, con un sollievo indicibile nel cuore.

“Vargas… tutto bene? Mi dispiace… mi dispiace… ecco, prendi questa, ti sentirai subito meglio…”. Lo stregone lo guardava e lo avcarezzava, poi gli accostò alle labbra una bacca curativa, che il mezzelfo masticò lentamente.

“Ehi Callisto… tranquillo, ho la pellaccia dura e lo sai…Piuttosto aiutami ad alzarmi, vorrei ringraziare il nostro gentile Cupido, che prima mi ha quasi trafitto il cuore con una freccia, poi, non contento, mi l’ha strappata dalle carni…”.

Temistocle rise, sprezzante, qdella rabbia di Vargas verso di lui.

Callisto sorresse Vargas, il sangue macchiava la sua tunica, ma aveva smesso di sgorgare copioso. Lo stregone si ritrovò a metà tra il mago e Temistocle, il suo antico maestro, nonché fedele amico.

“Se fossi in te stregone, d’ora in poi mi guarderei le spalle… non molti possono dire di avermi attaccato ed essersene usciti illesi, ma grazie del tuo avvertimento, lo riferirò alla Gilda degli stregoni, quando Callisto e io li incontreremo…” lo minacciò Vargas, con un sorriso ferino, nonostante il dolore, poi sollevò la propria mano per mostrare all’arciere una ciocca di capelli mossi color rosso fuoco, che prima erano appartenuti a lui e, che ora Vargas stringeva come un trofeo tra le dita, dopo avergliela sottratta con una magia e una velocità sorprendente.

Callisto osservò la scena senza parole. Non osava lasciare andare Vargas, ma nello stesso tempo teneva inchiodato lo sguardo su Temistocle, temendo che quest’ultimo li attaccasse ancora.

“Vattene Temi’ell!” Gli disse Callisto, a metà tra l’adirato e l’addolorato.

“Qui hai già fatto abbastanza… non costringermi a levare le armi su di te”. Lo stregone non sapeva se avesse avuto poi il coraggio di attaccare Tenistocle, a cui doveva praticamente tutto, però se avesse minacciato ancora Vargas, non avrebbe esitato.

“Non ce ne sarà bisogno, Call, sono stato mandato con il preciso intento di capire chi o cosa è questo demone Nephilim… ora so che sanguina come tutti i comuni mortali, e non è più questa grande minaccia…” Rispose Temistocle, e Callisto sì irrigidì, sentendosi ridicolo per non riuscire a stare calmo e lucido in sua presenza. Lo stregone si sentiva ancora come quando era solo un ragazzino, un diverso, su quell’isola dimenticata dagli Dei e Temistocle gli aveva offerto la via d’uscita, la libertà, il suo futuro.

“Ne sei così sicuro, stregone?…” lo incalzò Vargas, calcando l’accento sulla parola “stregone” con disprezzo,  scoprendo i denti e mostrando all’elfo dai rossi capelli, i segni del demone che si stavano disegnando sulla sua pelle, come risposta al dolore e al pericolo.

“Te l’ho già detto Nephilim, se dovrò fare una scelta, non avrò pietà, né dubbi…” 

Temistocle gli restituì lo stesso tono di disprezzo e minaccia, poi rivolgendo a Callisto uno sguardo indecifrabile, evocò un incantesimo e scomparve, lasciando dietro di sé un leggero turbine di neve e bagliori rossi che vi si riflettevano tutt’intorno.

 

[1782 words]

 

***

 

Note dell’autrice: ok, ok, non odiatemi, lo so che Vargas poverino non ha una gioia, ma mi era venuta questa idea di introdurre un nuovo personaggio dal passato di Callisto e così ho fatto, spero vi piaccia. (In realtà Temistocle era già comparso in un'altra storia di anni fa, adesso l'ho ripescato, per dargli lo spazio che merita).

Buona lettura!

Lasciatemi un parere se vi va!

Ladyhawke83 

   
 
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