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Autore: Ema_puffetta    23/01/2024    0 recensioni
Fabrizio ha 37 anni, ha una personalità molto complessa e complicata. La sua infanzia e la sua adolescenza non sono state facile, ecosì ha dciso di chiudersi in camera con le sue chitarre le uniche che lo hanno sempre capito. All'età di venti anni ha iniziato la sua carriera musicale, diventando famoso in tutta Italia. Dopo il suo ultimo concrto a Milano decide di prendersi una pausa da tutto e si trasferisce a New York. Dopo cinque anni lontano da tutto,Fabrizio sente di nuvo l'esigenza di tornare a suonare ma qualcosa lo blocca. Non si fida più di nessuno, neanche dell sua attuale ragazza. Un giorno decide di fare un biglietto per la sua milano e tornare di nuovo a casa. Ma proprio la sua Milano gli farà incontrare una ragazza che non riuscirà più a togliersi dalla testa. La vita cambia di colpo...di nuovo!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Mi guardo allo specchio e faccio fatica a riconoscere l’immagine che vedo riflessa. Tu chi sei? Chiedo silenziosamente a quel ragazzo che mi sta fissando con gli occhi stanchi. Non lo so, questa è l’unica risposta che riesco a darmi in questo momento. Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo, cercando di scacciare quella domanda che mi tormenta da mesi. Com’è possibile non sapere più chi si è da un giorno all’altro? Mi sembra una cosa così assurda e surreale. Ho come la sensazione di essere una mosca intrappolata dentro un bicchiere, priva di qualsiasi energia e pronta ad impazzire da un momento all’altro, perché nonostante i suoi sforzi nel volere uscire da li dentro e tornare a volare libera, finisce sempre per sbattere vicino a quelle dannate pareti di vetro. Sono mesi che mi sento così, una bomba ad orologeria pronto ad esplodere da un momento all’altro. Dentro di me sta cambiando qualcosa,ma non riesco a capire cosa di preciso.
“Eppure non ti manca nulla” la mia vocina interiore viene a punzecchiarmi. Non mi manca nulla è vero, ho una casa, un lavoro, una ragazza con cui sto bene, ma nonostante questo  non riesco a stare bene come dovrei. D’istinto butto una grossa quantità d’aria fuori, non mi ero reso conto che stavo trattenendo il fiato. Scuoto la testa per scacciare quei pensieri dalla testa e apro gli occhi. Oggi andrà meglio vedrai, cerco di auto convincere la mia mente che sarà così. Il suono dei messaggi del mio iphone mi riporta alla realtà. Sblocco lo schermo di quella macchina infernale, e leggo il primo messaggio.
Da: Violet
Passo da te stasera appena finisco di lavorare un bacio
Nulla di nuovo penso alzando gli occhi al cielo.
A:Violet
Va bene a dopo piccola.
Le rispondo velocemente e con poco entusiasmo. Dovrei essere felice di vedere la mia ragazza, eppure una parte di me non vorrebbe fuggire da tutto questo. Ma il problema non è il suo messaggio, ma quello del  mio ex manager, o ancora manager non lo so neanche io.
Da: Christian
Hai un disco in sospeso e una colonna sonora per un film che mi hanno richiesto, vuoi continuare a giocare all’allegro chirurgo o ti decidi a tornare in studio a registrare? Quando decidi di farti vivo sai dove trovarmi.
Quel messaggio mi arriva come l’ennesima pugnalata allo stomaco. Giro la testa, e il mio sguardo si posa sulle chitarre appoggiate con cura nel loro supporto vicino il letto. Non ricordo neanche più come si suona, forse non so più farlo, sono mesi che non le tocco più e non ho intenzione di ricominciare. Forse ha ragione Violet, devo smetterla, ho quasi quarant’anni non posso perdere tempo dietro alla musica, devo concentrarmi sul lavoro. “Quello è il tuo lavoro se proprio la vogliamo dire tutta. Quando ti decidi a ricominciare?” Il mio alter ego torna a farsi sentire. Gli vorrei dire di tacere, di chiudere il becco ogni tanto, ma so che è fatica sprecata, lui non riesce mai a stare zitto. Metto in tasca l’ihone e corro a lavoro anche io, i miei pazienti mi aspettano.
Esco dall’ospedale stanco morto, come tutte le sere, ma tutto sommato felice di essere fuori in un orario decente e di non dover fare altre notti almeno per questa settimana,salvo imprevisti. Parcheggio la macchina davanti il garage, e non appena apro la porta di casa mi butto come un sacco di patate sul divano. Finalmente un po’ di pace.
«Ciao amore finalmente sei tornato, ti stavo aspettando»
La voce squillante di Violet mi arriva come uno tsunami dalla cucina. Dannazione Violet mi ero completamente dimenticato che sarebbe venuta a casa.
«Sto preparando qualcosa per cena, due minuti ed è pronto » aggiunge tutta fiera, come chissà quale grande impresa stesse compiendo. Gli faccio un gemito di approvazione, non ho le forze neanche di parlare, se fosse per me già sarei sotto le coperte. Prendo l’iphone dalla tasca dei jeans, per evitare di addormentarmi sul divano e nell’attesa della cena vedo se mi ha cercato qualcun altro. Scorro i soliti messaggi pubblicitari, apro al volo la chat del gruppo dei colleghi per vedere se c’è qualche comunicazione importante ma nulla, sono sempre i soliti messaggi di inciuci di cui faccio volentieri a meno. Continuo a scorrere e oltre a rendermi conto che non ho più risposto a Christian oggi, c’è anche un messaggio da parte del mio migliore amico.
Da: Alex
Ciao Fabri prima di tutto come stai? Mi raccomando tu non farti vivo! Volevo sapere se avevi finito di scrivere il disco, stiamo aspettando tutti te, non voglio metterti pressione addosso assolutamente, la verità e che mi manchi,se riesco qualche week-and prendo il primo volo e vengo a trovarti. Ecco ore te l’ho detto.
Butto la testa indietro, e mi lascio cadere completamente sul divano. Mi passo esasperato le mani nei capelli, anzi in testa, dato che ho deciso di rasarmi anche i capelli e di non farmeli più crescere. Ci mancava solo Alex stasera. Mi fa piacere sentirlo per carità, ma non per parlare del disco. “Sai che ha ragione, devi riprendere a scrivere e a suonare, così te ne stai andando fuori di testa!” Eccolo li, il mio alter ego sempre pronto a ricordarmi chi sono e di cosa ho bisogno secondo lui. Ma in questo momento non so neanche io di cosa ho bisogno realmente. Premo sullo schermo il tasto rispondi, ma Violet mi passa davanti con i piatti della cena e se mi metto a rispondere adesso ad Alex so che inizierà a farmi la predica perché il cibo si fredda, cosi rimettono velocemente il cellulare in tasca e svogliatamente mi alzo dal divano per mettermi a tavola. Mangio in silenzio, guardando la carne che ho nel piatto.
«Ti piace? Racconta un po’, com’è andata oggi la giornata a lavoro?»  Svogliatamente alzo gli occhi per guardarla in viso e vedo Violet con un sorriso da una parte all’altra e posso anche immaginare il motivo. Oggi è quella rara volta che non indosso una felpa con i miei gruppi preferiti, quelli rock, e rap che proprio lei non digerisce. Stamattina avevo voglia di cambiare, così ho deciso di mettermi una camicia e un maglioncino bordeaux sopra, lei adora questo tipo di abbigliamento.
«La carne è molto buona grazie. Per quanto riguarda a lavoro tutto bene, fortunatamente non abbiamo avuto urgenze, e quindi almeno per oggi niente sala operatoria» gli faccio un piccolo sorriso, cercando di essere il più convincente possibile.
«Ti vedo pensieroso, va tutto bene?»mi chiede con la sua solita premura. Apprezzo tutto questo davvero, è sempre molto premurosa con me e attenta, ma non riesco a capire perché nonostante sono mesi e mesi che ci frequentiamo e stiamo insieme, non riesco a lasciarmi andare completamente e questo mi dispiace perché alla fine è una brava ragazza ma ancora devo capire di preciso cosa le piace di me,visto che non sono un ragazzo comune.
«No tranquilla va tutto bene, sono solo un po’ stanco e soprattutto devo ancora rispondere ad Alex che mi ha chiesto quando torno a scrivere il disco» le dico con un filo di voce, come se stessi confessando un reato gravissimo che nessuno deve sapere altrimenti rischiano quarant’anni di carcere. Lei mi squadra per un momento restando in silenzio e piegando la testa leggermente di lato. So che per lei questo è un tasto dolente, per carità gli piace anche ascoltarmi mentre suono, ma non è assolutamente d’accordo che io ritorni a fare musica soprattutto i live.
«Dovresti risponderli che questo è l’ultimo disco che farai, poi basta ti ritiri definitivamente. Hai una nuova vita adesso, un nuovo lavoro che ti pace e che ti permette di vivere dignitosamente e poi hai me» si alza e viene verso di me, mi prende il viso tra le mani delicatamente e mi stampa un bacio appassionato sulle labbra. Ricambio il bacio e alzandomi la spingo verso il divano. Forse ho trovato il modo di farla stare zitta, e come metodo non mi dispiace affatto. L’afferro dolcemente dietro la nuca e le nostre lingue iniziano a roteare in una danza veloce, come se una rincorresse l’altra. Con una mano le sbottono il jeans, e Violet fa esattamente la stessa cosa prima con il mio maglioncino bordeaux e poi con la camicia. Tra un bacio e l’altro la sollevo da terra e vado in camera da letto. Lei si mette a cavalluccio su di me e continua a baciarmi. L’appoggio delicatamente sul letto, mentre le sfilo prima il jeans e poi la maglietta. La sua pelle cosi morbida al tatto contro la mia ruvida è un mix micidiale. Il mio petto virile e con abbastanza peluria si incastrava perfettamente con il suo seno, non molto prosperoso ma molto proporzionato alla sua corporatura gracilina. La guardo per un attimo in intimo sul letto, e i suoi occhi sono pieni di desiderio. Inizio ad accarezzarle il senso, fino a scendere giù nella sua parte più intima, e la sento gemere improvvisamente. Violet mi prende per un braccio e mi attira a se, andando anche lei a scoprire la mia intimità maschile. Tra un mio ansimare e un suo gemere, mi tolgo i boxer, lei si sfila alla velocità della luce le mutandine, e con un colpo forte decido di entrare dentro. Violet chiude gli occhi spontaneamente e come sempre china la testa all’indietro. Do l’ultima spinta e lei urla dal piacere collassando sul letto accanto a me. Anche io collasso sfinito ancora ansimando,stanco dal lavoro e dallo sforzo appena fatto. Vliolet si gira e mi sorride soddisfatta, mentre  io le accarezzo affettuosamente i capelli.
«Dannazione è già mezzanotte e mezza, devo correre a casa che domani ho il turno di mattina» urla guardando lo schermo del cellulare. Scatta giù dal letto come se ad un tratto il materasso avesse cacciato delle spine. La guardo mentre si riveste in fretta e furia raccogliendo i vestiti da terra sparsi per tutta la camera.
«Mi dispiace averti fatto fare tardi» effettivamente non mi sono reso conto del tempo che è passato.
«Ne è valsa la pena non ti preoccupare, ci vediamo domani. Buonanotte dormi bene» mi stampa un bacio sulle labbra velocemente e a passo svelto la vedo che si allontana, fin quando si tira dietro la porta di casa sbattendola delicatamente. Dopo qualche minuto mi alzo dal letto anche io, mi infilo velocemente i boxer e prendo il cellulare dalla tasca dei jeans che giacciono a terra. Lo sblocco ed è rimasto aperto sulla chat di Alex. E’ arrivato il momento di rispondergli e di fare i conti con la realtà e con i miei demoni.
  A: Alex
Ciao Alex beh come sto non lo so neanche io in questo momento, ma questo già lo sai perché è proprio questo il motivo per cui non mi sono fatto sentire per nulla. Per quanto riguarda il disco non l’ho più toccato dall’ultima volta che ci siamo visti. Proverò a ricominciare a scrivere e a buttare giù qualcosa, ma non ti assicuro nulla. Per il resto mi manchi anche tu, non vedo l’ora di abbracciarti, vieni presto ti aspetto.
Rileggo il tutto velocemente e poi premo il tasto invio. L’ostacolo più piccolo se così posso definirlo l’ho superato, adesso mi manca la parte più difficile, ovvero affrontare il mio manager che non vedo da tre anni e che non gli rispondo da più di due mesi ma che non posso più continuare ad ignorare.
  
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