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Autore: _Layel_    16/01/2024    1 recensioni
Elia se ne sarebbe dovuto andare. Avrebbe dovuto oltrepassare il davanzale e scomparire nel cielo notturno. Ma questo era il primo essere umano che riusciva a vederlo.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Oneshots da "Ops! Ho evocato un umano!"'
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Il Valore dell'Anima

L'anima della bambina era torbida quanto quella di un vecchio. Sfilacciata, sottile, un'anima che aveva vissuto avversità dopo avversità, costretta a combattere le più dure battaglie solo per sopravvivere.

Elia la estrasse con cura dal corpicino inerme. La ripose nella scatolina d'argento che portava nella tasca dei pantaloni. Presto quella scatola sarebbe finita sulla pila che ingombrava il primo ufficio Archiviazione dell'Inferno, insieme a migliaia di altre. Anime dimenticate, la cui unica colpa era quella di non aver creduto in Dio.

Osservò la bambina per un'ultima volta. Non si meritava quella fine; ma in fondo, nessuno se la meritava. Dio era stato eccessivamente crudele quando aveva maledetto gli umani con la mortalità. «È per pensieri del genere che mi hanno sbattuto di sotto» pensò.

Spalancò le ali bianche macchiate d'oro. Si era già trattenuto troppo in quella casa.

«Fermo!» urlò una voce maschile, «Cosa siete? Come avete fatto a entrare in casa mia?»

Elia se ne sarebbe dovuto andare. Avrebbe dovuto oltrepassare il davanzale e scomparire nel cielo notturno. Ma questo era il primo essere umano che riusciva a vederlo. Era un uomo sulla trentina con grandi occhi nocciola, da sognatore. La camicia e i pantaloni erano stati indossati alla bell'e meglio. Appariva estremamente comune. La curiosità ebbe la meglio sul buon senso. «Non voglio farti del male» spiegò, «Sono qui per lei»

L'uomo si avvicinò alla culla, stando attento a non dare mai le spalle ad Elia, e accarezzò la guancia fredda e pallida della bambina. Era rassegnato, si aspettava che la bambina non sarebbe sopravvissuta, vista la febbre, ma doveva essere comunque estremamente doloroso. Elia faceva fatica a capirlo, il dolore della perdita, tutti gli esseri che conosceva non potevano morire. Se anche avessero perso il proprio corpo fisico sarebbero ritornati sotto altre spoglie, in un ciclo infinito. Sapeva che la morte di un proprio caro faceva male come sapeva che il sole sorge a oriente.

«Siete un Angelo?» chiese sommessamente l'uomo.

Elia lo era stato. In un'epoca remota in cui ancora nulla era e tutto sarebbe diventato. Odiava ricordarsi del bagliore dorato dell'aureola, della bellezza e maestosità del Cielo. Odiava essere ricordato solo per ciò che non era più, un Caduto, così come detestava la pietà che riceveva quando veniva riconosciuto. Ma quest'uomo aveva già sofferto abbastanza. «Sí» mentí, «È tua figlia?»

«No. L'ho trovata tre giorni fa davanti alla porta della mia bottega che chiedeva l'elemosina. Le ho dato qualcosa da mangiare e un letto in cui dormire, ho anche chiamato un medico, ma non è stato abbastanza. Si chiamava Dalia, i suoi genitori sono morti… chissà cos'ha dovuto passare»

«Averla aiutata ti fa onore»

L'uomo alzò le spalle, «Volevo solo che potesse vivere felice»

«Ora sarà felice per sempre» Chiusa in una scatola di metallo, dimenticata da tutto.

Un giorno Daniele gli aveva detto: "Mentivi troppo facilmente per restare lassù." Lui non abbelliva mai la realtà, non intrecciava i fili di storie forse avvenute per ottenere una tela degna di essere ammirata. Non rigirava le parole per ottenere ciò che voleva, per nascondere le proprie colpe. Elia non capiva come potesse privarsene.

L'uomo si allontanò dal lettino per impedirsi di stringere a sé qualcuno che non poteva più rimanere. «Ti ringrazio» gli disse, «Posso… posso sapere il vostro nome?»

Elia esitò solo un istante. Se sapere il suo nome avesse potuto alleggerire lo sguardo di quell'uomo gliel'avrebbe ripetuto cento e cento volte. «Elia»

«Io sono William»

«Addio, William» disse prima di spalancare le ali nel freddo della notte.

Mentre scendeva sotto terra, pesante quanto uno sbuffo di vento, le parole che anni prima aveva detto a una piccola sirena gli rimbalzavano in testa.

"È pericoloso innamorarsi del genere umano, non potrai sopportare tutto ciò che gli viene fatto da quelli come noi. Il dolore ti farà impazzire."

+

L'esistenza di Elia sarebbe dovuta procedere come aveva sempre fatto. Raccogliere le anime dei bambini morti violentemente, portarle nel piccolo ufficio asettico dove venivano raccolte, e ripetere. Ma ogni volta che metteva piede sulla Terra il suo corpo era attratto dalla bottega di William, come polvere di ferro a una calamita.

Sbirciava dalle finestre mentre l'uomo spiegava un progetto ai suoi apprendisti, quando disegnava schizzi sul tavolo da lavoro. Era arrivato addirittura a seguirlo quando andava a svolgere ritratti su commissione. Era affascinato da quella vita che avrebbe dovuto essere così insignificante per lui, ma che trovava bellissima. William affrontava ogni sfaccettatura dell'esistenza come se fosse un capolavoro, ammirava gli uccelli nidificare sugli alberi, veniva stupito dai colori dei tramonti.

Una sera William lasciò la finestra della bottega aperta. Elia esitò, ma solo per un istante, poi lo prese per l'invito che era.

William era chino sulla scrivania e stava appuntando cifre su un libro da lavoro. Elia non fece rumore, ma lui lo sentì ugualmente. «Salve» lo salutò, «Spero non siate qui per me»

«Sareste già morto se quello fosse stato il caso»

«Fortuna che non è così» il pittore sorrise, «Ho una cosa per voi»

Estrasse con cura un foglio dal cassetto della scrivania e glielo porse. Era un disegno a carboncino di una creatura alata che sedeva sul davanzale di una finestra. Elia si riconobbe. Anche senza colori non c'era dubbio che la figura ritratta fosse la sua. I capelli che gli cadevano sulle spalle come nastri di seta, la forma affilata dal viso, i lineamenti un tempo morbidi ed eterei induriti dalla vita passata all'Inferno. Non aveva mai stretto tra le mani qualcosa di tanto prezioso, e questo lo fece insospettire. «Cosa speri di ottenere?»

«É solo un regalo, non mi dovete niente» disse come se fosse ovvio, «Vi avevo visto qualche notte fa e… siete l'essere più bello che abbia mai visto. Vi ho ritratto d'impulso. Mi sembrava giusto l'avesse voi»

«Grazie…»

«Posso farvi una domanda?» attese un cenno da Elia prima di continuare, «Perché siete ancora qui?»

Giusto, perché? Era piacevole osservare quest'umano lavorare; trovava la sua compagnia gradevole. Ma non sarebbe dovuto essere abbastanza. Forse perché era in grado di vederlo. Forse per un altro motivo, uno al quale Elia non voleva credere. «Ho l'ordine di vegliare su di te»

Se Daniele l'avesse sentito avrebbe riso tanto forte da scuotere le pozze di zolfo. Poi gli avrebbe stretto una mano artigliata intorno alla gola e gli avrebbe fatto passare la voglia di dire cazzate.

William sorrise, dolce quanto una meringa alla fragola, «Ne sono onorato»

Elia si schiarì la gola, «Hai l'abitudine di ritrarre la gente che ti segue?»

«Beh, spero che voi siate l'unico," rispose, «Solitamente no, però. Preferisco dipingere scene tratte da miti o da leggende. Aiutano a sfuggire un po' dalla realtà»

«Da quello che ho visto sembri felice»

«Cerco di esserlo, ma non è sempre facile» scosse la testa come per scacciare un moscerino fastidioso, «Mi sa che per voi è un concetto estraneo, conoscete solo la pura gioia, no?»

L'inferno era formato da enormi stanze bianche, gelide quanto la calotta polare, con nulla se non disperazione per tutta l'eternità. Elia, la gioia, l'aveva conosciuta per un fugace momento all'inizio dei tempi. Poi era subentrata la vergogna. «Qual è la tua opera preferita?»

Il volto di William si illuminò ed Elia ascoltò rapito la storia del suo quadro migliore, non più in suo possesso, di cui però aveva ancora tutti gli schizzi. Forse la felicità era una sensazione simile a quella che stava provando in quel momento.

+

Note

Questa è una parte della backstory di un mio personaggio, Elia. In teoria la storia continua, ma per ora ho deciso di pubblicare questo. Spero sia stata una buona lettura,

Layel

   
 
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