Di Stelle
Crowley si chiede se le stelle siano così luminose come le ricorda.
Avere una memoria così vasta a volte può essere un grande vantaggio, ma in certi casi è così doloroso che vorrebbe non ricordare più nulla.
Quindi, in un secondo momento decide di parlarne, anche perché davanti ad una bottiglia di vino e ai suoi occhi blu ogni pensiero patetico acquista un senso.
«Ti sembra giusto che io non possa più godere della loro vista?» esclama indignato.
«Oh, Crowley» è il suo lamento dispiaciuto e sa che se potesse metterebbe ogni cosa a soqquadro pur di farlo felice.
Ma non lo fa, non lo fa mai veramente.
«Lascia stare, Angelo» replica stizzito e un attimo dopo internamente è già dispiaciuto; Aziraphale fa già del suo meglio, ma certe volte...non basta.
«Però c’è sempre una soluzione» esclama Aziraphale all’improvviso e Crowley tracanna del vino, indifferente.
La speranza non gli appartiene da tempo.
L’angelo intanto scompare negli angoli più remoti della sua libreria e dopo qualche minuto riappare tutto sorridente.
«I tuoi occhi non potranno vedere il cielo stellato la notte, ma nei libri sì!» dichiara entusiasta e Crowley, che non sa cosa significhi la felicità vera e propria, quel nuovo calore che lo avvolge lo lascia interedetto.
A quel punto quei pensieri patetici che spesso affollano la mente hanno un senso oppure no?
Non importa.
Note.
<3