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Autore: writers_from_saturn    19/01/2024    0 recensioni
«𝐒𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐬𝐞𝐜𝐨𝐧𝐝𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐥𝐭𝐚»
«𝐀𝐥𝐥𝐨𝐫𝐚 𝐢𝐨 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐥'𝐞𝐜𝐜𝐞𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐫𝐨𝐦𝐩𝐞 la 𝐫𝐞𝐠𝐨𝐥𝐚, 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡è 𝐬𝐞𝐢 𝐥𝐚 𝐦𝐢𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚 𝐩𝐫𝐞𝐟𝐞𝐫𝐢𝐭𝐚, 𝐢𝐝𝐢𝐨𝐭𝐚 »
Haizaki Ryouhei e Kira Hiroto sono legati da un'amicizia profonda, si capiscono senza neanche il bisogno che l'altro proferisca parola e rincorrono insieme il pallone per raggiungere due sogni completamente diversi.
Haizaki cerca il denaro, la gloria e di accertarsi che la sua forte passione per lo sport non vada a degenerare una seconda volta in rabbia, vendetta e frustrazione. Hiroto, invece, cerca di crearsi da solo la propria strada e distanziarsi dal padre, che è la causa principali dei traumi che porta con sè.
Due forti personalità, in apparenza impossibili da scalfire, mostreranno la loro totale umanità e sensibilità capendo di aver bisogno l'uno dell'altro per andare avanti e superare il passato che li così tanto segnati.
Genere: Romantico, Sportivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haizaki Ryouhei, Kira Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 1

L'allenamento a dir poco estenuante era appena terminato, quando Hitomiko, l'allenatrice dell'Aliea Gakuen, divenuta negli anni una delle squadre favorite del Giappone, richiamò a sé i giocatori. 

 

«Ottimo lavoro, di questo passo la vittoria nel prossimo Football Frontier sarà nostra! Ho visto enormi progressi e spero siate coscienti che la preparazione in vista del nostro obbiettivo sarà ancora più severa» vedendo le facce dei suoi ragazzi sbiancare si affrettò ad aggiungere: «Quindi tornate a casa e riposatevi come si deve»

 

I giocatori stanchi e distrutti da quello che pareva fosse un semplice riscaldamento, si diressero verso lo spogliatoio senza proferire parola, richieggiavano solo i loro respiri affannati 

 

Tatsuya, il capitano della squadra, fu il primo ad entrare e a iniziare a cambiarsi, voleva arrivare il prima possibile all'orfanotrofio, dove lo aspettava Midorikawa, il suo ragazzo da ormai un anno, che quel giorno era mancato perché raffreddato. 

 

«Oi oi come mai tutta sta fretta? Cos'è la tua dolce metà ti manca già così tanto...» disse Hiroto ghignando mentre alzava un sopracciglio, quasi sembrasse in attesa di una risposta

 

«Non è per questo» mentì il rosso mentre si toglieva la maglietta «Devo passare con te da papà prima, non voglio arrivare in ritardo»

 

«Sia mai che il vecchio debba aspettare cinque minuti» esclamò fingendo che non gli importasse

 

«È anche tuo padre, potresti essere più gentile» precisò il ragazzo che non aveva mai capito perché si ostinasse a non vedere quanto fosse un uomo dolce e amorevole e quanto volesse bene a tutti loro, compreso lui, il suo unico vero figlio maschio biologico. 

 

L'altro ricambiò il suo sguardo furente, poi però si limitò a fare ciò che faceva da anni, fingere che non gli importasse e cambiare argomento: «Comunque non me la bevo, idiota, potevi inventarti una scusa migliore»

 

«Già» concordò Nagumo «Sappiamo tutti che è la tua priorità sopra chiunque altro»

 

«Smettila» borbottò Suzuno lanciandogli uno sguardo glaciale «Lascia perdere Tatsuya-kun si divertono a dire scemenze»

 

«Non sono scemenze, è la verità tesoro» rispose l'altro sporgendosi verso il compagno

 

«Sei proprio un cretino!»

 

«Che ami» ridacchiò il fidanzato poggiando le mani sulle sue guance facendolo arrossire 

 

«Prendevi una stanza!» Esclamò Saginuma infastidito da quelle effusioni 

 

«Hai rovinato il momento, Fuusuke-kun stava per darvi ragione» ridacchiò il rosso vedendo come il fidanzato si fosse immediatamente staccato imbarazzato 

 

«Assolutamente no Nagumo»

 

«Siamo tornati con il cognome, tesoro?»

 

«Smettila, razza di idiota» lo rimproverò l'altro prima di andare verso le docce 

 

«Ma amore mio mi lasci così?» Replicò ironicamente prima di seguirlo 

 

Saginuma lanciò loro un'occhiata disgustata, era ormai da tempo che in quella squadra si sentiva fuori posto e soprattutto triste poiché non aveva una vita sentimentale di cui parlare 

 

Reina, una delle sue migliori amiche nonché una delle più belle ragazze che lui avesse mai visto, sembrò notarlo e girandosi verso di lui gli chiese: «Tutto bene?»

 

Quello annuì distratto: «È brutto però essere l'unico single»

 

«Oi ci sono anch'io» intervenne Hiroto ridacchiando: «E vivo benissimo»

 

«Questo è solo perché non hai incontrato ancora quello giusto»

 

«Oh per favore Tatsuya-kun risparmia queste tue frasi poetiche per altri perché è una grandissima caz-»

 

«No non lo è» lo interruppe l'amico girandosi verso Saginuma «Stai tranquillo arriverà la ragazza giusta per te»

 

Il diretto interessato sospirò: «Lo spero, non è che qualcuna può tornare etero?» chiese speranzoso girandosi verso Reina 

 

Hiroto fece uno dei suoi soliti sorrisetti: «È fidanzata Saginuma e lesbica, l'orientamento sessuale non va a periodi, sai?»

 

«Sì però voi non lo eravate fin dalla nascita, è stato verso la fine delle medie che lo avete scoperto»

 

L'amica gli poggiò una mano sul braccio e sospirò: «È una cosa diversa e lo sai»

 

«Sì sì, lo so»

 

Tatsuya aggiunse: «E non è stato facile accettarlo, non ho ancora fatto coming out con papà»

 

«E non serve che tu lo faccia» precisò Hiroto «Sarebbe la scusa perfetta nel mio caso per buttarmi fuori di casa»

 

«Dai smettila, è comprensivo, aperto e ci vuole bene non farebbe mai una cosa del genere»

 

«Tu non vivi lì, non sai un bel niente, perché senti il bisogno di difenderlo per ogni minima cosa?»

 

«Perché tu lo accusi senza motivo senza capire che lui è un essere umano e nonostante abbia sbagliato con te vuole recuperare il tempo perduto»

 

Hiroto lo fissò e senza dire una parola si diresse alle docce, per un secondo avrebbe quasi voluto raccontare all'amico cosa quell'uomo gli avesse (e non avesse) fatto, ma si era trattenuto, nessuno poteva capire ed era meglio se non ne venisse a conoscenza. 

 

Per quanto il vecchio fosse stato orribile, non poteva negare che con il capitano era sempre stato gentile, dolce e presente; dicendogli quanto accaduto avrebbe peggiorato tutto, lo avrebbe ferito e, per quanto talvolta fosse irritante, era pur sempre un fratello e un amico, la prima persona ad aver ignorato tutte le voci che giravano su di lui ed avergli voluto bene senza chiedere nulla in cambio. 

 

Non serviva lo sapesse. Non serviva a nessuno di loro. 

 

Tornarono poi in spogliatoio per cambiarsi e Saginuma decise di intromettersi nelle chiacchiere generali: «Scusate, ma Shiratoya Nae non è fidanzata, vero? Perché è da qualche giorno che ci stiamo scrivendo ma non capisco se mi veda come amico o qualcosa di più»

 

Per qualche secondo ci fu silenzio, poi Hiroto rispose: «Guarda che Fubuki Atsuya è stracotto di lei, è solo questione di tempo che si fidanzi»

 

«Vabbè dai, ci posso flirtare comunque, no?»

 

«Lui ammazza gli orsi, io non te lo consiglierei»

 

«Che noia però, o fidanzate o lesbiche»

 

«O ti rifiutano» aggiunse Nagumo ridendo prima di beccarsi uno scappellotto da Suzuno  «Dai tesoro è vero»

 

«Ma ti sembra il caso? Tu ringrazia che hai trovato me, sei irrecuperabile»

 

«Addirittura amore, guarda che mi offendo» disse appoggiandogli le mani sui fianchi 

 

«Ma la vuoi smettere?»

 

Si attaccò ancora di più al suo orecchio: «Però non ti sei spostato o sbaglio Fuusuke-kun?» Lo provocò abbracciandolo dolcemente da dietro 

 

«Manca solo Midorikawa a fare il piccioncino con Tatsuya»

 

«Oh finiscila Hiroto!» Lo sgridò il rosso

 

«Dimenticavo che non si può parlar male di lui in tua presenza»

 

«Ovvio è la sua dolce metà» ghignò Nagumo  «Anche la mia mi difende sempre»

 

«Dipende, sul fatto che sei un'idiota non posso dissentire»

 

«Ehi cosa sono questi insulti gratuiti amore mio?»

 

Suzuno si allontanò: «Finiscila e muoviti che dobbiamo fare compere»

 

«Agli ordini» rise quello prima di salutare i compagni e avvolgere il fidanzato con un braccio sopra le spalle 

 

«Allora Tatsuya, che poema stai scrivendo, si può sapere?»

 

«Fatti gli affari tuoi»

 

«Quando si parla di Midorikawa diventi intrattabile»

 

Saginuma sospirò: «Almeno voi siete fidanzati»

 

«Ancora? Io sono single dalla nascita» precisò Hiroto prima di accendere il telefono e vedere lampeggiare sullo schermo ben cinque messaggi e due chiamate: «Cazzo» esclamò mettendosi una mano tra i capelli ricci non ancora completamente asciutti.

 

«Che hai fatto?» Lo guardò in tralice Tatsuya con aria di rimprovero 

 

«Niente, ho perso tempo, devo andare» recuperò in fretta i propri vestiti e si diresse velocemente verso la porta dello spogliatoio

 

«Aspetta ma Hiroto non vieni da papà?»

 

«No, devo uscire, torno tra due orette» e non curandosi dei richiami del fratello si limitò ad aggiungere: «Ci vediamo dopo» 

 

Dopodiché si mise a correre per raggiungere la piccola piazzetta vicino alla palestra e dopo pochissimo raggiunse l'amico dandogli una poderosa pacca sulle spalle 

 

«Non stavo guardando il telefono»

 

«Ho notato» Haizaki si girò per guardarlo negli occhi «Sei il solito, ce l'hai sempre in mano ma mai una volta che mi rispondi quando dobbiamo uscire. 20 minuti di ritardo, stavo per tornare indietro»

 

«Mi conosci deficiente, sai che ho l'allenamento prima»

 

«Allora non organizzare di vederci dopo!»

 

«Peggio di una tragedia» rise l'altro guardandolo negli occhi «Che c'è? Ti mancavo già così tanto?»

 

«Deficiente!" Sbottò «È l'ultima volta che ti aspetto»

 

«Va bene va bene, orsacchiotto boy»

 

«Sbaglio o ti avevo detto di non azzardarti a chiamarmi con questo soprannome!» si era piantato davanti a lui, la rabbia si poteva leggere dalle braccia conserte, l'espressione furente

 

Hiroto, mettendosi in punta di piedi poiché era più basso, si avvicinò al suo viso: «Non è forse vero? Ho anche una tua foto mentre lo stringi come un bambino»

 

Haizaki lo fissò arrabbiato per qualche secondo, poi si limitò a sospirare e a voltargli le spalle: «Muoviti, testa di udon»

 

«Vaffanculo, lo sai che mi dà fastidio»

 

«Mi dovrebbe interessare?» Alzò le spalle vedendo poi affiancarlo sulla stradina: «Ora possiamo andare? Sai avrei fame e fa freddo»

 

L'altro rise: «Il freddo lo senti solo tu»

 

«Fanno 0 gradi, tu hai dei problemi a sentire le temperature»

 

«Oppure tu sei semplicemente freddoloso?»

 

«Taci» e lo spinse leggermente, infastidito 

 

«Sì hai ragione, meglio se camminiamo prima che ti congeli»

 

Dopo una quindicina di minuti Haizaki stava tremando, non era possibile che l'amico non sentisse il freddo, camminava a fianco a lui a maniche corte come se niente fosse! 

 

Ma non gliel'avrebbe data vinta, non lo avrebbe mai ammesso, in fondo cos'era un po' di gelo? Aveva sopportato di peggio senza l'aiuto di nessuno, sentì il riccio sospirare e dire: «Fermati, non si può andare avanti così» tirò fuori dalla borsa una giacca e gliela appoggiò sulle spalle «Avanti muoviti»

 

In altre circostanze lo avrebbe mandato a quel paese ma si limitò a dire: «Wow pure tu porti le giacche»

 

«Sì e costa anche tanto, non ti permettere di rovinarmela»

 

«Immaginavo...grazie» lo sussurrò a voce bassa ma Hiroto lo sentì comunque. 

 

Il ristorante giapponese sembrava davvero un bel locale, molto più pulito e ordinato rispetto ai soliti in cui Haizaki andava con i suoi genitori o i compagni di squadra, l'amico senza aspettarlo entrò subito nell'atrio mentre gli diceva: «Bene, qui mangerai il sushi più buono che potrai mai assaggiare in tutta la tua vita, ringraziami»

 

«Finché non mangio, non ti dirò proprio un bel niente» gli rispose mentre si toglieva la giacca e il maglione rimanendo con una semplice t-shirt che metteva in evidenza il bel fisico che si era fatto dopo tutti gli allenamenti in vista del Football Frontier.

 

La cameriera li invitò ad accomodarsi sul divanetto che preferivano, quindi optarono per quello più isolato, visto il gran chiasso causato dai numerosi bambini venuti lì con le loro famiglie

 

Appena si sedettero iniziarono a scegliere cosa volessero mangiare, Haizaki si stupì della varietà di portate che questo tabehodai offriva, stupore che si trasformò in ansia non appena notò il prezzo: 15.000 yen, ecco perché il locale era così ordinato e pulito, i prezzi erano decisamente spropositati e l'amico non si era premurato che forse sarebbe stato il caso informarlo 

 

Il ragazzo dai capelli grigi lunghi e lisci controllando che i camerieri non si trovassero vicino al loro tavolo si sedette di fianco all'amico e gli poggiò una mano sul braccio: «Hiroto» sussurrò per evitare che lo sentissero: «Perché non mi hai detto che costava così tanto mangiare qui?»

 

«Offro io per te, non ti preoccupare» rispose lui con una tale noncuranza da far arrabbiare l'altro il quale enfatizzò: «No. Non va bene, dovevi dirmelo, ho portato solo 7.000 yen»

 

«Ho fatto ritardo, no? Mi sembra il minimo pagare anche per te, ora dimmi cosa vuoi prendere?" Il tono calmo e rilassato lo fece definitivamente perdere la pazienza, si staccò di scatto dalla presa dell'altro venendo fermato dal ragazzo che appoggiandogli la mano sulla spalla lo fece tornare seduto: «Cosa c'è che non va?»

 

«Non mangerò niente offerto da te!»

 

Il riccio sembrò sorpreso, quasi le parole dell'amico, per quanto non avessero intenzione su sminuirlo, lo avessero comunque ferito, poi lo guardò negli occhi, sembrava molto infastidito

 

«La prossima volta prometto che andremo in posto più economico, mi porti tu dove preferisci, okay?»

 

«Sì ma la differenza...»

 

«Haizaki, non mi importa, sul serio, l'ultima mia preoccupazione sono i soldi e lo sai e poi...» tacque improvvisamente, la conservazione stava prendendo una piega troppo sdolcinata secondo i suoi gusti

 

Il ragazzo dai capelli lisci, che nel frattempo sembrava essere tornato tranquillo come prima, voltò la testa verso di lui curioso: «Poi?» Chiese incitandolo a continuare a parlare

 

«Lascia stare» finse di star guardando il menù, il tutto per evitare di guardare quegli occhi che inevitabilmente lo avrebbero obbligato a terminare quella frase

 

«Poi?» Ripeté facendolo voltare verso di lui

 

«Non serve che mi ridai indietro tutto, mi basta la tua compagnia» e aggiunse un po' imbarazzato: «Siamo amici, non devi preoccuparti se hai bisogno di soldi» voltò la testa dall'altra parte ridendo: «Non farmelo ridire, ero davvero patetico»

 

L'amico non smise di guardarlo, indeciso su cosa avrebbe dovuto rispondere, era un po' strana quella situazione ma si limitò ad alzare le spalle: «Okay», dopodiché tornò al suo posto, di fronte al riccio e ordinarono tranquillamente.

 

Mentre mangiavano le chiacchiere si concentrarono principalmente sulla forte passione che li univa: il calcio e in particolare gli allenamenti sempre più duri; Hiroto dopo essersi pulito con il tovagliolo iniziò con il dire: «Hitomiko potrebbe ucciderci se non vinciamo quest'anno»

 

«Anche il nostro mister non scherza, quaranta minuti solo di corsa»

 

«Mia sorella cinquanta ed era solo il riscaldamento»

 

«Sì con il tempo si intensificheranno ancora di più, ho già rischiato di prendermi l'influenza»

 

«Ora si spiega come mai avessi freddo, non è che hai organizzato di vederci solo per attaccarmi qualcosa?»

 

«Per quanto te lo meriteresti, no»

 

«Me lo meriterei per il ritardo, perché sono io o perché hai paura di affrontarmi al torneo?»

 

«Direi le prime due»

 

«Oh sei proprio un-»

 

«Ragazzi, potrei portare via?» Li interruppe il cameriere 

 

«Certo, la ringrazio» rispose Haizaki educatamente 

 

«Oh wow che carino» lo prese in giro quello con un sorrisetto 

 

«Si chiama educazione, evidentemente i tuoi non te l'hanno insegnata» lo aveva detto senza pensare e si maledisse per non aver saputo tenere la bocca chiusa

 

Il tono indifferente dell'altro lo fece sentire un po' meno in colpa: «Già, mi insegni tu?» E alzò un sopracciglio come in attesa di una risposta 

 

«Non che ci sia molto da insegnare» si appoggiò allo schienale del divano con un braccio non smettendo neanche per un istante di guardarlo negli occhi: «Tra Midorikawa e Tatsuya come va?»

 

«Sono ancora insieme»  rispose alzando le spalle e ridacchiando: «Ma sono fermi ai "ti amo" "mi manchi amore" e frasi poetiche del cazzo»

 

«Quindi non sono ancora» ghignò «Diciamo passati allo stadio successivo?»

 

«Ti pare? Tra due anni ne avremo diciannove e quelli molto probabilmente saranno ancora ai bacetti»

 

«Diciotto per me» 

 

«Giusto mi dimentico sempre che sei più piccolo»

 

«Comunque lo penso anch'io, mi sembra voglio fare tutto con calma, Suzuno e Nagumo invece?»

 

«No loro già da qualche mese, Nagumo mi ha chiamato solo per raccontare la loro prima volta, piuttosto tu e Akane?» Ridacchiò sperando di farlo arrossire o per lo meno metterlo in imbarazzo 

 

«Ancora?» Gli lanciò un'occhiataccia: «È la mia migliore amica, siamo cresciuti insieme, è come una sorella per me»

 

«Sicuro di essere etero, orsacchiotto boy?» Lo sfidò sporgendosi verso di lui «È un po' strano che tu rifiuti una ragazza carina come lei?»

 

«Non è che vuoi saperlo per avere campo libero con lei?»

 

L'amico scoppiò a ridere: «Al massimo per avere campo libero con te» precisò facendogli l'occhiolino

 

L'altro arrossì leggermente: «Credevo fossi bi»

 

«E per quale motivo?»

 

«Beh tu e Reina vi comportate come una coppia sposata»

 

«A lei potrebbe interessare Akane, se non fosse già fidanzata»

 

«Ah non pensavo» distolse per qualche secondo lo sguardo: «Comunque da me nessuna novità, Nosaka ha friendzonato sia Mikado Anna, la manager di Asuto, sia Nishikage»

 

«Che fila, però non se la passa male l'imperatore»

 

«Sì e per Asuto...è interessato solo alla palla da calcio»

 

«Prevedibile»

 

«Sì»

 

Si alzarono e si rivestirono, mentre il riccio si dirigeva verso la cassa per pagare, Haizaki lo guardava chiedendosi come facesse a restare così indifferente quando si faceva riferimento ad avvenimenti ricollegabili al suo passato

 

Forse un po' come lui non voleva esternare ciò che provava al mondo, non aveva avuto un gran rapporto con il padre, che fosse stato quello a segnarlo e a impedirgli di aprirsi con gli altri 

 

I suoi pensieri vennero interrotti proprio dall'amico il quale con il suo solito ghigno lo provocò ridacchiando: «So di essere affascinante, ma dobbiamo andare Haizaki»

 

«Oh va a quel paese» ma non era molto credibile visto che stava sorridendo più del dovuto

 

Dopo circa una ventina di minuti arrivarono all'incrocio che li avrebbe divisi: «Bene, ci vediamo sabato no?»

 

«Già insieme a Suzuno, Nagumo, Fudou, Kidou, Nosaka e Asuto»

 

«E fortuna che Nosaka e Asuto li ho convinti, altrimenti era un'uscita di coppie?»

 

«Wow, non mi avevi informato fossimo una coppia» rise quello alzando un sopracciglio 

 

«Ma finiscila, deficiente»

 

«Certo che avrei potuto scegliere un po' meglio, magari uno un po' meno etero»

 

«Idiota» sospirò facendo un mezzo sorriso

 

«Beh ti accompagno, dai»

 

«Non serve»

 

«Massì, sono di strada»

 

«Questa è una cazzata, devi girare a sinistra»

 

«Dai Haizaki muoviti» disse quello ignorandolo e andando verso la via 

 

«Non stare in mezzo alla strada idiota» lo seguì l'altro sorridendo e spostandolo non appena lo ebbe raggiunto 

 

«Oh ma che carino, non si direbbe sia lo stesso demone del campo senza cuore violento»

 

«Ah-ah" disse prima di fermarsi davanti all'entrata del condominio: «Beh a sab-» si interruppe accorgendosi di indossare ancora la sua giacca: «Aspetta» fece per togliersela, ma l'amico lo fermò: «Tienila, me la ridai la prossima volta...e ti sta bene» aggiunse facendogli l'occhiolino

 

«Lo dici solo perché è tua»

 

«Io mi so vestire a differenza tua»

 

«Tu? Per favore sembri un tamarro o un teppista»

 

«Lo so, grazie» gli fece un sorrisetto 

 

«Mi sa che è il caso che vada, mia madre potrebbe preoccuparsi se ritardo, ci vediamo sabato» lo salutò con una pacca sulla spalla prima di suonare il campanello 

 

«A sabato, orsacchiotto boy»

 

«Testa di udon!» Urlò apposta per farsi sentire 

 

«Vaffanculo»

 

«Anche tu»

 

«Ci sentiamo in questi giorni, promesso» Il riccio si girò sorridendo «Ciao»

 

«Ciao, ciao»

 

Tornato all'incrocio il giovane prese la strada per tornare alla villa, ci mise circa una quindicina di minuti ma appena arrivato volle quasi tornare indietro, quel posto, che non avrebbe mai potuto chiamare casa, gli portava alla mente solo brutti ricordi.

 

Desiderò di essere ancora con Haizaki, per quanto qualche volta fosse decisamente irritante, ma entrò comunque; fece per salire le scale velocemente così da non dover dare alcuna spiegazione a sua sorella, ma Hitomiko lo aspettava a braccia conserte di fianco al padre Seijirou

 

«Ti aspettavo Hiroto, dobbiamo parlare di un po' di cose»

 

La donna al suo fianco lo guardò preoccupata o meglio dispiaciuta 

 

«Non ti devo dire nulla»

 

«Oh non mi interessa, vieni immediatamente nel mio ufficio, sei in un mare di guai» gli fece un sorriso, un sorriso buono, amorevole ma che risultò agli occhi del figlio falso e ipocrita: «Non me lo far ripetere, mi sono stancato di te»

 
  
 
  
  
   
 
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