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Autore: Flofly    22/01/2024    2 recensioni
"Ogni giorno in questi anni mi sono chiesto come ho fatto a non accorgermene. Come ho fatto ad amarti senza vedere che, tra di noi, il mostro eri sempre stato tu? E’ strano, non credi?"
Remus/Sirius. Angst.
[Storia partecipante alla challenge "Chi l'ha Dixit?" organizzata da Ciuscream sul forum Ferisce la Penna]
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più contesti
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dark nigh dark soul

 Dark night Dark Soul

Prompt: “Fade into you / Strange you never knew / Fade into you / I think it’s strange you never knew”

Mazzy Star, “Fade into you”

La prima volta sei sparito nella notte, trascinato via con addosso il marchio del più sordido dei criminali, un fratricida della famiglia che ti eri scelto, la dannazione del tuo sangue più forte della lealtà. Per la prima volta ho rimpianto l’oscurità ormai nota delle tenebre e, mentre l’alba di quello che sarebbe passato alla storia come un nuovo mondo si stiracchiava pigra nel primo mattino di novembre, io ho sperato ardentemente di poter infilare i miei artigli da mostro nel mio cuore ormai avvolto dal velo della disperazione.

Nella guerra avevo tutto. Nella pace solo la mia maledizione. In essa mi sono rifugiato, avvolgendomi nella solitudine del diverso, negandomi persino il privilegio dei ricordi. Perché in tutti i miei momenti felici c’eri tu, in ogni risata sentivo l’eco della tua, nei sogni potevo ritrovare il tuo respiro leggero.

Sei sempre stato elegante, Sirius, anche quando dormivi con i capelli (sempre troppo lunghi per la McGranitt) sparsi sul cuscino. Ti guardavo e speravo di potermi dissolvere in te, nei tuoi occhi grigi e nella piega sarcastica delle tue labbra. Ma tu eri sempre troppo preso dal presente, perennemente inquieto, incapace di restare fermo ad aspettarmi.

Ogni giorno in questi anni mi sono chiesto come ho fatto a non accorgermene. Come ho fatto ad amarti senza vedere che, tra di noi, il mostro eri sempre stato tu? E’ strano, non credi?

 

 

Sei tornato, improvviso come un temporale estivo. Azkaban è stato crudele con il tuo fisico e dolcemente perverso con la tua mente e, ora che non hai più nulla del ragazzo dagli occhi brillanti che correva selvaggio nella notte, i tuoi pensieri sono affilati come zanne. 

Sei di nuovo di fronte a me, il volto pallido e scavato ma con il fuoco gelido del furore dei Black nello sguardo, e io mi chiedo come tu faccia ancora a non capire, a non renderti conto che senza di te la mia vita è ombra densa di peccati.  La mia risposta è una sola: sono io il mostro.

 

Le mie orecchie sono piene di silenzio. Non sento nulla, perché non ho più nulla per cui vale la pena farlo. So che non sentirò più la tua voce calda, la tua cadenza elegante, le tue risposte taglienti. Non potrò più vederti aggirarti per Grimmauld Place, re e straccione allo stesso tempo, insofferente per quella prigione che ti sta stretta, ora che hai trovato la speranza.

Un secondo prima l’aria era satura di te. Quello dopo il velo ti ha accolto nel suo abbraccio mortale, inghiottendoti nel vuoto denso delle sue maglie invisibili. Nel mezzo, appena un battito di ciglia.

Non avevi paura, qualcosa di sconosciuto per te, eri solo sorpreso. Sorpreso forse della tua ingenuità, o forse solo di trovarti di nuovo mortale, incapace di credere che fosse quella la tua fine.

Mi hai guardato con quello sguardo in cui ho sempre sperato specchiarmi, e mentre il mio cuore spariva insieme al tuo, ho finalmente capito.

Tu l’hai sempre saputo.

 

   
 
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